Finalmente! Dopo una lunga, misteriosa latitanza, ritornano dal vivo i letali MUTZHI MAMBO! E che giorno scelgono per TORNARE DAL VIVO? Ma il GIORNO DEI MORTI, come potrebbe essere altrimenti! E ci...

Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

SANTO SANGUE E CHÀ-CHÀ-CHÀ

Le sfide ci piacciono ma racchiudere l'opera di quel matto visionario di ALEJANDRO JODOROWSKY in un Almanacco, è un'impresa davvero ardua, disperata, praticamente impossibile!
Inanzitutto: si parla di un genio visionario o di uno scaltro ciarlatano?

Alejandro Jodorowsky4Chiaramente la forza immaginifica di Alejandro Jodorowsky non è assolutamente messa in discussione; casomai più controverso è il suo ruolo di santone/chiromante/psicomago...
Sarà che siamo dei vecchi scettici ma tarocchi, guru, pranoterapeuti e paragnosti vari ci interessano il giusto, quindi questo lato del nostro, pur molto importante per chi lo apprezza nonché necessario per comprendere appieno la sua "poetica", lo salteremo a piè pari...non ce ne vogliate...
Comunque lo si voglia considerare, Jodorowsky è prima di tutto un artista a tutto tondo, uno sperimentatore infaticabile, un narratore originale, un vero outsider che tanto ha dato alla cultura in generale e al Pulp in particolare, a prescindere dal giudizio sui tarocchi e psicomagie varie...
Attore, regista, drammaturgo, compositore, scenografo, costumista, poeta, scrittore, fumettista, occultista, terapeuta, la sua esperienza è paragonabile a una performance artistica senza soluzione di continuità, lunga e intensa come la sua vita, di cui ha messo in scena un Alejandro sempre diverso ogni giorno in maniera eclettica ma a suo modo coerente.
Dotato di una fantasia scatenata, eccessiva, esagerata, che si getta curiosa in ogni ambito creativo, dal romanzo al teatro, dal cinema al fumetto, Jodorowsky ha riversato nelle sue opere una serie di squarci di matrice genuinamente surrealista e psichedelica, ma anche un'architettura simbolico-visionaria che fonde consapevolmente le più diverse culture metafisiche, magiche e spirituali, dall'alchimia allo sciamanismo, dai tarocchi all'astrologia, dal truce nichilismo alla saggezza orientale...
Insomma il serio e il faceto, le profonde riflessioni erudite e le sonore stronzate freakkettone.
Il suo cinema, non privo di bizzarie formali e incongruenze narrative (non sempre volute...), può essere inteso anche come una trasgressione libertaria dei generi, dal western alla fantascienza, dal noir al biografico, dal film d'avventura alla fantasy: un barocco (e a volte autoreferenziale) rito da celebrarsi nell'inconscio, sganciato dalle logiche narrative correnti e risolto in una visionarietà liberatoria, non di rado grottesca e inquietante.
Guardare un film di Jodorowsky può essere insieme un'esperienza poetica e trucida, affascinante e disturbante, illuminante e straniante, grottesca e crudissima: non saprai mai cosa ti aspetta!
Negli anni, la produzione artistica di Alejandro non si è mai arrestata: ha vissuto, è vero, momenti di successo e di insuccesso, in cui pronunciare il suo nome andava piu o meno "di moda", in cui ha faticato non poco a trovare chi finanziasse le sue personalissime visioni, ma “Jodo” non ha mai smesso di produrre arte e di comunicare con il suo pubblico, collezionando capolavori e roba al limite del mediocre, andando sempre e comunque dritto per la sua strada, fregandosene di critiche e mercato.
E ad ogni modo, volenti o nolenti, piacciano o meno, almeno due o tre film di Jodorowsky vanno visti per forza.
Perché sono indispensabili!

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Alejandro Jodorowsky Prullansky nasce a Tocopilla, in Cile, il 17 febbraio del 1929, figlio di un commerciante e di una cantante d'opera, entrambi di origini ebraico-ucraine, costretti a fuggire in Sudamerica per sottrarsi ai pogrom.
Il padre incontra la futura moglie nel Nord del Paese, al confine con il Perù e la Bolivia.
Queste origini familiari così sui generis segneranno precocemente Alejandro, che fin da bambino dimostra una vocazione cosmopolita e una fervida immaginazione, divorando i romanzi d'avventura di Dumas e Féval.
Nel 1942 si trasferisce con la famiglia a Santiago, dove termina gli studi liceali e frequenta per due anni l'università, seguendo corsi di filosofia e psicologia.
In questo periodo si butta anima e corpo sul teatro e la recitazione, facendo il clown in un circo e dedicandosi agli spettacoli di marionette.
Una vocazione che lo condurrà nel 1955 a Parigi, dove studia mimo con Étienne Décroux e Marcel Marceau (per il quale scriverà diverse pièces: "Il fabbricante di maschere", "La Gabbia", "Il divoratore di cuori", "La sciabola del samurai" e "Bip venditore di ceramica") e lavora con Maurice Chevalier per un recital al Théâtre Alhambra.
Nel 1957 gira il suo primo film, oggi perduto, il mediometraggio "Les têtes interverties", tratto dal racconto di Thomas Mann "Die vertauschen Köpfe".
Ma l'incontro chiave della sua vita è quello con due personalità artistiche eccentriche, seguaci del surrealismo, con cui subito il nostro entra in sintonia, in virtù di una comune tendenza al delirio visionario: lo scrittore e regista Fernando Arrabal e il disegnatore e scrittore Roland Topor.

