TUONI ACIDI
Cari amici dei Mutzhi Mambo, scaldate i motori, fate rombare le vostre Harley Davidson (se ce l'avete, sennò ci si accontenta anche dello scooter modificato...) e state pronti a un bel viaggio per le strade assolate d'America (sappiamo che proporre viaggi, in questo periodo può risultare di cattivo gusto, ma via, ragazzi, un po' di fantasia!).
Oggi infatti si festeggia il compleanno del grintoso JOHN KAY, il leader degli Steppenwolf!
Se esiste un pezzo fondamentale per far da colonna sonora alle scorribande dei centauri, non può essere che il mitico "Born to be wild", l'inno per eccellenza dei motociclisti di tutti i tempi, la colonna sonora di "Easy Rider", il film simbolo della cultura biker.
Non solo: è uno dei brani che hanno dato il "la" a tutta la scena hard rock a venire ed è il primo che contiene il termine "heavy metal", per la gioia dei capelloni amanti del genere.
E "last but not least" è un pezzone della Madonna, con uno dei riff più potenti ed efficaci della storia del rock'n'roll e uno dei ritornelli più azzeccati di sempre.
Cosa volere di più?
Poco, a giudicare da quanto John Kay e soci hanno saputo mettere ma frutto da questa hit micidiale: una manciata di album dignitosi e poi una storia fatta di scioglimenti e riformazioni continue, cause legali, riciclo di pezzi di repertorio, album solisti imbarazzanti e altre tristi amenità...
Peccato perché, con un po' più di coerenza e di idee più chiare, avrebbero potuto rivendicare il loro sacrosanto posto in prima fila, fra i padri del rock pesante.
E soprattutto dispiace perché John Kay è davvero uno dei migliori cantanti in circolazione, un ottimo chitarrista, un bravo autore e un valido armonicista: se c'è un musicista sottovalutato nella storia del rock, questi è proprio lui!
Ma tant'è, c'è chi il treno lo prende, c'è chi lo perde e c'è chi scende alla fermata sbagliata...
John Kay è uno di quelli che è sceso troppo presto!
Joachim Fritz Krauledat (così all'anagrafe) nasce il 12 aprile del 1944 a Tilsit, nella Prussia orientale, (ora Sovetsk, Russia).
Suo padre viene ucciso un mese prima della nascita del figlio.
Il piccolo soffre inoltre di una forma congenita di acromatopsia, un difetto della vista che causa, tra l'altro un totale daltonismo e ipersensibilità per la luce; a questo (e non al tamarrismo) si dovranno gli immancabili occhiali da sole che fanno da sempre parte della sua immagine.
All'inizio del 1945, sua madre fugge con lui dalle truppe sovietiche che avanzano durante l'evacuazione della Prussia orientale, sfidando i rigori di un inverno rigidissimo: il loro treno rimane bloccato nei pressi di Arnstadt, territorio inizialmente occupato dagli americani, ma che poi diviene parte della zona di occupazione sovietica della Germania Est.
Nel 1949, riescono ad attraversare il confine già fortificato per reinsediarsi ad Hannover, in Germania occidentale.
Queste drammatiche tribolazioni, daranno il materiale per la canzone "Renegade", pubblicata nell'album "Steppenwolf 7".
Ormai insediatori nella zona tedesca sotto il controllo inglese, ascolta le trasmissioni del British Forces Broadcasting Service, potendo quindi evitare le censure del regime comunista ed ascoltare i primi pezzi rock'n'roll che passano alla radio.
Kay e la sua famiglia si trasferiscono poi a Toronto nel 1958 e cinque anni dopo a Buffalo, New York.
Nel 1965 si unisce ai Jack London and The Sparrows, un gruppo canadese beat dalle forti influenze Britanniche, formato già da un annetto, che aveva all'attivo un album e suonava in giro abbastanza, sia in Canada che gli Stati Uniti.
Il nostro va a rimpiazzare proprio il leader Jack London (che proseguirà come solista) e il nome della band diventa semplicemente The Sparrows.
Registrano un paio di singoli che riceveranno poca attenzione, e il gruppo così si scioglie nel 1967, non prima di essersi spostati i California e di aver abbracciato il nuovo stile rock più spigoloso (tipo Cream, Jimi Hendrix e Yardbirds) che in questo periodo inizia a conquistare le classifiche e i passaggi alla radio.
Kay decide di proseguire in questa direzione con la sua band successiva, gli Steppenwolf (nome suggerito dal produttore Gabriel Mekler e ripreso dal romanzo omonimo di Hermann Hesse), insieme ad altri due membri del gruppo precedente, il batterista Jerry Edmonton e l'organista Goldy McJohn, a cui si aggiungono il chitarrista Michael Monarch e il bassista Rushton Moreve, reclutati tramite degli annunci nei negozi di dischi
Dopo aver fatto base a Los Angeles, la neonata band viene messa sotto contratto dalla Dunhill e registrano il loro omonimo debutto, pubblicato nel 1968.
