Si dice che al peggio non c’è mai fine, cari amici dei Mutzhi Mambo, ma non è vero!
Il peggio del peggio (anzi per parafrasare gli Squallor, lo ”strappeggio”) esiste e si chiama CIRO IPPOLITO!
L’infame regista partenopeo è infatti autore di alcuni dei film più brutti e stupidi della cinematografia italiana, che proprio per il loro essere conclamate e irripetibili schifezze hanno assunto l’invidiabile status di pellicole cult.
Magari se fossero state più belline o più curate, non se le sarebbe filate nessuno ma il fatto di essere così sciatte e cinematograficamente goffe, gli dona quel fascino particolare che fa impazzire gli amanti del trash.
Non ha girato tantissimo il nostro Ciro e, chiaramente, per quello che ci riguarda, viene qui omaggiato soprattutto per il tremendo “Alien 2 Sulla Terra”, sequel apocrifo della saga di “Alien” che, all’epoca, dette un bel po’ di grattacapi alle major americane (tanto che il sequel ufficiale, diretto da James Cameron, si chiama “Aliens”, proprio per una questione di diritti sollevata dalla pellicola di Ciro!).
Ma anche i due film tratti dagli sketch degli Squallor sono talmente “squallidi” che meritano una menzione speciale!
Ciro Ippolito nasce a Napoli, il 27 gennaio del 1947.
Figlio di un impresario teatrale, esordisce nel cinema da bambino con la partecipazione al film “Classe di ferro” (1957) di Turi Vasile. Nel 1972 prende parte al film “Agostino d'Ippona” diretto da Roberto Rossellini con il quale collabora come assistente alla regia.
A metà degli anni settanta produce due spettacoli di Leopoldo Mastelloni (“Le compagnie” e “Brechtomania”).
Intensa anche la sua attività cinematografica intorno agli anni settanta con partecipazioni a numerosi film (“I misteri di Napoli”, “La badessa di Castro”, “Vieni amore mio”, “Flavia la monaca musulmana”, “La fine dell'innocenza”) e con l'attività di sceneggiatore e attore in molte sceneggiate napoletane interpretate da Mario Merola: “Napoli... serenata calibro 9”, “Napoli... la camorra sfida, la città risponde”, “Lo scugnizzo”, “Il mammasantissima”, “I contrabbandieri di Santa Lucia”, tutti diretti da Alfonso Brescia.
Al 1980 risale il suo debutto come regista con il film “Alien 2 - Sulla Terra” firmato con lo pseudonimo di Sam Cromwell.
Il marchio Alien non è ancora stato depositato e Ippolito ne approfitta realizzando questo “istant-movie” a bassissimo budget.
A metà strada tra fantascienza e horror, il film narra la storia di una speleologa dotata di percezioni extrasensoriali che scopre delle uova aliene giunte dallo spazio durante il rientro di una missione spaziale.
Da queste uova nasceranno delle terribili creature che provocheranno l'estinzione della razza umana.
Per questo seguito abusivo la produzione stanzia 400 milioni di lire, che Ippolito e il produttore Angelo Stella impiegano tuttavia in massima parte per andare in vacanza a Cannes con due amiche, comperarsi due auto sportive e altri beni di lusso.
Mario Bava (a cui doveva essere inizialmente affidato il progetto) suggerisce a Ippolito di utilizzare della trippa come sistema economico per realizzare la creatura aliena, come aveva fatto lui stesso con “Caltiki”, pionieristico film di fantascientifico diretto da Riccardo Freda.
Alle prese con i problemi di budget, all'inizio delle riprese il regista incarica un attrezzista di andare a comprare la trippa, posizionandola poi intorno all'obiettivo al fine di creare l'illusione che la cinepresa fosse l'occhio del mostro.
Per rendere l'effetto realistico, la carne viene fatta tremolare come fosse effettivamente parte di un organismo vivente grazie a delle pompe mediche.
Così facendo viene creata la "soggettiva" del mostro.
Gli effetti speciali vengono realizzati in una cantina di Roma dove però, a causa delle innumerevoli urla sia maschili sia femminili che si odono e del forte odore di carne putrida che fuoriesce dallo scantinato, i coinquilini chiamano la polizia, la quale arresta tutta la troupe cinematografica per sospetto di omicidio e occultamento di cadavere!
Il film alla fine ha un certo successo a livello internazionale (i soldi della produzione vengono tranquillamente recuperati) e vede l'esordio come attore del futuro regista Michele Soavi.
I maggiori successi di Ippolito sono comunque nella sceneggiata, in pellicole infami come “Lacrime napulitane” con Mario Merola e Angela Luce, “Pronto... Lucia” (1982) e “Zampognaro innamorato” (1983) entrambi con Carmelo Zappulla.
Intorno alla metà degli anni ottanta dirige la band demenziale degli Squallor nei film “Arrapaho” (1984) e “Uccelli d'Italia” (1985).
In particolare “Arrapaho” per quanto scalcinato, alla fine risulta perfino divertente, grazie ad alcuni sketch memorabili e alle grazie mostrate dalla generosissima soubrette Tinì Cansino.
Il film, girato in soli 15 giorni e costato appena 135 milioni di lire, incassa ben 5 miliardi al botteghino.
Nei titoli di coda appare lo stesso regista che dirige un'orchestra immaginaria mentre scorrono titoli di coda demenziali.
Su ”Uccelli d’Italia” non vale nemmeno la pena pronunciarsi, tanto è raffazzonato e mal realizzato.
Va bene il trash, ma a tutto c’è un limite!
Ippolito continua l'attività di produttore cinematografico anche di un certo spessore con “La venexiana” di Mauro Bolognini e in produzioni televisive come “La romana” di Giuseppe Patroni Griffi, “Gli indifferenti” di Mauro Bolognini, “Disperatamente Giulia” di Enrico Maria Salerno, “Donna d'onore di Stuart Margolin”, “Il settimo papiro” di Kevin Connor e “Il terzo segreto di Fatima” di Alfredo Peyretti.
Negli anni novanta è produttore per Lina Wertmüller in “Io speriamo che me la cavo” e “Ninfa plebea” e per Maurizio Nichetti in “Palla di neve”.
A fine aprile del 1991, Ciro è protagonista di una brutta vicenda di droga: l’ex diva in disfacimento Laura Antonelli viene pizzicata con della cocaina e lei accusa il suo ex amante Ippolito di avergli ceduto la polvere bianca.
Il nostro lì per lì si fa una settimana al gabbio ma finalmente, dopo un processo durato 5 anni, viene definitivamente assolto da ogni coinvolgimento.
Nel 2003 torna dietro la macchina da presa con l’inutile “Vaniglia e cioccolato”, una palla sentimentale che però ottiene un discreto successo.
Nel 2010 scrive il libro "Un napoletano a Hollywood".
Aveva proprio ragione il vecchio Freak Antoni: quando tocchi il fondo, non è vero che puoi solo risalire. A volte capita anche di scavare!
Tanti auguri, Ciro!
“...ora può colpire anche te.”
Flan pubblicitario per Alien 2 – Sulla Terra