Quando l’arte si fa tamarra, cari amici dei Mutzhi Mambo, i tamarri cominciano a fare arte!
E difficilmente troverete un tamarrone altrettanto bravo del gigantesco SIMON BISLEY, il disegnatore del fetentissimo Lobo!
Potente, visionario, surreale, violento, le sue illustrazioni ipertrofiche, deformi, debordanti, sono le migliori attestazioni di quanto il fumetto sia riuscito ad incamerare i dettami degli autori underground per farne un prodotto mainstream.
Oddio, le creazioni di Bisley non si possono certo definire canonicamente “commerciali” ma sono riuscite a sdoganare presso un pubblico più ampio le visioni post punk di autori come Corben e Liberatore.
Questo grazie alla sua mano felice, abile col pennino e abillissima con la tavolozza, capace di esagerazioni grottesche e dettagli iperrealistici, di tratteggiare sensuallissime guerriere e mostri repellenti, senza mai perdere il suo tocco ironico e assolutamente riconoscibile (pur vantando orde di imitatori).
Il suo stile, basato sulle vernici e sull'airbrushing così come sugli inchiostri, è fortemente influenzato da autori come Richard Corben, Frank Frazetta e Bill Sienkiewicz ma anche ad artisti “classici” come Michelangelo, Rembrandt, Salvador Dalì, Gustav Klimt o Egon Schiele.
Prende inoltre ispirazione dalle copertine degli album rock, dai graffiti metropolitani come dall'arte del fumetto tradizionale.
Un vero meltin’ pot di stili apparentemente inconciliabili che però in Bisley trovano la quadra…
Simon Bisley nasce il 4 marzo del 1962 in Inghilterra.
Incomincia a disegnare non appena in grado di impugnare una matita, non sentendo alcun bisogno di fogli finché la casa avesse avuto ancora spazio bianco sui muri.
Quando è ancora uno studente Bisley fa un disegno di un robot che teneva un bambino e lo manda alla redazione di “2000 AD”, la rivista (tutt’ora in corso di pubblicazione) all’epoca capofila del fumetto indipendente inglese
L'immagine viene vista da Pat Mills e lo ispira a rilanciare, nel 1987, la striscia sul comic in bianco e nero “ABC Warriors”, per la Fleetway, con Bisley (accreditato come “Steve Bisley") ai disegni.
Nello stesso periodo, mentre incomincia a sviluppare il suo inconfondibile stile pittorico, gli viene affidata la graphic novel “Slaine! - Il Dio Cornuto”, sempre per i testi di Mills, uno dei migliori e più raffinati fumetti fantasy, basato sui miti celtici, usciti in quegli anni.
Grazie al successo del suo “barbaro britannico”, ormai può contare su una notevole popolarità e passa a disegnare, sempre su “2000 AD”, le avventure del più celebre personaggio inglese (dopo i Beatles e la regina), lo spietato magistrato del futuro “Judge Dredd”.
Nei primi anni Novanta, dopo aver conquistato numerosi premi, presenta i suoi lavori alle maggiori case editrici americane e la DC Comics lo ingaggia per disegnare una mini di quattro numeri dedicata all'astro nascente “Lobo”, per i testi di Keith Giffen e Alan Grant, le avventure dello scafatissimo cacciatore di taglie, mercenario e sicario interstellare proveniente dal pianeta Czarnia, che si rivelerà un successo di incredibili dimensioni (anche in seguito alle note polemiche per i contenuti violenti e amorali).
Segue uno dei più attesi cross-over di tutti i tempi, “Batman - Judge Dredd”, che viene pubblicata in contemporanea per il mercato inglese, in grande formato (che meglio valorizza i disegni del talentuoso Bisley), per i tipi della Fleetway, e per il mercato americano, in formato albo, per la DC Comics.
Si getta quindi in una serie di folli progetti come la graphic novel “The Melting Pot”, con Kevin Eastman e Eric Talbot, o “BodyCount: a Teenage Mutant Ninja Turtles Adventure”, sempre scritta da Eastman, altra graphic novel pubblicata dalla Image.
Per “Heavy Metal” quindi crea la serie “Simon Coldwater”.
Disegna alcuni numeri di “Hellblazer”, il team up “Lobo vs. Batman”, una storia per “Batman Black&White”, una degli “X-Men”, una di “Halo” e una di “Hulk”, nonché diverse copertine di albi.
Lavora ai disegni preparatori e all'adattamento a fumetti di “F.A.K.K. 2”, il purtroppo pessimo sequel di “Heavy Metal - The Movie” (non per colpa del nostro, però), utilizzando come modella per il personaggio principale la moglie di Eastman, la splendida attrice di B-movies Julie Strain.
Per la Ony Press esce il frutto della sua collaborazione con il famoso sceneggiatore americano Frank Miller, il distopico “Bad Boy”.
Illustra diverse copertine di gruppi metal (come potrebbe essere altrimenti…), tra cui Mortal Sin, Anihilated, First Offence, Drunken State e anche per il cupo Danzig.
Suona pure il basso in un gruppo (indovinate di che genere…), i Doomtrodon.
Ultimamente si dedica allo sviluppo del design di alcuni videogames.
Vive in Gran Bretagna con la moglie Karen, la figlia Drue, il figlio Jake e il gatto Lobo.
A proposito di “Lobo”: ha annunciato il suo ritorno al personaggio che lo ha reso famoso, insieme al team originale (Giffen e Grant) che lo aveva lanciato, nonché una storia di “Thor”.
Certo, vista la sua proverbiale, mastodontica lentezza, chissà quando potremo goderci le nuove avventure del nostro Czarniano preferito…
Tanti auguri Maestro!
“Adoro i tizi che cercano di maciullarmi!”
Lobo (da “Lobo’s Back”, di Giffen/Bisley)