Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

UNO E TRINO

Pop Corn! Semini! Lupini! Spuma al Cedro!
Oggi si torna alle salette di terza visione per rivedere l'ennesima volta l'ennesimo film del nostro amatissimo TERENCE HILL.
Eh, sì, cari amici dei Mutzhi Mambo, oggi è il compleanno del Terence nazionale ed è nostro piacere e dovere festeggiarlo!
Lo sappiamo che a molti nostri amici, a nominare Terence Hill, viene l'orticaria, pensando agli orrendi sceneggiati tipo "Don Matteo" che attualmente lo impegnano, ma è stato pure il protagonista di alcuni dei migliori spaghetti-western mai realizzati e, soprattutto, è impensabile un mondo senza la sua collaborazione con l'immenso Bud Spencer, i cui frutti hanno rallegrato intere generazioni.
Era una comicità grossolana, fatta di risse, sganassoni, salsicce, fagioli e centinaia di boccali di birra: quei film rappresentavano il contrario esatto di tutto ciò che oggi viene considerato educativo ma i bambini (e i ragazzi e gli adulti...) li adoravano e li adorano tutt'ora.
Nessuna coppia del grande schermo è stata amata come quella formata da Bud e Terence!

Terence Hill3
Ed è facile capire i motivi di un successo così eclatante per dei filmetti in fondo ingenui: la violenza anarchica sprigionata dai due era liberatoria, catartica, ancestrale: ogni pugno di Bud o ogni schiaffo di Terence rappresentano un mondo dove la giustizia si riafferma a botte, dove ogni torto viene riparato a cazzotti! Il Giusto ha da menà!
Morale rozza ma efficace...
Ma soprattutto erano divertentissimi, ricchi di gag geniali e personaggi irresistibili, di azione e buoni (?) sentimenti, espressi però senza retorica o melensaggini.
Perché i bambini sennò se ne sarebbero accorti...

Mario Girotti (così all'anagrafe) nasce a Venezia, il 29 marzo 1939, da padre italiano e da madre tedesca.
Nel 1943, all'età di quattro anni, il piccolo Mario si trasferisce con la famiglia in Germania, presso Lommatzsch (in Sassonia), cittadina natia dei nonni materni, a causa del lavoro del padre, un chimico impiegato presso l'azienda Schering.
Secondogenito di tre figli, che hanno avuto piccole esperienze in ambito cinematografico in tenera età, il futuro attore trascorre la primissima infanzia assieme ai nonni a Lommatzsch, durante i bombardamenti anglo-americani della seconda guerra mondiale, ritornando poi in Italia nel 1945, all'età di sei anni, dove si stabilisce nel paese natìo del padre.
L'esordio sul grande schermo avviene come attore bambino in maniera quasi casuale quando, a soli dodici anni, viene notato dal regista Dino Risi durante una gara di nuoto; mario viene scritturato per una piccola parte del film "Vacanze col gangster" (1951).
Non la ricorderà come una bella esperienza perchè non amava recitare e si beccava spesso la febbre durante le riprese del film.

