Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

E' uscito ed è disponibile nei migliori negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Il male e' dentro il terzo album dei Mutzhi Mambo, band fiorentina fondata nel 1998,...

Ohibó, cari amici dei Mutzhi Mambo, ma che siamo diventati pazzi?
Che ci fa un critico musicale in questo Vostro Almanacco?
I critici musicali sono "il nemico" di chiunque si metta a strimpellare uno strumento o a gracchiare nel microfono: sono la genía più odiata (anche se, ammettiamolo, più ascoltata...) che gravita attorno alle band.
Discorso che, sia chiaro, vale in generale per la critica tout-court, che si parli di cinema, di letteratura, di arte, di fumetti, di qualsivoglia prodotto culturale partorito dal genere umano: ma per la musica è particolarmente sentito!
Il "critico" è quello che, volenti o nolenti, ci dice cosa va bene e cosa non va bene, cosa è bello e cosa non è bello, cosa è valido, importante, e cosa no...
Il suo pollice, alzato o abbassato, crea mode e scene musicali, inventa generi, condiziona le vendite, decide destini di centinaia di gruppi e solisti...
Fino all'arrivo del prossimo critico che si incaricherà di rivalutare (di nuovo in modo arbitrario) cosa deve essere rivalutato, di salvare cosa deve essere salvato, di recuperare cosa deve essere recuperato, di stroncare cosa era stato celebrato... e via e via...
Come fanno a non stare sui coglioni, 'sti santoni maledetti!?
Però in questo caso permetteteci una sacrosanta eccezione, uno strappo alla regola, perché oggi andiamo a omaggiare non solo un critico ma un grande scrittore e un tipo pazzesco: Signore e Signori, l'immagnifico LESTER BANGS, l'uomo che ha "inventato" il giornalismo applicato al rock’n’roll!
Lester Bangs è stato la penna più talentuosa, acuta e feroce che il giornalismo musicale mondiale abbia mai conosciuto.
Ed era pure un pesonaggione, di quelli che segnano un'epoca, una figura tanto iconica da divenire protagonista di un piccolo film di culto del 2000, "Quasi Famosi" (scritto e diretto dal suo ex pupillo Cameron Crowe), dove verrà interpretato da un'altra figura dal tragico destino segnato dagli eccessi, il bravissimo Philip Seymour Hoffman.
Bangs fu il primo a capire che il rock avrebbe avuto bisogno di un approccio letterario serio, puro, e a concepire le recensioni non unicamente come meri commenti dei dischi o dei gruppi ascoltati ma come esercizi di scrittura in quanto tali: il modello che seguì, per compiere questa operazione, è quello del "free form" caro alla beat generation, infarcendo le recensioni di "flussi di coscienza", di considerazioni e vissuto personale che spesso e volentieri avevano poco a che fare con l'oggetto della recensione stessa (e che spesso e volentieri erano influenzate dalle smisurate quantità di droga o alcol assunte...), inventandosi definizioni inedite (a lui, di fatto, si devono i termini punk e grunge) e non facendo sconti a nessuno, neanche alle star più celebrate e influenti.
Lo stile di Bangs si rifaceva direttamente al cosiddetto "Gonzo journalism" di Hunter S. Thompson (quello di "Paura e disgusto a Las Vegas"), il gornalismo viscerale che prevede la totale immedesimazione del cronista coi fatti narrati, anche se personalmente il nostro detestava questo accostamento.
E bisogna ammettere che i suoi articoli sono veramente bellissimi, franchi, avvincenti, hanno una qualità letteraria intrinseca eccezionale che trascende la critica per offrire letture intriganti, bizzarre, profonde.
Per inciso, Bangs ci ha pure provato a metter su un gruppo e a fare musica autonomamente, tanto per sfatare il luogo comune che vuole i critici come meri musicisti frustrati (e per trovare una via espressiva più consona e coerente), anche se i risultati non sono certo immemorabili...
Però, nonostante le sue notevoli carenze come cantante (o forse grazie a quelle), anche qui si è dimostrato fortemente determinato ed emotivamente diretto, come in fondo era sempre stato con la sua scrittura: non è possibile giudicare se davvero Bangs si sia mai preso sul serio come musicista (certamente non sul serio come quando scriveva), ma sicuramente è stato guidato da una sincera necessità di esprimersi.
