Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

Ma quanto erano belli i mostroni giapponesi di ISHIRÔ HONDA! 
Godzilla & Co., goffi e approssimativamente realizzati com'erano, non facevano certo paura a nessuno ma avevano un fascino pazzesco, unico.
L'attesa dello scontro finale si faceva spasmodica, mentre le più grandi metropoli (palesemente di cartapesta) venivano giù come birilli e areoplanini giocattolo esplodevano come petardi a Capodanno! 
Cosa c'era di più bello che ammirare due mostri pupazzosi mettersi in guardia come (in)esperti di karate, come improbabili samurai ritardati per affrontarsi all'ultima zampata?
E cosa di più meraviglioso delle loro urla lancinanti che facevano rimbombare la saletta parrocchiale di IV visione?

Ishirô Honda12Per dei bimbi di poche pretese e ancor meno amici, andare da soli in questi cinemini, evitando gli immancabili pedofili pronti a molestarli nel silenzio della sala o i soliti bulletti pronti a pestarli nel buio delle ultime file, era già avventura!
Bastavano i pop corn, una bottiglietta di cedrata e via con i mostri!
Meglio se con doppia proiezione!
Ecchissene frega se la trama faceva schifo, se la recitazione era penosa e gli effetti speciali ridicoli!
Vuoi mettere il brivido delle mega-botte!
Lo sappiamo, è un cinema che non c'è più, cari amici dei Mutzhi Mambo, anche proprio per come veniva fruito e "gustato": archeologia pura, come Pompei o le Piramidi...inutile rimpiangerlo adesso ma celebrarlo, perdio, quello si! 
Perché era un rito!
E Ishirô Honda era il suo Maestro di Cerimonia!

Ishirō Honda nasce a Yamagata, il 7 maggio del 1911. 
Le origini del nome sono curiose: essendo nato nell'anno del cinghiale, il padre fonde due nomi insieme, Ino (cinghiale) e Shiro (quartogenito), da qui Ishiro o Inoshiro come scritto in alcune biografie.
Essendo bravo nel disegnare, Ishiro Honda vuole diventare un artista ma alla fine si dedica fin dall'adolescenza al cinema. 
Dopo aver conseguito un diploma in Belle arti, nel 1933 comincia la sua carriera cinematografica presso gli studi del Photo Chemical Laboratory (in seguito casa di produzione Tōhō), dove lavora alle dipendenze di Kajiro Yamamoto. 
Nel 1938 sposa Kimi, anch’essa impiegata nel mondo di celluloide come supervisionatrice delle sceneggiature.
Arruolato per difendere il paese per tre volte, Honda viene fatto prigioniero per un anno in Cina.
È qui che scopre con orrore che Hiroshima e Nagasaki sono state bombardate dalla bomba atomica. 

Ishirô Honda14
Sotto la guida di due illustri registi del cinema giapponese come il già citato Yakamoto e Akira Kurosawa, il giovane Ishirô accresce la sua esperienza fino ad essere secondo alla regia nel film "Cane randagio" nel 1949, in cui interpreta anche una piccola parte.
Sempre negli stessi anni gira due documentari: "A Story of a Co-op" e "Ise Island".
Finalmente, la svolta decisiva avviene nel 1951 entrando nella Toho Ltd., per la quale dirige il film di guerra "La Perla Blu". 
A questo ne seguono altri, uno in particolare, "Operazione Kamikaze" (1953), film di propaganda sull'ammiraglio Yamamoto Isoroku, è la chiave che aprirà la porta alla bestia atomica più famosa al mondo, "Godzilla" ("Gojira"). 
In questi anni si forma un trio formidabile tra regia-effetti speciali-produzione i cui membri sono: Ishirô Honda, Eiji Tsuburaya e Tomoyuki Tanaka. 
Tra il 1956 ed il 1958 i tre girano vari film di guerra e commedie prima di passare definitivamente al genere Kajiu Eiga (“film di mostri”).
Moltissima della produzione di Honda è basata proprio sulla mutazione e contaminazione radioattiva.
Raggiunge la notorietà con il leggendario "Gojira", storia di un essere mostruoso risvegliato dal suo letargo nell'oceano Pacifico dalle sperimentazioni nucleari statunitensi, primo film di un'interminabile serie di lavori fantascientifici con mostri preistorici come protagonisti.
Se Godzilla rappresenta un caso esemplare di successo dovuto a fattori imprevedibili ‒ tra cui il ricordo della bomba atomica, l'abilità nella costruzione di modellini del tecnico degli effetti speciali Tsuburaya Eiji, il fascino naif che il prodotto assume all'estero ‒ i lavori successivi permettono a Honda di declinare il tema del mostro in tutti i modi possibili.
Alcuni film, come "Jūjin yukiotoko" (1955 - noto anche come “Beast man Snow man”), vengono prodotti con capitali statunitensi e girati in versioni multiple con troupe diverse (come già accaduto per la versione americana di "Godzilla", interpolata con nuove sequenze interpretate da Raymond Burr); altri, come il molto apprezzato "Rodan, il mostro alato" (1956), grazie all'adozione del colore, spingono sino all'eccesso la creazione spettacolare di bestie giganti. 

