StayPunk.it. Cosa si fa a far uscire un prodotto originale nell'affollato polpettone musicale di oggigiorno? Semplice, basta andare ad ascoltarsi qualcosa di terribilmente vecchio e riproporlo in una nuova veste; in fondo tutto è già stato detto e fatto e quindi, invece di cercare di essere innovativi ad ogni costo, è decisamente meglio dare uno sguardo al passato per prendere nuovi spunti. Così fanno i due gruppi dello split, che mischiano Cramps, tradizione fifties e tanto alcool in un cocktail infernale. Ad aprire le danze ci pensano i Bone Machine, con un riff iniziale che sembra preso dalla sigla dell'uomo tigre e che ci introduce alle loro storie di scheletri, puttane, diavoli e perversione. Questi tre pazzi travestiti da wrestler messicani vi trasformeranno in marionette possedute, costrette a ballare fino alla morte mentre loro tirano sadicamente i fili. Pochi minuti (secondi?) e la voce oltretombale di Jack Cortese vi ha già stregati, alla sesta traccia (arricchita dalla presenza di Dynamite Anna al cantato) i vostri capelli avranno già acquisito la celebre acconciatura bananiforme. Come scrivono giustamente, se il rock n roll è morto loro sono degli zombies. Non sono da meno i Mutzhi Mambo, tra richiami vodoo-a-billy e atmosfere garage sfoderano un appeal che gli sbarbatelli emosessuali si sognano la notte. Quando rallentano i ritmi, vedi "l'amore è cieco", riescono quasi ad ipnotizzarti con le loro musiche sensuali e sessuali, e lo stridere dei loro riff primitivi ti accarezza come in un sogno chimico. Coverizzano anche Don Backy, a rimarcare il loro legame con gli anni sessanta. Un ottimo split insomma che puzza di whiskey, ruggine e sangue rappreso, capace di catturarmi da subito nonostante sia poco dentro al genere. Vivamente consigliato a chi è in cerca di qualcosa di diverso, e già che vi trovate date un occhio al negozio di dischetti del tipo dei Bone Machine, www.billysbones.it, l'ideale per addentrarvi nelle viscere del rock'n roll.