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Essere eroi del Pulp non paga.
Mai in vita, raramente da morti: è difficile che un vero eroe Pulp faccia fortuna…
Chiaramente si parla del Pulp – Pulp, quello più oscuro, sordido e misconosciuto (e certamente più interessante), non dei vari personaggioni celebri che pure siamo lieti di annoverare tra le nostre forze.
No, cari amici dei Mutzhi Mambo, oggi ci occupiamo di uno (anzi una) dei veri e puri eroi Pulp, quelli che, volenti o nolenti, troppa fortuna non la fanno mai.
Sennò non sarebbero degli eroi Pulp!
Figuriamoci allora le eroine!
Come l’artista che andiamo ad omaggiare nell’anniversario della scomparsa, la fantastica MARGARET BRUNDAGE, una delle più grandi illustratrici Pulp di sempre!
Anzi, venne definita proprio la “Regina del Pulp” (aridaje con ‘ste regine…), perché la sua verve immaginifica ha connotato le copertine più celebri di “Weird Tales”, forse la rivista più importante dell’epoca d’oro della letteratura Pulp (almeno di quella horror o fantasy), che ospitava le opere di autori come H.P. Lovecraft e Robert E. Howard.
Chiaramente le sue opere sono state criticate e osteggiate dalle “pruderie” della critica dell’epoca, viste come sfoggio di sadismo, pornografia e misoginia (!?). 
Tutto aggravato dopo la scoperta che dietro la M. con cui si firmava, c’era una Margaret e non un Mike o un Mattew…
Una donna che disegna ‘sta roba deve essere una donnaccia, una poco di buono, una malata di mente!
Effettivamente, i soggetti preferiti della Brundage erano donne seminude costantemente vessate o minacciate da mostri, aguzzini o bestiacce varie.

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Selvaggi feroci, fachiri malvagi, fiere inquietanti, alieni malintenzionati, stregoni oscuri, lubrici sciamani, eterei fantasmi, sinistri idoli africani: tutti immortalati nell’atto di spaventare, soggiogare o torturare la malcapitata di turno.
Roba adesso improponibile (e anche all’epoca non era il massimo del “politicaly correct”) ma non si può valutarla con occhio contemporaneo o moralista.
Dopotutto, il mercato quello voleva e la qualità delle riviste era quel che era: ma è indubbio che le sue copertine sono veramente stilosissime e dotate di una personalità unica e inconfondibile.
Soprattutto, al solo guardarle, quelle cover restituiscono intatto il fascino di quell’immaginario, sospeso fra exotico ed erotico, onirico e simbolico che contraddistingueva l’estetica del periodo, ancora Decò ma con i germogli del Camp a venire.
Non avesse fatto roba Pulp, la Brundage sarebbe stata un’artista celebrata nelle più grandi gallerie e nei musei di tutto il mondo: ma purtroppo per lei (e fortunatamente per noi) Pulp ha fatto e si è ritrovata povera e dimenticata.
Ma per noi sarà sempre la “Regina del Pulp” e quindi, logicamente, la “nostra” Regina!

