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Chi lo avrebbe mai detto?

Mai e poi mai, dopo quella palla del “Titanic”, avremmo pensato di dedicare un Almanacco ad un fighetto come LEONARDO DICAPRIO!

Tuttora non possiamo certo dire di amarlo o che ci stia simpatico: la ferita provocata ai nostri testicoli quando era un teen idol non si è ancora rimarginata…

Eppure, a malincuore, dobbiamo ammettere che l’odioso DiCaprio è diventato l’unico divo in circolazione che rappresenta una garanzia: la garanzia di vedere un film ganzo!

Sì, cari amici dei Mutzhi Mambo, ormai, quando si legge il suo nome sulla locandina, è certo che la pellicola sarà quanto meno interessante!

E questo succede da quasi vent’anni!

Ha avuto, è vero, il culo di essere stato preso sotto l’ala dal grande Martin Scorsese che l’ha fatto crescere ad un livello professionalmente esponenziale ma è anche vero che dopo tutti questi anni (e tutti ‘sti popò di film…), non basta più il culo a spiegare la carriera di DiCaprio.

Scott, Boyle, Allen, Raimi, Nolan, Spielberg, Luhrmann, Iñarritu, Eastwood, Tarantino… non sono molti coloro che possono vantare di aver lavorato con così tanti registi di questo calibro, in pellicole (quasi) sempre di altissimo livello.

DiCaprio sì, e sempre facendo una figura quantomeno dignitosa, con punte di eccellenza, va detto.

Non sarà un grande attore ma di sicuro si sa scegliere i film giusti!

Leonardo Wilhelm DiCaprio nasce a Los Angeles, l’11 novembre del 1974, figlio di una coppia di hippy, un editore di fumetti underground di origine italiana e una casalinga tedesca.

Sembra che debba il suo nome al fatto che la madre, in vacanza a Firenze, mentre ammirava un dipinto di Leonardo Da Vinci nella Galleria degli Uffizi, abbia sentito scalciare il feto.

La sua casa è un crocevia della controcultura di quegli anni, frequentata da personaggi come Charles Bukowski e Hubert Selby Jr., ma mamma e papà divorziano presto ed è la madre ad ottenere dal tribunale l'affidamento del bambino e a farlo crescere accanto a sua nonna a Echo Park, un sobborgo di Los Angeles famigerato per la diffusione dello spaccio di droga.

Attirato fin da bambino dai palcoscenici, a soli 5 anni prende parte al suo show televisivo preferito "Romper Room" ma viene velocemente allontanatati dal programma per la sua maleducazione e i suoi comportamenti scorretti.

Grazie al suo visetto bellino, a 10 anni ha giù un agente che gli procura delle scritture per alcuni spot commerciali e per pellicole educative del programma televisivo "Mickey's Safety Club".

Amico d'infanzia di Tobey Maguire e Christopher Pettiet, frequenta prima il Los Angeles Center for Enriched Studies, poi John Marshall High School di Los Angeles i corsi di recitazione della Seeds Elementary School alla UCLA.

I suoi primi ruoli sono soprattutto legati al piccolo schermo.

Nel 1990, entra nella serie tv “Fra nonni e nipoti”, poi recita ne “The New Lassie” (1990), il reboot del telefilm col cane piu celebre dopo Rin-Tin-Tin.

Non mancano nemmeno le soap opera nel suo curriculum.

Partecipa, infatti, nel ruolo di un giovane Mason Capwell a “Santa Barbara” (1990) con Robin Wright Penn: è in questa fase che inizia a farsi la fama di attore indisponente, da cui nascerà il suo modello di comportamento anti-hollywoodiano, fatto di parecchia boria (ma anche notevole indipendenza nelle scelte).

Il debutto cinematografico avviene nel 1991, quando recita nell’horror di serie Z di Pristine Peterson “Critters 3”: non certo un esordio memorabile, infatti Leo torna immediatamente al piccolo schermo nel ruolo di un compagno di classe di Darlene in “Pappa e ciccia” (1991), anche se la sua popolarità comincia a crescere grazie a un altro telefilm: “Genitori in blue jeans” (1991-1992), dove nella stagione finale entra in scena con il personaggio di Luke Brower, teenager senzatetto che verrà accolto dalla famiglia statunitense Seaver come un figlio.

