Si torna ragazzi oggi, cari amici dei Mutzhi Mambo, si va sul nostalgico da lacrimuccia: vi ricordate quei pomeriggi senza un cazzo da fare, quelle serate che il sonno non arrivava, quei dopopranzi sonnacchiosi sotto l'ombrellone, quelle interminabili sedute di gabinetto.... e chi era il miglior compagno di quelle ore di piacevole noia?
Ma Tex, naturalmente!
Il Tex faticosamente sottratto al fratellone o comprato in edicola con gli spiccioli fregati nel portafogli di mamma.
Il Tex di "bistecca alta tre dita con una montagna di patatine sopra", di "prima si spara e poi si discute", di "buttate i ferrivecchi", di "corna di Satanasso", di "tizzone d'inferno”!
E Mefisto, dove lo mettiamo?
Il cattivo piu cattivo di tutti, il personaggio che ci ha fatto amare la magia nera e i riti occulti, che popolava i nostri incubi infantili con la sua presenza demoniaca, forgiando il nostro immaginario di mistero e orrore!
E il merito di tanta roba è dell'immenso GIAN LUIGI BONELLI! Si parla tanto di spaghetti-western, di horror italiano e quanto erano bravi in Italia a fare il cinema di frontiera e i film gotici eccetera-eccetera, ma lui non lo citano mai, come se nel nostro Paese i fumetti di Tex non li avesse letti nessuno: eppure i vari Sergio Leone, Duccio Tessari, Mario Bava e compagnia bella, senza il Gian Luigi nazionale non sarebbero stati neppure concepibili!
È ora di dare a Cesare quel che è di Cesare, è ora di celebrare il Maestro Gian Luigi Bonelli!
Bonelli parlerà sempre di sé stesso come di un "romanziere prestato al fumetto e mai più restituito".
Il suo modo di narrare risente della lezione del grande romanzo avventuroso d'appendice e in particolare di autori quali Alexandre Dumas, Jack London, Donn Byrne, Victor Hugo ed Emilio Salgari, da lui stesso indicati come le sue principali fonti d'ispirazione.
Una delle peculiarità del Bonelli autore di fumetti sono le sue caratteristiche "sceneggiature disegnate": in pratica non descriveva a parole la scena che il disegnatore doveva interpretare e poi realizzare (com'è consuetudine), ma, come in uno storyboard cinematografico, abbozzava la tavola dando quindi indicazioni molto precise sulla sua struttura sequenziale e sulle singole inquadrature.
Lo stile narrativo era allo stesso modo semplice ed efficace, la caratterizzazione psicologica dei personaggi relativamente scarna, mentre privilegiava l'azione che imprimeva al fumetto degli effetti di tipo cinematografico.
Il Tex creato dal Bonelli è l'eroe classico che difende i deboli qualunque sia il loro colore della pelle (fu uno dei primissimi a non rappresentare i pellerossa come cattivi), senza dubbi esistenziali di sorta e disposto, se necessario, a violare la legge pur di far trionfare la giustizia.
Inoltre era impressionante la sua vera e propria identificazione col suo personaggio: Bonelli "era" Tex!
Era un personaggio lui stesso, di un'altra epoca, e non solo per l'abitudine di indossare cappelloni da Cow-Boy ma perché il suo atteggiamento di duro integerrimo ma dal cuor d'oro era coerente con la sua creatura.
Forse è per questo che le sue storie western hanno saputo parlare al cuore di intere generazioni: Bonelli a quello che scriveva, ci credeva davvero!
Certo, noi che amiamo il Pulp, abbiamo amato di più i suoi cattivi, sempre e comunque malvagi ma ricchi di fascino, come Mefisto e suo figlio Yama, El Muerto, Proteus, il Maestro e chi piu ne ha piu ne metta...
Gian Luigi Bonelli era l'avventura!
Giovanni Luigi Bonelli, detto Gian, naque a Milano, il 22 dicembre del 1908.
Inizia la sua carriera alla fine degli anni venti pubblicando alcune poesie sul Corriere dei Piccoli.
Negli anni trenta scrive alcuni racconti per il “Giornale illustrato dei viaggi e delle avventure di terra e di mare” dell'editore Sonzogno e, nel 1936, pubblica a puntate su “L'Audace”, il primo dei suoi tre romanzi d'avventura: "Le Tigri dell'Atlantico", a cui farà seguito "Il Crociato Nero" (di cui è stata pubblicata anche una versione a fumetti, sulle pagine de Il Vittorioso, disegnata da Kurt Caesar) e "I Fratelli del Silenzio" (quest'ultimo con lo stesso protagonista del primo romanzo: l'investigatore italo-americano John Mauri) entrambi editi nel 1940.