Alejandro Jodorowsky3
Tra il 1960 e il 1962 i tre danno vita al movimento d'avanguardia, "Panico", il cui nome evoca lo scatenarsi bizzarro e inquietante degli istinti durante le feste in onore del dio Pan e i rituali orgiastici dell'ebbrezza e del totale smarrimento dei sensi: l'obiettivo è suscitare un atteggiamento e uno sguardo sul mondo basati sulla visione onirica e la liberazione dei lati più ancestrali dell'uomo.
Questa visione dell'immaginazione come mezzo per una profonda catarsi iniziatica rimarrà per il nostro una costante formale e tematica.
Trasferitosi in Messico nel 1965, comincia a delineare il suo mondo estetico prima in un fumetto, "Fábulas pánicas" (di cui cura testi e disegni), e poi nell'attività teatrale, mettendo in scena testi di Strindberg, Ionesco, Beckett e Arrabal.
Creata la casa di produzione "Producciones Pánicas", gira il suo primo lungometraggio, "Fando y Lis" (1967), uscito in Italia nel 1972 con il titolo "Il paese incantato", ispirato alla pièce di Arrabal del 1958: è la delirante storia d'amore tra un vagabondo e una piccola paralitica alla ricerca del mitico paese di Tar.
"El topo" (1970), di cui Jodorowsky è anche il protagonista, è la bizzarra storia di un pistolero alle prese con quattro figure simboliche dette "i quattro maestri": un vero capolavoro surreale che usa i codici del western svuotandoli di consequenzialità narrativa e spostandoli in una logica onirica, piena di simboli sessuali ma anche di violenza, di mistica e metafisica che richiamano il Luis Buñuel del periodo messicano.
Ma sarà la coproduzione messicano-statunitense "La Montagna Sacra" (1973), che susciterà davvero scalpore, diventando subito un cult movie, il manifesto definitivo della controcultura psichedelica: Jodorowsky coniuga, lungo l'iter iniziatico della scalata alla montagna mistica, i simbolismi più disparati, in un crogiolo visionario che vuole seguire i passi del processo alchemico e si compiace di scene al limite del barocco, tra cui il finale metacinematografico, che chiama in causa lo spettatore stesso.
Il regista scioglie quindi la propria casa di produzione, e nel 1975 rientra in Francia.
Ma il suo "film della vita" non lo realizzerà mai: l'adattamento di "Dune", capolavoro fantascentifico di Frank Herbert.
Preparato a lungo, disegnato in infiniti storyboard, per i quali Jodorowsky chiama grandi artisti come il fumettista Mœbius, gli illustratori H.R. Giger e Chris Foss, e il tecnico degli effetti speciali Dan O'Bannon, in questo progetto visivo si dovevano contaminare visioni orientali, esotiche e surrealiste, e un repertorio magico-religioso che anticiperà la filosofia New Age.
Come attori sono previsti Orson Welles, Mick Jagger e Salvador Dalì mentre per la cononna sonora il nostro pensa ai Pink Floyd.

