APPOGGIARSI AL PILASTRO
Un gigante, una montagna, un pilastro!
WILLIE DIXON non è stato solo un ottimo musicista e un gran cantante: è stato il più importante compositore blues in assoluto, cari amici dei Mutzhi Mambo, la chiave di volta fra il blues rurale e il rock'n'roll!
Contrabbassista vigoroso e dotato di una voce profondissima, Willie Dixon non ha certo ricevuto in vita i giusti riconoscimenti per la sua opera, e tuttora la sua figura viene spesso snobbata e non celebrata a sufficienza.
Basti pensare che i pezzi blues che conosciamo tutti, che canticchiamo sotto la doccia o in macchina, che sentiamo nei pub più zozzi rifatti da qualsiasi band in circolazione, il più delle volte sono suoi!
Ha scritto brani per i più grandi, da Muddy Waters a Bo Diddley, da Howlin' Wolf a Koko Taylor, da Otis Rush a Little Walter, e sono i loro pezzi più famosi!
Il suo contributo più fondamentale alla musica è stata la reinterpretazione dei motivi arcaici del Sud, spesso intrisi di magia voodoo e di superstizioni campagnole e spesso derivati da autori precedenti (come quelli di Charlie Patton), con arrangiamenti moderni, facendoli diventare il punti di svolta per il rock a venire.
Senza Willie Dixon la musica moderna sarebbe stata diversa (e probabilmente meno interessante…).
Un opera di importanza incommensurabile, la sua, indispensabile per la definizione e la comprensione della musica del Novecento.
Ma il bello è che non ci ha fatto su una lira!
Willie James Dixon nasce a Vicksburg, in Mississippi, il 1º luglio del 1915.
La madre Daisy spesso mette in rima le cose che dice, abitudine che suo figlio impara presto a imitare.
All'età di sette anni, Dixon diviene ammiratore della band del pianista Little Brother Montgomery ma inizia a respirare il "vero" blues quando, in età pre-adolescenziale, viene condannato a prestare servizio nelle aziende agricole penali del Mississippi.
In seguito impara le armonizzazioni canore dal falegname locale Leo Phelps, facendo il basso nel suo gruppo gospel Jubilee Singers, un quartetto che viene regolarmente passato nella stazione radio di Vicksburg.
Dixon comincia ad adattare le poesie che scrive in canzoni, che vende pure ad alcuni gruppi musicali locali.
Lasciato il Mississippi nel 1936 per trovar fortuna a Chicago, tenta la via del pugilato.
Willie infatti è un uomo enorme, di notevole statura, un vero bestione; vince l' Illinois State Golden Gloves Heavyweight Championship nel 1937 e diviene un professionista.
Come pugile lavora per breve tempo come sparring partner del famoso campione Joe Louis.
Ma dopo soli quattro incontri, Dixon lascia la boxe: litiga di brutto col suo manager che gli aveva fregato tutti i soldi.
In una palestra incontra Leonard Caston con cui ogni tanto canticchiano insieme: Dixon si era esibito in numerosi gruppi vocali a Chicago ma è con Caston che decide di darsi seriamente alla musica.
L’amico gli costruisce il suo primo basso, fatto da un barattolo di latta e da una stringa.
L'esperienza di canto gospel, proprio nel ruolo di basso, rende familiare lo strumento a Dixon che impara a suonare anche la chitarra.
Nel 1939, Dixon è uno dei membri fondatori dei Five Breezes, con Caston, Joe Bell, Gene Gilmore e Willie Hawthorne, un gruppo che mescola blues, jazz e armonie vocali, sul genere degli Ink Spots.
I suoi progressi con il contrabbasso però subiscono una brusca battuta di arresto con l'avvento della seconda guerra mondiale, perché la sua obiezione di coscienza gli costa dieci mesi di reclusione.
Dopo la guerra, Dixon forma un gruppo chiamato The Four Jumps of Jive e poi si riunisce a Caston, formando il Big Three Trio, che continua a registrare per la Columbia Records.
Dixon firma poi con Chess Records come session man, ma comincia ad essere sempre più coinvolto come amministratore per la prestigiosa etichetta.
Nel 1951 diventa un dipendente a tempo pieno e lavora come produttore, talent scout, contrabbassista per le sedute di registrazione e autore.
È anche produttore per la Checker Records, una sottoetichetta della Chess.
Il suo rapporto con la casa di produzione è spesso teso, anche se rimane con la Chess dal 1948 ai primi anni 1960.
Durante questo periodo il gigante del Mississippi ha un'influenza prodigiosa sulla produzione di quella che è la piu importante etichetta blues dell'epoca.
Dixon è infatti considerato una delle figure chiave nella creazione del blues di Chicago.
Lavora praticamente con tutti i più grandi: Muddy Waters, Howlin 'Wolf, Otis Rush, Bo Diddley, Joe Louis Walker, Little Walter, Sonny Boy Williamson, Koko Taylor, Little Milton, Eddie Boyd, Jimmy Witherspoon, Lowell Fulson, Willie Mabon, Memphis Slim , Washboard Sam, Jimmy Rogers, Sam Lay e altri.
