TORNARE OSCURI
Se ora sventolate ai quattro venti la vostra passione per i comics, se ora mostrate con orgoglio nerd le vostre collezioni di albi (ma, per carità non alle ragazze che vi vorreste portare a letto! Sarebbe troooppo nerd... ), se quando vi dicono che i fumetti americani sono roba da ragazzini, voi non vi sentite più dei coglionazzi immaturi, allora probabilmente dovete ringraziare autori come FRANK MILLER!
Chi ancora afferma che il fumetto è un media minore o comunque inferiore al cinema o la letteratura, dovrebbe leggersi (e rileggersi) e guardarsi (e riguardarsi) le storie di Frank Miller, l'autore che più di ogni altro ha reso adulti i comics americani!
Intendiamoci, cari amici dei Mutzhi Mambo, Miller non è stato certo il primo a fare roba per adulti nel panorama della letteratura disegnata (e non solo nel senso di erotici...): il fumetto, specie quello europeo e sudamericano ma anche quello underground statunitense, è da un bel po’ di tempo che vanta autori di spessore e affronta tematiche mature.
Diciamo che Miller è stato il primo (o perlomeno tra i primi) a iniettare gli stili narrativi tipicamente noir nel mondo dei super eroi, facendo entrare anche questi bamboccioni in calzamaglia nella maggiore età.
Col suo segno aspro, spigoloso, sempre più grottesco ed espressionistico col passare degli anni, col suo modo di narrare asciutto, violento e serrato che si ispira ai migliori romanzi hard-boiled, Miller ha letteralmente reinventato il modo di fare e di far leggere i fumetti, dandogli una dignità letteraria e artistica che prima i comics stentavano a farsi riconoscere.
Purtroppo, mentre i suoi disegni sono sempre spettacolari e sperimentali, da ormai diversi anni notiamo nel maestro una certa stanchezza nello scrivere, cosa che succede non solo quando cura i suoi lavori in toto ma anche quando collabora con altri disegnatori pur eccezionali, come se ormai fosse più interessato al lato grafico del fumetto che a quello narrativo (o come se avesse perso la vena creativa…).
Comunque un prodotto targato Miller vale e varrà sempre la nostra curiosità!
Frank Miller nasce a Olney, nel Maryland, il 27 gennaio del 1957, da una famiglia cattolica di origini irlandesi.
Quinto di sette figli, trascorre l’infanzia a Montpelier, nel Vermont, dove il divertimento principale consiste nell’arrampicarsi sugli alberi: meno male che la madre è un ex infermiera militare, pronta a rimetterlo in sesto alla buona dopo le innumerevoli cadute, e a rispedirlo fuori a giocare.
Nel 1962, un film segna per sempre il piccolo Frank: si tratta de "L’eroe di Sparta" (in originale "The 300 Spartans"), pellicola che definisce perfettamente i canoni “etici” dei futuri eroi milleriani.
I suoi personaggi infatti si caratterizzeranno, come gli eroi delle Termopili, per la incrollabile determinazione e per la totale abnegazione al dovere, sempre pronti al (anzi, in cerca del) sacrificio.
Questa sua ossessione per la “giustizia” si mostra precocemente: da studente, Miller si trova a dirigere il giornale scolastico, che nelle sue mani diventa il mezzo per attaccare gli errori degli insegnanti.
A vent’anni si trasferisce nella città che per il nostro Frank rappresenterà una seconda casa: New York.
Decide di diventare un fumettista e, dopo aver fatto il giro di svariate redazioni, cerca di mettersi in contatto con uno degli autori più in voga in quegli anni, il grande Neal Adams, disegnatore di alcune delle più belle storie di Batman.
Trova facilmente il suo numero sull’elenco e gli telefona, chiedendo un appuntamento.
Dopo aver visionato le tavole di Miller, il primo commento di Adams è duro, e gli racomanda caldamente di tornarsene in Vermont a fare il benzinaio.
Ma nonostante tutto rimane affascinato dalla determinazione di questo giovanotto di provincia e gli darà comunque una mano, continuando a seguire il suo lavoro con critiche e consigli.
