Ahh, la France, la France…
Sarà, la primavera, sarà che si avvicina maggio, ma un bel po’ di beat d’oltralpe ci gusta proprio, magari accompagnato da una bella birra chiara e una Gauloises.
E magari ascoltato in un bel localino all’aperto, in compagnia di una cara amica dei Mutzhi Mambo, naturalmente..
Allora il grandissimo JACQUES DUTRONC è proprio quello che fa per voi!
Dalle nostre parti è più noto per essere il marito di quella topona di Françoise Hardy ma Dutronc in patria è un vero mito, al pari di Johnny Hallyday o Serge Gainsbourg.
Assolutamente chic, sornione, con una bellissima faccia da schiaffi da simpatico figlioditroia (e scusate il francesismo…), voce avvolgente, piglio confidenziale, Jacques Dutronc rappresenta il perfetto punto d’incontro tra il cantautorato francese più classico e il beat più sbarazzino.
Talento vero, la sua ascesa allo status di teenage-idol non è stata roba di una notte.
È esploso già ventitreenne, quando l'era dello yé-yé si era conclusa, grazie al garage R&B di “Et Moi Et Moi Et Moi” nel 1966.
Ma aveva già una carriera avviata.
Fino a quel momento infatti era conosciuto solo come eccentrico chitarrista session-man per altri artisti come Eddy Mitchell, Micky Amline e Gene Vincent.
Finita l’era beat dei ggiovani, però, si è saputo riciclare come serioso (e un po’ gigione) cantautore, diventando uno dei musicisti più influenti del suo paese.
Il suo stile peculiare è basato sul rock’n’roll e il pop francese con elementi psichedelici e addirittura hard.
Insieme a Michel Polnareff, nello stesso periodo, Dutronc rappresenta la prima musica rock francese che può essere considerata non una mera imitazione di influenze americane e britanniche.
Segna una rottura con la tradizione letteraria degli chansonnier nel suo uso creativo dei suoni, piuttosto che porre l’attenzione e l’enfasi solo sul linguaggio.
I suoi testi (spesso composti dal fido Jacques Lanzmann) sono comunque sarcastici e intelligenti, e mettono a nudo con ironia, a volte feroce, le ipocrisie della borghesia parigina.
Chiaramente è roba “francese-francese” la sua: se non piace, non piace…
A noi naturalmente piace un sacco!
Jacques Dutronc nasce a Parigi il 28 aprile del 1943.
Suo padre è un manager dell'ufficio statale della distribuzione del carbone.
Jacques viene educato alla scuola elementare di Rocroy-Saint-Léon, all'École de la Rue Blanche e all'École Professionnelle de Dessin Industriel, dove studia graphic design dal 1959.
Nello stesso anno prende per la prima volta in mano la chitarra, presto preferendola al suo ukulele; aveva anche imparato a suonare il violino e il pianoforte da ragazzo.
Abbandona il college con l'obiettivo di diventare un musicista a tempo pieno.
Frequentatore del bar Le Calypso con Eddy Mitchell e un Johnny Hallyday ancora non famoso, nel 1960 Dutronc forma una band con lui stesso come chitarrista, il compagno di scuola Hadi Kalafate al basso, Charlot Bénaroch alla batteria (poi sostituito da André Crudot) e Daniel Dray come cantante.
Fanno un’audizione nel 1961 per Jacques Wolfsohn, il direttore artistico di Disques Vogue, che li mette sotto contratto e gli dà il nome El Toro et les Cyclones.
Il gruppo pubblica due singoli di rockabilly leggerino, "L'Oncle John" e "Le Vagabond", niente di ché; più successo ha una traccia strumentale che Dutronc scrive per i compagni di etichetta Les Fantômes, “Méfie-Toi”, che, con l'aggiunta di testi, diviene “Le Temps de l 'amour”, un successo per un'altra artista di Vogue, Françoise Hardy, sempre nel 1962.
