IL KILLER DENTRO
Il massimo pregio di uno scrittore (ma in generale di tutti gli artisti, musicisti compresi) è quello di rimanere sempre fresco e attuale.
Come l'immenso JIM THOMPSON, cari amici dei Mutzhi Mambo, il più grande autore noir americano.
I suoi splendidi romanzi sembrano scritti oggi, tanto riescono a mantenere intatta la loro carica di cinismo e tensione!
Jim Thompson era veramente troppo avanti, il più crudo ed estremo degli autori a lui coevi, un cavallo di razza che in vita venne relegato nell'inferno degli autori Pulp (nel senso spregiativo che i critici miopi e snob hanno dato al termine) mentre solo recentemente si sono accorti di quanto fosse grande.
Autore di piú di quaranta romanzi, è oggi universalmente considerato un maestro del noir e uno degli autori piú innovativi e sorprendenti del secondo dopoguerra americano.
Gran parte della produzione letteraria di Thompson trae spunto dalla produzione pulp-noir in stile “Black Mask”, anche se non si può assimilare Thompson ad autori come Hammet, Chandler, McCoy, Gardner o Cain, senza commettere una qualche forzatura.
Non si può certo negare che quegli autori e Thompson non condividessero le stesse ambientazioni narrative o, in parte, che i personaggi narrati non avessero le stesse radici culturali e sociali.
Ed è altrettanto vero che Thompson sostenesse che le cose non devono mai essere quel che sembrano.
Però anche qui Thompson va oltre.
Va oltre perché come l’hard-boiled prende le mosse dallo schema classico del giallo tradizionale modificandolo, così Thompson parte dall’hard-boiled e ne esaspera lo schema fino ad invertirne gli elementi.
In Thompson non ci sono stoici investigatori come in Chandler o Hammet, me ce ne sono di squilibrati mentali, i cui dialoghi sono densi di battute contorte e di un cinismo mai visto prima.
Non ha paura di addentrarsi negli aspetti più oscuri, nascosti e brutali della mente e dell’agire umano.
I personaggi stessi, tutto il mondo creato da Thompson prima o poi viene ingoiato dal Nulla.
Gli aspetti che caratterizzavano l’hard-boiled come la passione e il sesso (che raramente c’è nei libri di Thompson e quando c’è il più delle volte viene descritto come qualcosa di doveroso e… quasi fastidioso), vengono esasperati e distorti.
Thompson fa si che il “buono” non arrivi mai, che l’azione non si moralizzi, fa sprofondare il tutto nell’assurdo, nell’insensato, nel niente assoluto, appunto.
La sua stessa, tormentata biografia sembra uscita da uno dei suoi romanzi…
Povertà, precarietà, continui spostamenti appresso al padre da ragazzo e vagabondaggi in età adulta; e dopo l’alcol e la droga.
Thompson si servì delle sue stesse esperienze per partorire un universo fatto di reietti, sbandati, criminali di mezza tacca, femme fatale, sceriffi di sperdute cittadine texane, pugili suonati, giocatori d’azzardo e puttane.
Sfigati che tentano di arricchirsi, spesso in modo meschino, seguendo una condotta amorale: il mondo descritto da Thompson, in modo quasi dantesco, ha sempre in serbo un contrappasso per punire le loro azioni.
Perché il movente delle loro azioni è sempre e comunque l'avidità, la smania di ricchezza, la mancanza di scrupoli per ottenerla, che alla fine rovina i protagonisti dei suoi romanzi.
È il destino però, non Dio o il diavolo, a castigare i suoi personaggi, colpevoli in fondo di aver fatto capolino nella merda dal buco sbagliato e di voler rimanere a galla.
Le sue donne poi: spesso sono loro a decidere dove queste storie debbano andare a parare.
Femmine carrozzate, tentatrici, sbandate, spesso e volentieri più spietatate, avide e scaltre degli uomini, sono loro il vero “movente” che conduce le vicende sul baratro: fanno illudere i nostri “eroi” di poter arrivare in paradiso ma è l'inferno l’unica meta possibile.
E li guardano cadere con cinica indifferenza...
Alle loro vicende, fa da sfondo un sud che sembra l’anticamera dell’inferno: arretrato e ignorante, rozzo e razzista, cafone e bigotto, moralista e peccatore.