Finalmente, nel 1978, il nostro riesce a trovare il suo primo lavoro nei fumetti, una storia su "Twilight Zone" per la Gold Key Comics.
Poi seguono la DC e la Marvel Comics, con qualche storia per "Peter Parker: The Spectacular Spider-Man".
Nel 1979, gli viene dato l'incarico di illustrare “Daredevil”, un titolo che in quel periodo vende pochino.
Essendo una pubblicazione marginale, a Miller viene data più libertà creativa del solito, visto che il controllo redazionale sulla serie è più basso che per altri personaggi.
Dal 1981, diventa titolare dei disegni e delle storie (una vera rarità all’epoca) e finalmente può dedicarsi a scrivere delle vere e proprie crime stories, il genere che più ama.
Con l’introduzione della spietata e affascinante ninja Elektra nella vita dell’avvocato e vigilante cieco Matt Murdock (che guarda caso vive proprio a Hell’s Kitchen), inizia una saga che durerà due anni e segnerà la storia del fumetto.
In collaborazione col fido inchiostratore Klaus Janson, Miller ci offre storie cupe, colme di passione e violenza.
Quando Miller lascia la serie nel 1983, "Devil" è diventato un personaggio di primo piano dell’universo Marvel, mentre il nostro è l’astro nascente dell’industria fumettistica.
Il successo di Miller continua a crescere, col fantascentifico e innovativo "Ronin", prima collaborazione fra l'autore e la colorista Lynn Varley che diventerà sua moglie (fino al divorzio nel 2005).
Dopo essere tornato su “Devil” con la splendida saga "Rinascita" (illustrata da David Mazzucchelli), disegna, per i testi di Chris Claremont, una bella storia di "Wolverine" ambientata in Giappone.
Poi ritorna di nuovo al "suo" “Devil”, questa volta con l'artista Bill Sienkiewicz, producendo la graphic novel "Daredevil: Love and War" nel 1986 e la bellissima, visionaria miniserie "Elektra: Assassin", basata sulla killer ninja di cui Murdock è innamorato.
Entrato ormai di diritto nell’Olimpo degli autori di fumetti, accetta un incarico dalla DC che avrebbe fatto tremare i polsi a chiunque: ridefinire in chiave noir l'uomo pipistrello realizzando lo splendido "Batman: Anno uno", di nuovo in collaborazione con un Mazzucchelli mai così in forma, che rivisita le origini del personaggio tornando alle atmosfere oscure delle storie di Finger e Kane.
Quindi, sempre col fido Janson alle chine e i colori della Varley, realizza il suo capolavoro, "Il ritorno del Cavaliere Oscuro" (1986), che ci presenta un Bruce Wayne invecchiato e costretto a tornare sulla scena dopo anni di isolamento.
Un Batman estremista, militante e testardo, che deve affrontare un futuro prossimo distopico, dove infuria la guerra fredda e la decadenza civile, e soprattutto confrontarsi col potere corrotto e dispotico di cui Superman è diventato l’inconsapevole braccio armato.
Lo scontro fra i due eroi, diventati archetipi di due concezioni opposte del senso di giustizia (“legale”, “istituzionale” quella incarnata da Superman, “anarco-individualista” quella simboleggiata da Batman), assume in queste pagine uno spessore da tragedia greca, e regala alcune delle pagine più belle ed intense in assoluto della storia del fumetto.
È in questo lavoro che l’artista sfodera tutta la sua bravura di narratore d'eccezione e dà un’interpretazione che stravolge completamente e tuttora marchia il personaggio, a 77 anni dalla sua invenzione.
Pur avendo dichiarato che non avrebbe più lavorato su Batman, nel 2001, dopo molte insistenze da parte dei fan, ma soprattutto grazie ad un fortuito incontro con il supervisore delle Bat-testate Bob Shreck, Miller realizza un seguito de "Il ritorno".
La nuova opera è una miniserie in tre parti dal titolo "Batman: Il cavaliere oscuro colpisce ancora".
Graficamente agli antipodi rispetto al capitolo precedente, il sequel offre questa volta una visione corale dell'intero cosmo DC Comics.