Inizia la sua leggendaria carriera di Don Giovanni, con un “palmares” che vanta, tra le altre: Juliette Lewis, Kristen Zang, Vanessa Hayden, Kidada Jones, Gisele Bundchen, Bar Rafaeli, Demi Moore, Bobbie Brown, Emma Bunton, Karen Butler, Naomi Campbell, Mariah Carey, Helena Christensen, Linnea Dietrichson, Carmen Electra, Sara Foster, Vanessa Haydon, Bridget Hall, Natasha Henstridge, Paris Hilton, Kendra Jade, Kate Moss, Carla Paneka, Bijou Phillips, Alicia Silverstone, Alyssa Sourovoya e Amber Valletta, Eva Herzigova…

Chiaramente, l’inividia ci rode...

Per ciò che riguarda la sua carriera, nonostante tutta la buona volontà che ci mette, le pellicole cui prende parte si rivelano flop clamorosi, anche perché, a parte la bella faccina, come interprete non è un granché: ha il ruolo del giovane ritardato Arnie in “Buon compleanno, Mr. Grape” (1993), di Lasse Hallström, con Johnny Depp, parte per cui si prepara con alcune visite nei centri educativi per handicappati, meritandosi fra l'altro una nomination all'Oscar e al Golden Globe come miglior attore non protagonista, poi si trasforma nell'anomalo adolescente, solitario e ipersensibile di “Voglia di ricominciare” (1993), di Michael Caton-Jones, con Robert De Niro, che approfitta per insegnargli qualche teucco del Metodo dell'Actor's Studios, facendogli passare ben tre settimane in compagnia di Tobias Wolff, autore del romanzo nonché alter ego del personaggio che deve interpretare.

Rifiuta il ruolo di Robin in “Batman Forever” (1995) e prende invece il posto di River Phoenix, deceduto nel 1993, in “Poeti dall'inferno” (1995), di Agnieszka Holland.

Sceglie di recitare accanto a Gene Hackman e Sharon Stone nel bizzarro western “Pronti a morire” (1995), di Sam Raimi, e torna assieme a De Niro, ma anche a Meryl Streep nel lacrima-movie “La stanza di Marvin” (1996) di Jerry Zaks.

Molto più intessante la versione Camp-Pulp dell’ opera di Shakespeare, “Romeo + Giulietta” (1996), di Baz Luhrmann, per la quale, nel ruolo di Romeo, vincerà l'Orso d'Argento al Festival di Berlino come miglior attore.

Considerato per la parte di James Dean in un biopic basato sulla sua vita, si vede offrire anche il ruolo di Dirk Diggler in “Boogie Nights - L'altra Hollywood” (1997), ma rifiuterà, lasciandolo al suo amico Mark Wahlberg, per affrontare la parte di Jack in “Titanic” (1997) di James Cameron.

Del film è inutile parlarne, un kolossal baraccone e strappalacrime che sbanca tutti i botteghini: nasce la DiCaprio mania e il nostro Leo diventa l’oggetto del desiderio di tutte le teen-agers.

E, contestualmente, entra di prepotenza nella nostra lista nera…

Al di là di questo, si mette al servizio di Woody Allen nel curioso “Celebrity” (1998) con Kenneth Branagh, dove il regista newyorkese gli fa fare addirittura il verso a se stesso e al suo mito di attore scalcinato e capriccioso; passa poi al kitsch totale con il tamarrissimo cappa-e-spada “La maschera di ferro” (1998), di Randall Wallace, con Gérard Depardieu e John Malkovich, guadagnandosi un meritatissimo Razzie Award per la peggiore coppia del grande schermo (non per niente interpretava i due nobili gemelli del romanzo di Dumas).

Stesso premio che ritirerà (questa volta immeritatamente), nella categoria peggior attore, anche per il sottovalutatissimo “The Beach” (2000), di Danny Boyle, un film ispirato alle distopie ballardiane, in realtà molto bello e inquietante.