Margaret Hedda Johnson nasce a Chicago, in Illinois, il 9 dicembre del 1900, da una famiglia di origini svedesi e irlandesi. 
Entrambi i suoi genitori sono arrivati a Chicago dalle isole Orcadi, al largo della Scozia. 
Suo padre muore quando lei ha soli otto anni; viene pertanto cresciuta dalla madre insieme alla nonna, in seno ad una comunità cristiana scientista. 
La madre infatti non si risposerà mai e rimarrà una fedele devota della Chiesa Scientista, riuscendo a far quadrare i bilanci familiari proprio dando lezioni bibliche ai proseliti di questa dottrina. 
Margaret frequenta la Girard Grammar School e si iscrive poi la McKinley High School di Chicago, dove si ritrova compagna di classe di un tal Walt Disney.
Come redattrice del giornale liceale, sarà lei a decidere di pubblicare i disegni di Disney 
La nostra si diploma nel 1919 e, subito dopo il liceo, inizia a lavorare facendo illustrazioni per dei giornali di Chicago: disegna disegni di moda a colori e in bianco e nero, traducendo per immagini le idee e le descrizioni che le vengono fornite da un'agenzia. 
Nel 1921 inizia poi a frequentare l'Accademia di Belle Arti di Chicago, dove si ritrova di nuovo fra i piedi Disney, ma non riuscirà mai a laurearsi.
Questo per Margaret rimarrà un grande smacco su cui continuerà a rimuginare per il resto della sua vita, ma dopotutto non è mica facile conciliare l’Accademia con il lavoro di disegnatrice freelance. 
Durante il Proibizionismo, la nostra lavora anche al Dill Pickle Club, un locale frequentato da bohémienne dove incontra un imbianchino e decoratore, Myron Reed Brundage, soprannominato "Slim", un noto donnaiolo ed ex barbone che aveva fatto la vita dell’hobo, con tendenze politiche piuttosto radicali e parecchio dedito all'alcool.
Fra I due nasce l’amore e nel 1927 si sposano e hanno un figlio, Kerlyn “Byrd” Brundage.
Il matrimonio però non sarà certo un successo e finisce con il divorzio nel 1939.
Nel 1932 Margaret si mette a cercare un altro lavoro e si ritrova nell'ufficio di Farnsworth Wright, all'epoca direttore di “Weird Tales”, la nota rivista Pulp fondata a Chicago nel marzo del 1923, da J. C. Henneberger, un ex giornalista con il gusto per il macabro.
La pubblicazione di questo fondamentale periodico durerà fra alti e bassi fino al settembre 1954, dopo 279 numeri.
Nelle sue pagine, stampate su carta pessima e destinate ad un pubblico dai gusti non certo “sofisticati”, si possono però leggere racconti di maestri come H. P. Lovecraft, Clark Ashton Smith, Seabury Quinn. Robert Bloch, Robert E. Howard, Ray Bradbury, Manly Wade Wellman, Fritz Leiber, Henry Kuttner, C. L. Moore, Theodore Sturgeon, Joseph Payne Brennan, Jack Snow e Margaret St. Clair, e tanti altri.
Addirittura ci debutterà il commediografo Tennessee Williams!
Praticamente il meglio del meglio sul mercato; solo che non lo sapevano…
La Brundage inizia a lavorare per Wright realizzando alcune copertine per la pubblicazione “Side Stories”, più tardi conosciuta come “The Magic Carpet”. 
Contemporaneamente, nei primi anni ’30, illustra anche la rivista “Oriental Stories”.
Wright rimane molto colpito dalle doti di Margaret, tanto che la assume per disegnare le cover di “Weird Tales”. 
Le grandi campagne di moralizzazione dei costumi non sono infatti ancora iniziate, è ancora possibile offrire ai potenziali lettori e a quelli che già seguono la rivista ciò di cui fanno richiesta: donne svestite in situazioni erotiche. 
Poiché chiaramente è la copertina ad attirare l’attenzione, Wright decide quindi di affidarle a una illustratrice specializzata nella raffigurazione di leggiadre signorine discinte, la nostra Margaret.
Nel periodo tra il 1933 e il 1938, la Brundage realizzerà quasi esclusivamente le copertine per questa rivista, diventando l’artista più rappresentata e che darà il “tono” alla pubblicazione.
La sua prima copertina appare sul numero di settembre 1932; saranno suoi i disegni di ben 39 numeri consecutivi, dal giugno 1933 all'agosto 1936. 

