Yes boys and girls, yes ladies and gentlemen, oggi è tempo di rock'n'roll, oggi è tempo del leggendario SCOTTY MOORE, il meraviglioso chitarrista di Elvis!
Mr. Moore è stato un fondamentale innovatore della sei corde e ha dato le coordinate a tutti su come maneggiare la chitarra nel nostro genere preferito!
Il suo stile chitarristico ha costituito un modello fondamentale per lo sviluppo del rock'n'roll classico e del rock moderno in generale.
Peccato che suonare al fianco del "Re", abbia un po' oscurato la sua fama e oltretutto i fatti che hanno portato l’allontanamento di Moore dà Elvis, sono quanto di più meschino e gretto si è visto nella storia del rock…
Ma in compenso Scotty ci ha regalato dei pezzi formidabili!
Sono innumerevoli i chitarristi, da Keith Richards a Jimmy Page, che hanno dichiarato il loro eterno debito di gratitudine per il grande Scotty e oggi anche noi, nel nostro piccolo, vogliamo omaggiarlo nell’anniversario del suo compleanno.
Se lo merita davvero, anche perché è stato una persona eccezionale ed un gran signore, per tutta la vita…
Winfield Scott "Scotty" Moore III nasce a Gadsden, in Tennessee, il 27 dicembre del 1931.
Scotty, il più piccolo di 14 (!) fratelli, inizia a suonare la chitarra all'età di otto anni grazie agli stimoli di suoi amici e familiari.
Nel 1948, nonostante abbia ancora 16 anni, viene arruolato nella Marina Militare degli Stati Uniti e mandato in Cina ed in Corea, di stanza sulle portaerei LST-855 e USS Valley Forge.
Ottenuto il congedo nel 1952 può dedicarsi interamente alla sua passione per la chitarra.
Forte delle sue radici blues, jazz e country, nel 1954 Scotty si trasferisce a Memphis per motivi di lavoro e fonda, assieme al bassista Bill Black, un gruppo country, gli Starlite Wranglers, che gli permette di venire a contatto con la scena locale.
Inizia una collaborazione con Sam Phillips, leggendario produttore discografico del'ancora più leggendario Sun Studio.
Nel luglio di quell'anno viene incaricato dell'audizione di un giovane cantante senza nessuna esperienza che era stato consigliato a Phillips dalla sua segretaria, Marion Keisker.
Il suo nome è... Elvis Presley!
Il prodotto di quella audizione fa oggi parte delle leggendarie Sun Sessions: tra i vari brani registrati in quel giorno di luglio, quello più importante è una rilettura di "That's All Right, Mama" di Arthur Crudup, ancora oggi ritenuta uno dei primi brani di rock'n'roll "bianco" fissati su nastro.
Elvis, Bill Black e Scotty Moore formano così il trio chiamato Blue Moon Boys, divenuto poi quartetto per l'aggiunta del batterista D. J. Fontana.
A partire da quel luglio 1954 i Blue Moon Boys iniziano ad esibirsi ed a registrare materiale lungo tutto il sud degli Stati Uniti: l'ascesa di Elvis si rivela ben presto inarrestabile ed il gruppo inizia ad esibirsi in vere e proprie tournée in lungo ed in largo negli Stati Uniti e partecipa a diverse esibizioni televisive di Elvis.
Tra i brani che vedono la chitarra di Scotty farla da padrona ci sono "Heartbreak Hotel", "Mystery Train", "Blue Suede Shoes", "Hard Headed Woman", "Jailhouse Rock" e "(You’re the) Devil in Disguise".
Lui stesso definisce il suo assolo su "Hound Dog" una "psichedelia primordiale".
Ma non è tutto rose e fiori: mentre Presley diventa milionario, i componenti della band guadagnano tra i 100 e i 200 dollari la settimana.
Il declino del sodalizio inizia durante le riprese e la registrazione del film "Loving You"a Hollywood nei primi mesi del 1957: Moore e Black vengono progressivamente allontanati da Presley.
Non gli viene permesso di accompagnare Elvis durante le registrazioni della colonna sonora per il suo primo film, "Love Me Tender" perché la 20th Century Fox li giudica incapaci di suonare il country (!?).
Inoltre guadagnano a sufficienza solo quando vanno in giro in tournée.
Chiedono quindi di poter registrare un disco strumentale ma ci vuole il permesso della RCA per apparire come gruppo senza il Re.
In un'intervista con la Memphis Press-Scimitar quel dicembre, parlano apertamente di queste cose e della loro mancanza di contatti con Presley stesso.
La tensione raggiunge il climax subito dopo le session del settembre 1957 per il primo album di Natale di Presley: finita la registrazione a Moore e Black viene detto di fare i bagagli.
Quella stessa sera, il duo scrive una lettera di dimissioni.
Hanno avuto solo un aumento in due anni, e con la mancanza di apparizioni live devono campare con 100 dollari a settimana.
Si rendono conto che anche il Colonnello Parker, il famigerato manager di Elvis, sta remando contro di loro.
Gil erano stati negati quasi tutti i contatti con Presley, e pare che non abbiano più nemmeno il permesso di parlargli.
In realtà non è il Colonnello a interferire ma il produttore esecutivo della RCA, Steve Sholes, che non stima la band e spera che la separazione sia permanente.
