VAI, JOHNNIE, VAI!
Rock'n'roll, ancora rock'n'roll e di nuovo rock'n'roll!
Rock'n'roll come se piovesse, col mitico piano di JOHNNIE JOHNSON, il "vero" Johnny B. Goode!
Non è passato molto tempo dalla scomparsa di Chuck Berry che eccoci pronti a dover spendere parole poco lusinghiere nei suoi riguardi…
Perché oggi vogliamo celebrare il suo pianista, uno dei sui più longevi collaboratori, uno dei creatori del suono "tipico" del rock'n'roll, che il buon (!?) Chuck non ha trattato proprio benissimo.
Perché, giusto per ricordarlo, il rock'n'roll non nasce con la chitarra: all'inizio erano il sax e soprattutto il pianoforte ad essere gli strumenti principi di questo genere.
In fondo il rock'n'roll non ha fatto altro che riprendere le armonie del blues e il ritmo e la velocità esecutiva del boogie-woogie.
Insomma Chuck Berry non ha inventato nulla!
Quindi, con tutto il bene che vogliamo al "Menestrello di St. Louis", probabilmente incontrare Johnson è stata la sua più grande botta di culo…
Che lo sia stato viceversa anche per Johnnie è dura affermarlo: deve essere invece stata dura avere a che fare per più di vent'anni con Mr. Berry (tutti conoscevano il suo caratterino e la sua proverbiale avarizia) e questo, per noi, segna un altro punto a favore del nostro Johnnie Johnson.
Se poi consideriamo come è finita fra i due, a colpi di carte bollate e sentenze per i diritti...
Potrebbe cogliere la tristezza ma suvvia, cari amici dei Mutzhi Mambo, il rock'n'roll non può mai mettere tristezza!
Purtroppo anche gli Dei a volte sono meschini…
Johnnie Clyde Johnson nasce l'8 luglio del 1924 a Fairmont, West Virginia.
Autodidatta, inizia a suonare il pianoforte a soli quattro anni.
Crescendo diventa appassionato di Earl Hines e Meade Lux Lewis, che saranno le sue principali fonte di ispirazione.
Durante la seconda guerra mondiale si unisce al Corpo dei Marines degli Stati Uniti e diventa un membro della orchestra jazz all-serviceman di Bobby Troup, i Barracudas.
Dopo il servizio, si trasferisce a Detroit, Illinois e poi a Chicago, dove suona con molti artisti di rilievo, tra cui Muddy Waters e Little Walter.
Va a vivere a St. Louis, in Missouri, nel 1952, e fonda subito un gruppo jazz e blues, il Sir John Trio, con il batterista Ebby Hardy e il sassofonista Alvin Bennett; i tre hanno un ingaggio regolare al Cosmopolitan Club, a East St. Louis.
La vigilia di Capodanno 1952, Bennett viene colto da un ictus e non può suonare: Johnson, alla ricerca di un sostituto dell'ultimo minuto, chiama un giovane chitarrista di nome Chuck Berry.
Johnnie sa benissimo che, pur essendo bravino, a causa della sua inesperienza, sarebbe stato probabilmente uno dei pochi musicisti liberi per la vigilia di Capodanno.
Anche se poi come esecutore è francamente limitato, Berry aggiunge la voce e la sua innata abilità come showman al gruppo.
Purtroppo per lui (e per fortuna del rock’n’roll) Bennett, dopo il colpo, non è piu in grado di suonare e quindi Johnson si trova costretto ad assumere Berry come membro permanente del trio.
Berry prende uno dei loro brani, una rielaborazione della versione di Bob Wills di "Ida Red", e, nel 1955, lo manda alla Chess Records che apprezza.
Ben presto il trio va a Chicago a registrare "Maybellene" e "Wee Wee Hours" - una canzone che Johnson suonava da anni in versione strumentale - per i quali Berry scrive rapidamente i testi.
Chuck firma come solista per l'etichetta, e Johnson e Hardy entrano nell'affare solo come membri della sua band.
Johnson stesso pensa che quella sia la soluzione migliore...
Nel corso dei successivi 20 anni, i due collaborano a molte delle canzoni di Berry, tra cui "School Days", Roll Over Beethoven", "Carol", e "Nadine".
La canzone "Johnny B. Goode" è proprio un omaggio a Johnson: il titolo si riferisce infatti al comportamento di Johnson quando alza troppo il gomito!
Johnson è noto infatti per uno che ci dà sotto di brutto con la bottiglia.
Un aneddoto illustra bene il profondo amore del nostro con l’alcol...
Berry, stufo ogni volta che fa un viaggio di rischiare il collo, una volta ordina ai componenti della band di non bere, almeno mentre sono in macchina.
