Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

“Sud, Sud, simmo do’Sud…” cantavano nella colonna sonora di “F.F.S.S.”, il cult di Renzo Arbore di qualche decennio fa…
Ma qui non si parla del Sud del nostro Paese, cari amici dei Mutzhi Mambo: oggi si parte per un viaggio negli Stati del Sud degli USA, terre di paludi, campi, povertà, disagio, fondamentalismo cristiano e oscure superstizioni ancestrali…
Sì, lo sappiamo che la descrizione che abbiamo fatto (a parte le paludi) si adatta pure alle campagne del nostro martoriato Meridione ma non è di Lucania, Calabria e compagnia bella che ci occupiamo in questo Vostro Almanacco, bensì della regione della “Bible Belt”, la “Cintura della Bibbia”, quella vastissima area rurale degli USA dove ancora vacche, predicatori e pidocchi la fanno da padroni…

J.D. Wilkes16È la patria del “Southern Gothic”, quel filone letterario e culturale che prende proprio spunto dall’arretratezza di quelle zone per raccontarci di una realtà totalmente agli antipodi dalla retorica dell’ “America Dream”.
Realtà e suggestioni che fanno da sfondo ai romanzi di Faulkner e della O’Connor, e, in tempi più recenti, a quelli di Lansdale e McCharty; per quel che riguarda la musica hanno ispirato tutto il depressivo e sulfureo filone death country dei vari Those Poor Bastards, Sons of Perdition, e, per certi versi, dei 16 Horsepower ma anche roba più frizzante come gli Slim Cessna Auto Club e, appunto, i furiosi Legendary Shack Shakers, capitanati dal quel folle geniaccio del “Colonnello” J.D. WILKES.
Perdonerete il fatto che oggi celebriamo un artista tutto sommato giovane (per gli standard di questo Almanacco), nonché praticamente sconosciuto dalle nostre parti ma dobbiamo ammettere che J. D. Wilkes è attualmente uno dei nostri rocker preferiti in assoluto e quindi ci sembrava giusto e doveroso omaggiarlo nel giorno del suo compleanno. 
Vero personaggio versatile, Wilkes è artista visivo, cantante, polistrumentista, regista dilettante e perfino scrittore.
Meglio conosciuto (non certo in Italia) come voce del contaminatissimo gruppo rockabilly-blues sperimentale Legendary Shack Shakers, è pure un autentico virtuoso dell’armonica a bocca ed ha registrato per artisti come Merle Haggard, Sturgill Simpson, John Carter Cash, Mike Patton, e Hank Williams III.
È noto anche per le sue esibizioni adrenaliniche, teatrali, esuberanti, che sono state paragonate a quelle di Iggy Pop, David Byrne e Jerry Lee Lewis.
“Colonel” Wilkes sul palco, pare un giullare “tarantolato”, quasi in preda ad un attacco epilettico, ad una possesione demoniaca, ora orco alla Tom Waits, ora isterico alla Jello Biafra, passando per i crooner più confidenziali e i bluesmen , riuscendo a modulare tonalità gravi e cupe e falsetti e urlati impeccabili.
Forse, dei suoi Shakers, avete sentito la canzone "Swampblood", presente nella colonna sonora di “True Blood” della HBO, giusto se siete appassionati di questa pruriginosa serie teen-horror, ma dubitiamo che conosciate questo fantastico gruppo.
Niente di male: questo Vostro Almanacco giunge proprio a fagiolo nel proporvi qualche ascolto meno banale e mainstream che stemperi la vostra proverbiale e inguaribile ignoranza.
The Legendary Shack Shakers (originariamente Those o Th ') sono una band rockabilly/blues formatasi a Paducah, nel Kentucky, negli Stati Uniti, a metà degli anni '90. 

J.D. Wilkes18
Sono ispirati dal rock’n’roll, dal country blues, dal cow punk, dalla musica tradizionale e da quella carnevalesca, dallo swamp rock, dal vaudeville e da altri oscuri generi musicali del sud. 
La band aveva originariamente un suono rockabilly abbastanza canonico, ma in seguito ha iniziato a fare affidamento maggiormente su di un punk/rock’n’roll più muscolare e sulle influenze "southern gothic" e di musica tradizionale a tutto tondo (senza però andare mai sulla patchanka o robe simili).
Per quanto riguarda i testi, quelli che scrive il nostro Wilkes sono ganzissimi, ricchi di riferimenti biblici e personaggi eccentrici, di creature innominabili e spiriti maligni, reietti, eccessi vari, scampoli di vita, morte, peccato e redenzione.
Insomma, a conti fatti, sono poche le band che spaccano il culo come i Legendary Shack Shakers!

