Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

E' uscito ed è disponibile nei migliori negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Il male e' dentro il terzo album dei Mutzhi Mambo, band fiorentina fondata nel 1998,...

Continua la sagra dei tamarroni, cari amici dei Mutzhi Mambo, con una vera testa di serie: il barbutissimo BILLY GIBBONS, la chitarra e la voce dei mitici ZZ Top!
Se siete gonfi di birra e volete farvi un giro con la moto per sparare ai cartelli stradali, gli ZZ Top sono la colonna sonora che fa per voi!
Nessun gruppo è così visceralmente legato all'immaginario ammerigano dei bikers, fatto di moto, barbe, armi da fuoco, lunghe autostrade e fumosi strip-bar di frontiera dimenticati da Dio, dove ballano calienti tettone svestite e la rissa scoppia da copione.
E Billy Gibbons è il massimo profeta di tutto questo: un poeta, a suo modo, fine come una riunione di vaccari ma grandioso chitarrista rock-blues.
Perché come "tocca" la chitarra lui nessuno mai (lo diceva pure Jimi Hendrix…)!
Un sound e un personaggio davvero inconfondibili!
E lasciamo stare elucubrazioni troppo raffinate, che non è questo il caso...

William Frederick Gibbons nasce a Houston, nel Texas, il 16 dicembre del 1949.
Suo padre è un intrattenitore, direttore d'orchestra e pianista che ha lavorato per Samuel Goldwyn agli MGM Studios.
Nel 1963, Gibbons riceve la sua prima chitarra elettrica dopo il suo tredicesimo compleanno, una Gibson Melody Maker, accompagnata da un amplificatore Fender Champ.
Mentre frequenta la scuola d'arte della Warner Bros. a Hollywood, Gibbons inizia a suonare nelle prime band tra cui The Saints, Billy G & the Blueflames, e The Coachmen.
Verso i diciott'anni, Gibbons forma una band ispirata all'amico e compagno di droghe Roky Erickson e i suoi 13° Floor Elevators, chiamando il gruppo "Moving Sidewalks", per cui scrive il singolo, "Plan 99 °".
Diventa pure amico di un altro bel fattone, il magico Jimi Hendrix, che continua a incensarlo come la promessa piu "hot" dei chitarristi americani e si porta dietro i Moving Sidewalks per aprire le date del primo tour americano degli Experience.
Arriva persino a regalare a Billy una Fender Stratocaster rosa in ricordo della loro amicizia e come segno di stima per il suo talento.
Gibbons forma gli ZZ Top alla fine del 1969, col tastierista Lanier Greig e il batterista Dan Mitchell.
Dopo il primo singolo li rimpiazza con il bassista/cantante Dusty Hill e il batterista Frank "Rube" Beard, scelti perché entrambi provenivano dalla band American Blues, un gruppo garage texano con un approccio affine a quello dei Moving Sidewalks, e sono i più adatti alla direzione che Billy vuole che prenda la nuova band.
Il nome così strano deriva da una storpiatura di B.B. King, uno dei maggiori ispiratori dello stile chitarristico di Gibbons, che diventa prima ZZ King e poi, finalmente, ZZ Top (perché il "Re" è il "Top", secondo il complesso Gibbons-pensiero...).
Dopo aver rettificato il loro sound in stile blues-rock, pubblicano il loro primo disco, "ZZ Top First Album", nel 1971, una vera pietra miliare del Southern-rock più viscerale con pezzi fondamentali come "Brown Sugar" (da non confondersi con l'omonimo brano degli Stones) e "Goin' Down to Mexico".
L'anno successivo, la band registra "Rio Grande Mud", un disco troppo "tradizionale" che non ha alcun successo commerciale ed è un fiasco pure come tour promozionale.
"Tres Hombres" del 1973 è il loro capolavoro.
Il sound si fa più ruvido, immediato, desertico e il disco, oltre a vendere uno sfacelo, diventa il simbolo stesso del rock-blues texano.
L'album include la celeberrima "La Grange" (scritto al Chicken Ranch, un bordello noto di La Grange, in Texas, che ha ispirato anche il musical "The Best Little Whorehouse in Texas"), la splendida "Waitin' for the bus" e la demoniaca "Beer Drinkers & Hell Raisers".
