RISCALDAMENTO GLOBALE
Prima che arrivasse questo maledetto "Global Warming", c'è stato un altro momento in cui la Terra ha subito un anomalo innalzamento delle temperature: è stato quando è apparsa sulle scene la torrida JANE RUSSELL, la più "bollente" delle pin-up!
E allora altro che ventilatori, cari amici dei Mutzhi Mambo! Altro che condizionatori! Altro che ghiaccio!
Bastava un'occhiata alla sua vertiginosa scollatura e la temperatura saliva, saliva, saliva, fino a friggerti il cervello!
E non era solo la temperatura a salire...
Alta, sinuosa, formosissima, dotata di una bellezza non canonica, particolare, Jane Russell è stata la più scandalosa delle dive dell'epoca d'oro di Hollywood, la più intrigante e, ammettiamolo, la più arrapante.
In quegli anni bigotti, essere l'attrice più sexy del mondo era praticamente un marchio d'infamia, quasi come essere considerata una donnaccia, una poco di buono, ma per la Russell era motivo di orgoglio!
È stata una delle attrici americane più interessanti della storia del cinema mondiale: non ha fatto tanti film, ma quando c'era lei anche la pellicola più mediocre diventava indimenticabile!
Grazie al suo fascino impagabile riuscì a conquistare lo spettatore ben oltre le sue forme da capogiro e il suo sguardo ammaliante, perché era davvero un personaggione, prima di essere un simbolo erotico.
Venne lanciata nel cinema dal controverso miliardario e produttore Howard Hughes che per lei aveva perso letteralmente la testa (arriverà a progettare addirittura un reggiseno apposta per lei), e diventò celebre con una ventina di film spalmati su due decenni di carriera.
Erano anni in cui gli uomini "preferivano" le bionde, ma lei riuscì perfino a dare del filo da torcere alla star più amata di tutti, la dolce collega e amica Marilyn Monroe, ribadendo che sì, le bionde saranno pure più carine, ma a letto si sognano le more...
Gli Studios la imposero come la vamp più sexy e peccaminosa del momento, soprattutto con "Il mio corpo ti scalderà" una delle pellicole più censurate del 1943.
Per gli spettatori era diventata il prototipo della "mangiauomini", dallo sguardo sessualmente invitante e dal temperamento rovente.
Una così non passa certo inosservata: divenne protagonista del gossip e l'interprete ideale di commedie e musical, grazie a una voce favolosa e a un carisma senza rivali.
Sullo schermo fu un'ironica Calamity Jane, una sordida entraineuse, un'amante di gangsters, una cantante da saloon e perfino una truffatrice.
E, come valore aggiunto, ha avuto anche il buon senso e la lucidità di accorgersi del tramonto della sua bellezza, decidendo di ritirarsi anzitempo dal cinema (ma non dal teatro, che la vedrà calcare i palchi fino all'ultimo...), risparmiando ai suoi ammiratori la tristezza di veder sfiorire il sex appeal che l'aveva resa famosa.
Ma senza drammi, eremitaggi o rimpianti: solo un intelligente, progressivo allontanarsi dalla ribalta.
Senza darla vinta agli sciacalli di Hollywood che sulle tragiche "cadute" delle ex dive paiono proprio goderci.
Sopra questi casi umani delle starlette allo sbando ci hanno costruito una vera propria mitologia, una messinscena del cinismo e dell'ipocrisia dello spietato mondo dello spettacolo, divoratore più che fabbricatore di sogni: un'agghiacciante, perenne, ciclica pantomima di cui, fortunatamente, Jane non ha voluto far parte...
Ernestine Jane Geraldine Russell nasce il 21 giugno del 1921 a Bemidji, in Minnesota,
Sorella maggiore dei suoi quattro fratelli, suo padre è un tenente dell'esercito degli Stati Uniti, e sua madre, un ex attrice di teatro.
Frequenta la Van Nuys High School di Los Angeles, assieme a James Dougherty, primo marito della sua futura collega Marilyn Monroe.
Dopo essersi stabiliti nella San Fernando Valley, in California, i Russell prendono a casa a Burbank, dove suo padre trova lavoro come amministratore di un'industria di sapone; sua madre, invece, arrotonda dando lezioni di pianoforte, che impartisce anche alla figlia.
In complesso si possono definire una famiglia agiata.
Jane, fin dalla più tenera età, si interessa alla musica, ma anche alla recitazione che la spinge a partecipare ad alcuni spettacoli liceali; ma l'idea di fare l'attrice non le passa nemmeno per l'anticamera del cervello, il suo sogno è quello di diventare una stilista.
Un sogno che viene costretta a mettere da una parte dopo la morte del padre.
