Ancora affranti dal lutto, auguriamo buon compleanno a GEORGE ROMERO, il papà degli zombi, il regista di quella pietra angolare del cinema che è “La Notte dei Morti Viventi”.
Solo pochi mesi fa ci siamo trovati a dare il triste annuncio della sua scomparsa e oggi vogliamo ricordarlo nell’anniversario della nascita.
Chiaramente, cari amici dei Mutzhi Mambo, sappiamo benissimo che gli zombi già esistevano nella mitologia haitiana e già erano approdati al cinema, ma erano quelli derivati dalla superstizione vudù, quelli che tornavano in vita con filtri magici e pozioni: quelli moderni, putrefatti e inarrestabili, nati da una pandemia virale, quelli che portano l'umanità alla distruzione, sono figli di George e di questo gli saremo eternamente grati!
Tutti i vari “Resident Evil”, “28 giorni dopo”, “La Orde”, “Walking Dead”, “Il Trono di Spade” e chi più ne ha più ne metta, devono praticamente tutto a lui...
Regista di culto di horror epocali, George Romero è stato precursore in molti aspetti di un cinema che apparentemente si proponeva come puro intrattenimento ma invece nascondeva un linguaggio politico e sociale fortissimo.
Sempre orgogliosamente “indipendente”, nella sua carriera ha poi pagato cara la sua ostinata voglia di fare cinema a modo suo: a dispetto della sua fama infatti non gli è mai stato facile raccogliere i fondi per portare a termine i suoi progetti.
Ma i suoi lavori migliori rimangono vette inarrivabili di paura e di macabra ironia, mantenendo intatta la loro “freschezza” (termine un po’ azzardato, parlando di morti viventi…) dopo tutti questi anni.
George Andrew Romero nasce a New York, il 4 febbraio del 1940, da padre cubano di remote origini spagnole e da madre statunitense di origini lituane.
Studia alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Pennsylvania e, dopo essersi diplomato, inizia a girare diverse pellicole, perlopiù cortometraggi (come il suo primo film girato solo a tredici anni in 8 mm, "The Man from the Meteor") e pubblicità.
Insieme ad alcuni amici forma la Image Ten Productions nei tardi anni sessanta.
Mettono insieme circa 10.000 dollari per produrre quello che sarebbe diventato uno dei più celebri film horror di tutti i tempi, scritto da Romero insieme a John A. Russo: "La notte dei morti viventi" (1968).
Il film, girato in un livido bianco e nero (per risparmiare. ..) diviene un vero e proprio cult dagli anni settanta ed è considerato anche il film che ha codificato il genere zombie movie nonché uno dei più paurosi di sempre.
I film che dirige in seguito hanno meno fortuna: "There's Always Vanilla" (1971), un'agghiacciante commedia romantica (l'unica girata dal regista), considerata dallo stesso Romero una schifezza malriuscita; "La stagione della strega" (1972), film sulla stregoneria contemporanea, con tanto di critica al femminismo militante, anch'esso una mezza ciofeca; il cult "La città verrà distrutta all'alba" (1973), su un'epidemia di rabbia incontrollata a seguito di un incidente militare, non perfettamente riuscito ma inquietante; e "Martin" (1977), uno dei migliori di Romero, storia di un malato di mente che si crede vampiro (da evitare la versione italiana,sponsorizzata a suo tempo da Dario Argento e intitolata "Wampyr", che aggiunge le musiche dei Goblin e taglia diversi minuti, togliendo chiarezza alla storia e accentuandone il lato grottesco).
Nel 1978, Romero torna ai suoi amati morti viventi con il classicissimo "Zombi" (1978).
In questo capolavoro, la metafora zombi/consumismo si fa piu netta ed esplicita (il fatto che è ambientato in un centro commerciale la dice lunga...), ha un ritmo perfetto e contiene alcune delle scene piu rivoltanti della storia del cinema.
In Italia il film viene distribuito con un titolo che non ha nulla a che fare con l'originale "Dawn of the dead" (tradotto "L'alba dei morti"). Si viene quindi a perdere il senso dei titoli della trilogia originale che devono rendere l'idea di un'invasione di morti viventi di portata sempre maggiore: la notte ("Night of the Living Dead"), l'alba ("Dawn of the Dead") e il giorno ("Day of the Dead"), ai quali si è aggiunta la terra con l'ultimo capitolo del primo ciclo di Romero, realizzato diversi anni dopo ("Land of the Dead").
Il ruolo del nostro Dario Argento, grande amico di Romero, come co-produttore della pellicola è stato molto incisivo.
Oltre ad aver materialmente ospitato il regista a Roma, dove sono state scritte molte pagine della sceneggiatura, contribuisce alla colonna sonora dei Goblin, e cura il montaggio e la distribuzione della versione europea del film.
Girato con un budget di solo 1,5 milioni di dollari, il film ne incassa oltre 40.
Nel 1981 Romero dirige il bizzarro "Knightriders - I cavalieri", la sua pellicola più ambiziosa, una sorta di trasposizione delle vicende arturiane nel mondo dei motociclisti.