Il successivo tour va tutto sold out e offre il materiale per la registrazione live dei brani che andranno a far parte della prima facciata del successivo "Fandango" (1975), altro immenso capolavoro. Diviso in due parti, la prima è un breve resoconto dei loro infuocati concerti (e a sentire cosa c'è sul disco si rimpiange davvero di non aver assistito a quel tour: una vera, impressionante macchina da guerra rock'n'roll!), la seconda è una sequela di ottimi brani, fra cui l'ormai classicissima "Tush".
"Tejas", uscito nel 1976, pur non essendo da buttare, non è ‘sto gran successo, forse per colpa della produzione, un po' troppo pulitina rispetto ai precedenti.
Gli ZZ Top proseguono il Worldwide Texas Tour a sostegno del disco e alla fine si accorgono di essere stati in giro a suonare ininterrottamente per ben sette anni!
La band si prende una sacrosanta pausa che inizialmente doveva essere di 90 giorni ma Gibbons parte per l' Europa, Beard va in Giamaica (buongustaio!), e Hill in Messico.
Lo stop diventa lungo due anni, durante i quali Gibbons e Hill si fanno crescere la famosissima barbona, che diventa il marchio di fabbrica della band.
Nel 1979, tornano in scena ma qualcosa si è rotto: firmano con la Warner Bros. Records e pubblicano l'album "Deguello".
La svolta hard-rock è evidente ma l'album ottiene un discreto successo nonostante i suoni che si fanno via via più patinati, artefatti.
Il loro disco successivo, "El Loco" (1981), va un po' meglio, grazie ai singoli "Tube Snake Boogie", "Pearl Necklace", e "Leila".
"Eliminator", pubblicato nel marzo 1983, rimane il loro maggior successo commerciale.
Puro hard rock real tamarro, lontano ormai dal sound che ce li ha fatti amare, presenta però una serie di hit da far paura: "Gimme All Your Lovin '", "Legs", "Got Me Under Pressure" e "Sharp Dressed Man". Questi sono i biglietti da visita di questo album che, comunque si voglia, rimane un classico.
Da dimenticare i successivi "Afterburner" (1985) e "Recycler" (1990), gonfi di suoni sintetici che fotografano una band stanca e appagata del suo status mainstream.
Coi successivi "Antenna" (1994), "Rhythmeen" (1996) e "XXX" (1999), recuperano in parte il loro sound classico ma, purtroppo, manca la verve dei loro primi album e si sente.
Comunque sono album che dimostrano chi sono i veri maestri del genere Southern e da dove viene tanta di quella roba che infiniti gruppi Stoner dell'ultim'ora spacciano per propria...
Gli ultimi due album "Mescalero" (2003) e "La Futura" (2012), tentano un po' di svecchiare il sound (soprattutto il secondo) ma non si va al di là di un paio di singoli decenti.
Vabbè, è talmente elevato il livello delle loro cose migliori che possono tranquillamente vivere di rendita!
Billy intanto, al di fuori del suo gruppo principe, ha collaborato con un sacco di gente ganza: i Queens of Stone Age, B.B. King, i Revolting Cocks (il side project di Al Jourgensen dei Ministry), John Mayall, i Raconteurs di Jack White, Hank Williams III, i Gov't Mule e tanti altri.
Nel 2015 esce il suo primo disco solista in quasi 50 anni di carriera: "Perfectamundo".
Definito "Latin beat rock with a bluesy flavor", è un disco strano, che da Billy non ti aspetteresti.
Non ci piace un granché ma almeno da sentire è curioso.
Molto meno curioso ma più in linea da ciò che ti aspetti da Gibbons è il successivo "The Big Bad Blues" (2018): compagni di viaggio fidati per questa sua seconda scorribanda solista sono i batteristi Matt Sorum (Guns N’ Roses, Velvet Revolver) e Greg Morrow, il chitarrista Austin Hanks, l'armonicista James Harman e il tastierista Mike Flanigin.
Album bello, di gran classe, ma inutile che ripropone il suond a cui ci ha abituati, facendoci godere una volta di più, o sacrosanta consacrazione del "suo" modo di intendere la musica afroamericana per eccellenza?
Ai nostri cari amici l'ardua sentenza e a noi non rimane che sperare per il vecchio Gibbons infiniti di questi giorni.
Tanti auguri, Billy!

"...The crowd gets loud when the band gets right,
steel guitar cryin' through the night.
Yeah, try'n to cover up the corner fight
but ev'rything's cool 'cause they's just tight.
Beer drinkers and hell raisers, yeah.
Huh, baby, don't you wanna come with me?..."
ZZ Top - Beer Drinkers and Hell Raisers




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