Grossi guai sembrano attenderlo quando a Manhattan, lui e i suoi amici picchiano lo sceneggiatore e attore Roger Wilson, dopo che proprio DiCaprio aveva fatto della avances oscene alla fidanzata di questo, l'attrice Elizabeth Berkley.

La corte d'appello lo rinvia a giudizio e il fatto non lo mette certo in luce a Hollywood che, dopo avergli proposto determinati ruoli, ritratta velocemente: doveva interpretare il folle serial killer Patrick Bateman sul set di “American Psycho” (2000), ma gli si privilegia Christian Bale; doveva recitare in “Harvard Man” (2001), ma gli viene preferito il più economico Adrian Grenier, stesse ragioni per cui viene scelto al suo posto Hayden Christensen per il ruolo di Anakin Skywalker nel secondo e nel terzo episodio della saga di “Star Wars”.

Fortunatamente arriva il ruolo da protagonista nel delizioso film di Steven Spielberg “Prova a prendermi” (2001), rocambolesca biografia del truffatore Frank Abagnale Jr., in cui divide la scena con Tom Hanks e Christopher Walken, e per cui riceve una nuova candidatura ai Golden Globe.

Rifiutato (e meno male!) il ruolo di Peter Parker in “Spiderman” (2002), stringe un importante sodalizio artistico con Martin Scorsese che lo impone accanto a Cameron Diaz e Daniel Day-Lewis nel kolossal storico “Gangs of New York” (2002).

Il film è funestato da problemi produttivi e non è certo il migliore di Scorsese (anche se non essere il migliore film di Scorsese significa essere comunque una spanna sopra la maggior parte dei film…) ma alla fine nasce un rapporto quasi di “maestro/discepolo” tra il regista newyorkese e DiCaprio, tanto che lo rivorrà anche nel biopic sul controverso produttore cinematografico Howard Hughes “The Aviator” (2004), costringendolo a rifiutare il ruolo che andrà a Michael Pitt in “The Dreamers” (2003) di Bernardo Bertolucci.

Probabilmente questa è la prima, seria prova di attore che il nostro ci offre e gli fa guadagnare una nomination all'Oscar e ai BAFTA come miglior attore protagonista, senza contare il Golden Globe e l'MTV Movie Award che vince nella stessa categoria.

Ma non finisce qui perché il regista italo-americano, lo accosta a Jack Nicholson e Matt Damon nel capolavoro poliziesco “The Departed - Il bene e il male” (2006), con tanto di nuova nomination ai BAFTA, e nel contorto ma bellissimo thriller “Shutter Island” (2009), al fianco di Max von Sydow e Ben Kingsley.

Una nuova candidatura all'Oscar lo attende per “Blood Diamond” (2006), di Edward Zwick, un action con, sullo sfondo, i loschi traffici di pietre preziose nel continente nero; film per il quale scarterà “L'ombra del potere - The Good Sheperd” (2006) e il progetto (poi naufragato) di Baz Luhrmann su Alessandro Magno.

Accetta invece di lavorare per Ridley Scott nel serratissimo “Nessuna Verità” (2008), spy-movie ad alto livello adrenalinico ambientata in Medio Oriente, in cui divide la scena con un imbolsito (ma sempre bravo) Russel Crowe.

Dopo aver lavorato ancora una volta con Kate Winslet nel drammatico “Revolutionary Road” (2008), di Sam Mendes, viene diretto dal visionario Christopher Nolan nel fantastico (in tutti i sensi) “Inception” (2010), grande successo di critica e pubblico, uno dei pochi kolossal realizzati come fossero film d’autore.

Nel 2012 torna, puntando direttamente all'ambita statuetta, con “J. Edgar”, diretto dal veterano Clint Eastwood, la biografia (in verità un po’edulcorata ma di questo il nostro non ha colpa…) del controverso direttore dell’FBI.

Nello stesso anno affronta il suo primo ruolo di cattivo a tutto tondo, il mefistofelico schiavista Calvin J. Candie, nel western “Django Unchained” di Quentin Tarantino.

