5-02-2009 - Ver Sacrum. È ufficiale, il locale italiano in cui i concerti iniziano più tardi (e non a causa di intoppi o problemi vari, ma semplicemente perché così è la norma!) è il Sonar di Colle di Val d’Elsa, difatti in occasione della calata italiana dei Mad Sin il club ha aperto i battenti dopo le 23.00, il gruppo spalla ha messo piede sul palco alle 00.15 circa e gli headliner hanno iniziato a suonare dopo l’una, finendo quasi alle tre del mattino… Disquisizioni orarie a parte, lo show della formazione tedesca ha richiamato in territorio senese un bel po’ di soggetti interessanti (alcuni dei quali anche di nazionalità straniera), dagli psychobilly “super-crestati” agli irriducibili dell’hardcore passando per skin-heads, punkettoni, freaks e studenti universitari, i quali hanno sfidato freddo e gelo pur di raggiungere questo posto sperduto dove, spesso e volentieri, si esibiscono band alquanto interessanti.

Ad aprire le danze sono stati i toscani Mutzhi Mambo, che per una quarantina di minuti hanno intrattenuto i presenti con un sound in bilico tra rockabilly, garage e surf. Una nota a parte la meritano i testi delle canzoni, tutti rigorosamente in italiano, ironici, divertenti e ispirati alla filmografia anni 50/60 “di serie B” (vedi ad esempio le opere di Russ Meyer o Ed Wood, tanto per citare due tra i nomi più rappresentativi del genere). I fiorentini hanno proposto i loro brani originali ma anche alcune cover (di Cramps, Depeche Mode e perfino Don Backy!), e il cantante in varie occasioni ha interpretato qualche buffa scenetta utilizzando oggetti un po’ particolari (oltre ad una scopa “da strega”, sul cui manico era stato fissato un teschio, il nostro aveva pure un serpentello di gomma e un finto pollo spennato…), per cui si può parlare di uno show convincente e senza dubbio colorito. Dal punto di vista stilistico gli opener e gli headliner non avevano molto da spartire, ciononostante la performance dei primi è stata apprezzata e applaudita da buona parte del pubblico.

A seguire sono saliti sul palco i sei Mad Sin, o meglio i cinque più uno dato che il secondo vocalist Hellvis esegue solo alcuni pezzi, alternandosi con l’enorme Koefte De Ville. A dispetto della mole impressionante quest’ultimo è davvero agile, ma anche gli altri membri del gruppo sono tipi a cui piace movimentare la situazione (lo “spiritato” contrabbassista Valle è uno di questi, ma pure il nuovo acquisto Matt Vüdü, chiamato in sostituzione del dimissionario chitarrista Peter Sandorff, si sbatte parecchio…), per cui c’è da domandarsi cosa avrebbero combinato se si fossero esibiti su uno stage più comodo e spazioso di quello del Sonar. Le sonorità proposte dai berlinesi sono assai accattivanti e il numeroso pubblico non ci ha messo molto a scaldarsi e a far casino, ma il bello di questo genere di concerti è che anche quando scatta il pogo più furioso il senso di fratellanza che accomuna i fan fa sì che nessuno si faccia male, e se una persona cade in terra c’è subito qualcuno pronto a tirarla su di peso!

Tornando agli aspetti prettamente musicali, va detto che lo psychobilly venato di hardcore proposto dai Mad Sin si rivela vincente soprattutto in versione live, e infatti il gruppo, nonostante i venti anni di carriera che ha alle spalle, dimostra ancora un grande entusiasmo per ciò che fa e dà l’impressione di crederci parecchio. E c’è da scommettere che se qualcuno dei presenti era venuto al concerto attirato solamente dall’immagine (tra l’altro pazzesca…) di Koefte e soci, sarà rimasto alquanto colpito dalla loro bravura e dall’atmosfera che sono riusciti a creare. Per la scaletta completa dei brani eseguiti (infarcita di classici della band, da “All this and more” a “Psychotic night” passando per “1000 Eyes”, “Point of no return”, “Meat train at midnight” e molti altri…) vi rimando al termine dell’articolo, e concludo raccomandandovi di non perdere le prossime performance di questi sei simpatici ceffi, perché quando suonano loro il divertimento e la soddisfazione sono assicurati.

di Grendel