Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

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UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Sapete, vero, chi c’è dietro a Superman?
Bravi, cari amici dei Mutzhi Mambo, avete indovinato: proprio lui, lo stolido Clark Kent! 
Ma se vi chiedessimo chi c’è dietro l’alter ego di Superman, scommettiamo che in pochi saprebbero la risposta.
Non parliamo di Jerry Siegel e Joe Shuster, che quelli lo sappiamo tutti (!?) che sono gli autori di Superman...
Intendiamo chi si cela dietro il nome Clark Kent, chi lo ha ispirato!
Allora il nome “Clark” deriva dal simpatico Clark Gable, l’attore idolo di Siegel, ma quel “Kent” proviene dall’oscuro KENT TAYLOR, altro attore di minor fortuna ma cognato di Siegel. 
Ecchissenefrega, direte Voi, perché mai dovremmo occuparci di lui?
Perché, cari amici dei Mutzhi Mambo, Kent Taylor è una figura fondamentale nella storia del Pulp!
Kent Taylor era una potenziale star del cinema, mediocremente popolare durante gli anni '30 e '40, che possedeva il physique du role, l'aspetto perfetto per diventare un divo: alto, moro, attraente, sfoggiava sguardi ruvidi, un paio di baffi sottili come una matita e un fisico bello tosto.
Aveva le potenzialità estetiche di un Clark Gable o di un Errol Flynn, ma difettava della loro costante qualità e carisma.
In effetti, alcune testimonianze di registi che con lui hanno lavorato, lo descrivono come spesso spaesato sul set, incapace di tenere a mente lunghe battute, specie nella parte finale della sua carriera.
Ma a lui questa scarsa considerazione alla fine faceva un baffo: la sua relativa notorieta e l’assoluta disponibilità a partecipare a qualsiasi produzione, da quelle per la TV ai peggiori B movie in lavorazione, lo rendevano una sorta di “garanzia”.
Taylor, sia che fosse protagonista, sia che facesse la parte del cattivo, riusciva comunque a dare uno stigma di “ufficialita”, di “serietà” ad opere altrimenti inguardabili e dimenticabili.
La sua lunga carriera arriva a comprendere oltre 110 film, molti dei quali veramente di serie B, anzi, Z.
Pur essendo la serie televisiva "Boston Blackie" a procurargli una fama duratura presso il grande pubblico statunitense, noi lo omaggiamo come interprete di alcuni dei film più brutti di sempre!
Nel suo personale “palmares” ci sono infatti degli horror e biker- movie assolutamente agghiaccianti nel loro pressapochismo, inqualificabili, troppo orrendi per capire il perché siano stati prodotti.
Roba che anche solo dai titoli, farebbe venire la pelle d’oca a qualsiasi amante del cinema “serio” (e drizzare le antenne di quelli che amano il Pulp…): “Brides of Blood”, “Satan's Sadists”, “Brain of Blood” e altri “capolavori” di questo tenore!
Fortunatamente per loro, gli amanti del cinema “serio” e “d’autore” hanno a disposizione tante altre pagine per trovare materiale di loro interesse: a noi invece queste immani vaccate piacciono una cifra!
Questa incrollabile costanza nel partecipare a questo genere di infami pellicole, un po’ come è stato per il più celebre John Carradine (al quale a volte e non a torto verrà accostato), eleva Taylor allo status di super – super star del Pulp.
Nella storia del Pulp infatti, pochi, pochissimi sono i Superman ma parecchi sono i Clark Kent…
Questo non andrebbe mai dimenticato!

