Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

E' uscito ed è disponibile nei migliori negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Il male e' dentro il terzo album dei Mutzhi Mambo, band fiorentina fondata nel 1998,...

Un'altra divetta, un'altra fine tragica: benvenuti alla Premiata Macelleria di Hollywood, cari amici dei Mutzhi Mambo!

Oggi la vittima del tritacarne è la povera BARBARA PAYTON, la "bionda di fuoco", la vera e sola "Bad Girl"!

Le varie Paris Hilton, Lindsay Lohan, Britney Spears e tante altre bellezze il cui promettente avvenire è naufragato negli eccessi, negli abusi e nella depressione, hanno avuto come prototipo proprio le esperienze di tante stelline, di cui la Payton rimane uno degli esempi più estremi, che questi drammi li avevano già vissuti, praticamente da quando è nata l'industria dello spettacolo...

Barbara Payton era un’attrice americana, bionda, conturbante, carnosa, ricca di glamour e dai begli occhioni azzurri, deceduta per insufficienza epatica a soli 39 anni al termine di una breve carriera che l'ha vista spesso protagonista, altre volte comprimaria, di 12 lungometraggi tra drammi-noir, western e film d'azione e d'avventura.

Viene da chiedersi cosa si è rotto, cosa è andato storto in una carriera che all’inizio pareva tanto promettente e invece è naufragata nello squallore e nella disperazione.

Certo, la sua instabilità psichica, la sua attitudine alle dipendenze hanno avuto un ruolo fondamentale nel marchiare il suo destino, ma è possibile che abbiano lasciato che tutto questo accadesse nella più totale indifferenza?

Che non avesse un amico o una amica, un ex amante, un collega, un parente che si sia accorto del suo degrado e abbia cercato di porgli un freno o almeno darle un aiuto?

Niente!

È morta sola come un cane, nel disfacimento più estremo!

Si sa, Hollywood è Hollywood e non è certo un posto per anime pie...

Barbara Lee Redfield (così all'anagrafe) nasce il 16 novembre del 1927 a Cloquet, in Minnesota.

I suoi genitori erano immigrati in America dalla Norvegia.

Nel 1938 si trasferiscono con Barbara e il fratellino a Odessa, nel Texas, dove il padre intraprende un'attività in proprio nel settore turistico.

La Payton cresce in un ambiente familiare tremendo, in condizioni aggravate dai crescenti problemi di alcolismo di entrambi i genitori e dal temperamento violento del padre.

A Odessa frequenta prima la Baylor Junior High School e poi la Odessa High School.

Già da adolescente è pittosto bella e procace e vanta una scia di spasimanti lunga come la coda in un bagno femminile.

Nel novembre 1943 scappa di casa con il suo ragazzo William Hodge, uno studente di pochi anni maggiore di lei.

La fuga, dettata principalmente dal desiderio di sfuggire alle botte di famiglia, si conclude con un frettoloso matrimonio che i suoi genitori riescono a far annullare dopo pochi giorni.

Abbandonata la scuola prima di ottenere il diploma, nel 1944 corona il sogno della shampista media americana: si fidanza con un aitante pilota dell'aviazione, John Payton, che si trova di stanza alla base militare texana di Midland e che diviene il suo secondo marito.

Dopo il matrimonio, celebrato il 10 febbraio 1945, la coppia si trasferice a Los Angeles e la Payton inizia a posare per servizi fotografici che le consentono di ottenere ingaggi come modella presso case di abbigliamento e riviste di moda.

Malgrado la nascita di un figlio, John Lee, venuto al mondo nel febbraio 1947, anche il secondo matrimonio termina con il divorzio l’anno succesivo.

Poco più che ventenne, mamma di un bambino e con due matrimoni falliti sul groppone, la Payton si fa raggiungere a Hollywood dalla madre e riprende a coltivare la sua carriera nel mondo dello spettacolo, frequentando gli ambienti del cinema e gli eventi mondani, facendo la solita "gavetta" della starlette, alla ricerca dell'occasione per emergere.