Sballottati da una cittadina all’altra, tra pozzi di petrolio, deserti, stazioni di servizio e casette fatiscenti, i disgraziati che popolano le pagine di Thompson conoscono solo un’America dura, deviata, alienante, nella quale nessuno insegue l’american dream e le giornate si susseguono senza che succeda mai niente, a parte qualche tragedia ogni tanto…
Luride tavole calde, squallidi locali di striptease, oscuri pub, puzzolenti palestre di boxe e bische fumose: pochi scrittori, come Thompson, sono stati capaci di descrivere l’American Nightmare, l'incubo Americano, “la faccia triste dell’America” senza scadere in banalità e nei luoghi comuni.
Anzi, tanti dei “luoghi comuni” del noir americano, nascono proprio nei romanzi di Thompson, tanto i suoi cliché verranno ripresi alla nausea da tanti, troppi scribacchini, senza un briciolo del suo talento ma con magari parecchia più fortuna…
James Myers Thompson nasce ad Anadarko, in Oklahoma il 27 settembre del 1906.
Il padre è sceriffo della Contea di Caddo che, sconfitto alle elezioni per rinnovare la carica nel 1906, poco dopo lascia l'ufficio con una coda di polemiche a causa di voci di appropriazione indebita.
La famiglia Thompson si trasferisce quindi in Texas.
Il nostro Jim comincia a scrivere precocemente: un paio di brevi pezzi vengono pubblicati quando è ancora adolescente.
È un ragazzo intelligente e colto, ma ha poco interesse o l'inclinazione verso l'istruzione formale.
Per circa due anni Thompson lavora di notte come un fattorino mentre frequenta la scuola di giorno.
Lavora presso l'Hotel Texas dove si adatta in fretta alle esigenze degli ospiti dell'albergo, comprese le richieste "particolari" e illegali.
Li rifornisce di liquori di contrabbando e, ogni tanto, gli procura dell'eroina e della marijuana.
Ben presto arriva a guadagnare fino a 300 bigliettoni a settimana oltre al suo stipendio mensile ufficiale di 15 dollari.
Fin da giovane fuma e beve pesantemente, e, a diciannove anni, è già vittima di un esaurimento nervoso.
Nel 1926, Thompson inizia a lavorare come operaio per un pozzo petrolifero, dove incontra un membro dell'Industrial Workers of the World, il musicista e attivista Harry McClintock, che lo recluta nel sindacato.
Con il padre prova poi ad intraprendere un'operazione indipendente di trivellazione del petrolio che però si rivela infruttuosa.
Thompson torna così a Fort Worth, con l'intenzione di frequentare seriamente la scuola per iniziare a scrivere a livello professionale: l'autobiografico "Oil Field Vignettes" appare nel 1929 (ma è stato ritrovato solo in tempi recentissimi).
Thompson inizia a frequentare l'Università del Nebraska quello stesso anno, entrando in un programma per studenti di talento con "contesti educativi non tradizionali" (praticamente una borsa di studio per disadattati).
Nel 1931, tuttavia, abbandona la scuola e lo stesso anno si sposa con Alberta Hesse a Marysville, in Kansas, dopo che era fuggito con la futura moglie perché la famiglia di lei disapprovava il nostro Jim.
Il primo dei tre figli nasce nel 1932; Thompson e sua moglie ne avranno altri due in quel medesimo decennio.
Per diversi anni scrive occasionalmente racconti per vari numeri di True Crime, le riviste che trattano di crimini reali.
In generale, si tratta di riscrivere i veri casi di omicidio che Jim legge sui giornali, ma narrandoli in prima persona, come se fossero confessioni.
In questo periodo pubblica altri pezzi per vari giornali e riviste, di solito come free lance ma di tanto in tanto come uno scrittore dipendente a tempo pieno.
Il suo racconto uscito nel 1936 nella rivista pulp “Master Detective”, "Ditch of Doom" è considerato uno dei migliori True Crime in assoluto.
Nei primi anni ‘30, Thompson diviene capo del Progetto Federale degli Scrittori dell' Oklahoma, uno dei diversi programmi del New Deal destinati per aiutare gli americani durante la Grande Depressione.
