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Dive bellissime ce ne sono state, e molte...
Ma col fascino ammaliante, oscuro di HEDY LAMARR, veramente pochissime!
Hedy Lamarr è stata una diva di Hollywood e un’eccezionale inventrice.
Sì, avete capito bene, cari amici dei Mutzhi Mambo, la grande star di origine austriaca è stata pure una formidabile geniaccia che ha contribuito a sviluppare la tecnologia che poi ha dato vita nientemeno che al Wi-Fi!
Anche se non ha interpretato ruoli molto Pulp (nel senso di film crime o noir), la sua bellezza era veramente da dark lady; senza considerare che, essendo la prima ad essersi mostrata come mamma l'ha fatta in una pellicola "mainstream", per certi versi si può considerare la "madrina" della sexploitation...
E poi era veramente un personaggione Pulp di suo!
La Lamarr ha avuto davvero una vita incredibile, roba che sembra uscita da un romanzo scadente da quanto è esagerata!
Si è sposata e ha divorziato sei volte, ha recitato in oltre trenta film e brevettato un ingegnoso sistema per guidare i siluri a distanza, alla base delle moderne tecnologie wireless.
Ha conosciuto la fama, la depressione e l’oblio.
Ha vissuto più vite in una, come i gatti.
Non a caso i fumettisti Bob Kane e Bill Finger crearono Catwoman ispirandosi a lei.
“Larger than life”, più grande della vita stessa: Signore e signori, Hedy Lamarr!