Oltre a ripresentare i personaggi del primo episodio, Miller rivisita Lanterna Verde, Flash, Atom e Wonder Woman, realizzando un'opera dalle atmosfere molto meno oscure e molto più genuinamente supereroistiche rispetto al precedente.
La serie "All-Star Batman e Robin", disegnata da Jim Lee e pubblicata da DC Comics a partire dal 2005 è una specie di prequel del "Il ritorno del cavaliere oscuro", dove l'uomo pipistrello viene tratteggiato quasi fosse un sadico.
Ultime (per ora) tappe del rapporto Miller/Batman sono "The Dark Knight III: Razza Suprema" (2015), miniserie di 9 numeri scritta insieme a Brian Azzarello e disegnata da Andy Kubert e Klaus Janson, sequel in tono minore che privilegia il lato action, e "The Dark Knight Returns: L'Ultima Crociata" (2016), il prequel della saga, scritto sempre in collaborazione con Azzarello, mentre l'ottimo John Romita Jr., coadiuvato da Peter Steigerwald, ne realizza i disegni.
Senza dubbio migliore del precedente, ci svela i motivi per cui Bruce Wayne aveva abbandonato i panni dell'Uomo Pipistrello.
Oltre ai lavori per le principali case editrici statunitensi, Miller ha anche realizzato opere per editori indipendenti, come il fantascentifico "Give Me Liberty", disegnato da Dave Gibbons, in cui descrive con toni sarcastici la deriva della società americana e "Hard Boiled", una storia steampunk impreziosita dalle dettagliatissime illustrazioni di Geof Darrow.
A queste si aggiunge la famosissima "Sin City", una serie di storie noir in uno splendido bianco e nero, in cui il nostro riprende, estremizzandoli, gli stereotipi del cinema e della letteratura hard bolied per creare una fascinosa sintesi del Pulp.
Inutile sottolinearlo: per chi legge questo Almanacco, un “must have”!
Nel 1998, per la Dark Horse, realizza il romanzo grafico "300", ispirato alla famosa battaglia delle Termopili, che tanto lo aveva colpito da piccolo, dove combatterono 300 guerrieri spartani.
Anche qui si assiste ad un lavoro graficamente ardito e narrativamente originale.
L'opera, diventata una delle più celebri di Miller, viene pubblicata prima in volumetti, poi raccolta in un volume di formato orizzontale.
Nel 2018 esce il sequel/prequel “Xerxes. La caduta della Casa di Dario e l'ascesa di Alessandro”, incentrato sui fatti della storia greca precedenti e successivi alle Termopili.
Un affresco sicuramente affascinante e coraggioso, dato l’ampio respiro storico, con i disegni di Frank come al solito strepitosi e impreziositi dai bellissimi colori di Alex Sinclair, anche se il tutto non raggiunge il livello di “300”.
Si dedica anche ad un paio di episodi del personaggio di "Spawn", creato da Todd McFarlane: uno per la sua serie regolare, l'altro per un team-up con “Batman”, che segnerà il suo ritorno sul personaggio del Cavaliere Oscuro.
Entrambe le storie sono disegnate dal creatore della serie che, come Miller, era stato disegnatore sia dell’ “Uomo Ragno” sia di “Batman”.
"Bad Boy", storia fantascentifica coi fantastici disegni di Simon Bisley, è uscito a puntate per l'edizione inglese di GQ e raccolto poi dalla Dynamite Entertainment nel giugno del 2009 in un volume.
Nel 2011, pubblicata dalla Legendary Entertainment, esce la controversa graphic novel "Sacro Terrore".
ll protagonista è un personaggio chiamato "Fixer", lontano dagli stereotipi dell'eroe buono e giusto, sebbene la sua figura richiami quella di Batman (inizialmente infatti questa doveva essere una sua storia che la casa editrice aveva però rifiutato in quanto troppo manichea e radicale), che usa metodi violentissimi per affermare le sue ragioni.