Dopo il diploma, a soli 16 anni, deve portare a casa la pagnotta e trova un posto come segretaria di un dentista. Ma i soldi non bastano, così è costretta ad accettare lavori come fotomodella: dopotutto, alta e bella com'è, gli ingaggi non le mancano.
Alla fine, riesce a mettere da parte abbastanza denaro da potersi permettere i corsi di recitazione con Max Reinhardt e il suo Theatrical Workshop e con l'attrice russa Maria Ouspenskava.
Scoperta dal tycoon Howard Hughes, che si innamora follemente di lei, la impone nel cast di un western di Howard Hawks, "Il mio corpo ti scalderà" (1943) con Walter Huston, in cui ha una piccola parte che però segnerà per sempre la sua carriera nonché l'immaginario erotico dell'epca.
La pellicola sarà una delle più pubblicizzate della storia e diviene celebre grazie al suo manifesto, nel quale la Russell giace stuzzicante su un mucchio di fieno, con una mano sui fianchi, le labbra lascive, l'occhio deciso e un vestito aderente al seno (aiutato da un reggipetto speciale disegnato da Hughes in persona).
Terminata già nel 1941, viene bloccata dalla censura fino al 1943, a causa di tagli richiesti e revisioni riguardanti proprio la parte del film durante il quale appare la nostra.
La versione "uncut" uscirà solo nel 1946!
I puritani pensano che il procace seno dell'attrice debuttante (peraltro non scoperto) abbia il potere di distruggere da solo la fibra morale della nazione: oddio, in realtà è tutto il "pacchetto" Russell capace di indurre pensieri impuri negli spettatori, tanto che l'attrice subirà un vero e proprio ostracismo e resterà per diversi anni inattiva.
Anche se il ruolo di Rio McDonald è una parte di contorno di una ventina di minuti, alla stampa è chiaro che il film è praticamente della Russell: è lei e solo lei la pietra dello scandalo...
Purtroppo il contratto con Hughes è firmato per 7 anni, e questo, seppure all'inizio l'aveva agevolata, le costerà molto, in termini di carriera, perche le scelte del miliardario sulle parti da farle interpretare (sempre e solo la bonazza mangiauomini) non saranno quasi mai lungimiranti...
Jane Russell si sposa nel 1943, col noto quarterback Bob Waterfield, un tipo davvero tutto muscoli che le faceva la corte dai tempi del liceo, e il matrimonio durerà fin al 1968.
Le viene offerto un ruolo in uno spot commerciale per lo shampoo Lustre Creme, ma lei tenta di lanciarsi come cantante radiofonica, dimostrando alla gente che, oltre alle tette, ha pure una bellissima voce.
Incide i singoli "As Long As I Live" e "Boin-n-n-g!", poi seguiti da un album prodotto dalla Columbia Records. Specializzata nelle ballate, si esibirà anche con Frank Sinatra.
Il comico Bob Hope la stima e la fa lavorare con lui in uno show radiofonico: dopo questa collaborazione i due verranno invitati a lavorare anche nel cinema, con la divertente pellicola "Viso pallido (1948), nel quale la Russell vestì i panni della banditessa Calamity Jane.
Negli anni Cinquanta, lavora come partner di Robert Mitchum nei noir "Il suo tipo di donna" (1951), di John Farrow, e "L'avventuriero di Macao" (1952) di Josef von Sternberg.
Definita "double dynamite" ("doppia dinamite"), scopre sempre più le sue doti di attrice vera recitando con Frank Sinatra e Groucho Marx nel divertente "Questi dannati quattrini" (1951), di Irving Cummings, il cui titolo originale è appunto "Double Dynamite"; la ammiriamo poi in compagnia di Victor Mature e Vincent Price nel noir "La città del piacere" (1952), di Robert Stevenson, e tocca l'apice del successo con la commedia "Gli uomini preferiscono le bionde" (1953) di Howard Hawks, in un ruolo che la vede rivaleggiare con Marilyn Monroe.
La parte di Dorothy Shaw, splendida ballerina dagli occhi ammalianti e dai vestiti pieni di paillettes che preferisce i muscoli ai diamanti, esalta tutta la sua bravura in ruoli brillanti, tanto da spingerla, nel 1955, a lavorare al sequel del film "Gli uomini sposano le brune", di Richard Sale, con però la brava ma più insipida Jeanne Craig, la "fidanzatina d'America", al posto della Monroe.
Hughes e la RKO, la impogono poi in "La linea francese" (1953), di Lloyd Bacon, dove si mostra in costume da bagno intero, che però si strapperà strategicamente trasformandosi in un audace bikini.