Joshua D. Wilkes nasce a Baytown, in Texas. il 18 aprile del 1972.
Si laurea in Arte presso la Kentucky Murray State University.
Prima di formare i Legendary Shack Shakers, Wilkes era un interprete del paddle paddle Paducah Jubilee.
Suona anche l'armonica nello spettacolo di neo-vaudeville "Popularity Showboat". 
La sua prima esibizione dal vivo come professionista è con il gruppo dei galeotti del Kentucky State Penitentiary: un inizio promettente…
I Legendary Shack Shakers, si formano a Murray, nel Kentucky, a metà degli anni '90.
La storia della band è parecchio travagliata e la formazione si presenta instabile con diversi avvicendamenti, tanto che J.D. sarà l’unica presenza fissa su cui ruoteranno diversi musicisti.
Il sinistro Joe Buck si unisce al gruppo all’inizio degli anni 2000 e suona contrabbasso, chitarre e la batteria nella prima uscita della band, “Cockadoodledon't”. 
Lascerà poi gli Shakers alla fine del 2003, per andare in tour e registrare con Hank Williams III e per intraprendere pure una interessante carriera come one-man-band.

J.D. Wilkes8Il batterista Brett Whitacre, anche discreto illustratore, entra a far parte del gruppo nel 2005, rimanendo il secondo membro più longevo, prima di mollare anche lui a fine febbraio 2016 per concentrarsi sulla sua carriera artistica e sulla sua famiglia; al suo posto arriva Preston Corn, direttamente dai Dirt Daubers.
Duane Denison, già chitarrista dei seminali Jesus Lizard e dei Tomahawk di Mike Patton, si unisce alla band nel 2008, per poi uscirne uscendo nei primi mesi del 2012.
Verrà sostituito dal chitarrista garage di Atlanta Rod Hamdallah e poi, alla fine del 2017, poco dopo l'uscita del LP "After You Have Gone". dal chitarrista dei Pere Ubu, Gary Siperko.
Il bassista di lunga data Mark Robertson lascia la band alla fine del 2015 e verrà rimpiazzato da Fuller Condon, proveniente dai The Two Man Gentlemen Band.
Realizzano il demo “Hunkerdown” poi ristampato come album nel 1998 dalla Spinout. 
Assumendo un assetto definitivo nel 2001, la band sviluppa rapidamente una grossa reputazione per i suoi formidabili show dal vivo, in cui il ritmo frenetico della musica ben si accompagna alle performance da ossesso di Wilkes, che gli valgono una citazione come miglior frontman di Nashville sulla rivista “Music City Scene”.
Dopo un lungo tour con Hank Williams III e Southern Culture on Skids, gli Shack Shakers si autoproducono il loro primo album, “Cockadoodledon't”, all'inizio del 2003; poco dopo, la band firma con la casa discografica "Insurgent Country" di Chicago, della Bloodshot Records, che ristampa il disco nella primavera dello stesso anno.
Il loro attacco al fulmicotone sullo standard "Bullfrog Blues" con l'armonica in primo piano di Wilkes e le sue urla che ti fracassano le orecchie è abbastanza per spaventare la maggior parte dei fan del blues più tradizionale, e una cosa analoga succede con "Devil's Night Auction" per gli amanti della musica country pedemontana.
La musica è divertente, frenetica e snervante, proprio come vogliono.
Quando la GEICO usa la loro traccia "CB Song" nella pubblicità televisiva "Sunglasses", arrivano i primi momenti di notorietà. 

J.D. Wilkes10Addirittura Stephen King citerà, in un articolo di Entertainment Weekly del 2008, tale brano nella Top 5 del suo iPod!
L’anno successivo ritornano con una nuova formazione, passando dalla Bloodshot alla Yep Roc Records per l'uscita dell'album “Believe”, meno brutale del precedente.
Già dalla traccia di apertura, "Agony Wagon", che si presenta come una sorta di bizzarro klezmer hillbilly, completo di violino e clarinetto, i nostri si dimostrano in grado di arricchire il loro sound con suoni e suggestioni diverse dalla furia punk-rockabilly-blues che li ha fatti conoscere.
Robert Plant diventa un sincero fan dei Legendary Shack Shakers e li vuole per aprire le date del suo tour Europeo del 2005.
Sempre per la Yep Roc esce loro terzo disco, “Pandelerium”, datato gennaio 2006: ha un approccio più “europeo”, persino gitano su gran parte dei pezzi.
Chiaramente conservano tutta la loro selvaggia freschezza, e l'aggiunta occasionale di pianoforte, violino, clacson e banjo non ammorbidisce o diluisce la loro intensità. Si sente casomai più forte l’influsso di Tom Waits in certi momenti più dark – cabaret. 
J.D. Wilkes rimane l'attrazione principale; scrive o co-scrive tutte le canzoni e le sue voci spesso demoniache e gli assoli frenetici di armonica fanno di questo progetto quasi un album solista con molti ospiti come i Reverendo Horton Heat e Jello Biafra.
Il furioso live “Lower Broad Lo-Fi” viene pubblicato nel 2007, seguito più tardi nello stesso anno da “Swampblood”, che chiude il favoloso trittico per la Yep Roc.
Titolo che la dice lunga sulle influenze di questo disco: c'è un sacco della solita frenesia Dixie-core della band su questo album, ma come di consueto continuano ad assorbire diverse influenze.
Questa volta sono le paludi ad ammorbare il tutto: swamp rock come non si sentiva dai tempi dei Creedence Clearwater Revival!
L’anno successivo, il brano che da il titolo al disco, "Swampblood", viene incluso nella colonna sonora di “True Blood” della HBO, ricevendo persino una nomination ai Grammy.
Un lungo stacco e la band pubblica il sesto album in studio; “AgriDustrial”, il 13 aprile 2010 sull’etichetta messa in piedi da J.D., “Colonnel Knowledge”. 
Questa volta (forse per “colpa” della chitarra del grande Duane Denison) si fanno tentare persino dal rumorismo puro ma comunque rimane un ottimo disco che li conferma il loro eclettismo ed insieme la loro assoluta riconoscibilità e personalità, anche se la “Tentshow trilogy” per la Yep Roc rimane a nostro avviso il massimo.
Dopo un periodo di pausa durato cinque anni, i Legendary Shack Shakers tornano nel 2015, firmando un accordo con la Alternative Tentacles Records, con cui pubblicano l'album “The Southern Surreal”. 
I nostri non suonano più così adrenalinici e furiosi come ai tempi di “Cockadoodledon't”, ma il loro impegno a scavare il male che si annida nel profondo sud non è certo venuto meno.
Invece di riproporre il dirompente psychobilly a rotta di collo dei loro primi giorni, ora gli Shack Shakers tornano ad esplorare i terreni paludosi che caratterizzavano “Swampblood”, mentre riflettono sul lato più oscuro della vita nel profondo Sud.
Ci sono anche alcuni ospiti di alto livello, tra cui fa di nuovo capolino Duane Denison, oltre che il sassofonista Ralph Carney, meglio conosciuto per il suo lavoro con Tom Waits, e Billy Bob Thornton che recita su di un pezzo.
Nel 2017, gli Shack Shakers, in formazione molto rimaneggiata, pubblicano l'album “After You Have Gone”, disco un po’ interlocutorio, ispirato al divorzio di Wilkes. 