E con questa parte ogni residua riserva che ci era rimasta sul DiCaprio attore verrà definitivamente zittita!

Nel 2013 aprirà il Festival di Cannes con la sua ottima prova nell'adattamento 3D de “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald, firmato Baz Luhrmann, e l’anno successivo torna sugli schermi grazie a un nuovo strepitoso ruolo creato per lui da Martin Scorsese in “The Wolf of Wall Street” (2014), quello del viscido ma irresistibile broker Jordan Belfort, che gli regala il Golden Globe 2014 e l'ennesima candidatura all'Oscar (e questa volta sì, sarebbe stato davvero meritato..).

Il film successivo è il visonario “Revenant – Redivivo”, western atipico, un po’filosofico alla Terence Malik, diretto questa volta da Alejandro González Iñárritu, in cui interpreta un cacciatore di pellicce deciso, contro la crudeltà della natura e dell’uomo, a perseguire un’apparentemente impossibile vendetta.

Il suo ruolo, anche se composto quasi interamente da grugniti e grida di dolore, è intenso e gli offre la possibilità di ottenere finalmente l’agognato Oscar (anche se, a nostro avviso, l’avrebbe meritato di più in altre occasioni…).

Ambientalista convinto, dedica gran parte del suo denaro e del suo tempo libero (beato lui che ce li ha!) ai viaggi in Sud America, dove si impegna per l'ecologia, realizzando documentari e promuovendo attraverso il proprio sito internet ufficiale la salvaguardia di piante e animali in via di estinzione.

Noi però siamo più interessati ai film e rimaniamo in trepidante attesa per i suoi prossimi progetti, che, sulla carta, si preannunciano molto succulenti: “Once Upon a Time in Hollywood”, di Quentin Tarantino, previsto per il 2019, e “Killers of The Flower Moon”, di Martin Scorsese, previsto per il 2020.

Ripetiamo, DiCaprio non è certo il nostro attore preferito ma chapeau alla sua capacità di scegliere i film giusti.

Su questo non ci sono discussioni…

Tanti auguri, Leonardo!

"Questo è Ben. È un muso nero che ha vissuto qui per molto tempo. Decisamente molto tempo. "Old Ben" qui ha accudito mio padre e il padre di mio padre, finché ha tirato le cuoia un giorno. "Old Ben" ha accudito me. Crescere come il figlio di un grosso proprietario di una piantagione del Mississipi pone un uomo bianco in contatto con tutta una abbondanza di facce nere. Ho passato tutta la vita qui, proprio qui... A Candieland. Circondato da facce nere. A vederle tutti i giorni, un giorno dopo l'altro, Mi chiedevo sempre una cosa: perché non ci uccidono? Su quella veranda là fuori, tre volte a settimana per cinquant'anni, "Old Ben" qui radeva mio padre con un rasoio a mano libera. Ora, nei panni di Old Ben a mio padre avrei tagliato quella dannata gola, e non ci avrei certo messo cinquant'anni a decidere! Ma non l'ha mai fatto. Perché no? Vedete, la scienza della frenologia è cruciale per la comprensione dell'interazione tra le nostre due specie. Nel cranio dell'africano qui, l'area associata alla sottomissione è larga più di qualunque umano e qualunque altra subumana tra le specie sul pianeta terra. Se esaminate questo pezzo di cranio qui, noterete tre distinte fossette. Qui, qui e qui. Ora, se avessi in mano il cranio di un Isacco Newton, o un Galileo, le tre fossette sarebbero state nell'area del cranio comunemente associata con la creatività. Ma questo è il cranio di Old Ben... E nel cranio di Old Ben, non gravato dal genio, queste tre fossette sono situate nell'area del cranio comunemente associata con... Il servilismo. Mr Brillante, devo ammettere che sei un tipo in gamba, ma se io prendessi questo martello qui, e lo abbattessi sul tuo cranio, tu avresti le stesse tre fossette, nello stesso posto di Old Ben!"

Calvin Candie/Leonardo DiCaprio - Django Unchained

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