Purtroppo giovanissimo è rimasto vittima di un'overdose accidentale dei medicinali e psicofarmaci che usava per gestire le sue ansie, né più nè meno di tanti "eroi" dello star system che aveva sbeffeggiato o, più raramente, celebrato.
Lasciandoci tristemente nel dubbio di come si sarebbe potuta evolvere la sua carriera (anche se, visti gli eccessi di cui ormai era schiavo, non era garantita una vecchiaia serena...).
Chi la fa l'aspetti, caro Lester...

Leslie Conway Bangs (così all'anagrafe) nasce il 14 dicembre del 1948, presso l'Escondido Community Hospital nel sud della California.
Sua madre è una Testimone di Geova fanatica che si porta dietro il figlio la maggior parte dei giorni feriali, mentre va di porta in porta, cercando di convincere i vicini dell'imminenza dell'apocalisse con cartelli con su scritto "Qual è il tuo destino?" e "Sai che ore sono?".
Suo padre è un ex guardia carceraria che non riesce a gestire la sua inclinazione per l'alcol: col figlio è affettuoso ma spesso scompare per settimane, dopo qualche sbornia colossale.
Nel 1957 esce di scena definitivamente per non farsi più vedere: la madre comunicherà freddamente al figlio che papà è morto, senza aggiungere ulteriori spiegazioni se non che, grazie a Dio e alla "Torre di Guardia", si salverà dalle fiamme dell'inferno.
Quando Bangs ha solo 11 anni, un uomo di mezza età che vive in una roulotte, lo molesta e lo costringe a fare sesso in diverse occasioni, in cambio di qualche chewingum e dei fumetti.
Fortunatamente il nostro non ne fara un dramma (o almeno così farà credere): "Tutti provengono da una famiglia incasinata ", dichiarerà in seguito a tutti coloro che accusano i genitori delle loro sfighe personali, " Sono l'esempio vivente del fatto che non è una valida scusa da usare".
Bangs diventa comunque ossessionato dalla musica all'inizio degli anni '60: la sua fantasia infantile più memorabile è quella di abitare in una catacomba poco illuminata contenente, in ordine alfabetico, ogni album mai pubblicato.
I suoi gusti spaziano dalle colonne sonore al jazz, specie Miles Davis e Charles Mingus, e trova in Jack Kerouac la sua primaria fonte di ispirazione letteraria.
Adora letteralmente la generazione Beat e il suo più grande rammarico è di non essere nato 10 anni prima, quando anche lui avrebbe potuto essere un errabondo dello spirito che vagava selvaggiamente nell'America degli anni '50
A 13 anni cambia il suo nome da Leslie a Lester (forse in onore del jazzista Lester Young), perché sente che lo fa sembrare più macho, e inizia a seguire un corso di scrittura creativa.
Comincia a sfornare racconti che tentano goffamente di imitare la prosa delirante e caustica del "Pasto Nudo" di William Burroughs; a tutti i modi, in questo periodo il nostro non mostra alcun interesse per il rock'n'roll.
Nel gennaio del 1964, ascolta i Beatles per la prima volta e di colpo perde immediatamente la puzza sotto il naso da amante snob del jazz, e si interessa alla cultura pop.
I Rolling Stones sono per lui una rivelazione ancora più grande: improvvisamente il vivere con una madre ossessionata dall'apocalisse sta iniziando a stargli davvero stretto.
Si fa bandire dal capitolo locale dei Testimoni di Geova e intraprende un percorso di due anni in cui assume ogni tipo di droghe che quasi lo riducono allo stato vegetale.
Dopo essere stato costretto a assistere a un grottesco stupro di gruppo durante una festa di Hell's Angels, Bangs promette a sé stesso di darsi una raddrizzata e inizia a studiare giornalismo; abbandona però l'università poco prima del suo ventesimo compleanno.
Per un breve periodo suona l'armonica con una rock band chiamata Thee Dark Ages.