Ishirô Honda5
Da allora i mostri creati da Honda e Tsuburaya ‒ tra cui meduse volanti, farfalle macroscopiche, pterodattili, idre a due teste ‒ assumono le caratteristiche di eroi popolari e fanciulleschi, destinati a scontrarsi in scenari metropolitani e apocalittici.
Honda dirige, fra i molti, "Daikaijū Baran" (1958, noto anche come "Baran: monster from the East"), "Mosura" (1961), "Mothra" (1961), "Gorath" (1962) "Yosei Gorasu" (1962), "Atragon" (1963), "Watang! Nel favoloso impero dei mostri" (1964), "Ghidorah! Il mostro a tre teste" (1964), "Dogora - Il mostro della grande palude" (1964).
"Matango il mostro" (1963), è un caso a parte: delirante esempio di horror metaforico, in cui i protagonisti vengono trasformati in enormi funghi, è considerato il capolavoro di Honda, grazie alle atmosfere morbose e all'ambientazione straniante.
Oltre a inventare intere famiglie di mostri, Honda utilizza anche personaggi fantastici già noti, ai quali del resto si era ampiamente ispirato: ne sono esempi titoli come "Il trionfo di King Kong" (1962), dove il gigantesco scimmione sconfigge Godzilla; il supercult "Frankenstein alla conquista della Terra" (1965), in cui la creatura di Mary Shelley, tornata in vita, si scontra con l'orrido animale preistorico Baragon; o "Gli eredi di King Kong" (1968). 
Il regista sviluppa anche il settore della fantascienza extra-terrestre: a questo proposito vanno ricordati "I Misteriani" (1957) e soprattutto "Inferno nella Stratosfera" (1959), nel quale la stessa città di Tokyo viene letteralmente dissolta dagli alieni. 
Dalla seconda metà degli anni Sessanta, l'inventiva di Honda perde la vivacità surreale degli esordi e si spenge tra rielaborazioni del solito genere fantastico: "L'invasione degli astromostri" (1965), "Il mostro Frankenstein" (1966), "Il ritorno di Gorgo" (1969), "La vendetta di Godzilla" (1969), "Atom, il mostro della galassia" (1970) e il malinconico "Distruggete Kong, la Terra è in pericolo!" (1975) sono le ultime, paradossali opere del regista, che nel 1975 lascia il cinema per dedicarsi alla televisione e al ruolo di consulente tecnico per i film dell'amico Kurosawa. 
Negli ultimi vent'anni di vita riprende infatti la sua collaborazione con maestro del cinema del Sol Levante che nel 1980 regalerà lo splendido "Kagemusha - L'ombra del guerriero", e diviene una sorta di consigliere speciale negli ultimi film del grande Kurosawa, tutti, guarda un po’, sul tema del nucleare. 
Ishirô Honda si spenge il 28 febbraio 1993 a Tokyo, per un attacco cardiaco. 
Beato un mondo dove gli unici "mostri" sono quelli di cartapesta del grande regista nipponico...
Onore a Ishirô Honda!

"Sembra di essere tornati indietro di due milioni di anni. Questo sta accadendo sotto i miei occhi. Il mostro preistorico chiamato ormai da tutti Godzilla emerge in questo momento dalle acque. È più alto di un grattacielo di trenta piani."
Steve Martin/Raymond Burr - Godzilla



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