L'album diverrà un successo strepitoso, trascinato dal granitico riff di "Born to Be Wild", pezzo scritto da Mars Bonfire e già nel repertorio degli Sparrows, che diventerà una delle hit più immediatamente identificabili e durature della storia del rock.
Questo grazie soprattutto al fatto di essere scelta da Dennis Hopper come brano dei titoli di testa nel suo stracult "Easy Rider", nel 1969, la cui colonna sonora contiene anche la loro micidiale, acidissima versione di "The Pusher", bellissima canzone scritta dal cantautore country Hoyt Axton.
In seguito, "Born to Be Wild" apparirà in innumerevoli altri film e spot televisivi verrà coverizzata da numerose altre band, da Blue Öyster Cult agli Slade, dai Crowded House ai The Cult, da Ozzy Osbourne agli Slayer, da Wilson Pickett agli INXS.
Dal vivo inoltre, gli Steppenwolf sono davvero una bomba: John Kay è uno sciamano carismatico e inquietante mentre la band pigia l'acceleratore sul marasma strumentale alternato a rocciosi e disperati blues.
I testi sono provocatori, in linea con la contestazione di quegli anni: esaltano l'amore libero, glorificano le droghe e inveiscono contro il "Sistema".
Il loro scondo disco, intitolato appunto "The Second" (1968), annovera un altro brano storico, "Magic Carpet Ride", esplicita dedica psichedelica arricchita da un colossale assolo di organo, ed è un album più omogeneo e prsonale, già lontano dal blues revival.
"At Your Birthday Party" (1969) continua nella stessa falsariga che li allontana sempre più dallo stile che verrà chiamato heavy-metal, di cui loro sono fra i padri putativi mentre "Early Steppenwolf" (1969) è in realtà un album degli Sparrows registrato nel maggio 1967 che contiene una versione chilometrica di "The Pusher".
Sempre nel '69 esce l'ambizioso e politicizzato concept "Monster" (1969), una sorta di riassunto della storia degli USA dalle guerre indiane a quella del Vietnam; oltre all'interminabile title-track contiene la loro ultima hit, "Hey Lawdy Mama". (1970) fu l'ultimo hit.
Dopo "Seven" (1970, in realtà il loro quinto disco) e "For Ladies Only" (1971), già influenzato dal progressive, il gruppo si scioglie.
Kay allora pubblica due album solisti di musica prevalentemente country, "Forgotten Songs and Unsung Heroes" (1972) e "My Sportin' Life" (1973), che spiazzano totalmente i fans; c'è da dire che invece non sono affatto male, anzi!
Nel 1974 si riformano gli Steppenwolf con una formazione ampiamente rimaneggiata, che danno alle stampe "Slow Flux" (1974), "Hour of the Wolf" (1975), "Skullduggery" (1976), tre album di cui nessuno sente il bisogno.
Dopodiché Kay decide di interrompere nuovamente il percorso dei suoi "lupi" e incide il suo terzo disco solista, "All in good time" (1978), composto da ballate un po' tamarre funestata dai suoni con quegli effetti orrendi che in questo periodo vanno purtroppo di moda.
Intanto due ex, Goldy McJohn e Nick St. Nicholas, formano i "New Steppenwolf", che portano a giro semi-abusivamente il repertorio della band; McJohn si sfila subito ma St. Nicholas va avanti parecchio a fare concerti, spesso e volentieri accompagnato da turnisti trovati lì per lì.
Come da copione, nascerà una disputa legale che si trascinerà fino al 2000; alla fine Kay riforma un gruppo chiamato "John Kay' s Steppenwolf", con cui pubblicherà quattro album mediocri e due live.
Per noi poteva continuare a fare il solista...
Molto meglio infatti il suo "Heretics and Privateers" del 2000: country-folk onesto e fatto bene.
Il 14 ottobre del 2018 gli Steppenwolf fanno il loro ultimo concerto.
Contenti che sia finita l'agonia di questo "Lupo della Steppa", ci auguriamo però che ciò non significhi la fine dell'attività musicale di Kay.
Ci piacerebbe vederlo ancora in giro...
Auguri, John!
"...I like smoke and lightning
Heavy metal thunder
Racin' with the wind
And the feelin' that I'm under
Yeah Darlin' go make it happen
Take the world in a love embrace
Fire all of your guns at once
And explode into space
Like a true nature's child
We were born, born to be wild
We can climb so high
I never wanna die
Born to be wild
Born to be wild"
Steppenwolf - Born to Be Wild