Il gruppo si scioglie quando Dutronc viene obbligato a svolgere il servizio militare.
Dopo essere stato dimesso dall'esercito nel 1963, Dutronc suona brevemente la chitarra nella band di Eddy Mitchell e diventa assistente di Jacques Wolfsohn per la Vogue, dove ha il compito di valutare e seguire i nuovi cantanti.
In questa veste, scrive insieme ad altri canzoni per artisti come ZouZou, Cléo e Françoise Hardy.
Wolfsohn chiede a Dutronc di collaborare con Jacques Lanzmann, romanziere ed editore della rivista “Lui”.
Nato nel 1927, Lanzmann aveva già condotto una vita bella movimentata: fuggito dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, si era trasferito in Cile, dove scrive il suo primo romanzo, “La glace est rompue”, pubblicato per volere di Jean Paul Sartre e Simone de Beauvoir quando Lanzmann torna in Francia nel 1954.
Lo scopo della loro collaborazione è ideare pezzi per un cantante beatnik di nome Benjamin che pubblica un EP nel 1966, con canzoni scritte con Dutronc e una composizione di Lanzmann-Dutronc, "Cheveux longs".
Tuttavia, Wolfsohn è deluso dalla registrazione di Benjamin di una canzone intitolata "Et moi, et moi, et moi".
Una seconda versione viene registrata, con l'ex compagno di band di Dutronc, Hadi Kalafate alla voce.
Wolfsohn chiede quindi a Dutronc se sia interessato a registrare la propria versione: per scherzo o per burla, il singolo raggiunge il numero 2 nelle classifiche francesi nel settembre 1966!
Nel suo primo album, intitolato appunto “Et Moi Et Moi Et Moi”, ci sono classici del suo repertorio come “J'ai Mis un Tigre in Ma Guitare”, “Mini Mini Mini” e la calorosa “Les Gens Sont Fous, Les Temps Sont Flous”.
In pochi mesi piazza altri due grandi successi: “Les Play Boys”, basato sulle esperienze di Lanzmann come direttore di “Lui”, che transita sei settimane al numero 1 in classifica e vende 600.000 copie, e il comico “Les Cactus”.
Le hit continuano e nel 1968, mette segno un altro n. 1 con “Il Est Cinq Heures, Parigi s'Éveille", mentre l'album contiene “Hippie Hippie Hourrah”, una pungente presa in giro del tipico fine settimana hippies, basata su un bel groove psichedelico.
Dutronc continua a mietere successi, come “L'Arsène” nel 1971, colonna sonora dell’omonimo sceneggiato sulle avventure del più noto ladro gentiluomo della storia, ma la sua produzione diventa più sporadica mentre si concentra sulla sua carriera di attore, soprattutto nella parte di Sébastien nel film francese “Antoine et Sébastien” (1974), di Jean-Marie Périer.
Il secondo film di Dutronc, “That Most Important Thing: Love”, diretto da Andrzej Zulawski, è un grande successo al botteghino in Francia.
Negli anni successivi, Dutronc appare in film diretti da Jean-Luc Godard, Claude Lelouch e Maurice Pialat.
Nel 1977, viene nominato per il César Award come migliore attore non protagonista, per il suo ruolo in “Mado” di Claude Sautet.
Steven Spielberg lo considera il miglior attore francese della sua generazione e il ruolo di René Belloq ne “I Predatori dell’arca Perduta” viene scritto appositamente per lui.
Dutronc però non ottiene la parte, perché il suo inglese non è adeguato.
Dopo una pausa di cinque anni dagli studi di registrazione, pubblica “Guerre et pets” (letteralmente “Guerra e scoreggie”) nel 1980, scritto per lo più col compagno di sbronze Serge Gainsbourg.
È l'ottavo album di Dutronc e il primo a non essere scritto da Lanzmann che aveva iniziato a comporre i testi per il disco ma presto si ritira, non apprezzando il nuovo team di autori.
Lavorerà di nuovo con Dutronc ma non nell’immediato.