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Non se ne farà di nulla, i produttori sono terrorizzati all'idea di affidare un kolossal del genere ad un mezzo hippie come Jodorowsky...
L'impresa passa nelle mani di Dino De Laurentiis, che comunque affiderà la regia ad un altro bel visionario, tale David Lynch, il cui "Dune" (1984), stravolto dalla produzione, si rivelerà un flop leggendario.
Pur deluso e risentito per la mancata realizzazione del film, Alejandro s'affiderà al fumetto per concretizzare in immagini di suggestioni nate con questo progetto, realizzando con Mœbius il capolavoro fumettistico del ciclo in sei volumi de l' "Incal" (1981-1988), dopo la conclusione del quale, Jodorowsky ha ambientato altre serie a fumetti nello stesso universo immaginario.
Si tratta del prequel "Avant l'Incal", disegnata da Zoran Janjetov (1988-1995); del sequel "Final Incal", disegnata da José Omar Ladrönn, (2008-2014), rifacimento in due volumi di "Après l'Incal", una serie prevista in sei parti e disegnata da Moebius, interrotta nel 2000 dopo il primo numero; gli spin off "La Casta dei Méta-Baroni", disegnata da Juan Giménez (1992-2003), "Les Technopères", disegnata da Zoran Janjetov (1998-2006), "Megalex", disegnata da Fred Beltran (1999-2008).
Inoltre parecchie idee e disegni sviluppati per "Dune" fungeranno da base per l'estetica di "Guerre Stellari" e "Alien", nonché per la stessa versione di Lynch.
Su questa immane e travagliata impresa abortita sul nascere, verrà realizzato il documentario "Jodorowsky's Dune" (2013), di Frank Pavich.
Il successivo "Tusk" (1979), produzione francese girata in India e tratta dal romanzo "Poo Lorn of the elephants" dell'inglese R. Campbell, narra la storia piuttosto stucchevole e filosofeggiante, del comune destino di un elefante e di una ragazza inglese nati nello stesso giorno.
Purtroppo, quando il produttore di "Tusk" finisce in bancarotta, Jodorowsky si trova in un periodo di vacche magrissima, tanto da essere costretto a farsi pagare per leggere i tarocchi.
Il film rimane vittima del tracollo e non verrà mai distribuito, anche se esistono alcuni nastri in lingua originale.
Soltanto nel 1989 fa ritorno al cinema, con il cruento e raccapricciante "Santa Sangre", vero "must see" per gli appassionati del Pup più weird, un thriller ricco di ricordi autobiografici che unisce ai momenti più horror una scatenata fantasia di matrice felliniana.
Tra un manicomi e circhi, massacri di fanciulle e braccia materne amputate, sette segrete e ironici funerali di elefanti, questa coproduzione italo-messicana (è scritto da Claudio Argento e Roberto Leoni e prodotto dal primo) è una vera sarabanda di suggestioni e invenzioni visive, in cui il nostro riversa tutto il suo gusto dell'eccesso.
"Il ladro dell'arcobaleno" (1990), produzione inglese ambientata tra i clochards di Parigi, pur avvalendosi delle divertite partecipazioni di attori come Omar Sharif, Peter O'Toole e Christopher Lee, si rivela alla fine piuttosto debole e di "maniera" (e, pure un po' palloso), mancando in questo caso i guizzi di follia a cui Jodorowsky ci aveva abituato.
Nel frattempo, Alejandro continua un'intensa attività di scrittore in cui sviluppa principalmente temi autobiografici, di psicomagia, di tarocchi e della sua terapia panica, di cui qui però non ci occupiamo.
Nel 1994 Louis Mouchet realizza in Francia un documentario su di lui, "La constellation Jodorowsky".

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Più interessante, per quel che ci riguarda, la produzione di fumetti: il fantasy "La Saga d'Alandor" (1984-86), disegnato da Silvio Cadelo; il divertente sci-fi "Annibal 5" (1990-1992), disegnato da Georges Bess; l'erotico - onirico "La folle del Sacro Cuore" (1992-98), disegnato da Moebius; l'insolito western "Bouncer" (2001-2013), disegnato da Boucq; lo storico "Borgia", disegnato da Milo Manara (2004-2010); l'antologia di brevi racconti apocalittici "Asteroide urlante" (2006), illustrata da vari artisti tra cui Adi Granov, Christian Hojgaard, Jerome Opena, Carlos Meglia, JH Williams III e José Ladronn; il lisergico "Il lama bianco", disegnato da Georges Bess (1988); la bizzarra gangster story "Juan Solo", sempre per le chine di Bess (1995); il fantasy-medioevale "Sangue reale" (2010-2015), disegnato dal cinese Liu Donghzi; lo storico "Le Pape Terrible"(2009-2019), disegnato da Theo Caneschi.
Il 3 dicembre 2005 celebra il matrimonio tra il cupo rocker Marilyn Manson, suo caro amico, e Dita von Teese, regina del burlesque.
Il ritorno al cinema dopo 23 anni di assenza è segnato da "La danza della realtà" (2013), tratto dalla sua omonima autobiografia degli anni giovanili uscita nel 2006, in cui la visionarietà dell'autore mostra un po' la corda.
Meglio il secondo capitolo di questa trilogia autobiografica, "Poesía sin fin" (2016), sicuramente più centrato e affascinante.
Mentre attendiamo la realizzazione del terzo capitolo, che, secondo le intenzioni dell'ultranovantenne Jodorowsky, dovrebbe rivoluzionare il concetto stesso di cinema (elamadonaaaa!!!), chi è interessato può vedersi il documentario "Psicomagia - Un'arte che guarisce" (2019), che ci mostra i metodi di guarigione del nostro basati sulla psicomagia.
Non resta quindi che aspettare le novità riguardo a questo arzillo genio sudamericano: anche se non saranno capolavori, sicuramente sarà roba interessante!
E sicuramente ci riserverà sorprese fino all'ultimo.
Parola di (psico)mago!
Tanti auguri Maestro!

"Per essere creativi, dentro di noi deve esistere il bambino sporco"
Alejandro Jodorowsky



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