Notata da William Goetz, executive presso l'Universal Pictures, nel gennaio 1949 firma un contratto per 100 dollari la settimana con la nota casa produttrice, di cui diventò una delle giovani speranze al pari di altri nomi promettenti quali Rock Hudson, Tony Curtis e Piper Laurie.

Dopo l'apparizione in un paio di cortometraggi western, il debutto ufficiale sul grande schermo avvienene con un breve ruolo non accreditato di fotografa di un nightclub nel film commedia "Gli ultimi giorni di uno scapolo" (1949), diretto e interpretato da Robert Montgomery, cui fa seguito la parte di Meg Dixon nel noir "Trapped" (1949), accanto a Lloyd Bridges.

Ma è il drammatico e violento thriller "Non ci sarà domani" (1950) a fare della Payton una star in ascesa.

Pur essendo poco più di una debuttante, la giovane e bionda attrice si dimostra all'altezza recitando con veterani dello schermo come Ward Bond e Luther Adler e con una superstar come James Cagney.

Con il ruolo di Holiday Carleton, la "bad girl" che viene corteggiata dal gangster e che finisce per ucciderlo dopo aver scoperto che è responsabile della morte del fratello, la Payton ottiene critiche lusinghiere e si afferma come una vera ammaliatrice, grazie alla sua notevole bellezza e capacità seduttiva.

Dopo James Cagney, la Payton lavora con altri due grandi protagonisti maschili del grande schermo americano, prima Gary Cooper in "Il colonnello Hollister" (1950) e subito dopo Gregory Peck ne "L'avamposto degli uomini perduti" (1951).

Nello stesso anno appare in un terzo western, "A sud rullano i tamburi" (1951), con James Craig e Guy Madison, ambientato sullo sfondo della guerra di Secessione.

La promettente carriera della Payton, dopo appena due anni dal debutto, sembra avviata al sicuro successo (arriva a guadagnare 10000 dollari alla settimana!), ma la stampa scandalistica inizia ad accanirsi sulla sua sregolata vita privata che sta minando la sua credibilità come attrice.

Il 1951 si conclude con il ruolo di Dina Van Gelder nell'imbarazzante horror "Bride of the Gorilla" di Curt Siodmak, al fianco di Raymond Burr.

Ma è anche l'anno in cui la Payton si sposa per la terza volta, con l'attore Franchot Tone.

Il fidanzamento e il matrimonio sono tempestosi, complicati dalla relazione che contemporaneamente l'attrice intraprende con il collega Tom Neal, noto interprete di B movie, tra cui "A mezzanotte corre il terrore" (1943), un horror con Bela Lugosi e il noir "Detour" (1945) di Edgar G. Ulmer (vale la pena fare un piccolo inciso su questa pellicola, che narra la disperata e opprimente vicenda di un pianista newyorkese di nightclub che viene coinvolto in un omicidio; girato in appena sei giorni, con un budget irrisorio è stato definito dalla critica "il film di serie B più famoso di tutti i tempi"!).

Pur essendo la Payton sposata, la tresca continua imperterita fino a che Neal e Tone arrivano allo scontro fisico in una rissa nella quale quest'ultimo rimane seriamente ferito.

Il matrimonio con Tone, dopo diverse separazioni e riconciliazioni, termina con il divorzio dopo appena un anno, mentre con Neal lavorerà insieme sullo schermo in un western a basso costo, "La frusta di sangue" (1953), prima di separarsi definitivamente nel 1955.

Ma la relazione fedifraga tra Neal e Barbara era stata veramente tempestosa e chiacchieratissima, capace di dare argomenti sempre nuovi e succulenti agli avidi gossippari.

Pensate: malgrado il matrimonio, la Payton, con sommo scandalo, aveva mantenuto la relazione con Neal!

Che sgualdrina!

