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UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

E' uscito ed è disponibile nei migliori negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Il male e' dentro il terzo album dei Mutzhi Mambo, band fiorentina fondata nel 1998,...

Che personaggione oggi, ragazzi!

Sembra ieri, cari amici dei Mutzhi Mambo, ma è passato esattamente un anno dalla scomparsa del mitologico JOHNNY HALLYDAY, il più grande rocker d’Oltralpe!

L’ “Elvis” di Francia era un uomo dai grossi numeri: in oltre 50 anni di carriera ha inciso oltre 1000 canzoni, ha venduto oltre 100 milioni di dischi, ottenendo 40 dischi d’oro, ha recitato in 35 film e si è sposato 5 volte.

Fisico prestante, personalità pazzesca, simbolo indiscusso del “machismo” gallico, Johnny Hallyday aveva veramente una faccia che non te la scordi: zigomi forti, labbra carnose e quelli occhi dal taglio strano, stretto che parevano fissarti dentro.

Chiaramente le ragazzine impazzivano per lui e come lui volevano essere i maschietti; ma come lui c’era soltanto lui!

Purtroppo i vari lifting per mantenersi sempreggiovane lo avevano reso, negli ultimi anni, quasi una maschera grottesca ma questo, paradossalmente, avrebbe ancora di più aumentato il suo fascino oscuro, iconico, iperumano.

“Le rockeur national” è stato una specie di ponte di collegamento tra la Francia e l'America, una figura che ha rotto con la canzone tradizionale del suo Paese per importare tutte le combinazioni del pop d'oltreoceano; inizierà con quel "Viens danser le twist", ispirato a Chuck Berry, per poi mettere a punto uno stile da Elvis Presley “de noantri” (in senso francese…), strizzerà l'occhio a Buddy Holly, lancerà Jimi Hendrix in patria, suonerà con i Rolling Stones, si convertirà alla causa hippie e volerà fino in America per registrare un disco nella capitale della musica country, Nashville, Tennessee.

Nel mezzo anche tanto cinema, anche di valore.

Peccato, alla fine, i duetti con la Pausini…

Ma a Johnny Hallyday si perdona questo e anche di più!

Tutto si perdona al grande Johnny!

Jean-Philippe Smet (così all’anagrafe) nasce a Parigi, il 15 giugno 1943, figlio della francese Huguette Clerc e del belga Léon Smet che all'epoca della nascita del bambino è ancora sposato con un'altra donna (dalla quale aveva già avuto due figli, i fratellastri di Jean-Philippe).

Seppure il padre riconosca subito il bambino come suo, l'atto legale non viene legittimato dai giudici e si dovrà aspettare il divorzio dalla prima moglie che arriverà solo qualche anno più tardi.

Intanto, Jean viene cresciuto a casa di sua zia, la prima a infondergli l'amore per la musica e per il mondo dello spettacolo.

All'età di 11 anni, già occupa gran parte del suo tempo come costumista del duo Les Halliday, composto dalle sue cugine Menen e Desta (figlie di Hélène) e dal marito di Desta, l'artista americano Lee Halliday.

È quasi un bambino quando, spinto dallo zio Lee, si presenta per i provini di un film giallo che vorrebbero girare.

Passata l'audizione, viene scelto come scolaro nel capolavoro noir di Henri-Georgers Clouzot “I diabolici” (1955), pellicola di culto con Simone Signoret, Véra Clouzot e Michel Serrault.

È il suo primo passo nel mondo dello spettacolo.

Sempre grazie allo zio si presenta per piccoli ruoli pubblicitari e vola a Copenhagen per interpretare lo spettacolo "La ballade de David Crockett".

Di ritorno a Parigi, a soli 14 anni, segue dei corsi di canto e d'arte drammatica, ma soprattutto scopre il suo Dio personale, Elvis Presley.

Da allora, frequenta quello che diventerà un luogo culto per il rock francese dell'epoca, il “Golf Drouot”, dove riprende canzoni francesi e le mischia e adatta al repertorio country/rock’n’roll americano, ovviamente con una predilezione per tutti i pezzi di Elvis Presley.

In compagnia di Philippe Duval, il suo primo chitarrista, si esibisce alla radio “Paris Cocktail”.

Nel marzo 1960 Hallyday pubblica il suo primo disco “Hello Johnny” e il 18 aprile 1960 appare per la prima volta in televisione, venendo però presentato come un cantante di origine americana.

Solo in seguito comincerà a chiamarsi Johnny (versione inglese di Jean) Hallyday, in onore di suo zio, con l'errore ortografico (non è chiaro se casuale o voluto) della Y al posto della I.

Il pubblico lo ama, le ragazze fanno scenate di isteria collettiva quando appare sul palco.

Il nostro corona cosi il suo sogno di diventare come il suo mito, come Elvis.

Negli Anni Sessanta passa dall’essere l’idolo dei giovani a diventare il vero re del rock francese.

Sono gli anni d’oro dello yéyé, la versione francofona del rock’n’roll più vaporoso e divertente, quando il re trova la sua regina, la bellissima cantante Sylvie Vartan (la “regina dello yéyé, appunto…) che sposa nel 1965 e dalla quale avrà il suo primo figlio, l'attore David Hallyday.

Il bambino nasce nel 1966 proprio quando Hallyday raggiunge l'età per il servizio militare obbligatorio: è costretto quindi a lasciare moglie e figlio a casa.

Lo stesso anno, accusato di plagio per una canzone, tenterà il suicidio: un tristissimo episodio del quale lui non vorrà mai parlare, se non attraverso le sue canzoni.

