Se vi piacciono (come a noi) gli horror di grana grossa, con tanto sangue e budella, l'Almanacco di oggi non è pane per voi, cari amici dei Mutzhi Mambo.
Se invece vi piacciono gli horror raffinati, d'atmosfera (come a noi), questo è l'Almanacco che fa per voi.
Oggi celebriamo infatti un autentico mago nel creare atmosfere morbose e inquietanti, il maestro JACQUES TOURNEUR, autore tra gli anni ’40 e ’60 di alcuni tra gli horror più belli mai realizzati!
La sua filmografia coprì ogni genere, ma fu soprattutto nei film fantastici (spesso a basso costo) e nei noir, che Tournieur perfezionò l'arte di ottenere il massimo di effetti con il minimo di mezzi.
Infatti pochi registi sono stati in grado di gestire budget così irrisori per produrre pellicole così curate e seminali, dove l'attenzione per il dettaglio e per la fotografia non veniva mai sottovalutata, in cui il non visto aveva più forza evocatrice del mostrato, in cui gli attori venivano perfettamente diretti.
"Meno si vede più si crede", diceva Tourneur, e infatti fondava i suoi lungometraggi sul rapporto tra realtà e dimensioni fantastiche, fonti di spavento e angoscia esistenziale.
Innovatore, ma anche analizzatore della psiche dei suoi personaggi, spinti a vagare tra ombre e fievoli luci, messi dinanzi a quelle paure che, più o meno consapevolmente, tutti sono costretti ad affrontare perché parte dell’animo umano.
E poi, non va dimenticato, è stato uno dei primi autori a mettere gli zombi in campo (e di questo gli saremo eternamente grati)!
Jacques Tourneur nasce a Parigi, il 12 novembre del 1904.
Figlio del regista Maurice, apprende il mestiere alla scuola del padre (vero artigiano pioniere del cinema) al cui seguito nel 1914 si trasferisce negli Stati Uniti, diventando ufficialmente cittadino americano nel 1919.
All'inizio degli anni Venti comincia a lavorare come assistente e montatore, principalmente per i film di papà e, sporadicamente, come attore.
Tourneur esordisce nel cinema nel 1923, recitando non accreditato un piccolo ruolo in "Scaramouche".
Nel 1924 viene assunto come impiegato negli uffici della Metro Goldwyn Mayer.
Dopo aver lavorato come regista della seconda unità e assistente regista, nel 1931 Tourneur dirige il suo primo lungometraggio, intitolato "Tout ça ne vaut pas l'amour".
Insoddisfatto, riparte per l'America per lavorare come regista di seconda unità alla MGM, spesso in collaborazione con il produttore-sceneggiatore Val Lewton.
L'incontro con Lewton è determinante per la carriera di Tourneur e per l'evoluzione della sua poetica.
Assieme, concepiranno per la RKO tre film destinati a diventare classici nell'ambito del genere fantastico: "Il bacio della pantera" (1942), "Ho camminato con uno zombi" e "L'uomo leopardo", entrambi del 1943.
I film, girati a costi ridottissimi, colpiscono tuttora per la capacità di dar corpo a paura e angoscia ricorrendo a scelte cinematografiche assai raffinate.
"Il bacio della pantera" è famoso per il fatto che riesce a terrorizzare gli spettatori attraverso la suggestione di orrori non visti, come ombre proiettate e ambigui effetti sonori, soprattutto nella celebrata sequenza della piscina.
La pantera rimane nascosta fino alle scene finali del film, sebbene la protagonista mutaforma mostri un crescente comportamento felino e lo spettatore sia bombardato da immagini di gatti nei dipinti e nelle statue.
La conclusione, la vista estremamente breve della trasformazione in una pantera nera che attacca il malcapitato, viene inclusa a dispetto delle obiezioni del regista, che voleva mantenere l'intera idea il più misteriosa possibile.
Come avviene per molti dei B-movie, i tratti positivi e negativi dei personaggi sono trattati con più ambiguità e complessità rispetto quanto è comune (ed imposto) nelle grandi produzioni di Hollywood dell'epoca.
"Ho camminato con uno zombi" riscuote molto successo ai botteghini all'epoca ed è uno dei primi zombie-movies, genere che poi diventerà cult con George Romero negli anni '60 e negli anni a seguire fino ai vari remake (e schifezze) degli anni 2000.
All'epoca viene acclamato per la sua atmosfera morbosa e la sua perfetta interpretazione.
"L'uomo leopardo" è uno dei film pionieri che trattano dei serial-killer, il primo ritratto realistico di un assassino seriale nel cinema americano.
Se infatti oggi i prodotti su questi personaggi sono numerosi, all'epoca il genere è ancora allo stato embrionale (e decisamente tabù: prima del film di Tourneur, sul tema erano stati realizzati solamente "M - Il mostro di Düsseldorf" di Fritz Lang nel 1930 e "L'ombra del dubbio" di Alfred Hitchcock nel 1943, nessuno dei due negli USA).
Oltre ciò, vanta anche il primato d'essere forse il primo film a combinare il noir e l'horror, creando atmosfere e stili ancora in uso nel cinema moderno; è inoltre uno degli antenati dello slasher i cui elementi chiave (personaggi sempre in allerta, assassino dall'identità nascosta, giovani ragazze di bell'aspetto, morte violenta) sono presenti tutti.
È tratto dal romanzo "Black Alibì" di Cornell Wollrich che, quando era uscito non aveva ricevuto particolare attenzione, sebbene rappresentasse l'apice della carriera del celebre scrittore pulp.
Dopo aver cambiato genere, Tourneur nel 1947 dirige il capolavoro, interpretato da Robert Mitchum, Kirk Douglas e Jane Greer, "Le catene della colpa", considerato dagli storici del cinema uno dei migliori esempi di film noir per la trama contorta e il chiaroscuro delle immagini.
Della sua produzione successiva, si segnalano il mitico "La notte del demonio" (1957), con cui Tourneur torna all'horror quindici anni dopo la trilogia girata per la RKO (film purtroppo rovinato dalla produzione che decide di interpolare scene in cui si vede un diavolo ultraposticcio, tradendo la filosofia del nostro che non vuole mai mostrare troppo, specie se quello che viene mostrato risulta ridicolo...), "Il clan del terrore" (1964), una commedia macabra con un cast da urlo (Vincent Price, Peter Lorre e Boris Karloff!), e il leggendario primo episodio della serie TV, "Ai confini della realtà" (1964).
L'ultimo film diretto da Tourneur è "20.000 leghe sotto la terra", un discreto film di fantascienza ispirato al mito di Atlantide, uscito nel 1965.
Come d'abitudine, la sua opera, così raffinata e anomala, verrà rivalutata come quella di uno dei più grandi registi di film di genere, ma solo nella seconda metà degli anni Sessanta, quando ormai la carriera di Tourneur si era conclusa.
Destino dei geni, l'esser capiti in ritardo…
Il grande regista anglo-francese muore a Bergerac (Dordogne) il 19 dicembre del 1977.
E ormai al cinema ci volevano ben altro che delle ombre per spaventare…
Onore a Jacques Tourneur!
"Faccio dei film sul soprannaturale perché ci credo. Credo nel potere di morti e nelle streghe. Ne ho perfino conosciute alcune nella preparazione de "La notte del demonio".
Jacques Tourneur