“Il sonno della ragione genera mostri” recita il titolo della famosissima acquaforte di Francisco Goya; ma per “generare mostri” come quelli ideati dal fantastico RICK BAKER, bisogna invece essere dei geni!
Con 7 Oscar vinti su 11 nominations, Rick Baker è il più premiato truccatore di sempre ed e considerato il più grande in assoluto nel panorama del cinema horror, l’unico vero erede di artisti come Jack Pierce e Dick Smith!
Si, cari amici dei Mutzhi Mambo, avete capito bene: li definiamo orgogliosamente Artisti e con la A maiuscola!
Perché questi non sono artigiani; o meglio, lo sono ma nel senso più nobile del termine!
Nel senso di un lavoro così sopraffino ed efficace che di per sé diventa arte.
L’arte di dare corpo agli incubi, al “sonno che genera mostri”!
E di questa nobile arte Rick Baker è un maestro!
Baker è uno di quelli (e qui si parla anche di gente come Savini e Bottin) che hanno definito gli standard degli effetti speciali, uno dei più bravi far vivere sullo schermo dei mostri spaventosi, assurdi ma credibili.
Per fare esplodere questi talenti visionari, naturalmente, ci volevano i generi giusti ed i registi giusti: senza gli horror e la fantascienza di geni come Carpenter, Dante, Romero e compagnia bella, che gli hanno fornito “modelli” e “tavolozze” su cui operare, loro non avrebbero mai avuto la possibilità di rivelare al mondo le loro abilità eccezionali.
Ma è vero pure il contrario: senza il loro fondamentale apporto, gli incubi e le visioni di tali maestri sarebbero rimaste pura immaginazione o peggio ancora (o meglio?) delle goffe ridicolaggini.
…in fondo “colori” e “pennelli” e soprattutto la “mano” ce la mettono loro!
Non son umani, sono apprendisti stregoni questi!
Sono la sintesi fra l'alchimista medioevale, sempre alla ricerca di nuovi composti per dar vita alla materia inerte, e l'artista rinascimentale, teso alla ricerca della perfezione formale.
Ma gli si preferiscono mouse, monitor e tastiera, spippolati da qualche nerd; per carità pure bravo, però...
Purtroppo infatti, pochi anni orsono il nostro ha deciso di ritirarsi dall’attività, come altri suoi illustri colleghi: ormai ha constatato che il suo lavoro è diventato troppo costoso e gli vengono preferiti gli effetti speciali digitali.
Magari più freddi ma sicuramente più pratici ed economici.
Pero, vuoi mettere la magia e il fascino del lavoro manuale?
Certe cose non dovrebbero avere prezzo ma invece ce l’hanno, eccome…
Richard Baker nasce a Binghamton, nello stato di New York, l dicembre del 1950, da Doris (nata Hamlin) e Ralph B. Baker, artista professionista.
Fin da ragazzino, invece di andare a giocare a palla o a correre dietro alle gonnelle, si diverte a creare parti artificiali del corpo umano nella sua stessa cucina.
Appare brevemente nella produzione amatoriale “The Night Turkey”, una parodia video della durata di un’ora, girata in bianco e nero da William Malone, della serie televisiva “Kolchak: The Night Stalker”, le avventure di un indagatore di casi misteriosi divenute culto per i ragazzini dei primi anni ’70.
Cura il costume del tremendo monster movie “Octaman” (1971), una coproduzione messico/statunitense di serie Z, diretta da Harry Essex, e gli effetti speciali dl trashissimo sci-fi “The Thing with Two Heads” (1972), di Lee Frost.
Ma il primo lavoro veramente professionale di Baker è quello di assistente del veterano di effetti protesici Dick Smith nel film “L’Esorcista” (1973).
Lo stesso anno cura gli FX nel film “Slok”, il debutto alla regia di John Landis, primo capitolo di un lungo sodalizio fra i due.
Si sposa una prima volta con la truccatrice Elaine Baker, nel 1974.
Sempre nel 1974 cura il trucco dell’orrido bambino in “Baby Killer”, di Larry Cohen, e, insieme a Stan Winston, quello di “The Autobiography of Miss Jane Pittman” (1974), di John Korty, rendendo realistico il passaggio della protagonista da ragazzina ad ottuagenaria.
Nel 1976, non accreditato, ha un ruolo dello scimmione nel remake di “King Kong”, di John Guillermin, per cui cura anche parte del make-up, coadiuvando il lavoro di Carlo Rambaldi; lavora poi al trucco del B-horror “Track of the Moon Beast”, di Richard Ashe, e dello splatter “I Carnivori venuti dalla Savana”, di Jeff Lieberman.
È poi la volta del cult “The Incredible Melting Man” (1977), di William Sachs, della seconda unità di trucco in “Guerre Stellari” (1977), di George Lucas, e dell’horror “Fury” (1978), di Brian De Palma.