Terence Hill13Girotti tuttavia continua a recitare regolarmente da adolescente negli anni cinquanta per pagarsi gli studi, mentre frequenta il liceo classico e quindi la facoltà di lettere e filosofia all'Università di Roma; gli vengono affidate piccole parti ma lavora con registi del calibro di Mauro Bolognini, Francesco Maselli e Gillo Pontecorvo.
Sportivo nato, dai 10 ai 19 anni pratica contemporaneamente pugilato e ginnastica artistica (negli anelli, nelle parallele simmetriche e nel cavallo con maniglie), ottenendo ottimi risultati in tutte queste attività.
Dopo i primi successi commerciali, "Guaglione" (1955) accanto a Claudio Villa e il musicarello "Lazzarella" (1957) con Domenico Modugno, nel 1958 partecipa a uno sceneggiato televisivo RAI, "Il ritratto di Dorian Gray".
Nel 1959 è protagonista nel ruolo di un bagnino corteggiato da Claudia Mori, in "Cerasella" (1959), altra commedia comico-sentimentale di Raffaello Matarazzo, ed è accanto alla coppia Aldo Fabrizi e Renato Rascel in "Un militare e mezzo". Nel 1961 lo troviamo nel curioso "Le meraviglie di Aladino", diretto da Mario Bava e Henry Levin, con Vittorio De Sica nel ruolo del genio della lampada.
Dopo tre anni all'Università di Roma, con l'obiettivo fallito di conseguire la laurea in lettere classiche, decide alla fine di dedicarsi completamente al cinema, e si iscrive all'Actor's Studio; nel 1963 Luchino Visconti lo scrittura per una piccola parte nel film "Il Gattopardo" che gli porta una certa notorietà, lanciando la sua carriera di attore che prosegue in pellicole di vario genere.
Per un periodo lavora in Germania, dove Interpreta agghiaccianti film western come "Giorni di fuoco" (1964), di Harald Reinl, "Sparate a vista su Killer Kid" (1965), di Leopold Lahola, e "Danza di guerra per Ringo" (1965), di Harald Philipp; sempre in terra teutonica, partecipa ad altri "capolavori" drammatici e di spionaggio.
Dopo aver recitato in due film cult di Rita Pavone (il western "Little Rita nel West" di Ferdinando Baldi e il bellico "La feldmarescialla. Rita fugge... lui corre... egli scappa", di Steno), nel 1967 si sposa con Lori Zwicklbauer, una ragazza statunitense di origine tedesca, conosciuta lo stesso anno sul set dello spaghetti-western campione d'incassi "Dio perdona... io no!", di Giuseppe Colizzi.
Ma sul set di questo film l'incontro più importante, dal punto di vista artistico, è quello col mastodontico Carlo Pedersoli, alias Bud Spencer, il futuro "inossidabile" compagno di scena.
Seguendo una moda dell'epoca i due attori, per fare colpo a livello internazionale, non devono comparire con il vero nome e cognome in quanto considerati "troppo italiani" per un film western, quindi gli viene imposto di cambiare il nome in uno più "americaneggiante".

