Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

E' uscito ed è disponibile nei migliori negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Il male e' dentro il terzo album dei Mutzhi Mambo, band fiorentina fondata nel 1998,...

Domani sarà pure il compleanno di Gesù ma oggi è nata la Madonna!
Anzi, macché Madonna, è nata proprio una Dea, la Dea della Bellezza!
Oggi, cari amici dei Mutzhi Mambo, è il compleanno della paradisiaca EDWIGE FENECH, la più bella di tutte!
La nostra Edwige Fenech dovrebbe essere denunciata per induzione alla masturbazione, ma l'Associazione Oculistica Italiana dovrebbe fargli un monumento per il suo definitivo contributo alla diffusione della miopia adolescenziale.
Un esercito di poliziotte sexy, infermiere, pretore, supplenti, Giovannone e Ubalde alle quali Fenech ha dato corpo (possibilmente nudo…) in più di venti anni di onorata carriera cinematografica e che meglio di ogni altro ha mostrato sinceramente un pezzo d’Italia ormai scomparso, tra provincialismo arrapato e pruderie da sagrestia.
Non eravamo così, ma "volevamo" essere così (lo dimostra il nascente filone pornografico che si sviluppava in parallelo), e soprattutto volevamo una donna così, più di ogni altra cosa!
Certo, a vederlo adesso, nelle repliche in TV o in DVD, sembra archeologia, un mondo che appare addirittura "puro", di un’innocenza assoluta, appena "sporcato" dal rito di spiare dai buchi della serratura delle docce o di sbirciare nelle scollature; un culto questo di cui lei era la suprema sacerdotessa.
“Quei miei film ora sembrano opere da educande”, ripete da anni l’attrice, ma non ha ragione: magari la volgarità era contenuta, le scene di sesso (quando c'erano) quasi impalpabili ma l'occhio dello spettatore non era per nulla innocente e la visone di quei film (e delle sue cosce) ha sistematicamente e inesorabilmente corrotto le menti di più di una generazione...dopo di lei non abbiamo più guardato con gli stessi occhi professoresse, infermiere e poliziotte.
E meno male!
Oltretutto nella sua lunga carriera Edwige è risultata non soltanto la massima interprete dei ruoli più iconici della commedia sexy italiana ma anche la regina della gloriosa, per quanto breve, stagione dei thriller-erotici del nostro paese.
Pellicole davvero "nasty", dai titoli chilometrici, dove violenza, il sesso e le atmosfere morbose la facevano da padroni, per le quali la nostra Edwige si era guadagnata il titolo di "signora del giallo", ben prima (e con altro senso) di quell'ammorbante portasfiga di Jessica Fletcher.
Questi film con la Fenech erano pura essenza Pulp, amici…
Non a caso registi come Tarantino o Roth fanno a gara per avere i suoi autografi mentre dalle nostre parti rimpiangono ancora l'Ubalda...