Ma questi sono anche gli anni della contestazione, del twist e di tanti incontri.

Due in particolare contribuiranno a mantenerlo al passo coi tempirenderlo ancora più famoso: quello con Noel Redding e quello con Jimi Hendrix (che Johnny lancerà in terra francese) che lo spingeranno ad abbracciare la filosofia hippie Peace and love, la musica soul, il blues e il pop, senza mai dimenticare il suo amato rock’n’roll.

Nel 1968 entra giustamente nel suo periodo psichedelico, accanto al chitarrista Mick Jones e il batterista Tommy Brown, facendo concerti ancora più spettacolari di quanto già non fossero.

Lo si vede anche al cinema, accanto a Catherine Deneuve nell'episodio “Sophie”, diretto da Marc Allégret, del film collettivo “Le parigine” (1962), ma anche in “Da dove vieni cowboy?” (1964), di Noël Howard, “Sciarada alla francese” (1964), di Michel Boisrond, “Quella carogna di Frank Mitraglia” (1968) di John Berry e soprattutto il western “Gli specialisti” (1969), di Sergio Corbucci, a fianco di Gastone Moschin e Mario Adoro.

Gli Anni Settanta si aprono con la registrazione dell'album "Vie" (1970) che segna la collaborazione del giornalista Philippe Labro nella scrittura dei testi, ma anche dello scrittore Jacque Lanzmann e del paroliere Jacque Dutronc.

È il suo album più contestato per l'immagine di un Gesù Cristo hippie.

Poi si scivola decisamente nel pop di classe: cominciano i duetti con la Vartan e incide molti altri brani che spopolano nelle classifiche francesi.

Al cinema, dopo il ruolo non accreditato di un marinaio nel film “Malpertuis” (1971), di Harry Kümel, con Orson Welles, reciterà in “L'avventura è l'avventura” (1972), di Claude Lelouch, e, con Jean-Paul Belmondo in “L'animale” (1977), di Claude Zidi.

Durante gli Anni Ottanta, la fama di Johnny Hallyday continua a crescere grazie a nuovi album, sempre (ahinoi) più patinati, e nuove esibizioni dal vivo con folle oceaniche pronte a seguirlo.

Separatosi dalla Vartan nel 1980, dopo anni di matrimonio a dir poco burrascosi, Hallyday diventa la star del gossip d'oltralpe prima grazie al matrimonio lampo con una ballerina e poi con la sua relazione con l'attrice Nathalie Baye che lo renderà padre di una bambina, la futura attrice Laura Smet, nel 1983.

Canta diverse volte in italiano; il suo successo maggiore in Italia è “Quanto t'amo” (“Que je t'aime”); traduce in francese anche alcuni brani di Adriano Celentano fra cui “24 000 baci” (“24 000 baisers”).

Jean-Luc Godard lo dirige nel celebrale poliziesco “Detective” (1985), ma prende parte anche alla commedia “Consiglio di famiglia” (1986), di Costa-Gravas, e a “Triangolo d'acciaio” (1989), di Eric Weston.

Negli Anni Novanta, lasciata la Baye e si sposa con Adeline Blondieau ma la coppia divorzierà di lì a poco.

Sorprendentemente, la sua terza moglie, due anni più tardi, sarà ancora una volta la Blondieau, che Hallyday risposa il 16 aprile 1994, ma anche questo secondo tentativo naufragherà per le continue scappatelle con la sua amante, Laeticia Baudou, che infine sposerà à Neuilly sur Seine.

Sarà Nicolas Sarkozy, grande fan e amico del cantante, a celebrare il loro matrimonio.

Nel 1997, diventa Cavaliere della Legion d'onore e, nel 1999, riscuote un enorme successo grazie alla curiosa commedia “Perché no?” (1999), di Stéphane Giusti, poi bissato dalla pellicola drammatica di Patrice Leconte “L'uomo del treno” (2002) con Jean Rochefort, nel ruolo di un cascatore di circo che rapina banche, probabilmente la sua migliore interpretazione.

Dopo il divertente “Crime Spree - In fuga da Chicago” (2003), di Brad Mirman, con Harvey Keitel e Gérard Depardieu, il tremendo “I fiumi di porpora II - Gli angeli dell'Apocalisse” (2004), di Olivier Dahan, con Christopher Lee, recita nel bellissimo noir cinese “Vendicami” (2009), di Johnnie To, ma anche nel sequel del reboot “La Pantera Rosa 2” (2009), di Harald Zwart, con Steve Martin, in due pellicole drammatiche di Claude Lelouch, “Parliamo delle mie donne” (2014), e Chacun sa vie (2017), e la commedia agrodolce “Rock'n Roll” (2017), di Guillaume Canet.

Alla fine però a fregarlo non sarà né il rock’n’roll né le donne: sarà un’altra passione, quella per le Gitanes, a portarcelo via…

Dopo una lunga lotta contro il tumore ai polmoni, il gigantesco Hallyday si spegne a Parigi, il 5 dicembre 2017.

Onore a Johnny Hallyday!

“Venez les copains

Tapez des mains

On va faire le twist

C'est le nouveau Rock

Rien n'y hésite

N'hésitons pas

Faites comme moi

Suivez bien mes pas

Rythme le twist

Donne-moi la main, làTu t'y prends bien

Continue comme ça

Un tour autour de moi

Balance encore tes bras

Bien sûr mon coeur

Il rythme le twist

Ah, tourne bien

Oui, tourne bien encore

Oui mais en dansant

N'oublie pas, n'oublie pas

Que je suis làTout en rythmant le twist…”

Johnny Hallyday – Viens danser le Twist

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