Terence Hill6Terence Hill7Terence Hill9Terence Hill11
La produzione consegna a Mario Girotti una lista di venti possibili nomi e gli chiede di sceglierne uno entro 24 ore. Sceglie "Terence Hill", perché suona bene e perché le iniziali sono le stesse del nome e cognome di sua madre.
Hill partecipa a questo film per puro culo: viene infatti scelto per sostituire Peter Martell, ufficialmente vittima di un incidente a cavallo durante alcune riprese, ma in realtà si era rotto un piede litigando con la fidanzata... dopo "Preparati la bara!" (accreditato anche come "Viva Django"), del 1968 diretto da Ferdinando Baldi, dove il nostro fa le veci di Franco Nero, insieme a Spencer prende parte al capolavoro "I quattro dell'Ave Maria", secondo capitolo della trilogia western di Giuseppe Colizzi col mitico Eli Wallach.
L'anno successivo è il protagonista di "Barbagia - La società del malessere" (1969) di Carlo Lizzani, dove interpreta il rapitore sardo Mesina, e de "La collina degli stivali", ultimo fondamentale capitolo della trilogia di Colizzi.
Poi è la volta di "La collera del vento" (1970), dramma-western di Mario Camus, a fianco della meravigliosa Maria Grazia Buccella.
Ma la vera svolta arriva con "Lo chiamavano Trinità..." (1970) di E.B. Clucher, film talmente mitico che non merita recensione: basti pensare che il buon Clucher (al secolo Enzo Barboni) pensava di fare un western serio... La pellicola fionda la coppia Hill/Spencer a livello internazionale e fonda il più grande connubio artistico del cinema comico dopo Stanlio e Ollio.
Subito successivo è il film piratesco "Il corsaro nero" (1971) di Vincent Thomas, dove il grande Bud è ancora relegato in secondo piano in un ruolo negativo, e poi la conferma col sequel "...continuavano a chiamarlo Trinità", sempre di Clucher.
Come solista, Hill è il protagonista del mediocre poliziottesco "Il vero e il falso" (1972) di Eriprando Visconti e del western "...e poi lo chiamarono il Magnifico", sempre di Clucher/Barboni.
Ma la strada è segnata: il destino di Hill è indissolubilmente legato a quello di Spencer, il pubblico ormai li vede come un tutt'uno! Il primo film del "nuovo corso" è l'avventuroso "...più forte ragazzi!" (1972) di Giuseppe Colizzi.
Caso a parte è il capolavoro "Il mio nome è Nessuno" (1973), canto del cigno dello spaghetti-western "serio", di Tonino Valerii, in cui il nostro recita accanto al mostro sacro Henry Fonda in un film prodotto da Sergio Leone (che in realtà doveva dirigere in prima persona).
Dopo arrivano i leggendari successi della coppia Girotti/Pedersoli, a cominciare dall'imperdibile, fantastico "Altrimenti ci arrabbiamo" (1974), di Marcello Fondato.
Dopodiché la storia è nota: si citano, un po' alla cazzo "Porgi l'altra guancia", di Franco Rossi, "Un genio, due compari, un pollo" di Damiano Damiani, "I due superpiedi quasi piatti", di E.B. Clucher, "Pari e dispari", di Sergio Corbucci, "Io sto con gli ippopotami", di Italo Zingarelli, "Chi trova un amico trova un tesoro", di Sergio Corbucci, "Nati con la camicia", di E.B. Clucher.
Titoli talmente stranoti che non hanno bisogno di presentazioni.
Il nostro Hill prova ad uscire dal cliché con la mega produzione bellica "La bandera - Marcia o muori" (1977), per la regia di Dick Richards, a fianco di stelle come Gene Hackman, Catherine Deneuve, Max von Sydow e Ian Holm, e con lo scanzonato "Mister Miliardo" (1977), diretto da Jonathan Kaplan.
Nel 1979 esce il cultissimo "Org", un visionario film di fantascienza di Fernando Birri, in realtà girato nel 1968 e rimasto in fase di produzione per più di 10 anni.
Prova poi ad affrancarsi dal suo pesante socio con il superoistico "Poliziotto superpiù" (1980), di Sergio Corbucci, autentico "must - see" per i bambini di tutto il mondo ma che non basta a liberarlo da Spencer.
Per non parlare dell'inutile remake di "Don Camillo" (1983), girato dallo stesso Terence Hill, in cui si vedono gia i semi degli agghiaccianti "Don Matteo" a venire.
L'ultimo film girato col gigante partenopeo (se si esclude il triste "Botte di Natale" del 1994, tentativo maldestro e fuori tempo anagrafico di rinverdire i fasti della coppia), è il poliziesco "Miami Supercops - I poliziotti dell'8ª strada" (1985), di Bruno Corbucci.

Terence Hill15
Nel 1987 prova a lanciare la carriera cinematografica del figlio adottivo Ross, interpretando con lui lo scanzonato "Renegade - Un osso troppo duro", di E.B. Clucher.
Purtoppo la tragedia è dietro l'angolo: il figlio muore in un incidente stradale nel 1990, cosa che causa al nostro Terence un lungo periodo di depressione.
Nel 1991 prova, senza riuscirci, a ridurre a film il mitico fumetto di Morris "Lucky Luke": il risultato delude sia i fans di Hill che quelli del fumetto francese.
Torna al cinema col trashissimo "Potenza virtuale" (1997), una delle ultime pellicole dell'eroico Antonio Margheriti, un action di fantascenza a fianco dell'ex pugile Marvin Hagler.
Su quello che ha fatto dopo il nostro Terence, preferiamo stendere un velo pietoso ma intendiamo qui ribadire che il nostro affetto nei suoi confronti rimane immutato per sempre.
Ti vogliamo bene, Mario, tanti tanti auguri!

"Trinità: "Be', quando ha detto che nostra madre è una vecchia bagascia..."
Bambino: "Ma è la verità!"
Trinità: "Sì, ma non è vecchia!"
Trinità/Terence Hill; Bambino/Bud Spencer - Lo chiamavano Trinità...

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