Bastano?
Inoltre il suono del suo contrabbasso è considerato di alto livello e appare su molte delle prime registrazioni di Chuck Berry, dimostrando ulteriormente (se mai ce ne fosse bisogno) il legame tra il blues e la nascita del rock and roll.
Nello stesso tempo Willie vende le sue canzoni per pochi spiccioli, facendosi in pratica truffare milioni e milioni in diritti d'autore.
Non è infatti con l'attività di songwriter che si mantiene, ma con quella di session-man.
Pessimo affarista, incide invece pochi dischi a proprio nome, che vendono tutti male, nonostante la sua bellissima voce profonda.
Fra le sue composizioni portate al successo da altri: "Third Degree" da Eddie Boyd, "Mellow Down Easy" e "My Babe" da Little Walter Jacobs, "Seventh Son" da Willie Mabon.
Ma a rivelarlo sono soprattutto i brani composti per Muddy Waters: "Hoochie Coochie Man", "I'm Ready", "I Love The Life I Live", "You Need Love", "You Shook Me", "The Same Thing".
Pezzi assolutamente leggendari!
Il picco artistico invece lo tocca con Howlin' Wolf.
Guardate che roba: "Rockin' Daddy", "Don't Mess With My Baby", "Howling For My Baby", "Evil", "Spoonful", "Back Door Man", "Little Red Rooster", "Shake For Me", "You'll Be Mine", "Down In The Bottom", "I Ain't Superstitious", "Do The Do", "Mama's Boy", "Built For Comfort", "300 Pounds Of Joy"!
Eccelle tanto nei lenti più strascicati, come "You'll Be Mine", che viene interpretata anche da Stevie Ray Vaughan, e "I Can't Quit You Baby", resa famosa da Otis Rush e dai Led Zeppelin, quanto nelle cantilene incalzanti, come "You Can't Judge A Book By Its Cover" cantata da Bo Diddley e soprattutto "Wang Dang Doodle" nella versione di Koko Taylor, dove la cadenza assume toni più tribali e sinistri.
Dalla fine del 1960 fino a metà 1970, Dixon ha una sua personale etichetta discografica, la Yambo Records, insieme a due etichette controllate, Supreme e Spoonful.
Per la Yambo pubblica il suo album "Peace?" nel 1971, così come i singoli di McKinley Mitchell, Lucky Peterson e altri.
Le bands britanniche degli anni 1960 attingono costantemente al Songbook di Dixon per l'ispirazione.
Nel mese di dicembre 1964, i Rolling Stones raggiungono il numero 1 nella UK Singles Chart con la loro cover di "Little Red Rooster".
Verso la fine degli anni Sessanta, l'attività di songwriting e la produzione di dischi di Dixon comincia ad andare in secondo piano rispetto alle sue attività organizzative.
Nei suoi ultimi anni diventa una specie di ambasciatore per il blues e un fautore dei diritti dei suoi praticanti, fondando la Blues Heaven Foundation.
L'organizzazione lavora per preservare l'eredità del blues e per garantire i diritti d'autore e le royalties per i musicisti blues che in passato sono stati sfruttati e defraudati.
Negli anni sessanta e '70 i suoi blues hanno costituito la materia fondamentale con cui si sono confrontati alcuni dei più grandi artisti del rock e dell'hard rock contemporaneo come Led Zeppelin, Jimi Hendrix, The Rolling Stones, The Doors, Bob Dylan, Cream, The Yardbirds, Queen, The Allman Brothers Band e Grateful Dead (e questi sono solo alcuni…).
Nel 1977, alquanto deluso per i diritti percepiti durante la sua carriera, contatta Muddy Waters ed insieme citano in giudizio la proprietà della Chess: con il ricavato della vittoria legale istituiscono la Hoochie Coochie Music.
Nel 1987, Dixon riesce a vincere anche la causa che lo oppone agli Zeppelin, dopo che li aveva citati in giudizio per plagio, in relazione al loro uso della sua musica per "Bring It On Home" e dei testi di una sua composizione, "You Need Love" (1962), per il loro brano "Whole Lotta Love".
La salute di Dixon peggiora sempre più nel corso degli anni Settanta e gli anni Ottanta, soprattutto a causa del diabete.
Alla fine una delle sue gambe dovette essere amputata.
È di questo periodo (1985) l'album "Mighty Earthquake and Hurricane".
Dixon muore di infarto il 29 gennaio del 1992 e viene sepolto nel Burr Oak Cemetery ad Alsip, nell'Illinois.
Il Gigante ha lasciato la Terra.
Che ora è molto più leggera, quasi incorporea: non sa proprio più di niente!
Viva, viva, viva il Gigante!
Onore a Willie Dixon!
"It could be a spoonful of coffee
It could be a spoonful of tea
But one little spoon of your precious love
Is good enough for me
Men lie about that spoonful
Some cry about that spoonful
Some die about that spoonful
Everybody fight about a spoonful
That spoon, that spoon, that spoonful..."
Willie Dixon - Spoonful