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All'inizio del 2009, Wilkes aveva formato un gruppo parallelo, The Dirt Daubers, un progetto con influenze più garage/soul, in cui il nostro suona il contrabbasso insieme a sua moglie (ora, appunto, ex), la brava cantante Jessica, e Layne Hendrickson. 
Il debutto omonimo della band è stato pubblicato nell'ottobre del 2009, mentre il successivo “Wake Up, Sinners” è del 2011, 
Successivamente, con “Wild Moon” (2013), escono a nome JD Wilkes e Dirt Daubers.
Il nostro è pure molto attivo nell’ambito dell’illustrazione, dei fumetti e dei cartelloni pubblicitari. 
La sua striscia satirica "Head Cheese" è uscita nel settimanale “Rash / Metromix” di Nashville dal 2005 al 2008. 
Altri lavori di Wilkes sono stati pubblicati su “Juxtapoz”, “Snicker”, “Mineshaft”, “ALARM Magazine”, “TopShelfComix.com”, ed ha illustrato il libro "Spookiest Stories Ever" per la University Press of Kentucky, pubblicato nel 2010.
Nell'ottobre 2013, The History Press pubblica il libro di Wilkes “Barn Dances and Jamborees Across Kentucky”, un saggio sulla storia dei ritrovi di musica tradizionale Bluegrass. 
Nel marzo 2017, per l'editore indipendente Two-Dollar Radio esce il primo il romanzo di Wilkes "The Vine That Ate The South", una sua originale rivisitazione dei temi southern gothic.
Nel 2006, Wilkes inizia a lavorare ad un documentario intitolato “Seven Signs”, che esplora la musica, il mito e il sud americano: il film viene presentato in anteprima il 30 dicembre 2007 al Belcourt Theatre di Nashville, Tennessee e ha debuttato nel Regno Unito al prestigioso Raindance Film Festival di Londra.
Occasionalmente, Wilkes e gli Shack Shakers sono apparsi nella produzione teatrale danese F.U.B.A.R., una produzione del Teatro Mute Comp di Copenhagen. 
La piece, che affronta il tema del commercio illegale di armi in tutto il mondo, presenta una parte recitata da JD che per l’occasione riprende il suo personaggio di "gothic preacher" (sviluppato per il video di “The Real Me” realizzato da Shooter Jennings).
Nel maggio 2014, Wilkes viene scelto dal sindaco Gayle Kaler per rappresentare la sua città natale Paducah, nel Kentucky, in uno scambio culturale con il Lord Mayor di Dublino, in Irlanda, durante un ricevimento sponsorizzato dall'UNESCO.
Infatti, l’UNESCO dovrebbe proprio prendere in considerazione l’idea di tutelare Wilkes e i suoi Legendary Shack Shakers.
Sono davvero patrimoni dell’umanità!
Tanti auguri J.D.!

“Way down in Toxarcana, I was ten years old
In a fever dream, dark night of the soul
Well, 'twas brillig and the slithey toves
I bid the world good-bye by the dead bog oaks
Drop down in the Swampblood
I'm washed in the Swampblood
I'm washed in the blood…”
The Legendary Shack Shakers – Swampblood

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