Per l’ “L'Impero colpisce ancora” (1980), di Irvin Kershner, usa il volto di sua moglie per testare il make-up dell'imperatrice Palpatine/Darth Sidious, il cui ruolo verrà poi affidato all'attrice Marjorie Eaton.
Il volto del personaggio viene creato sovrapponendo alla faccia della Eaton gli occhi di uno scimpanzé, per renderla più aliena e inquietante.
Arriva finalmente il primo Oscar per gli incredibili trucchi de “Un lupo mannaro americano a Londra” (1981), di John Landis, e consiglia pure il suo discepolo Rob Bottin per gli effetti altrettanto licantropeschi de “L’Ululato” (1981), di Joe Dante.
Indimenticabile anche il suo lavoro per “Il Tunnel dell’Orrore” (1981), di Tobe Hopper, “The Incredible Shrinking Woman” (1981), di Joel Schumacher, e soprattutto per “Videodrome” (1983), di David Cronenberg.
Stranoto pure il trucco di Michael Jackson nel video “Thriller” (1983), diretto sempre da Landis.
Il secondo Oscar lo sfiora con “Greystoke - La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie” (1984), di Hugh Hudson, mentre è con “Bigfoot e i suoi amici” (1987), di William Dear, che se lo mette in tasca; il terzo arriva con “Ed Wood” (1994), di Tim Burton, il quarto con “Il professore matto” (1996), di Tom Shadyac, il quinto con “Men in Black” (1997), di Barry Sonnenfeld, il sesto con “Il Grinch” (2000), di Ron Howard, e il settimo e ultimo grazie di nuovo ad un licantropo con “Wolfman” (2010), di Joe Johnston.
Ricordiamo anche “Starman” (1984), di John Carpenter, “Ratboy” (1986), di Sondra Locke, “Gorilla nella nebbia” (1988), di Michael Apted, “Gremlins 2” (1992), di Joe Dante, “Rocketeer” (1991), di Joe Johnston, “Wolf - La belva è fuori” (1994), di Mike Nichols, “Batman Forever (1995), di Joel Schumacher, “Sospesi nel tempo” (1996), di Peter Jackson, “Fuga da Los Angeles” (1996), di John Carpenter, “Il grande Joe” (1998), di Ron Underwood, “Il pianeta delle scimmie” (2001), di Tim Burton, “Men in Black II” (2002), di Barry Sonnenfeld, “The Ring” (2002), di Gore Verbinski, “Hellboy” (2004), di Guillermo del Toro, “The Ring 2” (2005), di Hideo Nakata, “X-Men - Conflitto finale” (2006), di Brett Ratner, “Men in Black 3” (2012), di Barry Sonnenfeld, “Maleficent” (2014), di Robert Stromberg.
Nel remake del 2005 di “King Kong”, il nostro Rick ha un cameo come pilota e mitragliere (insieme al regista Peter Jackson) che abbatte il bestione.
Interpreta diversi altri camei: nel film di John Landis “Into the Night” è uno spacciatore di droga, in “Men in Black II” è un agente MIB che aiuta a fornire agli alieni i travestimenti; in “Men in Black 3” è il "cervello alieno"; nel video “Thriller” è uno degli zombi; in “The Haunted Mansion” è un fantasma; in “The Wolfman” è la prima vittima del Lupo mannaro; e in The Ring” un venditore di pulci.
Per cio che riguarda la sua vita privata, dopo 10 anni divorzia dalla moglie Elaine Melba Parkyn, per riposarsi con la sua attuale moglie, Silvia Abascal, dalla quale ha avuto due figli.
Nel 2008 è stato insignito del titolo di dottorato in lettere umanistiche presso la Academy of Art University di San Francisco e il 3 ottobre 2009, riceve il premio “Jack Pierce - Lifetime Achievement Award” dei Chiller-Eyegore Awards.
Contribuisce anche ai commenti alla serie web “Trailers from Hell” per trailer di film horror e di fantascienza.
Baker annuncia il suo ritiro il 28 maggio 2015: "Il momento è giusto, ho 64 anni, e il business è impazzito ora. Mi piace fare le cose per bene, e loro le volevano a buon mercato e veloce. Questo non è quello che voglio fare, quindi ho appena deciso che è praticamente l’ora di mollare”.
Peccato che un artista così debba mollare…
Sì, è vero, siamo dei nostalgici del cazzo ma, almeno per noi, non esiste effetto digitale che possa minimamente avvicinarsi al fascino del lavoro di Baker e di questi grandi visualizzatore di sogni.
O meglio, di incubi.
Se il sonno della ragione genera mostri, quello della fantasia genera zombi!
Quelli veri, purtroppo...
Tanti auguri, Rick Baker!
“Jack, non volevo chiamarti "ammasso di carne cruda"!!”
David Kessler/David Naughton – Un Lupo Mannaro Americano a Londra