Fermi tutti, cari amici dei Mutzhi Mambo, non muovetevi!
In giro ci potrebbe essere lo spietato SAMUEL L. JACKSON, e potreste farlo incazzare!
A parte gli scherzi, che speriamo il vecchio Sam apprezzi (e sennò son davvero cazzi amari!), Jackson è uno degli attori più fighi che abbiano mai lavorato a Hollywood: "The King of Cool" è l'appellativo strameritato del simbolo stesso della Pulp-culture anni Novanta.
Inutile ricordare quanto il suo nome sia indissolubilmente legato a quello di Tarantino.
Per il regista di Knoxville ha interpretato alcuni dei personaggi più ganzi e cattivi della storia del cinema, ruoli che lo hanno proiettato per sempre nell' "Empireo delli mejo attori"!
Ma naturalmente non di solo Quentin è fatta la sua fama: Jackson è veramente un attore versatile e infaticabile che ha lavorato con la grossa parte dei registi e degli attori più importanti in circolazione!
Peccato che sia un po' troppo "prezzemolino" e sia più facile beccarlo ultimamente in produzioni mainstream che in succose pellicole trucide come piacciono a noi.
Ma si sa: "pecunia non olet" e Samuel sembra averlo capito piuttosto bene...
Rimane comunque il suo carisma ineguagliabile che gli fa perdonare persino le schifezze che ci propina attualmente.
E poi se non vi sta bene, andateglielo a dire di persona!
Samuel Leroy Jackson nasce a Washington, il 21 dicembre del 1948.
Il padre è assente e alcolizzato: ad allevarlo è la madre Elizabeth, operaia, coi nonni materni, e a farlo appassionare al cinema è la zia, che lo porta spesso ai doppi spettacoli dell'epoca.
Frequenta scuole ancora segregate e suona il corno e la tromba nell'orchestra scolastica.
Fin da piccolo soffre di una leggera forma di balbuzie così, per cercare di superare questo problema, gli viene consigliato di fare un provino per uno spettacolo cinematografico nel college che frequenta.
Impegnato nella lotta per i diritti civili (è uno dei portatori della bara di Martin Luther King), per le sue attività politiche, prima della laurea, viene sospeso per due anni dal college.
Ad Atlanta si fa coinvolgere dalle Pantere Nere, l'ala più oltranzista del movimento per i diritti civili.
Si laurea nel 1972 al Morehouse College di Atlanta ma, allertata dall'FBI sul fatto che il figlio è a rischio arresto (o peggio…), la madre lo obbliga ad andarsene a Los Angeles, dove Samuel tenta la carriera di attore.
Inizia a recitare in molti spot pubblicitari e fa la sua prima apparizione in "Together for Days" (1972) diretto da Michael Schultz.
Successivamente si trasferisce a New York, dove entra nella compagnia teatrale Negro Ensemble, nella quale partecipa pure Morgan Freeman, e viene assunto come intrattenitore per il pubblico durante le pause nello show di Bill Cosby.
Inizia in questo periodo a farsi di brutto di bamba e a bere come una vacca.
Appare in un ruolo minore nel film diretto da Milos Forman: "Ragtime" (1981).
Nel 1988 ha un piccolo ruolo in "Il principe cerca moglie" di John Landis e gira il suo primo film con Spike Lee, "Aule turbolente", seguito dal mitico "Fa' la cosa giusta" (1989).
Nel 1990 recita in "Quei bravi ragazzi" di Scorsese e in "Mo' Better Blues", sempre di Spike Lee.
Ma la sua dipendenza dalle droghe peggiora e rischia più volte la vita finché la famiglia lo convince a ricoverarsi in clinica.
Ripulito, trova ad attenderlo il grande ruolo del crack-addicted Gator in "Jungle Fever" di Spike Lee (1991).
Per lui la giuria del festival di Cannes crea appositamente un premio come miglior attore non protagonista.
Seguono film come "Giochi di potere", "Palle in canna", "Amos & Andrew", "Una vita al massimo" e "Jurassic Park", però in una parte sforbiciata al montaggio da Spielberg.
Quentin Tarantino scrive apposta per lui il ruolo del killer Jules Winnfeld, che cita la Bibbia prima di far fuori le sue vittime in "Pulp Fiction" (1994), ed è subito leggenda!
Tra l'altro, Tarantino lo costringe - lui che è da tempo calvo - ad indossare una parrucca afro, una delle tante bizzarre acconciature che poi caratterizzeranno la sua carriera.
A 46 anni e dopo 30 film è finalmente noto e apprezzato ovunque.
Lavora con ritmi forsennati (forse memore di quel telefono che solo qualche anno prima non squillava mai...) e risultati discontinui in film come "Lontano da Isaiah", "Il bacio della morte" e il blockbuster "Die Hard - Duri a morire"(1995), a fianco di Bruce Willis.
Nonostante ora partecipi con altissimi ingaggi a grandi produzioni hollywoodiane, non si scorda del tutto del cinema indipendente lavorando all'esordio di Steve Buscemi dietro la macchina da presa in "Mosche da bar" del 1996.
E' di nuovo candidato al Golden Globe per "Il momento di uccidere" (1996), dove è un padre processato per aver ucciso gli uomini che hanno stuprato sua figlia.
Nel 1997 torna a girare con Tarantino nel fantastico "Jackie Brown" dove interpreta il gangster Ordell Robbie, e vince un orso d'argento come miglior attore al Festival di Berlino.
Nel 1998, dopo il pasticciato "Sfera", recita ne "Il negoziatore" a fianco di Kevin Spacey e nel 1999, oltre ad apparire in "Blu profondo", riveste per la prima volta i panni del maestro Jedi Mace Windu in quella ciofeca di "Star Wars - Episodio 1: La minaccia fantasma", il pallosissimo prequel di "Guerre Stellari".
