Un pilastro del Pulp, un'architrave del noir, una pietra miliare!
È lui, l'invincibile MICKEY SPILLANE, cari amici dei Mutzhi Mambo, lo scrittore hard-boiled per eccellenza, il poeta del "Piombo bollente"!
Politicamente scorretto, reazionario, misogino, manicheo, il migliore a narrare trame sordide, piene di personaggi rudi, donne fatali, criminali feroci, dove le pistole e i cazzotti funzionano meglio di qualsiasi dialogo.
Spillane era uno che scriveva molto e molto in fretta; lui stesso dichiarò di essere in grado di buttar giù di getto cinque pagine senza dover poi rivedere nemmeno una parola.
I suoi libri infatti vanno giù come birra fresca in estate ma bruciano la gola come uno scotch invecchiato.
Azione e sesso; due elementi che, sorretti da uno stile asciutto di stampo quasi giornalistico, ed ad un ritmo mai meno che serrato, permisero a Spillane di fare una cosa che egli riteneva fondamentale per qualsiasi narratore: intrattenere.
Lui stesso era molto simile al proprio personaggio principe, lo spigoloso investigatore Mike Hammer: deciso, antipatico, amante delle belle donne, presuntuoso, e spesso a ragione.
Il suo cognome stesso, Hammer, va inteso per “The Hammer of God”, il martello di Dio che colpisce senza pietà gli iniqui e i colpevoli.
La furia di Mike Hammer è al servizio di ciò che Mike Hammer ritiene giusto, e il suddetto se ne sbatte altamente se la cosa è “giusta” in senso ampio o meno.
I cattivi si combattono colpo su colpo, senza regole tra i piedi e senza limitazioni di sorta: non si fanno prigionieri.
Spillane oltre che un grandissimo autore fu soprattutto un eccellente osservatore e patologo della realtà, cinica e disincantata del nostro mondo.
In un universo corrotto, violento, traumatico, non c’è posto per i deboli e neppure per i buoni.
Per contrastare il male bisogna utilizzare i suoi stessi mezzi!
Era questa la sua filosofia e per questo Mickey non era simpatico a molti, soprattutto non era simpatico alla critica che troppo tardi si è accorta del suo valore.
Ma della critica a Spillane amò sempre farsi beffe: "Non mi importa un accidente di leggere le recensioni", soleva dire, precisando di essere più interessato ai rendiconti derivanti dal diritto d'autore.
Si vantava di essere lo scrittore piu tradotto al mondo dopo Tolstoj e di scrivere per denaro.
Mescolando letteratura “alta” con le regole (o l’assenza di esse) del “genere” Spillane ottenne un cocktail letale, che lo ha portato ad essere ancora oggi una pietra miliare per la storia del Giallo e non solo.
E’ assolutamente impossibile ritenere Spillane unicamente uno scrittore.
Non si può incatenare (neppure da morto) un uomo capace di passare da agente FBI (collaborò a numerose operazioni antidroga) a predicatore religioso e testimonial per una marca di birra!
Mickey era unico!
Frank Michael Morrison Spillane (cosi all'anagrafe) nasce a New York, il 9 marzo del 1918.
Figlio di un barista, nato nel quartiere newyorkese di Brooklyn ma cresciuto nel sobborgo industriale di Elizabeth, stato del New Jersey, il futuro scrittore inizia la carriera scrivendo brevi racconti seriali belli Pulp per giornali quotidiani, periodici e riviste a fumetti della Marvel che pubblicano le storie di "Capitan America", "Capitan Marvel" e della "Torcia Umana" originale.
Appassionato di letteratura classica (dichiarerà di aver amato particolarmente i romanzi di Alexandre Dumas), abbandona ben presto gli studi di Legge per dedicarsi totalmente alla scrittura.
Nel frattempo sbarca il lunario vendendo cravatte, facendo il bagnino sulle spiagge di Long Island e addirittura l'uomo proiettile (mai mestiere sarà più profetico…) al circo.
Neppure trentenne, nel 1947, a seconda guerra mondiale terminata (aveva servito nell'Aeronautica), pubblica il suo primo romanzo di successo con protagonista Mike Hammer, "I, the Jury", pubblicato in Italia con il titolo di "Ti ucciderò".
Seguiranno altri racconti di successo.
Degni di segnalazione sono, fra i primi da lui pubblicati, "La vendetta è mia", "Una ragazza e una pistola" (entrambi del 1950), "Il colpo gobbo" e "Tragica notte" (del 1951). Ricordiamo inoltre: "Il fattore Delta" (1965), "Killer mio! " (1965), "Il club del vizio" (1969), "Fuori l’ultimo" (1973), "Piccolo mostro" (1975).
Negli anni sessanta, dopo un lungo periodo di stop (1953-1961), ricomincia a scrivere, creando pure un nuovo personaggio: Tiger Mann, una spia che lavora per una fondazione di un miliardario militante nella destra radicale.
