Asciugatevi il sudore dalla fronte, pulitevi la bavetta che vi è spuntata agli angoli della bocca, date una strofinata con un fazzoletto agli occhiali appannati, perché oggi, cari amici dei Mutzhi Mambo, non parleremo soltanto di una delle più fantastiche bellezze della storia del cinema.
Oggi vi offriremo una storia agghiacciante, una delle storie più pese della Hollywood più scura e malata di sempre.
Oggi infatti celebriamo la regina assoluta del noir: la magnifica VERONICA LAKE!
Più di un'attrice, più di una star, Veronica Lake è stata un'icona vivente di stile, il simbolo stesso della femme fatale, della bellezza misteriosa e irraggiungibile.
Peccato che la sua salute mentale fosse così fragile e la sua parabola artistica così drammatica; ma forse anche questo ha contribuito al suo fascino e alla sua mitologia.
Constance Frances Marie Ockleman, a.k.a. Costance Keane, a.k.a. Veronica Lake nasce a Brooklyn, il 14 novembre del 1922.
Il padre, che lavora nel settore petrolifero, muore in un'esplosione nel 1932, lasciando la figlia orfana all'età di 10 anni.
L'anno successivo la madre si risposa con l'amico Anthony Keane, dal quale Constance prende il nuovo cognome.
In quel periodo frequenta una rigida scuola cattolica a Montréal in Canada, per poi passare ad un liceo di Miami: è in questo periodo che a Constance viene diagnosticata una probabile prima forma di schizofrenia.
Trasferitasi nel 1938 con la famiglia a Beverly Hills, frequenta una rinomata scuola di recitazione e comincia ad ottenere piccole parti in alcuni film della RKO con il nome di Constance Keane.
John Farrow, il regista di uno di questi film ("Sorority House"), la nota per la frangia di capelli biondi che le cade naturalmente sull'occhio destro e che la circonda di mistero.
Presentata da Farrow al produttore Arthur Hornblow, Constance viene messa presto sotto contratto dalla Paramount (1941), per iniziali 75 dollari la settimana, con il nome d'arte di Veronica Lake.
Lo stesso anno dà alla luce la figlia Elaine, avuta dal marito John Detlie (sposato l'anno prima).
Il 1941 è l'anno del suo esordio in una grande produzione, con "I cavalieri del cielo", un film drammatico di Mitchell Leisen, accanto a Ray Milland.
Segue una serie di film di grande successo, come "I dimenticati" (1941), una commedia di Preston Sturges, "Il fuorilegge" (1942), un ottimo thriller di Frank Tuttle, tratto dal romanzo di Graham Greene "A gun for sale", "Ho sposato una strega" (1942), una commedia fiabesca di René Claire, "La chiave di vetro" (1942) un bel noir per la regia di Stuart Heisler, tratto da un soggetto di Dashiell Hammett, e "Sorelle in armi" (1943), un film di propaganda bellica.
I film più amati dal pubblico e dalla critica sono appunto i noir in cui la nostra fa coppia con Alan Ladd (come "Il fuorilegge" e "La chiave di vetro"): il duo è nato per necessità, visto che Ladd è l'unico attore sotto contratto alla Paramount alla sua "bassezza".
Veronica infatti è "alta" 1,50 m, e perché la cosa non si noti sul grande schermo, ci vuole un comprimario bassino come Ladd.
Di necessità virtù, visto che la coppia funziona alla grande!
Parallelamente al successo e ai cospicui guadagni (fino a 4.500 dollari la settimana), la Lake, a causa della sua personalità contorta e dei suoi disturbi psichici, si guadagna la fama di stronza e viene etichettata da più di un collega come "the bitch" (inutile tradurre...).
In questa fase Veronica subisce altre tragiche esperienze, fra cui la morte del suo secondo figlio nel 1943, ad una settimana dalla nascita, e il divorzio dal marito.
Riceve pure delle sonore stroncature per il drammatico "Un'ora prima dell'alba" (1944), di Frank Tuttle, perché il pubblico non le perdona il ruolo di spia nazista infiltrata.
Inoltre, per quanto venga abbondantemente usata dalla propaganda USA per raccogliere fondi per la guerra (visto che le sue foto sono fra le più gettonate fra i soldati americani al fronte), il governo le chiede persino di cambiare look: molte operaie americane, avendone imitato la sua pettinatura, la famosa "peekaboo bang", che le copre metà del volto, sono vittime di gravi infortuni sul lavoro, a causa delle lunghe capigliature che s'incastrano nei macchinari.
Come Sansone però, la nuova acconciatura priva Veronica di gran parte del suo fascino e ormai il successo dell'attrice al botteghino non è più quello degli anni precedenti.
Dal 1945 in poi la Paramount la relega ad alcuni film di secondo piano, ad eccezione, sempre accanto a Ladd, del mitico "La dalia azzurra" (1946), di George Marshall, tratto dal romanzo di Raymond Chandler.
Mentre le sue condizioni di salute peggiorano, il secondo marito, il regista André De Toth, la dissuade dal continuare a vedere lo psichiatra e Veronica comincia a bere pesantemente, il tutto a ulteriore svantaggio della sua carriera, che subisce un brusco arresto nel 1948, quando la Paramount rescinde il suo contratto.
Per l'attrice comincia una spirale tragica: citata in giudizio dalla madre per non avere provveduto a lei adeguatamente, e dal fisco per evasione, nel 1952 la Lake, che dal 1948 aveva girato solo 2 film, dichiara bancarotta e lo stesso anno divorzia da De Toth, da cui ha avuto due figli.
Dopo un periodo di lavoro in teatro e in televisione, nel 1955 sposa il compositore Joseph McCarthy.
Nel 1959 un infortunio alla caviglia le impedisce di continuare a lavorare: divorzia da McCarthy e torna a New York, dove viene più volte arrestata per ubriachezza e pure scoperta a lavorare come cameriera al bar di un albergo.
Questo scoop la riportò alla ribalta, e ottiene qualche lavoro in tv o in film di secondo piano.
Negli anni sessanta la paranoia schizofrenica e la salute peggiorano e non le viene più permesso vedere i figli.
Ha un altro, breve, estremo periodo di notorietà in coincidenza con la pubblicazione della sua autobiografia.
Il suo ultimo film è un infame horror a basso costo, "Flesh Feast", per la regia di Brad F. Grinter (1970), in cui interpreta una folle dottoressa nazista impegnata a far rivivere il corpo di Hitler!
Dopo una breve vacanza in Inghilterra (con relativo, breve matrimonio), nel 1973, durante un soggiorno nel Vermont presso il Centro Medico di Burlingtonle le viene diagnosticata la cirrosi epatica e viene immediatamente ricoverata.
Il 7 luglio, a 50 anni, la “regina del noir” muore di epatite causata dall'alcolismo.
Il servizio funebre si tiene presso la Cappella universale di New York, il corpo viene cremato e secondo i suoi desideri le ceneri disperse al largo delle Isole Vergini.
Se ne va così la diva più fatale degli anni '40, così affascinante che persino la grande Bette Davis (che in fatto di lingua acida non era seconda a nessuno...) la definì "la persona più bella mai arrivata a Hollywood".
Onore a Veronica Lake!
"Lo tratterò come uno schiavo e lo farò tanto tanto soffrire."
Irene/Veronica Lake - Ho sposato una strega