Sconsigliamo la lettura di questo Almanacco odierno ai cari amici dei Mutzhi Mambo più sensibili, perché la storia di oggi è una storia di cattiveria e crudeltà, una storia brutta, drammatica, di miseria umana, che dimostra quanto Hollywood fosse, fin dalle sue origini, il luogo di perdizione per eccellenza, la capitale indiscussa del male.
La Mecca del cinema ha sempre rappresentato un sogno ma per quasi tutti questo sogno si è tramutato ben presto in incubo: l’incubo della sconfitta, l’incubo dell’emarginazione!
Basta così poco, una parte sbagliata, un errore, un passo falso e il Paradiso si trasforma nel più buio inferno.
Questa è la tristissima storia della meravigliosa HELEN LEE WORTHING, “La donna più bella del mondo”, una delle prime pin-up del grande schermo, la cui unica colpa fu amare l’uomo giusto al momento sbagliato!
“Latte” e “Cioccolato”, negli anni ’20, erano due “gusti” che non si potevano “mischiare”, come la nostra povera Helen ha dovuto imparare a sue spese...
Helen Lee Worthington (così all’anagrafe) nasce a Louisville, in Kentucky, il 31 gennaio del 1905.
Cresce a Brookline, nel Massachusetts e, vinto a Boston un concorso di bellezza che la catapulta nel mondo dello spettacolo, nel 1920 prende parte ai musical di Broadway “What's in a Name?” e “The Greenwich Village Follies of 1920”.
Lanciata come "la donna piu bella del mondo", entra a far parte delle delle “Ziegfeld Girls”, una serie di spettacoli teatrali di enorme successo prodotti a Broadway dal 1907 al 1931.
Ispirati alle “Folies Bergère” di Parigi, gli show comprendevano numeri musicali e sketch comici.
Nella compagnia di Florenz Ziegfeld, Helen rimane fino al 1924, lasciandola con la chiusura delle repliche delle “Ziegfeld Follies of 1923”, per tentare fortuna (?) nel cinema.
Con una piccola parte in “Enemies of Women” (1923), con Lionel Barrymore ed Alma Rubens, esordisce nel cinema dove, nei 13 film da lei interpretati, non ha mai ruoli importanti, se si eccettua il “The Count of Luxembourg” (1926) di Arthur Gregor, con George Walsh e Michael Dark.
Ironia della sorte, l’ultima pellicola che la nostra interpreta si intitola proprio “Thumbs Down” (1927), “pollice verso”!
La svolta della sua vita avviene infatti nell'aprile dello stesso anno, con l'incontro con il medico afro-americano Eugene Nelson, chiamato dalla cameriera di colore di Helen dopo che questa aveva avuto un malore nella sua casa di Los Angeles.
È un colpo di fulmine tra i due, seguito dal matrimonio a Tijuana, in Messico, il 28 giugno seguente.
Negli Stati Uniti del tempo, l'episodio costituisce un grave scandalo: l’attrice viene immediatamente emarginata e non trova più opportunità di lavoro.
Le sue giornate diventano sempre più vuote e lei prova a riempirle con corsi d’arte e cucito ma la noia inizia a procurarle insonnia e uno stato depressivo.
Il marito prova a mandarla in Wisconsin, in una clinica per combattere la mancanza di sonno, ma la cura non ha effetto.
E anche lì arrivano le lettere: lettere che la offendono, la minacciano, che le danno di sgualdrina, che le ricordano quanto è schifosa, contronatura...
Oltre a questo si aggiunge la paranoia.
I coniugi infatti sono costretti a cambiare casa spesso: gli amici non si fanno più vivi e, non appena i vicini si accorgono che sono una coppia “interracial”, iniziano ad arrivare nuove lettere minatorie e tutti diventano come minimo sgarbati.
Piano piano la Worthing inizia a darci dentro pesantemente con la bottiglia e i barbiturici.
I due si amano davvero ma la loro coesistenza è impossibile: lei è sempre più tossica e depressa (va giù pesante pure di morfina) e la notte che, ubriaca marcia e stordita dai tranquillanti, si ritrova a puntare una pistola alla tempia del marito che dorme, capisce che è il momento di dire basta!
Ma nemmeno la separazione dei due coniugi e il successivo annullamento del loro matrimonio, avvenuto su richiesta dell'attrice il 31 gennaio 1933, vale a riportare Helen in una condizione di serenità.
Si sputtana tutto per comprarsi la droga, si vende pure i vestiti.
Un caro amico di gioventù manco la riconosce, tanto è smagrita e emaciata: la invita in casa sua per riprendersi un po’ e lei si taglia i polsi nel suo bagno.
Fa dentro-fuori gli ospedali psichiatrici, camicie di forza e bagni gelidi compresi, e, nel settembre del 1935, tenta di nuovo il suicidio.
Dopo questa esperienza, sembra riuscire a disintossicarsi e inizia a lavorare come sarta e custode di un bagno femminile.
Ma ormai il rancore è giunto al culmine: inizia a frequentare bar e locali notturni dove adesca uomini bianchi solo per umiliarli.
Rinizia a bere e bucarsi e conosce anche il carcere per possesso di droga e ubriachezza: viene condannata a cinque mesi di prigione nel 1939 e ad un anno nel 1940.
I bar e i locali che ora frequenta sono quelli sordidi del famigerato quartiere Skid Row di Los Angeles, accanto a papponi, puttane, alcolizzati e balordi di ogni risma.
Ogni tanto finisce ancora sui giornali, ma solo con articoletti che riportano il suo ennesimo arresto: una che va coi neri non può essere che una poco di buono!
Nell'aprile del 1944 viene duramente picchiata da un tipo che aveva appena rimorchiato e nel 1946 viene trovata in strada in stato confusionale.
Il 25 agosto 1948 si uccide avvelenandosi con i barbiturici nel suo appartamento pieno di ritagli di giornale e di fotografie del periodo d'oro della sua vita.
Viene sepolta nell'Inglewood Park Cemetery.
E così Hollywood si è fagogitata un’altra attricetta…
Ma Helen Lee Worthing non era un’attricetta: era la “Donna più bella del mondo”!
"Died. Helen Lee Worthing, fiftyish, faded onetime Ziegfeld Follies dancer who was once pressagented as "the most beaufiful girl in the world", of seconal poisoning, in Los Angeles. After a few parts in silent movies, she married a negro physician, Dr. Eugene Nelson, was dropped by the studios, eventually moved on to drink, dope and sanitariums."
Necrologio di Helen Lee Worthing apparso su un giornale di Los Angeles nel 1948