L’album è poco riuscito ma vanta un paio di brani decenti, tra cui “L'Hymne à l'Amour (Moi l'Nœud)”, controverso a causa del suo uso ironico di epiteti razziali.
Il seguito, “C'est pas du bronze” del 1982, viene scritto con Anne Ségalen, ormai divorziata da Jacques Lanzmann, ma riceve un gelido consenso della critica.
La carriera di attrice di Dutronc continua negli anni '80 e appare in film come “Malevil” e “Tricheurs”
Nel 1987 pubblica un altro album, “C.Q.F.Dutronc”.
La maggior parte delle canzoni vengono scritte da Dutronc da solo, sebbene ci sia la collaborazione di Etienne Daho su un brano e di Jean-François Bernardini del gruppo folk corso I Muvrini su un altro.
Nel 1992, Dutronc vince il César come miglior attore per il ruolo del protagonista nel biopic di Maurice Pialat “Van Gogh”, dove riesce a rendere lo statovdi depressione maniacale degli ultimi anni del pittore.
Nel novembre 1992, Dutronc torna dal vivo, suonando tre concerti al Casino de Paris, che vengono filmati da Jean-Marie Périer e pubblicati come album live “Dutronc au Casino”.
L'album vende oltre 760.000 copie, testimoniando l’affetto immutato del suo pubblico.
All'incirca in questo periodo, Dutronc inizia a lavorare su un nuovo album in studio, “Brèves rencontres”, ma i lavori procederanno a rilento e non viene pubblicato fino al 1995.
Durante gli anni '90, Dutronc appare in due film di Patrick Grandperret e viene nominato per un César Award come miglior attore non protagonista nel 1999, per il suo ruolo in “Place Vendôme” di Nicole Garcia.
Recita poi nel film di Claude Chabrol del 2000, “Merci pour le chocolat” e viene premiato come miglior attore al Marrakech International Film Festival nel 2001.
Viene nuovamente nominato per il César Award come miglior attore per il suo ruolo in “C'est la vie” di Jean-Pierre Améris e nel 2002, recitato in “Summer Things” di Michel Blanc.
Nel 2003, Dutronc si riunisce con Jacques Lanzmann per l’album “Madame l'existence”, un disco descritto dalla critica come il miglior prodotto del cantante negli ultimi due decenni.
Riceve un César onorario nel 2005 e da allora, appare in diversi film di registi come Gabriel Aghion e Alain Corneau.
Nel 2010, Dutronc si cimenta in un tour per la prima volta in 17 anni e pubblica le registrazioni dei concerti come album e DVD dal vivo, “Et vous, et vous, et vous”.
Nel novembre 2014, esegue una serie di concerti con Eddy Mitchell e il compianto Johnny Hallyday a Paris Bercy, con il nome "Les vieilles canailles".
In seguito a queste esibizioni, Dutronc dichiara l’intenzione di registrare un nuovo album con suo figlio Thomas, ottimo chitarrista jazz.
Pur separati, tuttora risulta sposato con la Hardy.
‘L’Opportuniste” si intitola uno dei su pezzi più celebri…
Oddio, un po’ pieno di sé lo è, un po’ paraculo lo è stato, ma rimane un personaggione troppo ganzo!
Con la speranza che ci regali altri bei dischi e altre belle interpretazioni, auguriamo un felicissimo compleanno al nostro Jacques Dutronc!
“…Eh you speak bye ciao baby bye bye
Baby sleep dortoir limaille
Merde in France (cacapoum cacapoum)
Eh masque à gaz ciao bye bye (cacapoum cacapoum)
He's a book euh he's a na
He's a tripe book euh na
Merde in France (cacapoum cacapoum)
Ben alors? (cacapoum cacapoum)
Eh la fauchonne conne d'you (cacapoum cacapoum) {x4}
He's a book euh he's a na
He's a tripe book euh na
Cacapoum!”
Jacques Dutronc – Merde in France