Hedwig Eva Maria Kiesler nasce a Vienna nel 1914.
Figlia di un direttore di banca di Leopoli e di una pianista di Budapest, entrambi di origini ebraiche, trascorre la sua infanzia a Döbling, un tranquillo quartiere della capitale austriaca.
In età matura, Hedy parlerà di anaffettività nel rapporto con i genitori, senza però riuscire a evitare tuttavia di riprodurre lo stesso schema con i propri figli.
Sin da bambina si rivela una persona brillante e dai molti talenti: a soli dieci anni conosce quattro lingue, sa suonare il piano ed è appassionata di recitazione.
Eccelle anche in matematica e in tutte le materie scientifiche, ma nel 1931 rinuncia a studiare ingegneria per dedicarsi interamente alla carriera di attrice.
Max Reinhardt, celebre drammaturgo e produttore teatrale tedesco, rimane folgorato dalla sua eccezionale bellezza e decide di portarla con sé a Berlino.
Hedy recita a teatro e ottiene alcune parti minori in un paio di film.
Il successo arriva l’anno successivo, nel 1932, quando il regista cecoslovacco Gustav Machatý la sceglie come protagonista del film “Estasi”. La pellicola fa subito scandalo e viene censurata perché contiene un nudo integrale dell’attrice, il primo nella storia del cinema.
Nel 1933, non ancora diciannovenne, sposa il ricco imprenditore e mercante d’armi austriaco Friedrich Mandl.
L’uomo, geloso e possessivo, acquista quante più copie di “Estasi” per impedire la diffusione della pellicola e fa di tutto per ostacolare la carriera da attrice della moglie, costringendola a una vita da reclusa.
Il marito inoltre è amico di Mussolini e rifornisce il regime fascista e quello nazista di armi e munizioni (spesso, nel castello in cui vive, organizza banchetti e ricevimenti a cui prendono parte il duce e importanti uomini d’affari italiani e tedeschi).
Hedy presenzia a tutte le cene e partecipa ai numerosi incontri in cui ricercatori e scienziati illustrano al marito il progresso nello sviluppo di nuove tecnologie militari.
È proprio durante quelle riunioni che rinasce in lei l’interesse per l’ingegneria e le scienze applicate.
Nel 1937, diventato il matrimonio insostenibile, Hedy organizza una rocambolesca fuga a Parigi e poco dopo riesce a ottenere il divorzio.
Nei mesi successivi incontra a Londra Louis B. Mayer, uno dei fondatori della celebre casa di produzione cinematografica Metro-Goldwyn-Mayer, in quel periodo in Europa alla ricerca di nuovi talenti da scritturare.
Nell’ottobre dello stesso anno l’attrice è già a Los Angeles, pronta a diventare una star di Hollywood. Il suo nome viene cambiato in Hedy Lamarr (omaggio a Barbara La Marr, grande attrice del cinema muto), pseudonimo col quale interpreterà diversi film, alcuni di grande successo, al fianco di attori come Clark Gable e Spencer Tracy.
A Hollywood debutta con “Un'americana nella Casbah” (1938), di John Cromwell, remake del celebre “Il bandito della Casbah”, grandissimo successo francese con Jean Gabin.
Alla fine il film risulta decisamente a deludente, con Charles Boyer poco convincente nel ruolo di Pépé creato da Jean Gabin e Hedy pressoché inerte sullo schermo, ma risulta interessante la componente visuale che anticipa l'estetica del film noir.
A partire da questo suo primo film americano si precisano le caratteristiche del personaggio Hedy Lamarr: una recitazione statica che già si è prefigurata a partire da Estasi, con l'attrice che si offre alla macchina da presa lasciando che sia l'obiettivo a fare il suo lavoro, e un look che per vent'anni diventa il suo marchio di fabbrica, capelli lunghi fino alle spalle, pettinati a onda, separati da una scriminatura centrale, e un viso di simmetria perfetta, le sopracciglia a formare due archi perfetti sulla carnagione chiara.
La sua carriera consiste complessivamente di circa venticinque pellicole, non tutte indimenticabili, girate in altrettanti anni: diviene una delle più importanti dive del cinema americano, ma viene in genere relegata a ruoli di poca sostanza, trasformandosi in un'icona di bellezza esotica e straniera, carnale ma irraggiungibile.
Citiamo giusto l'avventuroso "La febbre del petrolio" (1940), di Jack Conway, con Spencer Tracy e Clark Gable; il propagandistico "Corrispondente X (1940), di King Vidor, sempre con Gable; la commedia "Gente allegra" (1942), di Victor Fleming, con Spencer Tracy; il thriller "La banda Pelletier" (1942), di Jack Conway, con William Powell e Basil Rathbone; il noir "La sirena del Congo" (1942), di Richard Thorpe; il bellico "I cospiratori" (1944), di Jean Negulesco, con Peter Lorre; il thriller "Schiava del male" (1944), di Jacques Tourneur.
Sono in molti, in quel periodo, a considerarla la donna più bella del mondo, così bella da non aver bisogno di aprire bocca.
In realtà Hedy Lamarr è tutt’altro che stupida.
Prima della guerra, giovanissima, realizza due invenzioni: un nuovo tipo di semaforo che consente di regolare il traffico attraverso una migliore alternanza delle luci e una pastiglia che, sciolta nell’acqua, la rende gassata.
L’invenzione per cui passerà alla storia è però un’altra.
Durante il secondo conflitto mondiale, quando scopre che i tedeschi sono in grado di deviare i siluri americani provocando interferenze nei segnali radio, le viene l’idea di realizzare un sistema in grado di modificare la trasmissione delle frequenze per rendere i siluri irrintracciabili dai nemici.
Sfruttando le conoscenze sulle tecnologie belliche acquisite durante la sua partecipazione alle riunioni nel castello di Mandl, sviluppa una sofisticata apparecchiatura crittografica con George Antheil, compositore di Hollywood conosciuto per caso a una festa.
Il lavoro di Lamarr e Antheil è alla base della tecnica di trasmissione utilizzata tuttora nella telefonia mobile, per la trasmissione di dati Bluetooth e nelle reti wireless.
Il progetto viene brevettato nel 1942, ma in un primo momento la marina militare giudica il sistema impossibile da applicare su un siluro perché l’apparecchiatura sarebbe stata troppo ingombrante (i transistor non erano ancora stati inventati).
Inoltre il National Inventors Council non sembra prendere troppo sul serio l’invenzione di un’attrice e di un compositore di Hollywood.
Il sistema sarà utilizzato la prima volta solo vent’anni dopo, come sistema di comunicazione a bordo delle navi americane durante la crisi missilistica di Cuba.
Intanto, dopo il successo degli anni Quaranta, la carriera di Hedy Lamarr conosce alterne fortune e negli anni Sessanta subisce un vero e proprio tracollo.
Della sua filmografia del dopoguerra sono da segnalare il torbido "Venere peccatrice" (1946), di Edgar G. Ulmer e (non accreditato) Douglas Sirk; il poliziesco "Disonorata" (1947), di Robert Stevenson; il kolossal biblico "Sansone e Dalila" (1949), di Cecil B. DeMille; il noir "L'amante" (1950), di Joseph H. Lewis; il western "Le frontiere dell'odio" (1950), di John Farrow; la commedia "L'avventuriera di Tangeri" (1951), di Norman Z. McLeod, con Bob Hope; il delirante "L'inferno ci accusa" (1957), di Irwin Allen, una sorta di Bignami parodistico a sketch della storia universale interpretato da un cast stellare (i fratelli Marx, Vincent Price, Peter Lorre, ecc.), considerato uno dei più brutti film della storia.
L'ultimo film che la nostra interpreta è il noir "L'animale femmina" (1958), di Harry Keller.
Dopo il 1965, anno del sesto e ultimo divorzio, l’equilibrio psichico dell’attrice sembra ormai definitivamente compromesso.
I decenni successivi sono segnati da depressione, problemi economici e cause legali.
La Lamarr cita in giudizio la casa editrice che ha pubblicato la sua autobiografia, scritta da vari ghostwriter e da lei definita “fittizia, falsa, volgare, scandalosa, calunniosa e oscena”; denuncia un riparatore di fotocopiatrici e un tecnico dell’aria condizionata per violenza sessuale, ma è condannata a risarcire entrambi perché i rapporti erano stati consenzienti.
Si spinge a chiedere dieci milioni di dollari a Mel Brooks perché nel suo film “Mezzogiorno e mezzo di fuoco” compare un personaggio di nome Hedley Lamarr (ottiene solo 1000 dollari e le scuse del regista).
Viene arrestata due volte, nel 1966 e nel 1991, per il furto di oggetti di poco valore all’interno di un supermercato.
Negli anni Novanta, dopo la cancellazione del segreto militare sul brevetto, cominciano a diffondersi le tecnologie basate sulla sua invenzione.
Hedy Lamarr, da attrice dimenticata, torna tardivamente alla ribalta come geniale inventrice.
Nel 1997 riceve – ormai vecchia, malata e quasi cieca – il prestigioso Electronic Frontier Foundation Pioneer Award per il suo contributo al progresso nel campo delle telecomunicazioni e dell’informatica.
“Era ora”, è il suo lapidario commento.
Dopo la morte, avvenuta nel 2000, per attacco cardiaco la notte del 19 gennaio 2000, viene inserita insieme con George Antheil nella National Inventors Hall of Fame degli Stati Uniti.
Hedy Lamarr: esagerata, bellissima, geniale, incredibile, assolutamente sopra le righe.
“Larger than life”, veramente!
Onore a Hedy Lamarr!

“Non è difficile diventare una grande ammaliatrice, basta restare immobile e sembrare stupida.”
Hedy Lamarr









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