A seguire arrivano "La donna venduta" (1955) di Nicholas Ray, l'avventuroso "Il tesoro sommerso" (1955), di John Sturges, "Orgoglio di razza" (1955), di Joseph Pevney, e due film di Raoul Walsh: il western "Gli implacabili" (1955) nel quale fa girare la testa a Clark Gable e Robert Ryan, in un viaggio dal Texas al Montana, e la commedia "Femmina ribelle" (1956).
Indimenticabile nel ruolo di conturbante zingara in "La donna venduta" (1956), di Nicholas Ray, ma dopo il flop di "Vietato rubare le stelle" (1957), la Russell decide di lasciare per un po' il cinema e ritornare nel mondo della musica; per questo fonda con Connie Haines un gruppo gospel che si avvale delle orchestre di Harry James e Tommy Dorsey e della cantante inglese Beryl Davis, che aveva riscosso un grandissimo successo, sostenendo e intrattenendo le truppe durante la Seconda Guerra Mondiale.
Jane collabora poi con la bravissima Della Russell, con Lyn Murray, Rhonda Fleming, Terry Gibbs e Tony Scott, scalando le classifiche della musica gospel e jazz.
Nell'ottobre del 1957, comincia a esibirsi nel nightclub del Sands Hotel di Las Vegas, partendo poi con un tour che toccherà varie parti dell'America, ma anche il Messico, il Sud America ed l'Europa.
I suoi dischi venderanno moltissime copie e lei verrà invitata nei più prestigiosi teatri statunitensi.
Arriva pure in Italia e noi non perdiamo occasione di fare la solita figura dei burini: la televisione le organizza uno show in un grande albergo, dove Jane deve cantare alcune delle canzoni del suo repertorio.
La piazzano su un improvvisato palcoscenico davanti ai tavoli della sala ristorante e mentre canta si sentono i rumori delle posate e dei camerieri che le passavano davanti.
Ancora una volta si rivela spiritosa e autoironica, dichiarando che per la prima volta, al posto dei timpani e dei tamburi era stata accompagnata dai bicchieri e dai piatti...
Nel 1964, torna al cinema accanto a Glenn Ford nel drammatico "Destino in agguato", di Ralph Nelsin, ma non rimane entusiasta del suo piccolo ruolo e così ci riprova con due western di serie B nel 1966, affiancata da Dana Andrews e Lon Chaney Jr., in "Johnny Reno", di A.C. Lyles, e da Howard Keel in "Waco, una pistola infallibile", di R.G. Springsteen, che per lei si rivelano ancora più deludenti, tanto che per altri tre anni scompare di nuovo dal grande schermo.
Dopo un ruolo minore nel biker-movie "Violence" (1967), di Tom Laughlin, la si rivedrà per l'ultima volta sul grande schermo nel thriller "Grande caldo per il racket della droga" (1970), di Robert Clouse, con Rod Taylor.
A parte questo film, e delle piccole parti in TV, tra cui una puntata del telefilm poliziesco "Hunter" (1986), di Jane si comincerà a parlare sempre meno.
Ma lo spirito di questa donna non si spegne: si butta anima e corpo nel mondo della musica e del teatro, trionfando come star dei musical di Broadway "Company" e "The Swinging Forties", portato alle scene fino all'età di 84 anni.
Non perde la voglia di cantare, di ballare e di recitare e, con molta ironia, non più giovanissima accetta di diventare la testimonial dei reggiseni Playtex... e chi meglio di lei potrebbe sponsorizzarli?
Si risposa la seconda volta con l'attore Roger Barrett nel 1968 ma purtroppo il matrimonio termina solo tre mesi dopo con la morte di Barrett.
L'ultimo marito è il broker finanziario John Calvin Peoples, sposato il 31 gennaio 1974 e morto il 9 aprile 1999. Sarà lui a spingere la Russell a trasferirsi lontano da Hollywood, scegliendo Sedona, una piccola città dell'Arizona come loro ultima dimora, anche se ogni tanto tornano nella loro residenza californiana di Montecito.
Essendo sterile, la Russell aveva adottato tre bambini e fonda il "World Adoption International Fund", un'organizzazione che aiuta i bambini a trovare delle famiglie adottive, pioniera nel campo delle adozioni internazionali.
Leonardo DiCaprio la intervista mentre lavora al ruolo di Howard Hughes nel film di Martin Scorsese "The Aviator" (2004).
Viene impersonata sul piccolo schermo da Renee Henderson nella miniserie "Blonde" (2001) della CBS.
La "Doppia Dinamite" alla fine esplode davvero e muore nella sua casa di Santa Maria Valley di California per problemi respiratori il 28 febbraio del 2005.
Tanto ormai, a riscaldare il pianeta, ci sono le emissioni di CO2...erano meglio le tette della Russell!
Onore a Jane Russell!
"Mi piacciono gli uomini che sanno correre più veloce di me"
Jane Russell