Eccoci qua, cari amici dei Mutzhi Mambo, a celebrare non un uomo ma il rock’n’roll in persona!
Diceva Lennon che, se dovessimo cambiare nome al rock’n’roll, si dovrebbe chiamare Chuck Berry ma da quando il “menestrello” di Saint Louis è passato a miglior vita (?), è lui che ha raccolto il testimone ed è diventato la personificazione stessa del nostro genere preferito: KEITH RICHARDS, signore e signori, il marcissimo chitarrista dei Rolling Stones!
Keith Richards incarna il lato più “rock’n’roll” del rock, quello più deleterio, poco raccomandabile, quello più istintivo, genuino, senza fronzoli; quello che ci vuole poca tecnica e tanto cuore per suonarlo, quello che non importa essere carini e gentili, quello che non devi essere un bravo ragazzo, quello che è un pessimo esempio per i ggiovani, quello che ti porta nella cattiva strada, quello “sesso, droga e rock’n’roll”…
È riconosciuto come il più grande chitarrista ritmico del rock, ma Keith Richards è ancora più famoso per la sua capacità quasi miracolosa di sopravvivere agli eccessi dello stile di vita della rockstar.
Il suo prodigioso consumo di droghe e alcol è stato ben documentato e probabilmente avrebbe distrutto chiunque con un livello di resistenza meno sorprendente.
Sul palco con i Rolling Stones, ha incarnato l'alter ego quieto ma sconvoltone del frontman indiavolato e sessualmente provocante, impersonato da Mick Jagger, un'immagine imitata da milioni di band, resa ancora più iconica proprio dal contrasto simbiotico dei due personaggi, i “Glimmer Twins”, affiatate e complementari macchine da palcoscenico.
Asciugando il lavoro del suo idolo Chuck Berry, Richards ha scolpito alcuni dei riff di chitarra più indelebili della storia, e lo ha fatto così spesso e con tale apparente semplicità che è stato facile prendere le sue abilità di songwriting per scontate.
Il suo suono asciutto, incisivo e muscolare è il risultato del suo infallibile senso del ritmo e della sua naturale capacità di fare al nota giusta al posto giusto, senza mai strafare: tutte cose che hanno giocato un ruolo fondamentale nel porre le basi per la graniticità dell'hard rock.
Non è mai stato interessato agli assoli ma ha preferito lavorare sul groove, utilizzando accordature a corda aperta tratte di peso dal Delta Blues, e usando solo cinque corde per una diteggiatura più netta, il che ha reso sempre difficile per le cover band rifare il suo suono distintivo con precisione.
Suo punto debole, la voce: fioca, acuta, sgraziata, quasi femminea, ha ammorbato in almeno un pezzo i dischi degli Stones (a partire da “You Got the Silver” in “Let It Bleed”) e ha compromesso la piena riuscita dei suoi dischi solisti.
Per carità, c’è pure a chi piace… in fondo fa parte anch’essa, nella sua imperfezione, della mitologia del più grande dei gruppi rock.
A parte gli Stones e i dischi solisti, ha collaborato con un sacco di gente ganzissima, a cominciare dai "rivali" Beatles, per continuare con Screamin'Jay Hawkins, Slim Jim Phantom, Peter Tosh, Jerry Lee Lewis, Bo Diddley, Chuck Berry, per finire con Tom Waits e Marianne Faithful (e la lista sarebbe assai più lunga…).
Comunque sia, Richards è sempre stato gratificato e realizzato dal suo “essere” un Rolling Stone, gli è sempre bastato e avanzato fare parte della band, tanto che è stato pure l’ultimo del gruppo a pubblicare un disco solista (che comunque “suona” perfettamente Rolling Stones!).
Tanto, diciamolo francamente, nella vita di un rocker, cosa chiedere di più dei Rolling Stones?!
Keith Richards nasce il 18 dicembre 1943 a Dartford, nel Kent, nella periferia meridionale di Londra.
Suo padre è un operaio ferito nella seconda guerra mondiale durante l'invasione della Normandia e, quando è solo un bambino, la sua famiglia deve essere temporaneamente evacuata dalla loro casa durante la campagna di bombardamento nazista del 1944.
Nella sua primissima adolescenza, canta in un coro che si esibisce per la Regina stessa, anche se è costretto a smettere quando la sua voce cambia.
In quel periodo, si interessa al rock’n’roll americano e inizia a suonare la chitarra, con le indicazioni iniziali di suo nonno.
Con la sua prima chitarra, regalatagli dalla madre, Richards impara a suonare ascoltando brani di Billie Holiday, Louis Armstrong, Duke Ellington e altri. Il suo primo “Guitar Hero” è Scott Moore, la sei corde di Elvis. Il padre però è decisamente avverso all’entusiasmo musicale del figlio.