Ispirato chiaramente al piu celebre James Bond di Ian Fleming, Tiger Mann fa sembrare l'agente segreto inglese una mammoletta raffinata ma non avrà lo stesso successo del suo omologo britannico, anche se comunque ne verranno pubblicate quattro avventure.
Spillane scrive anche libri per ragazzi, ma il suo più celebre successo rimane sicuramente Mike Hammer.
Nella sua vita avrà sempre una forte, radicale avversione al comunismo e, negli anni cinquanta, non nasconde la sua adesione all'operato del famigerato senatore Joseph McCarthy, quello della "caccia alle streghe" per intenderci, rispetto alla quale inserirà espliciti riferimenti in un suo libro, "Cacciatori di donne", da lui interpretato anche sullo schermo cinematografico.
Prima di raggiungere il successo, collabora perfino con l'FBI in pericolose operazioni antidroga in cui rischierà veramente le penne e che gli costeranno anche diverse ferite.
Trova il modo di occuparsi anche di cinema, riducendo in sceneggiature alcuni propri lavori e interpretando talvolta lui stesso Mike Hammer, il suo personaggio prediletto.
Per ben due volte (dal 1953 al 1961 e poi di nuovo fra il 1973 e il 1989) si ritira dalla professione per poi tornare a pubblicare nuove storie.
Nei lunghi periodi di stasi si dedicherà alla religione, avvicinandosi al movimento dei testimoni di Geova, dei quali diviene un fervido sostenitore, soprattutto perché negano con forza la teoria evoluzionistica di Darwin: per Spillane infatti si nasce stronzi e basta!
Per arrotondare le entrate derivanti dalle royalty delle vendite dei suoi libri si arrangia a fare la pubblicità per una marca di birra.
In virtù del fatto che l’azione, le belle donne e le dinamiche criminali sono il traliccio portante del mondo hammeriano, e dal momento che questi elementi hanno una resa elevata in termini di intrattenimento, una volta messi sul grande schermo, non trascurabile sarà il numero degli adattamenti cinematografici basati sul personaggio di Hammer.
Alcuni di questi rimangono fedeli alle trame narrate sulla carta stampata, altri meno.
Robert Aldrich, il regista che realizzerà il bellissimo “Un bacio e una pistola” (1955), una volta dichiarerà: “Il mio film dal libro non ha preso proprio nulla. Abbiamo mantenuto soltanto il titolo. Tutto il resto lo abbiamo buttato via”.
Certo è che nella pellicola di Aldrich l’aspetto violento di Hammer è notevolmente ridimensionato rispetto al libro.
Nel 1963 lo stesso Spillane interpreterà il ruolo dell’investigatore Mike Hammer nel film “Cacciatori di donne” di Roy Rowland.
Pare che sia l’unica trasposizione cinematografica tra quelle realizzate sulle avventure di Hammer di cui Spillane si dichiari soddisfatto.
Si citano comunque almeno i primi due film tratti dai suoi libri: "La mia legge" (1953), di Harry Essex, con Biff Elliot e Preston Foster, e "La lunga notte" (1954), di Victor Saville con Anthony Quinn, Charles Coburn, Gene Evans e Peggie Castle.
Frank Morrison Spillane verrà alla fine ammazzato dal cancro a Murrells Inlet, il paese della Carolina del Sud dove si era ritirato, il 17 luglio del 2006, dopo un discreto numero di matrimoni e, stando ad una stima di quell'anno, oltre 200 milioni le copie dei suoi libri vendute solo negli U.S.A.
Mickey ” the rough” Spillane: il duro più duro dei duri!
Noi chiaramente non possiamo che amarlo…
Onore a Mickey Spillane!
"Quasi a rispondermi, un lampo accecante balenò nel cielo. Bastarono due minuti alle macchine della polizia per piombare sul posto. Arrivarono dalle due estremità della strada, a tutta sirena, andarono ad arrestarsi sotto il lampione, e gli agenti che sedevano vicino all’autista erano a terra prima ancora che le gomme avessero smesso di gemere. Uno degli agenti, un giovane, stringeva in pugno una rivoltella e pareva prontissimo a servirsene. Me la puntò diritto al ventre e disse: «Chi siete voi?» Indicai con la sigaretta il cadavere sul marciapiede. «Testimone oculare,» risposi laconicamente. Un altro agente mi scivolò alle spalle e mi fece scorrere le mani sulle tasche. Trovò la rivoltella, la tolse dalla fondina ed annusò la canna. Per un attimo pensai che fosse sul punto di calarmi il calcio della pistola sulla testa, ma evidentemente si trattava di un poliziotto vecchio abbastanza per informarsi prima di giungere a conclusioni che potevano essere avventate. Mi fissò con aria interrogativa. «Guardate nella tasca sinistra del mio impermeabile,» dissi. Mi infilò la mano in tasca e prese il portafogli. In uno scomparto c’erano il distintivo, la licenza di esercizio ed il porto d’armi. Controllò i documenti con la massima cura, osservando prima la fotografia e poi il mio viso. «Agente privato Mike Hammer.»"
Mickey Spillane - Il Colpo Gobbo