All'inizio del 1969, scrive la sua prima "eresia", una recensione negativa dell'album di debutto degli MC5 "Kick Out the Jams", e la manda agli uffici di "Rolling Stone" a San Francisco, accompagnandola con una lettera che recita: "Guardate, coglioni, sono bravo come come qualsiasi altro scrittore che avete lì dentro. Fareste meglio a stamparla o a darmi dei buoni motivi per non farlo!"
Con suo sommo stupore, la stamperanno davvero...
Bangs contribuirà con una serie di recensioni al vetriolo sulla rivista e rimarrà famosa la sua cronaca dei tremendi fatti successi durante il famigerato concerto gratuito degli Stones ad Altamont .
Tuttavia, l'editore, Jann Wenner, non crederà mai davvero nelle sue reali qualità come scrittore e si rifiuterà di lasciargli redigere qualsiasi articolo in primo piano.
Bangs si rivolge allora ad altre riviste, in particolare a "Creem", un mensile di rock lanciato a Detroit nel 1970.
L'editore accoglie con favore le sue sparate sempre più eccentriche sulla scena musicale e non cambierà mai idea.
Cominciano a comparire testi davvero sbalorditivi, come, ad esempio, il suo lunghissimo apprezzamento per i Troggs, che conta quasi 40.000 parole!
A volte si inventa letteralmente un disco o un film, per poi spendere migliaia di parole per descriverne il fascino bizzarro.
Come cultore della musica, Bangs ha in realtà gusti piuttosto limitati...
Beatles, Beach Boys e Byrds gli interessano poco perché le loro canzoni sono troppo serene e gioiose.
Anche di Bob Dylan gli frega poco e niente mentre invece adora i Velvet Underground e gli Stooges per il modo in cui la loro musica affronta apertamente gli aspetti più brutti e squallidi della vita.
Alla fine del 1971 finalmente Bangs lascia mammà in California per andare a vivere nella casa comune dello staff di "Creem" nel Michigan.
Inizia a farsi una certa reputazione e un sacco di amici ma fondamentalmente rimane una persona sola, alle prese con l'alcolismo cronico ereditato dal padre, incapace di mantenere una relazione sentimentale stabile per più di qualche settimana.
Fortunatamente, per quanto sciatto, aspro e cinico, rimane una persona generosa e, nel 1973, prende come "allievo" il suo giovanissimo fan Cameron Crowe (destinato ad una luminosa carriera, come giornalista musicale prima, e come scrittore, sceneggiatore e regista poi) che lo segue dappertutto, compreso durante la celeberrima intervista con Lou Reed, un vero pezzo da novanta che rimarrà negli annali del giornalismo rock.
Intorno a Bangs si raduna una piccola schiera di fedelissimi ma il suo sogno è di entrare in contatto con i suoi eroi del rock'n'roll, molti dei quali però lo considerano con totale disprezzo.
Anche Lou Reed, il suo eroe supremo, non poteva sopportare di sedersi nella stessa stanza con lui mentre il suo amato Iggy Pop gli darà in faccia dello sciocco, intimandogli di chiudere la bocca al loro primo incontro.
In fondo Lester vorrebbe essere considerato per quel che è, un grande scrittore, eppure si sta facendo un nome come giornalista "gonzo", un appellativo che non riesce proprio a digerire, perché gli ricorda troppo la sua nemesi Hunter S Thompson.
Ormai nell'ambiente lo guardano tutti dall'alto in basso, come se fosse uno stalker disturbato.
Nel 1977 Bangs lascia "Creem" e si trasferisce a Manhattan, proprio mentre la rivoluzione punk-rock, innescata da gruppi come Ramones, Richard Hell & The Voidoids, Television e Cramps, sta iniziando a diventare interessante per i media.
Il nostro, non a tutti i torti, si considera un po' il padre putativo del movimento (dopotutto era stato proprio lui ad auspicare una rivolta "punk" nella musica popolare già alla fine degli anni '60) ma ha difficoltà a farsi accettare da questi nuovi pischelli, ribelli, sì, ma estremamente consapevoli dell'importanza dell'immagine.
Più che un maestro, queste nuove generazioni di punk rocker, lo considerano un ubriacone puzzolente e logorroico: ai loro occhi è praticamente una macchietta, una figura grottesca e quasi patetica...