Nel 1951, mentre frequenta la scuola elementare, Richards fa amicizia con Mick Jagger, anche se si perderanno temporaneamente di vista tre anni dopo, quando si trasferiscono in scuole diverse.
A quell'età, Richards si è già interessato alla musica, ed è un grande fan di Roy Rogers.
I problemi comportamentali a scuola portano all'espulsione di Richards nel 1959, ma il preside decide che comunque il discolo avrebbe potuto trovare una nicchia come artista (finalmente un preside lungimirante…), e Richards viene spedito alla Sidcup Art School.
Lì incontra il futuro chitarrista dei Pretty Things, Dick Taylor, che all'epoca suona in un gruppo blues con Jagger.
Alla scoperta del loro nuovo interesse reciproco, Richards e Jagger ritrovano la loro amicizia di un tempo e Richards si unisce alla loro band dopo poco.
Nei due anni successivi, quella band si evolverà nei Rolling Stones, che debuttano ufficialmente sul palco nell'estate del 1962 (periodo in cui Richards ha già lasciato la scuola).
Dei primordi delle Pietre Rotolanti ci occupiamo già nell’Almanacco dedicato a Brian Jones ed è inutile qui ripetersi.
Ora ci concentreremo invece sul periodo successivo alla morte del chitarrista, che coincide essenzialmente negli sporchi, drogatissimi anni ’70.
Per quello che riguarda le vicende private di Keith, giusto ricordare che dal 1964 al 1966, vive una relazione complicata con la modella Linda Keith: I due abitano per un periodo nella casa di Richards, fino a quando si lasciano, a causa dei problemi con la droga di Linda.
Keith, che al tempo non assume stupefacenti particolarmente pesanti, avvisa i genitori di lei della situazione e questo pone fine alla loro relazione.
Intanto, con la loro immagine minacciosa e aggressivamente sessuale, gli Stones divengono i bersagli preferiti dei benpensanti e soprattutto della polizia britannica decisa a reprimere questa nuova minaccia alla pubblica decenza.
Richards subisce il suo primo arresto per droga nel 1967 quando la polizia fa irruzione nella sua residenza e trova anfetamine nella tasca del cappotto della fidanzata di Jagger, la cantante Marianne Faithfull.
Richards viene condannato per aver concesso l'attività nei suoi locali e condannato a un anno di carcere, ma l’opinione pubblica si rivela contraria alla montatura giudiziaria, alla natura pretestuosa delle accuse e alle prove puramente circostanziali, cosa che provoca il ritiro del provvedimento a carico di Keith.
Lo stesso anno, con sommo cinismo, Richards soffia la ragazza al suo collega Brian Jones, l'attrice e modella italo-tedesca Anita Pallenberg; Keith e Anita fuggono insieme durante un viaggio in Marocco con gli altri membri del gruppo e convivono fino al 1978.
Durante la loro relazione hanno tre figli; l'ultimo, Tara, muore dopo pochi mesi dalla nascita (1976) per un problema respiratorio (anche se si vocifera che la vera causa siano i problemi di droga dei genitori).
Keith e Anita si lasciano alla fine degli anni '70, perché, a detta di entrambi, pur essendo molto innamorati, si rendono conto di essere nocivi l'uno per l'altra, per via delle pesanti tossicodipendenze di entrambi.
Ma torniamo al rock’n’roll...
Dopo la morte di Brian Jones nel 1969, gli Stones abbandonano anche gli ultimi rimasugli delle sperimentazioni freakkettone e mentre il loro look si fa sempre più eccentrico e fru-fru (tanto da diventare icone della nascente moda glam), si fanno musicalmente più duri e diretti, più propriamente rock-blues; la chitarra di Richards, affiancata meravigliosamente dalla divina solista di Mick Taylor, diviene più importante che mai.
In privato, la band sprofonda sempre più nella decadenza, trend chiaramente udibile già nei classici di fine anni ’60 (gli indispensabili “Beggars Banquet” del 1968 e “Let It Bleed” del 1969) e ribadito nei loro primi capolavori degli anni '70, “Sticky Fingers” (1971) e soprattutto in “Exile su Main Street” (1972), il disco degli Stones più marcio (e bello…) di tutti, che viene registrato nella villa francese di Richard in un clima totalmente bohémienne e strafatto.
Tuttavia, l’incipiente dipendenza da eroina di Richards comincia a influenzare la coerenza delle registrazioni della band negli anni successivi.