Il famoso autore di western Louis L'Amour, tra gli altri, lavora proprio sotto la direzione di Thompson in questo progetto.
Thompson si unisce al Partito Comunista nel 1935, ma lo lascia nel 1938.
Nelle prime fasi della seconda guerra mondiale, lavora in una fabbrica di aerei dove però viene indagato dall'FBI a causa della sua precedente appartenenza al Partito dei “rossi”.
Questi eventi sono alla base del suo semi-autobiografico romanzo d'esordio, "Now And On Earth" (1942).
Pur caratterizzato da scarsa violenza e poco crimine, elementi che poi contraddistingueranno la sua scrittura successiva, il tono rimane pessimista e desolante.
Viene recensito positivamente ma vende pochino.
Il suo secondo romanzo, "Heed The Thunder" (1946), sterza decisamente verso il crime; descrive una famiglia del Nebraska delirante e violenta, in parte modellata sulla sua.
Siccome questi primi romanzi hanno poca attenzione critica e ancor meno vendite, Thompson continua a lavorare per la meno prestigiosa ma più redditizia letteratura poliziesca con nient'altro che omicidi su omicidi.
Inizia a pubblicare per la Lion Books, un piccolo editore di tascabili: l'editor Arnold Hano gli offre la possibilità di dare libero sfogo ai contenuti, ma in attesa che la linea editoriale fosse produttiva e affidabile.
La Lion pubblica poi la maggior parte delle opere più interessanti di Thompson.
Per sostenere la sua famiglia, visto che come romanziere fa la fame, Thompson accetta un lavoro come reporter per il “Los Angeles Mirror”, un tabloid di proprietà del Los Angeles Times, dove rimane fino al 1949.
La prima metà degli anni Cinquanta vede Thompson raggiungere la sua maturità artistica.
Nel 1952 viene pubblicato "The Killer Inside Me", forse il romanzo più bello e più noto di Thompson.
Il narratore, Lou Ford, è un vice-sceriffo di provincia che appare amabile, pacione e leggermente ottuso ma che in realtà è molto intelligente e combatte costantemente contro la sua inclinazione alla violenza; Ford descrive il suo desiderio come la "malattia" (sempre in corsivo).
Viene adattato per il cinema, due volte, la prima nel 1976 (da Burt Kennedy, con Stacy Keach), e di nuovo nel 2010 (da Michael Winterbottom, con Casey Affleck).
Dopo questo romanzo, Thompson inizia a produrre a un ritmo furioso.
Pubblica un libro nel 1952, poi cinque romanzi all'anno nel 1953 e nel 1954.
"Savage Night", uscito nel 1953, è generalmente classificato come uno dei suoi migliori.
È anche una delle sue opere più bizzarre.
Il suo protagonista, Charlie "Little" Bigger, è un killer di bassa statura, ammalato di tubercolosi, la cui mente si sta deteriorando insieme al suo corpo.
Ricco di elementi morbosi e splatter, a volte sfiora l'autobiografismo e la metaletteratura.
Nel 1955, Thompson si trasferisce a Hollywood, dove Stanley Kubrick gli commissiona l'adattamento cinematografico del romanzo "Clean Break" di Lionel White per essere filmato come "Rapina a mano armata", primo film dello studio finanziato da Kubrick stesso.
Sebbene Thompson scriva la maggior parte del copione, Kubrick si accredita come sceneggiatore, citando Thompson nei credit solo con una vago scrittore di "dialoghi".
Tuttavia, collabora ancora col regista per "Orizzonti di gloria" e anche qui, per quanto fosse stato scritto per lo più da Thompson, viene citato come terzo sceneggiatore, dietro Kubrick e Calder Willingham.
Non sazio dei soprusi, il nostro Jim ci ricasca scrivendo il crime dal titolo "Lunatic at Large", una produzione che non verrà mai realizzata.
Anche se contento del lavoro, Kubrick è impegnato con "Spartacus"; quando torna a lavorare allo script di Thompson, l'unica copia del manoscritto risulta perduta.
Kubrick, a detta della famiglia e dagli amici, si dimostra triste per l'occasione perduta.
Eppure, nel 1999, dopo la morte del regista, il figliastro Phillip Hobbs ritrova il manoscritto tra i suoi documenti ancora inediti.