Edwige Fenech nasce ad Annaba (all'epoca denominata Bône), nell'allora Algeria francese, il 24 dicembre del 1948 da padre maltese e da madre italiana originaria di Acate (in provincia di Ragusa).
Si trasferisce con la madre a Nizza, in Francia, dove frequenta il liceo e studia danza e medicina.
Lì viene notata mentre passeggia per strada e ingaggiata per una piccola parte nel film "Toutes folles de lui" (1967) di Norbert Carbonnaux.
Nel 1967 partecipa al concorso di bellezza Lady France, che si svolge a maggio durante il Festival di Cannes e che vince, ottenendo così il diritto di partecipare a Lady Europa come rappresentante del suo paese; la Fenech si classifica al terzo posto.
Pur non avendo vinto il titolo, viene notata da un talent scout che le propone di girare in Italia, da protagonista, il film "Samoa, regina della giungla"(1968); si trasferisce quindi in Italia con la madre.
Dopo questo film e il successivo, "Il figlio di Aquila Nera", sempre per la regia di Guido Malatesta, lavora per un certo periodo in Germania, in film goliardici, ispirati alle novelle decamerotiche del Boccaccio come "Susanna... ed i suoi dolci vizi alla corte del re", "Alle dame del castello piace molto fare quello", "Il trionfo della casta Susanna", "I peccati di Madame Bovary", "Mia nipote la vergine", "Desideri, voglie pazze di tre insaziabili ragazze", "L'Uomo dal Pennello d'Oro".
Come dimostrano i titoli, si tratta di pellicole di un certo spessore intellettuale che però iniziano a "mostrare" al pubblico le doti della Fenech.
Intanto in Italia gira il primo dei film che la faranno diventare l'icona del giallo all'italiana: "5 bambole per la Luna d'Agosto" (1969) di Mario Bava, seguito lo stesso anno dall'erotico "Top Sensation", di Ottavio Alessi e dallo spaghetti-western "Testa o croce" di Piero Pierotti.
Il suo debutto nel genere prettamente comico (pur sempre con piccanti spruzzatine di eros), avviene nel 1970 con la partecipazione ad un film della coppia Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, "Don Franco e Don Ciccio nell'anno della contestazione", girato da Marino Girolami.
Quest'ultimo si era riproposto di girare una commedia che riprendeva i temi della contestazione giovanile mettendo in evidenza sopratutto i lati comici o comunque grotteschi della situazione esistente in quell'epoca ma le curve della Fenech e la sua abbagliante sensualità diventano subito il "tema" centrale del film…
La seconda pellicola in cui lavora con Franco e Ciccio è "Satiricosissimo", girato nel 1970 da Mariano Laurenti (ispirato a "Satyricon" di Federico Fellini), nel ruolo di Poppea.
Nel 1971 gira "Lo Strano Vizio della Signora Wardh", il primo di un terzetto di thriller per la regia di Sergio Martino, che consacrano la Fenech regina del giallo-erotico all'italiana.
Gli altri due titoli della trilogia sono "Tutti i colori del buio" e "Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave", entrambi del 1972.
Ma il film più importante del genere che la vede protagonista è il violentissimo e morbosissimo "Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer" (1972) di Giuliano Carnimeo.
Il passaggio a quello che sarà la cosiddetta commedia sexy all'italiana avviene con il citatissimo "Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda" girato sempre dal fido Mariano Laurenti nel 1972.
Molti fanno risalire proprio a questo titolo quel nuovo genere di commedia all'italiana caratterizzata da una comicità smaccata combinata ad un erotismo tutto sommato molto blando e pecoreccio.
Il film ha uno straordinario successo di pubblico, spingendo i produttori cinematografici a realizzare nuove pellicole del genere.
Ecco allora che arrivano "La bella Antonia, prima monica e poi demonia" e "Quando le donne si chiamavano madonne", chicche oggi difficilmente reperibili e praticamente mai passate sul piccolo schermo, a differenza di altri "classici".
Qui l'attrice viene usata più che altro come specchietto per le allodole, dato il suo ruolo marginale, ma lei prosegue indefessa nel filone.
Può permetterselo perché le proposte fioccano.
Com'è facilmente prevedibile diventa il sogno erotico degli italiani, ruolo suggellato dal celebre "Giovannona Coscialunga disonorata con onore" seguito dalla pellicola la "Vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono" (1973).
Nel 1973 nuova linfa vitale al genere viene fornita dal successo nazionale del film serio "Malizia" (con Laura Antonelli) di Salvatore Samperi, da cui subitaneamente i maestri della commedia nostrana traggono ispirazione.
I turbamenti sessuali degli adolescenti, tema del film di Samperi, divengono facile pretesto per altri titoli dalla comicità eccessiva e guardona.
Vengono così realizzati "Innocenza e turbamento" (1974) dove un seminarista viene spinto alle gioie del sesso dalla sua giovane zia, "Grazie nonna" (1975) dove dal Sud-America una giovane e disinibita nonna viene a sconvolgere la vita di una famiglia di una tranquilla provincia italiana.
Ancora, compaiono sugli schermi italiani "La moglie vergine" e "Il vizio di famiglia" entrambi del 1975.
Le corna sono invece il tema ricorrente nella pellicola "La vergine, il toro e il capricorno" dove un Alberto Lionello interpreta un uomo d'affari milanese ossessionato dalla gelosia per la bella moglie.
Protagonista sempre lei, l'indomita e procace Edwige.
Il suo primo nudo integrale sul grande schermo risale al 1976, nel film "La pretora", diretto da Lucio Fulci.
Da allora posa più volte nuda per l'edizione italiana della rivista Playboy.
Finita l'epoca degli adolescenti in crisi ormonale bisogna inventarsi qualcosa, e così comincia la saga delle insegnanti; iniziata appunto con "L'insegnante" (1975), film dove la solita, volenterosa Fenech dà lezioni private a un adolescente interessato più alle sue grazie che allo studio.
Da quel momento è tutto un fiorire di supplenti e professoresse o di film ambientati nelle scuole di piccole cittadine apparentemente borghesi e benpensanti ma assai pruriginose.
Esaurito il tema "pedagogico", tocca naturalmente a dottoresse, poliziotte e soldatesse (e così via) a reggere le sorti delle sexy-commedie.
Una stagione, quella della commedia sexy all'italiana (ribattezzata anche commedia trash) che durerà fino ai primi anni '80 e che ha sorretto con i suoi incassi - molti fanno finta di dimenticarlo - gran parte del cinema nobile di casa nostra.
Per Edwige Fenech il cambio di marcia e di immagine avviene nel 1982.
Poche apparizioni sul grande schermo e qualche presenza in televisione come presentatrice la rilanciano come personaggio nuovo e diverso, una raffinata e bellissima signora (complice, nel "lavaggio" di immagine, la sua relazione col potente Luca Cordero di Montezemolo).
Quasi un omaggio ai suoi inizi come icona del thriller, l'ultimo film da lei interpretato prima di una lunghissima pausa è il giallo "Un delitto poco comune", di Ruggero "Cannibal" Deodato: niente de che ma c'è di peggio...
Oggi come oggi l'elegante Edwige è una signora molto ascoltata e molto potente all'interno dello show business; ha aperto una sua casa di produzione che ha realizzato vari successi sia in Italia (citiamo ad esempio quella schifezza di fiction tv "Commesse") che all'estero.
Nel 2007 torna davanti alla macchina da presa, contattata da Quentin Tarantino, per girare un cameo in "Hostel: Part II", diretto da Eli Roth: entrambi i registi americani sono infatti suoi fan dichiarati.
Lo stesso Tarantino le fa autografare tutta la propria collezione dei suoi film e nel suo “Bastardi senza gloria” il personaggio interpretato da Mike Myers si chiama "Ed Fenech", in omaggio all'attrice.
Non male la carriera della nostra Giovannona ma basta con le schifezze televisive e questo ruolo da borghesona raffinata.
Ora la aspettiamo, speriamo non invano, in ruoli che le competono, squartata da qualche maniaco in qualche bel thrilleraccio fatto bene!
Intanto ci consoliamo, soli-soli nei nostri gabinetti sbarrati, nel ricordo dei suoi occhi da gatta e delle sue tette da vacca.
Tanti auguri Edwige!

"Io non avevo tante scene d’amore nei film. Tante docce ma poco amore. Ero una delle attrici che si lavava di più nei film. Una doccia dietro l’altra"
Edwige Fenech


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