“Goat’s Head Soup” (1973) e “It’s only rock and roll” (1974 - l’ultimo con Mick Taylor), pur inanellando una bella serie di classiconi (e si parla rispettivamente, di “Doo Doo Doo Doo”, “Star, Star”, “Silver Train”, come di “Dance Little Sister”, “Short and Curliest” e, naturalmente “It’s only rock’n’roll”), non reggono il confronto con la tetralogia precedente.
Inoltre è un periodo di grosse beghe legali per Richards.
La sua villa francese (dove aveva preso residenza per sfuggire alle tasse di Sua Maestà) diventa oggetto di un raid anti droga nel 1972, così come la sua residenza britannica l'anno seguente.
Nel 1976-1977, Richards entra in studio per alcune session da solista, ma l'unico risultato a vedere la luce è il singolo di Natale "Run Rudolph Run" (pubblicato nel 1978).
Sempre del 1976 è l’album “Black ‘n’Blue”, forse uno dei più deboli della carriera degli Stones (ma anche qui spiccano “Hot Stuff”, "Memory Motel" e “Crazy Mama”), dove inizia a fare rodaggio il simpatico Ron Wood al posto di Taylor.
Forse la mancanza di creatività di Keith è dovuta al fatto che è nel bel mezzo del periodo più difficile della sua vita.
Morte del figlio neonato a parte, all'inizio del 1977, Richards viene beccato per cocaina e affronta le più gravi accuse della sua vita quando, a Toronto, viene arrestato per possesso di eroina.
Rimane però in prigione per poco, perché accetta di esibirsi in un concerto di beneficenza per non vedenti e di entrare in un programma di riabilitazione negli Stati Uniti.
Lo spavento lo convince a ripulirsi temporaneamente, e quando gli Stones tornano nel 1978 con “Some Girls”, l’album viene acclamato come il loro lavoro più forte e riuscito da anni, e contribuisce a ringiovanire la loro popolarità come band da stadio.
Della produzione successiva dei Rolling ne parleremo quando dedicheremo un Almanacco a Mick Jagger.
Richards si sposa ufficialmente per la prima volta nel 1983, con Patti Hansen, che gli avrebbe regalato altre due figlie.
La disputa fra Jagger e Richards su dove dovessero dirigersi gli Stones (più pop per il primo, più rock per il secondo, manco a dirlo) si trasforma in una vera e propria faida pubblica tra i due, e le voci sull'imminente split della band si fanno sempre più insistenti.
Quando Jagger si rifiuta di fare il tour per promuovere “Dirty Works” nel 1986 per registrare il suo secondo album da solista, Richards si vendica formando una band che battezza Xpensive Winos con cui pubblica il suo primo album da solista, “Talk Is Cheap”, nel 1988.
Sia a livello di critica che a livello commerciale, è un successo maggiore di “Primitive Cool” di Jagger.
Le recensioni lo salutano come un solido, riuscito disco di genuino rock’n’roll; Richards intraprende poi un tour che produce l’album live del concerto all'Hollywood Palladium, pubblicato tre anni dopo.
Il suo successo del “gemello” (unito agli scarsi esiti della sua avventura solista) convince Jagger a tornare all’ovile.
All'inizio degli anni '90, Richards e Jagger ricominciano a lavorare su progetti solisti, ma questa volta con la consapevolezza che nulla aveva la precedenza sugli Stones.
Il secondo album in studio di Richards, “Main Offender”, viene pubblicato nel 1992, ricevendo di nuovo recensioni abbastanza buone, anche se non ottiene lo stesso successo del precedente.
Dopo il film “A Bigger Bang” del 2005, il lavoro in studio per gli Stones rallenta – si tratta perlopiù di ripulire alcuni outtakes per le ristampe deluxe di "Exile in Main St." e "Some Girls" nel 2010 - permettendo a Richards di perseguire alcune attività “extrascolastiche”.
Appare come ospite su vari dischi, fra cui da sottolineare le sue collaborazioni in quelli di Tom Waits, e partecipa nei panni del padre di Jack Sparrow/Johnny Depp nel film “Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo” del 2007 e bissando ne “Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare” (2011).
Nell’ottobre 2010 pubblica la sua monumentale autobiografia “Life”, acclamata come una delle migliori memorie rock: è una vera summa di “vita spericolata” ed è un grande successo che contribuisce a rafforzare la reputazione di Richards come musicista e narratore acuto e incisivo.
Ancora una volta con gli X-Pensive Winos, Richard fa uscire il suo terzo album solista, “Crosseyed Heart”, il 18 settembre 2015, accompagnato da un documentario intitolato “Under the Influence”.
Disco solido con arrangiamenti scarni che mettono in risalto la ruvidità senile del Nostro.
Solita solfa, dite?
Probabilmente ma di gran classe!
Tanti auguri Maestro!
"Io non ho mai avuto problemi con la droga. Ho avuto problemi con la polizia"
Keith Richards