Tornati a Memphis, un giornalista intervista il duo che sputtana bellamente la cosa e Presley risponde con un comunicato stampa augurando loro buona fortuna, e dicendo che le cose avrebbero potuto essere risolte se fossero venuti da lui (come se fosse stato facile..) invece di andare a soffiare tutto alla stampa.
In un'intervista Elvis rivela che, nel corso degli ultimi due anni, tutto il suo enturage aveva cercato di convincerlo a sbarazzarsi della sua band, quindi, dal suo punto di vista, gli è rimasto anche troppo fedele.
Presley ha in programma di apparire a Tupelo le due settimane successive e inizia a fare provini per i nuovi musicisti. Si esibisce con Hank Garland alla chitarra e un amico del batterista D.J. Fontana, Chuck Wiginton al basso, ma nonostante la loro bravura, il Re non si sente lo stesso a suo agio senza i suoi fidi Moore e Black.
La settimana dopo l'impegno a Tupelo li richiama di nuovo con un contratto migliore.
Moore dichiara che da parte sua non c'era nessun rancore, anche se Presley stesso sembra invece esserci rimasto parecchio male...
Moore e i Blue Moon Boys partecipano a quattro film di Elvis: "Loving You" (1957), "Jailhouse Rock" (1958), "King Creole"(1960) e "G.I. Blues" (1960).
All'inizio del 1958, quando Elvis parte per la naja, Scotty inizia a lavorare per la Fernwood Records e produsce un disco di successo, "Tragedy", per Thomas Wayne Perkins, fratello del chitarrista di Johnny Cash, Luther Perkins.
Nel 1960, Moore partecipa alle sessions di registrazione con Elvis alla RCA, e lavora anche come direttore di produzione per la Sam Phillips Recording Service, impiego che gli permette di approfondire tutte le fasi di registrazione in studio.
Moore in questo periodo suona in pezzi mitologici come "Fame and Fortune", "Such A Night", "Frankfort Special", "Surrender", "I Feel So Bad", "Rock-A-Hula Baby", "Kiss Me Quick", "Good Luck Charm", "She's not You", "(You're The) Devil in Disguise" e "Bossa Nova baby".
Nel 1964, finalmente Moore riesce a pubblicare un album solista su Epic Records chiamato "The Guitar that Changed the World" (come dargli torto...) ma per colpa di questo disco viene licenziato in tronco da Sam Phillips.
L'ultima volta che si riunisce quel magico terzetto è nel 1968, quando Elvis registra la sua più grande performance dal vivo di sempre, uno speciale televisivo intitolato "Come Back", il “ritorno”, dopo che per anni si è limitato a fare insulsi filmetti hollywoodiani.
Insieme i tre fanno faville come ai vecchi tempi ma è l'ultima volta che suonano assieme (e per Moore è anche l'ultima volta che vedrà Presley).
Dopo il nostro si dedicherà di più al lavoro negli studi: a Nashville, Moore insedia uno studio di registrazione sulla 19th Avenue, il Music City Recorders, ed fonda una personale etichetta discografica, la Belle Meade Records.
Il Music City Recorders viene ceduto nel 1973 per intraprendere l'attività autonoma di ingegnere del suono, in maniera pressoché esclusiva per i Monument Studios: nel 1976 Scotty acquista lo stabile dove tali studios avevano sede per avviarvi un'attività di duplicazione nastri, la Indipendent Producer Corporation.
La sua attività musicale sulla scena non cessa comunque, sebbene si alterni a quella di fonico: tra il 1970 ed il 2003 Scotty Moore colleziona una cospicua serie di collaborazioni e partecipazioni con artisti come Jerry Lee Lewis, Johnny Cash, Dolly Parton, Perry Como, Paul McCartney, Ringo Starr (in veste di ingegnere fonico per il suo disco “Beaucoup Of Blues” del 1970), Carl Perkins ed Alvin Lee.
Nell'agosto del 2005 Scotty intraprende un breve tour tra Norvegia e Regno Unito e nel 2007 produce due album di collaborazioni intitolati "The Mighty Handful, voll.1 e 2".
Negli ultimi anni divide il suo tempo tra la sua attività di ingegnere del suono e produttore con esibizioni periodiche con vari artisti, tra cui Ronnie McDowell, Lee Rocker ed il Mike Eldred Trio.
Da tempo malato, Scotty muore il 28 giugno del 2016.
Da autentico gentleman del vecchio sud quale era, Mr. Moore non si è mai dimostrato deluso o amareggiato per essere stato allontanato da Elvis, anche se, con un po'di nostalgia, ammetteva che "quando suonavamo insieme noi tre eravamo i migliori".
E aveva proprio ragione...
Alla fine riguardo a Presley: dichiarò "È sempre stato il mio fratellino minore, gli ho voluto e gli vorrò sempre bene".
Con lui anche l'ultimo uomo del Re se n'è andato.
E noi ci sentiamo un po' più soli e tristi.
Onore a Scotty Moore!
"Quanto sentii "Heartbreak Hotel", ho capito che avrei voluto fare quello nella mia vita. Era chiarissimo. Tutto quello che volevo fare in quel momento era essere capace di suonare così. Tutti quanti volevano essere Elvis, io volevo essere Scotty."
Keith Richards