Per il bigottismo ipocrita di Hollywood era veramente troppo...

Con la carriera giunta a un punto morto, anche l'esistenza della Payton se ne va alla completa deriva.

La grave e ormai cronica dipendenza dall'alcool e l'abuso di stupefacenti stanno compromettendo non solo la bellezza fisica ma anche l'equilibrio emotivo dell'attrice.

Nel 1955 viene arrestata per la prima volta per aver tentato di pagare con assegni falsi in un supermercato, e negli anni successivi subirà nuovamente altri arresti in diverse occasioni, per ubriachezza, vagabondaggio e addirittura per prostituzione sul Sunset Boulevard.

In fondo, con una manciata di dollari, ti puoi sbattere una vera star, niemtemeno che la "Bad Blond” in persona!

Ecchisseneferega se al cinema sembrava meglio...

Dopo alcuni anni di silenzio, la Payton torna a far parlare di sé nel 1963, anno in cui pubblica la propria autobiografia dal titolo "I Am Not Ashamed", nella quale descrive particolari drammatici della propria vita turbolenta e della condizione di miseria in cui è precipitata.

Una particina non accreditata nel western "I quattro del Texas" (1963), con Frank Sinatra e Dean Martin, non servirà a rilanciare la sua carriera.

Dopo altri quattro anni di indigenza e anonimato, ormai malata e in condizioni psicofisiche precarie, nell'aprile 1967 la Payton torna a vivere con i genitori a San Diego (California), dove muore l'8 maggio seguente, all'età di trentanove anni, per insufficienza cardiaca ed epatica.

Come si può vedere, i lieto fine, a Hollywood, sono solo nei film...nuovo giro, nuova corsa, chi sarà la prossima?

Onore a Barbara Payton!

Nota a margine: Anche il suo ex-amante Tom Neal ha fatto una brutta fine. Mentre la sua carriera si avviava al declino, complice il clamore suscitato dalle sue chiacchierate vicende personali, nel 1956 Neal sposò Patricia Fenton, dalla quale l'anno successivo ebbe il suo unico figlio, Tom Jr.. Il matrimonio durò fino al 1958, anno in cui la Fenton morì prematuramente di cancro. Dopo aver recitato in alcune serie televisive come Tales of Wells Fargo (1958) e Mike Hammer (1959), Neal abbandonò il set e si trasferì a Palm Springs, dove si occupò di giardinaggio e architettura del paesaggio, e dove nel 1961 sposò la sua terza moglie. L'attore tornò tristemente agli onori della cronaca quattro anni più tardi, il 2 aprile 1965, quando confessò di aver sparato alla nuca alla moglie, causandone la morte istantanea. Arrestato e processato per l'omicidio, malgrado la richiesta di pena di morte avanzata dall'accusa, Neal fu condannato per omicidio involontario a dieci anni di prigione. Dopo aver scontato quasi sette anni di pena presso la Soledad State Prison (California), egli fu rilasciato sulla parola il 6 dicembre 1971, e tornò a Hollywood. La riconquistata libertà fu però di breve durata: il 7 agosto 1972 l'attore morì improvvisamente per un attacco cardiaco, all'età di cinquantotto anni. Payton-Neal: una vera coppia maledetta!

La citazione di oggi è da un nostro pezzo, contenuto nell' album "Veniamo per te", perché ci pare proprio in tema...:

"Balla, balla che il tempo se ne va

Balla, balla, Diva del Varietà

Eri alta, snella, regina di beltà

Grande stella, giocavi a baccarà

Abitavi in villa, con tante cameriere

Pellicce cincillà e auto fuori serie

Dice la Sibilla: "le notti sono nere"

Muore la scintilla, le rughe sono vere!

Ma, ora sei grassa, lo specchio non mente

Ma ora sei vecchia, non servi a niente

Ma sei tutta una grinza, fai schifo alla gente

Sei carne da macello, carne da macello!...”

Mutzhi Mambo - La Diva del Varietà

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