Bangs spera che New York gli fornisca l'ispirazione per scrivere il capolavoro definitivo che i suoi ammiratori stanno tutti aspettando di leggere, ma alla fine degli anni '70 il suo consumo di alcol e droghe sta seriamente minando l'integrità dei suoi neuroni.
Diventa collaboratore regolare del settimanale "Village Voice", per il quale scrive alcuni dei suoi migliori lavori, anche se ha nostalgia del contatto più diretto che aveva coi suoi lettori durante gli anni di "Creem".
Forma un gruppo chiamato Birdland e scrive canzoni col chitarrista Robert Quine, già con i Voidoids e Lou Reed.
Diviene amico di Peter Laughner, valente chitarrista tossico di gruppi come Rocket from the Tombs e Pere Ubu, e quando questi muore di pancreatite, a soli 24 anni, Bangs gli dedica una meravigliosa elegia.
Alla fine degli anni settanta, Lester Bangs debutta nel mondo discografico con l'uscita del singolo "Let It Blurt" (1979), e suona con una onesta band punk rock di Austin, i Delinquents, assieme ai quali registra l'LP intitolato "Jook Savages on the Brazos".
Si iscrive pure a un gruppo di Alcolisti Anonimi, ma continua a bere come una spugna.
Si trasferisce in Texas, per vedere di darsi una "ripulita" seria ma torna a New York ridotto a uno stato persino peggiore di quello di prima.
All'inizio degli anni '80, Bangs abita solo soletto a Manhattan, in una specie di latrina zozza, piena di rifiuti e vinili, imbevuta di alcol che si ostina a chiamare casa, vivendo peggio di un adolescente appena uscito di casa dei suoi genitori.
Nel 1981 scoppia un incendio nel suo appartamento e Lester sfugge per miracolo alla morte correndo in mutande fuori dalla porta.
Trascorrerà gran parte di quell'anno a cercare di scrivere un libro intitolato "Rock Gomorra".
Il giorno in cui completa la bozza finale e la consegna agli editori, Bangs, nonostante si senta non troppo bene per via di un'influenza, è assolutamente determinato a festeggiare...
Per vincere ansia e dolori si prepara un bel cocktail di pillole (Valium e Darvon), un po' più forte del solito, vista la febbre, aspettando di affondare in un dolce stordimento chimico.
Invece i farmaci lo catapultano direttamente in un coma dal quale non si risveglierà mai.
È il 30 aprile del 1982 e Bangs ha solo 33 anni...
In Italia le sue opere sono state tradotte dalla Minimum Fax nei volumi, "Guida Ragionevole al frastuono più atroce" (2005), "Deliri, desideri e distorsioni" (2006), "Impubblicabile!" (2008)
Chissà cosa avrebbe potuto scrivere se fosse rimasto ancora fra noi: forse avrebbe davvero coronato il suo sogno di diventare uno dei più grandi geni letterari d'America.
Ma più probabilmente avrebbe scavato ancora più a fondo, fino al totale abbrutimento, fino a diventare talmente stonato da non essere più in grado di fare nulla, fino diventare un barbone irriducibile...
Nel 2000 esce la sua prima biografia, "Let It Blurt - The Life and Times of Lester Bangs" di Jim Derogatis.
Poco dopo esce il film "Quasi Famosi", il racconto autobiografico di Cameron Crowe del suo periodo come scrittore adolescente per Rolling Stone, quando trovò in Bangs il suo mentore.
Kerouac vide il volto di Dio sulle montagne scolpite di Big Sur; Bangs sentì la voce di Dio nelle orge di feedback di "Sister Ray" dei Velvet Underground.
Ognuno il Signore lo trova un po' 'ndo je pare, insomma...
Onore a Lester Bangs!

"I'll probably never produce a masterpiece, but so what? I feel I have a Sound aborning which is my own and that Sound - if erratic - is still my greatest pride, because I would rather write like a dancer than write for the man cloistered in a closet somewhere re-reading Aeschylus while this stupefying world careens crazily past his waxy windows towards one last raving feedback pirouette."
Lester Bangs





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