Per tutta risposta, Johnson e gli altri rispettano la richiesta mettendo semplicemente la testa fuori dal finestrino e continuando a trincare come se niente fosse!
Johnson negherà poi questa storia ma ammetterà che era solito guidare ubriaco.
Johnson viene costretto a smettere definitivamente di bere nel 1991, dopo aver quasi subito un ictus sul palco, mentre suona con con Eric Clapton.
Berry e Johnson continueranno regolarmente a suonare insieme ed andare in tour fino al 1973 ma ogni tanto si ritroveranno sullo stesso palco fino alla morte di Johnson nel 2005.
Oltre a scrivere canzoni e suonare con Chuck Berry, Johnnie collabora con molti artisti fondamentali della scena blues e rock'n'roll.
È il leader della sezione ritmica di Albert King durante il periodo più prolifico e musicalmente significativo del chitarrista.
Johnson è anche uno dei pilastri della scena blues di St. Louis: nei primi anni '80 è membro dei Sounds of The City con Larry Thurston, il bassista Gus thornton, e il chitarrista Tom Maloney, e poi gira per i locali della città con Tommy Bankhead, Oliver Sain, e molti altri artisti.
Johnson riceverà i dovuti onori quando suonerà nel concerto di Chuck Berry ripreso nel documentario "Hail! Hail! Rock'n'Roll", uscito nel 1987.
Si distingue per la performance e stringe un bel legame di amicizia con Keith Richards, Eric Clapton, e Steve Jordan.
Il successo del film contribuisce a far tornare sotto i riflettori Johnson, che in questo periodo, per campare, si è ridotto a fare l'autista di autobus a St. Louis.
Registra proprio quell'anno il suo primo album da solista, "Blue Hand Johnnie" e torna a fare tour in tutto il mondo.
Eric Clapton lo assume come attrazione per i suoi annual blues alla Royal Albert; Keith Richards lo inserisce nei suoi Xpensive Winos; Johnson pubblica dischi prodotti da Keith Richards, Jimmy Vivino, e Al Kooper.
Nel1994 suona nel singolo della Southern rock band Kentucky Headhunters, "Sunday Blues"; in seguito è con John Lee Hooker, Bo Diddley e George Thorogood nell'album registrato dal vivo nel 1995 "Thorogood live".
Nel 1996 e nel 1997, Johnson fa un tour con la band di Bob Weir, i "Ratdog" e nel 1997, fonda il San Carlo Blues Trio con Raymond Cantrell e Stevie Lee Dodge.
La biografia di Johnson, "Father of Rock and Roll: The Story of Johnnie B. Goode Johnson", viene scritta da Travis Fitzpatrick, e pubblicata nel 1999.
Come triste corollario alla carriera, nel novembre 2000, Johnson cita Berry, in merito ai crediti come co-compositore per decine di canzoni, tra cui "No Particular Place to Go", "Sweet Little Sixteen", e "Roll Over Beethoven", che Berry si era bellamente accreditato da solo.
Il caso viene archiviato in quanto troppi anni erano passati da quando le canzoni contestate erano state scritte e pubblicate...
L'ultima beffa a "Jonnhy B. Goode"!
Il suo ultimo album, "Johnnie Be Eighty. And Still Bad!", viene registrato a St. Louis alla fine del 2004, ed è composto da tutti i brani originali (scritti con il produttore, Jeff Alexander), una prima assoluta per Johnson.
L'album viene pubblicato la stessa settimana della sua morte, nel mese di aprile del 2005.
Johnson ci lascia per una malattia renale e le conseguenze di una forte polmonite il 13 aprile 2005.
Viene sepolto nel cimitero nazionale di Jefferson Barracks, a St. Louis.
Con lui se n'è andato non solo un grande pianista, ma un pezzo (e bello grosso!) di storia della musica contemporanea... grande Johnnie, speriamo che, almeno in cielo, farai pace con Chuck e possiate fare insieme una grande session di rock'n'roll "paradisiaco".
O forse è più probabile che sarà un bel concerto "infernale"!
Sai com'è, trattandosi di rock'n'roll…
Onore a Johnnie Johnson!
"Deep down Louisiana close to New Orleans
Way back up in the woods among the evergreens
There stood a log cabin made of earth and wood
Where lived a country boy named Johnny B. Goode
Who never ever learned to read or write so well
But he could play the guitar just like a ringing a bell
Go go
Go Johnny go
Go
Go Johnny go
Go
Go Johnny go
Go
Go Johnny go
Go
Johnny B. Goode…"
Chuck Berry - Johnny B. Goode