Evviva, evviva i mostri! Siano lodati i mostri grossi che ci ricordano quanto siamo ancora piccini!
Eh sì, cari amici dei Mutzhi Mambo, noi i mostri li vogliamo grossi, molto grossi, e cattivi, molto cattivi perdio!
E il mostro grosso e cattivo per eccellenza è lui, il mitologico King Kong, lo scimmione gigante!
Il suo papà però non era un gorillone antidiluviano annidato nella foresta pluviale di un'isola sperduta bensì un piccolo artigiano californiano: WILLIS O'BRIEN, signore e signori, il pioniere dell'animazione stop-motion!
Willis O’Brien è stato un genio, un artista dall’importanza incalcolabile, un innovatore che ha cambiato radicalmente la storia del cinema.
Ha avuto una vita incredibilmente avventurosa (e parecchio, parecchio sfigata, segnata oltretutto da una tragedia familiare talmente agghiacciante che avrebbe annichilito chiunque) e, purtroppo, non ha certo ricevuto il giusto riconoscimento per il suo smisurato talento.
Venne così sottovalutato che durante tutta la sua vita non venne mai intervistato seriamente in merito alla sua carriera o ai suoi metodi di animazione; per fortuna le sue “creature” rimangono a dimostrare quanto fosse eccezionale!
Rivedere quei bestioni (che ora paiono pure un po’goffi ma che all’epoca facevano paura sul serio) ci fa ricordare quanto sia magico e meraviglioso il cinema...
Willis H. O'Brien nasce a Oakland, il 2 marzo del 1886 da una famiglia di origine irlandese.
Se ne va di casa una prima volta a 11 anni per lavorare in un allevamento di bestiame e una seconda a 13 per intraprendere svariati mestieri, tipo il cacciatore di pellicce, il bracciante, il barista, l'operaio e il cowboy (erano tempi duri per i ragazzini...).
In questo periodo si appassiona di dinosauri perché fra i suoi svariati mestieri fa pure la guida ai paleontologi che vanno a esplorare la zona del Crater Lake.
Diventa anche un pugile professionista e un competitore di rodeo ma sono le sue innate doti di artista che gli fanno trovare un impiego, sia come disegnatore di vignette per il quotidiano San Francisco Daily News, sia come scultore professionista di marmo.
O'Brien viene poi ingaggiato dalla Edison Company per produrre svariati cortometraggi con un tema preistorico, tra i quali "The Dinosaur and the Missing Link: A Prehistoric Tragedy" del 1915 e il film di diciannove minuti "The Ghost of Slumber Mountain" del 1918, il secondo dei quali gli frutta l'ingaggio per il film "Il mondo perduto", il suo primo lavoro per Hollywood (1925).
Per i suoi primi corti O'Brien scolpisce da sé i suoi modelli utilizzando la creta. Successivamente, e per la maggior parte della sua carriera, i modelli dettagliati utilizzati nella stop motion vengono costruiti come sculture di metallo snodabili ricoperte di gomma da Richard e Marcel Delgado, basandosi sui disegni di O'Brien stesso.
Si sposa con Hazel Ruth nel 1925, e da lei ha due figli ma il matrimonio dura poco: divorziano cinque anni dopo a causa delle continue scappatelle di lui (e dei suoi vizietti: l'alcol e il gioco).
La moglie nel frattempo si ammala pure di tumore e di tubercolosi (malattia, quest'ultima, che aveva trasmesso anche ad uno dei due figli rendendolo cieco).
Nel 1933 la tragedia: la sua ex, in forte depressione, spara ai due bambini uccidendoli e tenta rivolgere poi l'arma su se stessa, ma sopravvive al colpo, morendo l'anno seguente per il cancro.
O'Brien, ovviamente, non la prende affatto bene ma continua lo stesso a lavorare.
Nonostante che il suo film del 1931, "Creation", non venga mai completato, gli spiana la possibilità di lavorare al suo più celebre contributo al cinema di tutti i tempi: l'animazione dei dinosauri e del gorilla gigante nel "King Kong" del 1933 e il suo sequel dello stesso anno "Il figlio di King Kong".
Nulla può spiegare l'impatto dello scimmione sull’immaginario dell’epoca: la gente fa la fila per anni (anni! Difficile concepirlo ora, che un film al cinema dura al massimo tre settimane…) per andarsi a vedere la versione moderna della favola de “La Bella e la Bestia” ma niente può prepararli davvero a quello che vedranno con i loro occhi!
Semplicemente non era mai esistito niente del genere!
Il film "Il re dell'Africa" (1949), di cui O'Brien è il creatore tecnico, vince un premio Oscar per i migliori effetti speciali nel 1950.
Il premio però viene attribuito alla casa di produzione RKO Productions, ma a O'Brien viene data ugualmente una statuetta (e ci mancherebbe...).
Il protetto e successore di O'Brien, Ray Harryhausen, lavora a fianco di O'Brien nei suoi film, contribuendo alla maggior parte delle animazioni.
Nonostante la fama di pioniere dell'animazione di cui gode, negli ultimi anni della sua carriera O'Brien fatica a trovare lavoro.
Poco prima della morte anima alcune scene di "Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo" (1963), dove alcuni attori penzolano dalla finestra per sfuggire ad un incendio; contribuisce, quale autore, anche al trashissimo "Il trionfo di King Kong" (“Kingu Kongu tai Gojira”, 1962) di Ishirō Honda.
"La vendetta di Gwangi" (1969), completato da Ray Harryhausen sette anni dopo la scomparsa di O'Brien, si basa su un'idea che O’Brien tentò per anni di portare sullo schermo.
L’immenso Willis O'Brien muore a Los Angeles, l' 8 novembre del 1962: era sopravvissuto anche alla sua seconda moglie, Darlyne.
Le sue ceneri sono conservate nel Cappella dei pini a Los Angeles.
Nel 1997 l'ASIFA-Hollywood (sezione americana della società internazionale ASIFA, Association Internationale du Film d'Animation) gli assegna, postumo, il Winsow McCay Award.
Il premio è un riconoscimento a una vita o una carriera che ha contribuito in modo importante allo sviluppo dell'arte dell'animazione.
A costo di essere ripetitivi, ammettiamo di rimpiangere il fascino artigianale che emanava dai mostroni animati a passo uno.
Se il Rinascimento ha avuto I suoi Donatelli e Michelangeli, il Novecento ha avuto i suoi O'Brien e Harryhausen!
Non è malaccio in fondo…
Onore a Willis O’Brien!
"E la bestia guardò in faccia la bellezza. E tolse le sue mani dall'uccidere. E da quel giorno, essa fu come un morto." Antico proverbio arabo."
Testo a schermo - King Kong