Louis William Weiss (così all’anagrafe) nasce l’11 maggio del 1907 a Nashua, in Iowa. 
Figlio di contadini, da adolescente, si esibisce in diversi spettacoli mere frequenta la scuola superiore. 
La famiglia si trasferisce poi a Waterloo, sempre in Iowa, dove il nostro trova lavoro come aggiusta-orli in un negozio di abbigliamento femminile. 
Dopo un breve periodo a Chicago, dove per due anni frequenta il Darrah Institute of Technology, la famiglia si trasferisce a Los Angeles, dove lui e suo padre mettono su una società di tende da sole. 
Nel 1930 si sposa con Augusta Kulek Taylor, con cui rimarrà legato per il resto della vita e che gli darà 3 figli.
Pru non avendo nessuna esperienza cinematografica precedente, Taylor si fa convincere da un amico e decide di intraprendere la professione di attore dopo essere stato presentato al regista Henry King. 
Dopo un esordio non accreditato in “The Magnificent Lie” (1931), per un paio di anni fa la gavetta in piccole parti. 
Raggiunge il picco della carriera negli anni '30 con importanti ruoli di supporto in “Merrily We Go to Hell” (1932) con Fredric March e Sylvia Sidney, “Non sono un angelo” (1933), come uno dei più seri pretendenti di Mae West, il classico “La morte in vacanza” (1934) , (ancora con Fredric March), Will Rogersvehicles David Harum (1934) e “The County Chairman” (1935), “Ramona” (1936), (diretto dal suo vecchio amico Henry King), Loretta Young e Don Ameche.
Ma la serie “A” non fa certo per lui: Taylor reciterà in una serie di modesti film a basso budget, come “Love in a Bungalow” (1937), “Pirates of the Skies” (1939), “Repent at Leisure” (1941), “Mississippi Gambler” (1942), “Alaska, inferno dell'oro” (1944), “The Crimson Key” (1947) e “The Sickle or the Cross” (1949) che, per lo meno, ne tengono viva la popolarità agli occhi del pubblico.
La prova più notevole in questo periodo è il suo ritratto di Doc Holiday in “Tombstone: The Town Too Tough to Die” (1942), con Wyatt Earp di Richard Dix.
Con la sua carriera cinematografica in costante declino, Taylor si trasforma sempre più in un divo televisivo, interpretando 58 episodi de “Le inchieste di Boston Blackie” (1951), durante un paio di stagioni, una amatissima serie detective, seguito dal ruolo di primo piano nella serie western “The Rough Riders” (1958), le avventure di tre reduci della Guerra Civile Americana. 
Taylor diventa un assiduo dei set di famosi serial western, tra cui “Zorro” (1957), “Laramie” (1959), “The Rifleman” (1958) e “Rango” (1967). 
Verso la fine della sua carriera, tuttavia, l'attore ormai anziano prende una bizzarra e inaspettata svolta, partecipando a produzioni di serie di "Z", alcune delle quali diventeranno dei veri e propri cult a Hollywood, grazie alla loro incredibile bruttezza e approssimazione realizzativa, che li fa scivolare nella comicità involontaria. 
Si parla dell’ingenuo sci-fi “The Day Mars Invade Earth” (1962), di Maury Dexter, dove un gruppo di marziani sostituiscono uno scienziato e la sua famiglia per aprire la strada alla loro invasione; dell’orrendo horror “La mano strisciante” (1963), di Herbert L. Strock, che racconta di un braccio di un astronauta che, tornato sulla terra, riprende vita autonoma, trasformando la gente in zombi; dell’inqualificabile “Blood of Ghastly Horror” (1967), di Al Adamson, la storia di uno scienziato che trapianta un apparecchio elettronico nel cranio di un soldato ferito, rendendolo un pazzo; dell’horror exotico “Terrore sull'isola dell'amore” (1968), di Gerardo De Leon e Eddie Romero, dove nativi di un'isola tropicale devono fare i conti con le piante e gli animali mangia-uomini, mutazioni causate dalla radioattività, a cui sacrificano regolarmente delle vergini, ma per fortuna (!?) si intromette un piccolo gruppo di intrusi che provoca il caos; del biker movie “Satan's Sadists” (1969), sempre di Al Adamson, che narra le crudeli gesta di una gang do motociclisti che scorrazzano nel deserto della California; del dozzinale KingKongsploitation “The Mighty Gorga” (1969), di David L. Hewitt, su alcuni bracconieri e circensi che si inoltrano nelle foreste africane per catturare un gorilla gigante; del biker movie “Smashing il racket del crimine” (1970), del fido Williamson, su un agente che tenta di fermare una banda di centauri neonazisti; del delirante “Brain of Blood” (1971), del solito Williamson, l’incredibile vicenda di un principe orientale il cui cervello viene trapiantato nel corpo di un malcapitato; e infine di “Girls for Rent” (1974),anch’esso di Al Williamson, le strampalate vicende di alcune losche rapinatrici.
Che dite, vi basta come curriculum, per entrare nella “Pulp Hall of Fame”?
Dopo una serie di operazioni cardiache, Taylor muore all'età di 79 anni, l’11 aprile del 1987, a Woodland Hills, Los Angeles, California.
Il Pulp dopo non sarà più lo stesso…
Onore a Kent Taylor!

“Lusting for women, it terrified the land!”
Taglina – Brides of Blood a.k.a Terrore sull’isola dell’amore



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