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La sua ultima opera originale per questa rivista sarà per il numero del gennaio 1945, per un totale di 66 copertine.
Certamente il compenso non è certo stratosferico: viene pagata 90 $ ad illustrazione, non granché ma abbastanza per sostenere se stessa, suo figlio e sua madre invalida (che morirà nel 1940), in anni in cui l’ex marito non contribuisce per nulla alla sopravvivenza della famiglia. 
Dal 1936 al 1938, Brundage si alternerà spesso con altri illustratori come il grande Virgil Finlay, che si rivelerà il suo principale concorrente.
L'arte della Brundage spesso si basa sul mostrare donzelle, spesso e volentieri nude o quasi, in pericolo; le sue immagini sensuali di solito illustrano scene tratte dai racconti scelti dall'editore Wright come storie di copertina; il suo lavoro diventa così popolare tra i lettori che alcuni scrittori di “Weird Tales”, come Seabury Quinn, descrivono scene nelle loro avventure che sembrano ideate apposta per divenire copertine della Brundage (anche perché le storie di copertina vengono pagate meglio…).
Le cover Pulp sono famigerate per il loro contenuto esplicito e quelle della Brundage non fanno certo eccezione. 
Oltretutto, firmando le sue opere "M. Brundage", inizialmente molti dei lettori della rivista sono all’oscuro del fatto che l'artista sia una donna.
Sta di fatto che i reclami sulla natura erotica e lasciva del suo lavoro aumenteranno esponenzialmente dopo l'ottobre del 1934, quando l'editore Wright rivela che dietro il "M." si cela nientemeno che una "Margaret"!
La nostra viene accusata di essere una traditrice del suo genere, di sfruttare le forme femminili in maniera bieca per il suo guadagno personale. 
In realtà, la Brundage è un’attivista femminista che partecipa a innumerevoli manifestazioni di protesta.
Gira perfino voce che per disegnare le sue procaci ragazze, la “perfida” Brundage usi le sue due figlie adolescenti come modelle!

Margareth Brundage11La nostra risponde facendo notare che non ha figlie femmine e che, dal momento che non può certo permettersi di ingaggiare modelle professionali, usa le foto ritagliate dalle pubblicità delle riviste di moda...
Dopo il 1938, quando gli uffici editoriali della rivista si trasferiscono da Chicago a New York, viene imposto ai collaboratori un nuovo standard di "decenza" (principalmente in virtù degli sforzi moralizzanti dell'allora sindaco della “Grande Mela”, Fiorello La Guardia): vengono così bandite dalle riviste Pulp vendute in edicola le giovani nude o seminude che erano state il “pane e companatico” delle copertine realizzate dalla Brundage.
A questo si aggiungono i problemi pratici nella spedizione delle opere da Chicago a New York, dovuti alla fragilità dei disegni a pastello della nostra: le richieste calano fino a che Margaret viene praticamente estromessa dalla rivista, anche in seguito alla dimissione di Wright (il suo più forte estimatore) nel 1940.
La sua ultima, a collaborazione con “Weird Tales” risale al 1945.
La nostra continuerà saltuariamente a disegnare dopo la fine del suo rapporto con la rivista e parteciperà a numerose convention di fantascienza e fiere d'arte (dove verranno rubate alcune delle sue opere originali dell’epoca).
Tuttavia, non si riprenderà mai completamente, a livello finanziario, dalla perdita del lavoro regolare per “Weird Tales”; i suoi ultimi anni li trascorrerà infatti in uno stato di relativa povertà. 
Nel 1972 gli muore pure il figlio, all’età di soli 44 anni.
Continua a lavorare fino alla sua morte, avvenuta il 9 aprile del 1976.
E pensare che un quarto di secolo dopo, la copertina di “The Six Sleepers” di Weird Tales dell’ottobre 1935, un suo celebre pastello su carta, verrà venduta all’asta per la bella cifra di 19 mila e 375 dollari, mentre nel 2008 c’è ne vorranno addirittura 50 mila per aggiudicarsi una sua copertina del 1932…
Eh, è proprio vero: il destino degli eroi e delle eroine del Pulp fa proprio schifo…
Onore a Margaret Brundage!
Onore alla Regina del Pulp!

“A magazine of bizzarre and unusual stories”
Sottotitolo – Weird Tales



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