Sembra che, a partire dal 2006, il progetto sia entrato in fase di pre-produzione, cinquant'anni dopo che il povero Thompson lo aveva scritto…
Meglio tardi che mai! (O no?).
Anche dopo il suo lavoro per il cinema, Thompson rimane in California per il resto della sua vita.
Dalla metà degli anni '50 fin verso la fine dei '60, continu a scrivere romanzi, anche se non allo stesso ritmo feroce del biennio 1952-1954.
Durante questo periodo, Thompson pubblica un libro all'anno, ma a poco a poco si allontana dalla scrittura dei romanzi, sempre piu impopolari (e invenduti) e abbandona completamente la narrazione entro la fine dei '60.
Nel 1967 pubblica l'ultimo libro del suo periodo classico, "South of Heaven", su di un giovane operaio migrante che lavora su un oleodotto in Texas.
Anche se, come al solito, violento e sanguinario, ha un tono leggermente più ottimista rispetto alla maggior parte della sua opera.
Con i suoi romanzi che vendono poco o nulla, Thompson si rivolge ad altre forme di scrittura per pagare le bollette.
A partire dal 1959 e per tutta la metà degli anni '60, Thompson scrive programmi televisivi, romanzi tie-in basati su prodotti TV e sceneggiature: questo lavoro, anche se viene pagato con una tariffa minima, può almeno essere completato velocemente.
Alla fine dei '60, Thompson scrive i suoi ultimi due libri originali, "King Blood" e "Child of Rage", nessuno dei quali viene pubblicato fino ai primi anni '70.
Nel 1970, Thompson viene invitato nella residenza nello Utah di Robert Redford che lo assume per scrivere uno script cinematografico sulla vita di un vagabondo durante la Grande Depressione.
Thompson viene pagato $ 10.000 per il suo script "Bo", anche se mai realizzato.
Il regista Sam Fuller esprime invece il suo interesse per adattare "The Getaway" ma alla fine, Sam Peckinpah la spunta per dirigerlo.
Per molti aspetti, "The Getaway" è stata la frustrante ripetizione della sua precedente esperienza con Kubrick.
Thompson scrive la sceneggiatura, ma Steve McQueen (che deve interpretare il ruolo principale) la respinge perché troppo ricca di dialoghi e carente di azione.
Anche se la sceneggiatura viene interamente accreditata a Walter Hill, Thompson insiste ed ottiene che gran parte del suo script finisca nel film.
Ma alla fine, la pellicola viene pesantemente purgata dalla visione originale di Thompson, soprattutto nel finale, che nel romanzo è molto più nichilista.
Thompson ha un piccolo ruolo nel film "Addio, mia bella" (1975) con Robert Mitchum, nella parte di un giudice.
Quando ormai la sua carriera è al capolinea, Thompson, stringe una bella amicizia con lo scrittore Harlan Ellison, suo fermente ammiratore, pur essendo il nostro Jim un alcolizzato all'ultimo stadio e Ellison, astemio.
Anche se i libri di Thompson non vengono più stampati negli Stati Uniti, i francesi iniziano ad apprezzare le sue opere (ah, la Francia...).
Non sono proprio dei bestseller ma i suoi volumi riescono a vendere abbastanza bene in quel paese, tanto da assicurargli quel filino di royalties che gli permettono di campare.
Comunque il vero problema, per Thompson, non sono tanto i guadagni, quanto il fatto che li sperpera tutti in alcool e anfetamine…
Jim Thompson muore a Los Angeles, il 7 aprile 1977, all'età di 70, dopo una serie di infarti aggravati dal suo alcolismo di lungo corso.
Si rifiuta di mangiare prima della sua morte, e questo digiuno auto-inflitto contribuisce notevolmente alla sua scomparsa.
Al momento della sua morte, nessuno dei suoi romanzi è in stampa nel suo Paese.
Al funerale assistono si e no una trentina di persone…
"Nemo propheta in patria": quanto è vero per il nostro Jim!
Onore a Jim Thompson!
"Beh, sai. Adesso sei ufficialmente una vedova e non mi sembra decente andare a letto con una donna vedova da neppure un’ora"
Jim Thompson - Colpo di spugna