Recita in "Regole d'onore" del maestro William Friedkin (che qui deve aver avuto un amnesia su come si dirige un film decente...), nel ruolo di un colonnello dei marine sottoposto a corte marziale.
Ritrova poi Bruce Willis nel prescindibile "Unbreakable" di M. Night Shyamalan e interpreta l'inutile remake di "Shaft".
Nel 2002 affianca Vin Diesel in quella tamarronata di "xXx" e vede ampliato il suo ruolo in "Star Wars - Episodio II: Attacco dei cloni". Seguono film come "Basic" e "S.W.A.T." (2003), oltre a un cameo in "Kill Bill - Volume 2".
Nel 2005 riceve il plauso della critica per "Coach Carter", interpreta il sequel di "xXx" e appare come se stesso nella serie tv di "Ricky Gervais Extras".
Nello stesso anno torna in "Star Wars - Episodio III: La vendetta dei Sith", cui seguono il cult trash "Snakes on a Plane" (2006), "Home of The Brave" e una piccola partecipazione nel bell'horror "1408" (2007), a fianco di John Cusack.
Prende parte a quel disastro (che però, esteticamente, ha un suo perché) della riduzione cinematografica del fumetto di Will Eisner "The Spirit" (2008), per la regia di Frank Miller.
Sempre più "fumettoso", nel 2010 appare ufficialmente in "Iron Man 2" nel ruolo di Nick Fury, capo dello S.H.I.E.L.D, personaggio che già dal 2001 veniva disegnato con le sue fattezze nella versione Ultimate del fumetto.
In questo ruolo torna in "The Avengers" e "Avengers: Age of Ultron" (2015), nel primo "Thor", in "Captain America: The Winter Soldier" e nei futuri sequel (il suo contratto con la Marvel prevede in tutto 9 film), oltre che nella serie tv "Agents of S.H.I.E.L.D".
Nel 2012 è in "Django Unchained", nel ruolo (magnifico) del viscido maggiordomo Stephen.
Nel 2013 e nel 2014 prende parte a due inqualificabili remake: quello di "Oldboy", capolavoro del cinema coreano che viene ripreso con la mano sinistra da uno Spike Lee sempre più a corto di idee, e quello di "RoboCop", il violentissimo poliziesco futuristico di Paul Verhoeven che, nelle grinfie di José Padilha (che pure col bellissimo "Tropa de Elite" ci aveva fatto ben sperare), diventa uno stanco film per ragazzini.
Nel 2015 è il villain nel divertente action fumettistico "Kingsman: Secret Service di Matthew Vaughn"; interpreta poi la brutta riduzione di Stephen King, "Cell", di Tod Williams, ed è il mattatore nel nuovo western di Tarantino, "The Hateful Eight".
L'anno successivo è nel cast della kitschissima versione Disneyana de "The Legend of Tarzan, di David Yates, e della poco riuscita favola horror "Miss Peregrine's Home for Peculiar Children" di Tim Burton.
Ultimamente non brilla certo per scegliersi ruoli particolarmente memorabili e pare più leggere gli zeri sugli assegni che i copioni…: un altro "xXx - Il ritorno di Xander Cage" (2017), di D. J. Caruso; il monster movie "Kong: Skull Island" (2017), di Jordan Vogt-Roberts; il mediocre Pulp "Come ti ammazzo il bodyguard" (2017), di Patrick Hughes; il solito cameo come Nick Fury in "Avengers: Infinity War"(2018), di Anthony e Joe Russo; il poco azzeccato "Glass" (2019), regia di M. Night Shyamalan, seguito non richiesto di "Unbreakable"; di nuovo Nick Fury con un ruolo più corposo nel terribile "Captain Marvel" (2019), di Anna Boden e Ryan Fleck, e in un paio di camei in "Avengers: Endgame" (2019), di Anthony e Joe Russo, e in "Spider-Man: Far from Home" (2019), di Jon Watts; lo ritroviamo pure nel sequel del reboot di "Shaft" (2019), di Tim Story.
Rimane inedito il giallo "The Banker" (2019), di George Nolfi, visto che la produzione Apple ne ha bloccato la distribuzione in seguito ad accuse di molestie sessuali rivolte rivolte al figlio del personaggio protagonista del film (che nella pellicola figura solo come produttore associato ma non ha ruoli effettivi).
Peccato per gli spippolatori, perché doveva essere la pellicola con cui la nota casa di computer avrebbe lanciato la sua piattaforma digitale di streaming.
Dal 2005 Sam è sposato con la collega LaTanya Richardson da cui ha avuto la figlia Zoe.
A differenza di molti attori, vede sempre al cinema i film a cui partecipa e ama collezionare action figure dei suoi personaggi più famosi.
E' appassionato di golf e basket ed è molto attivo in iniziative benefiche.
Recentemente è pure diventato vegano, olè!
Sei un grande Sam!
Tanti, tanti auguri, ti vogliamo bene!
"Ezechiele 25.17: "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te". Ora, sono anni che dico questa cazzata, e se la sentivi significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire, pensavo che fosse una stronzata da dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli. Ma stamattina ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere. Vedi, adesso penso, magari vuol dire che tu sei l'uomo malvagio e io sono l'uomo timorato, e il signor 9mm, qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre. O può voler dire che tu sei l'uomo timorato, e io sono il pastore, ed è il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse. Questo mi piacerebbe. Ma questa cosa non è la verità. La verità è che TU sei il debole, e io sono la tirannia degli uomini malvagi. Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore."
Jules Winnfield/Samuel L. Jackson - Pulp Fiction