Il film, funestato da vari problemi di produzione, ha scarsa distribuzione e zero successo.
Il successivo, favoloso "Creepshow" è un film a episodi del 1982, diretto da Romero e scritto da Stephen King, che interpreta anche uno degli episodi, "The Lonesome Death of Jordy Verrill".
Si può considerare come un riuscito omaggio dei due autori ai fumetti horror della EC Comics, pubblicati in America dal secondo dopoguerra agli anni cinquanta, quando le pressioni censorie alla fine ne terminarono le pubblicazioni.
L’omaggio diventa ancora più esplicito grazie ai raccordi animati tra gli episodi, che fanno sembrare il film come se fosse un albo di fumetti che prende vita.
Nel 1987 viene realizzato un sequel del film, dal titolo "Creepshow 2".
La regia questa volta è affidata a Michael Gornick, e Stephen King si limita a scrivere le tre storie che lo compongono, sceneggiate poi dallo stesso Romero.
Un terzo episodio, "Creepshow 3" viene girato nel 2007 e distribuito direct-to-video, ma questa volta né Romero né Stephen King sono in alcun modo interessati al progetto.
Il regista newyorchese completa poi la sua "Trilogia dei morti viventi" nel 1985 con il cupo e meno acclamato "Il giorno degli zombi", il più esplicitamente "politico" e antimilitarista della serie.
In seguito dirige "Monkey Shines - Esperimento nel terrore" (1988) tratto da un romanzo di Michael Stewart, un efficace thriller psicologico imperniato sulla labile linea di divisione tra uomo e animale, tratteggiato attraverso il rapporto fra un ricercatore e la sua scimmietta omicida.
Nel 1990 realizza con Dario Argento "Due occhi diabolici", un omaggio al grande scrittore Edgar Allan Poe.
Originariamente doveva essere composto da quattro episodi, rispettivamente di Romero, Argento, Stephen King e John Carpenter, ma ne vengono realizzati solo due: il nostro George dirige l'ottimo "Fatti nella vita del signor Valdemar", mentre l'Argentone nazionale gira "Il gatto nero".
Nel 1993 Romero adatta il romanzo di Stephen King "La metà oscura", che si rivela un flop.
Come al solito il nostro si trova a fare i conti con disavventure produttive: al termine delle riprese, nell'inverno 1990, la Orion dichiara fallimento e da allora, sino all'uscita del film, due anni dopo, al regista viene di fatto sottratto il controllo sulle fasi di post-produzione, compreso il montaggio.
Il regista torna a dirigere un film solo dopo sette anni, con il controverso "Bruiser - La vendetta non ha volto", che non ha successo né di critica né di pubblico.
Nel 1998 viene assunto dalla Capcom per dirigere due spot televisivi inerenti all'uscita del videogame "Resident Evil 2",
Favorevolmente stupiti dal suo lavoro, i dirigenti della Capcom chiedono a Romero di occuparsi dell'adattamento cinematografico di "Resident Evil".
Romero si mette al lavoro e scrive una sceneggiatura, facilmente reperibile in rete.
I produttori però, trovano il suo lavoro poco commerciale, la produzione viene bloccata, e poco dopo lo sostituiscono con Paul W.S. Anderson.
Uno smacco che gli brucia tantissimo…
Nel 2005, finalmente esce il quarto capitolo della sua serie sugli zombi, "La terra dei morti viventi", una produzione con un budget di 16 milioni di dollari (il più alto della carriera di Romero), girato in Canada.
Il film vede come protagonisti Simon Baker, Dennis Hopper, Asia Argento e John Leguizamo ma non è più il Romero migliore: a parte qualche scena crudele da antologia (tipo lo zombi usato come bersaglio delle freccette), il film si rivela alla fine un inutile allungamento del brodo.
Molto meglio il successivo "Diary of the Dead - Le cronache dei morti viventi" (2007), filmato in soggettiva come un finto documentario tipo "Blair Witch Project": non un capolavoro ma almeno avvincente.
Non fa però parte della prima "continuity" degli zombi romeriani.
Anche "Survival of the Dead - L'isola dei sopravvissuti" (2009), l'ultimo film girato dal nostro, fa parte di questa nuova saga; anche questo non è certo il suo film migliore…
Nell'ottobre 2012 rivela di essere stato ingaggiato dalla Marvel per scrivere un fumetto sugli zombi, intitolato inizialmente "Marvel of the Dead".
Il titolo, in seguito, viene cambiato in "Empire of the Dead" ed il primo numero esce nel gennaio 2014, con i disegni curati da Alex Maleev.
Il Maestro muore il 16 luglio 2017, all'età di 77 anni, dopo aver combattuto una breve battaglia contro un aggressivo cancro ai polmoni.
Tanti auguri, vecchio George, che tu possa continuare a lungo a riposare nella tomba!
Noi intanto ci esercitiamo a mirare al cervello…
"Quando i morti camminano, signori, bisogna smettere di uccidere... o si perde la guerra."
Vecchio prete/Jesse del Gre - Zombi