La storia parla del terrorismo e della sua connessione con l'integralismo religioso; la posizione assunta da Miller ha suscitato forti reazioni nella critica statunitense sul web, l'opera è risultata alquanto controversa e sono fioccate le accuse di fascismo, inasprite dopo i pubblici sbeffeggiamenti di Miller al movimento “Occupy Wall Street”.
A noi chiaramente le questioni politiche non interessano, quindi possiamo solo giudicare il fumetto come tale: bisogna ammettere che presenta sì dei disegni splendidi ma la storia (ideologia o meno) è francamente un po' troppo tirata via, rispetto agli standard a cui ci ha abituato il nostro Miller…
Frank è stato anche autore di sceneggiature per il cinema: tra le più importanti quelle di "RoboCop 2" e "RoboCop 3", entrambi sonore schifezze.
Dopo "RoboCop 3", veramente inguardabile, il delusissimo Miller dichiara che non avrebbe più permesso a Hollywood di creare adattamenti dei suoi fumetti, perché disgustato dal fatto che nonostante quasi nessuna delle sue idee fosse finita nella versione definitiva del film, il suo nome apparisse comunque nei titoli.
Nonostante questa presa di posizione, collaborerà poi all'ottimo adattamento cinematografico della serie "Sin City" ad opera di Robert Rodriguez, che con alcune scene di prova aveva ottenuto il placet dell'autore.
L'omonimo film (a cui collabora anche Quentin Tarantino come guest director) finisce nelle sale nel 2005, con un ottimo riscontro di pubblico e recensioni positive: merito dell'ottimo cast (Clive Owen, Bruce Willis, Rutger Hauer, quell'ultratopa di Rosario Dawson e, su tutti, un indimenticabile, trasfigurato Mickey Rourke nel ruolo di Marv) e soprattutto dell'innovativa messa in scena che riprende perfettamente i disegni del fumetto.
Il tutto un po' sintetico, artefatto, ma esteticamente notevole.
Nel 2014 esce il prequel/sequel "Sin City - Una donna per cui uccidere", la cui regia questa volta è a firma congiunta di Rodriguez e Miller, un po' inferiore al primo ma si fa guardare volentieri, specie per la statopissima Eva Green nei panni della dark lady Ava Lord.
Nel 2007 arriva nei cinema il famigerato "300", il film ispirato al suo omonimo romanzo grafico.
Questa produzione è resa particolare dalla fotografia digitale che vira al seppia e dalla caratteristica e fondamentale post-produzione di notevole entità, dagli effetti speciali e dalle ricostruzioni immaginarie di luoghi e personaggi pseudo-storico/leggendari, ripresi quasi totalmente dal fumetto di Miller.
Purtoppo (a nostro avviso) il regista Zack Snyder esagera nel presentare tutti gli eroi spartani come se fossero culturisti appena usciti da una palestra (cosa che nel fumetto non c’è) e il risultato finale risulta un po' macho-gay... meno male che c'è la fantastica Lena Headey a bilanciare tutti ‘sti omaccioni.
Nel 2014 esce il prequel "300 - Rise of an Empire", di Noam Murri, ispirato ai primi tre capitoli del fumetto "Xerxes" (che ancora però non era uscito), su cui si può stendere un velo pietoso (sul film, intendiamo…).
Nel 2008 il nostro Frank esordisce nella regia cinematografica in solitaria con "The Spirit", lungometraggio ispirato all'omonimo personaggio dei fumetti nato da Will Eisner nel 1940.
Riceverà pessime critiche ma visivamente è ancora piu ardito di "Sin City".
Comunque sia, a nostro parere interessante, anche se il fumetto originale era tutta un'altra cosa: se uno vuol vedere un adattamento delle tavole di Eisner, ha ragione a schifarsi ma questo è un puramente opera di Miller che prende a pretesto “Spirit”!
Per concludere, non resta fare a Miller tantissimi auguri affinché possa ancora a lungo deliziarci con le sue chine e appassionarci alle sue trame.
Tanti auguri, Maestro!
"Da qui ci sono sette posizioni di difesa. Tre disarmano con un contatto fisico limitato. Altre tre uccidono. L'ultima... fa male."
Batman - Il Ritorno del Cavaliere Oscuro