Entra nel mondo dei fumetti negli anni trenta, dirigendo alcune testate della Società Anonima Editrice Vecchi (S.A.E.V.) di Lotario Vecchi e scrivendo le sue prime sceneggiature per L'Audace, Rin Tin Tin e successivamente per L'Avventuroso edito dalla Casa Editrice Nerbini.
Nel 1940 decide di mettersi in proprio acquisendo i diritti della testata “L’Audace” e creando così l'omonima casa editrice.
Attraverso vari cambi di nome, e passando prima nelle mani della moglie Tea, poi in quelle del figlio Sergio ed infine in quelle del nipote Davide, si trasformerà nell'attuale Sergio Bonelli Editore, la piu importante casa editrice italiana di fumetti, che pubblicherà negli anni "Zagor", "Mister No", "Ken Parker", "Martin Mistère" e "Dylan Dog" (solo per citare i più famosi).
Nel 1941 Gianluigi crea "Furio Almirante", su disegni di Carlo Cossio, personaggio che otterrà un buon riscontro da parte dal pubblico tanto da essere pubblicato fino agli anni Sessanta.
Durante il periodo bellico si vede costretto a riparare in Svizzera, e al suo ritorno si trasferisce a Genova dove fu per un breve periodo coeditore, con De Leo, del settimanale “Cow-Boy”.
Torna presto però a collaborare con la casa editrice della sua ormai ex moglie per cui crea molti nuovi fumetti tra cui "Ipnos" del 1946 (personaggio ispirato a "Mandrake" alla cui realizzazione contribuirono numerosi disegnatori: Gino Cossio, Paolo Piffarerio, Guido Da Passano, Armando Bonato e Mario Uggeri), "Il Giustiziere del West" (realizzato graficamente da Giorgio Scudellari) e la "Pattuglia dei Senza Paura" (per i disegni di Guido Zamperoni e Franco Donatelli), entrambi pubblicati nel 1948.
In quello stesso anno in collaborazione col grandissimo disegnatore Aurelio Galleppini (in arte Galep), crea altri due nuovi personaggi: "Occhio Cupo" (pubblicato in un innovativo formato ad albo) e "Tex Willer".
A dispetto delle aspettative che entrambi gli autori riponevano sul primo, il successo arriverà invece grazie al secondo.
Agli inizi la pubblicazione ottenne delle buone tirature, sebbene inferiori ad altre presenti nelle edicole.
In seguito, soprattutto dopo l'adozione del formato gigante, sul finire degli anni cinquanta, il fumetto supera nelle vendite i diretti concorrenti, diventando un'icona del settore.
Nonostante la sua attività di sceneggiatore fosse assorbita in gran parte dalle storie di Tex, Gian Luigi Bonelli in seguito darà vita a molti altri personaggi, tra cui, per citarne alcuni, "Plutos" del 1949 disegnato da Leone Cimpellin, "Rio Kid" realizzato graficamente da Roy D'Amy, "Yuma Kid" del 1954 disegnato da Mario Uggeri, "Big Davy" di due anni dopo illustrato da Renzo Calegari e Carlo Porciani, e "Hondo" del 1957 disegnato da Franco Bignotti e "Giubba Rossa", ancora per i disegni di Calegari, del 1959.
Non cesserà neppure la sua attività di romanziere e, nel 1956, scriverà il romanzo "Il massacro di Goldena" con protagonista proprio Tex Willer, che alcuni anni dopo verrà utilizzato come sceneggiatura per un episodio della serie regolare.
Gian Luigi si ritirerà ufficialmente dall'attività di sceneggiatore nel 1991, anno in cui viene pubblicata la sua ultima storia di Tex "Il medaglione spagnolo" (disegnata da Guglielmo Letteri).
Già da alcuni anni però aveva passato il testimone della serie a Claudio Nizzi occupandosi prevalentemente della supervisione delle storie, attività alla quale si dedicherà fino alla sua morte.
Gian Luigi ci ha lasciato a Alessandria, il 12 gennaio del 2001, e, in base alle sue volontà, è stato sepolto al Cimitero di Monaco.
Speriamo solo che abbia potuto cavalcare nelle verdi praterie del cielo e non si sia invece ritrovato davanti il suo Mefisto in cerca di vendetta…
Onore a Gian Luigi Bonelli!
"Posso procurarti una cura di piombo con successivi impacchi di terra fresca"
Gian Luigi Bonelli - Tex Willer