Visto che in questo vostro Almanacco, un po' per forza di cose, ci occupiamo quasi sempre di gente morta o di vecchi tromboni, oggi siamo più che lieti di omaggiare un regista (relativamente) giovane: il bravo JAUME BALAGUERÓ, cari amici dei Mutzhi Mambo, uno dei maggiori esponenti del “nuovo” horror ispanico!
Oddio, tanto “nuovo” ormai non è più ma ci ha regalato diversi registi notevoli: nomi come Alex De La Iglesia, Juan Antonio Bayona, Paco Plaza e Alejandro Amenábar, gente che si è fatta magari le ossa coi film “de paura” per approdare poi a produzioni più “impegnate”.
In particolare, il personale stile di Balagueró si segnala per non compiacersi mai nello splatter o in scene particolarmente truculente ma per la ricerca di ambientazioni angoscianti e particolari, facendo leva sui chiaroscuri, su dettagli ricorrenti come le maschere antigas, le radio antiche e i vecchi ritratti familiari (particolare questo,molto evocativo ma purtroppo imitato alla nausea…), con un occhio di riguardo al cinema horror orientale.
Per carità, non tutto quello che ha fatto è degno di nota, ma di sicuro, con “Bed Time”, ha girato almeno un capolavoro del thriller, cosa che non tutti possono vantare!
Eppoi ci sta simpatico!
Jaume Balagueró i Bernat nasce a Lleida, il 2 novembre 1968.
Laureatosi in Scienze della comunicazione, inizia la carriera professionale come giornalista e presentatore radiofonico per una emittente a diffusione locale.
1Nel 1994 gira il suo primo cortometraggio, "Alicia", che viene premiato come miglior film al Festival del cinema fantastico di Sitges.
L'anno successivo, con un altro corto, "Días sin luz", consolida il suo stile personale, che attrae ben presto l'interesse del pubblico e dei produttori.
Il suo primo lungometraggio esce nel 1999 con il titolo originale di "Los sin nombre", che in Italia viene tradotto "Nameless. Entità nascosta", viee tratto dal romanzo di Ramsey Campbell “La Setta”.
“Los sin nombre" è un thriller che parte bene ma che si perde un po' nello svolgimento, ma ha un discreto successo di pubblico e di critica e viene anche doppiato e distribuito in altri paesi, cosa non proprio comune, per essere l'opera prima di uno sconosciuto regista spagnolo.
La pellicola, pur non essendo alla fine un granché, vanta un buon cast vince il premio Meliés d'oro, come miglior film europeo al Fantafestival di Gérardmer e ciò la dice lunga sul vuoto siderale in cui versa il genere negli ultimi anni.
Per fortuna, dopo una breve divagazione in campo televisivo (nel 2002 Balagueró gira con Paco Plaza un documentario sull'incredibile successo del reality show di TVE "Operación Triunfo"), il cineasta catalano inizia le riprese del suo secondo lungometraggio che lo imporrà al pubblico come vera promessa dell' horror spagnolo.
“Darkness" girato in lingua inglese, esce nel 2002 e riscuote subito un grande successo: finalmente un film di paura che non ha paura di fare paura!
Gli appassionati del genere horror apprezzano subito il personale stile di Balagueró, anche se i cliché abbondano.
Non è un film innovativo, ma chissenefrega e il nostro è bravissimo a giocare e riproporre con scaltrezza gli stereotipi del genere, riuscendo a confezionare un piccolo gioiellino orrorifico.
Nel 2006 viene trasmesso "Affittasi", un bel film su di una casa infestata, per la serie televisiva "Peliculas para no dormir", una benemerita raccolta di mediometraggi a tema horror realizzati da alcuni dei migliori registi spagnoli.
L'anno successivo realizza il suo film più famoso, "[Rec]", un furbo miscuglio di zombie-movie e horror soprannaturale, realizzato con la tecnica del finto documentario tipo "The Blair Witch Project", il tutto girato in un claustrofobico palazzo di Madrid.
Non male il primo ma il giochino alla fine mostra la corda, specialmente negli inutili sequel (siamo già al terzo) realizzati dopo il successo del capostipite.
Si salva (in parte) solo il secondo capitolo, giusto per il virtuosismo registico di rifare parte della storia del primo, riproponendola da un'altra angolazione.
Ripetiamo, un giochino…
Nel 2011 esce il suo capolavoro, il bellissimo thriller "Bed Time" con uno straordinario Louis Tosar nella parte di un morbosissimo portiere di un condominio madrileno, ossessionato da una ragazza che ci abita.
Tensione pura alla Hitchcock e finale cattivissimo (ma cattivo-cattivo, eh?) a sorpresa.
Da vedere assolutamente, anche perché il buon Tosar ci offre un'interpretazione realistica e partecipata di uno dei personaggi piu squallidi e malvagi del cinema degli ultimi vent'anni.
A questo punto aspettavamo fiduciosi di vedere l'ultimo parto di Balagueró, "La Settima Musa", un thriller soprannaturale che si preannunciava succulento e interessante.
Purtroppo invece è una mezza ciofeca…spunto interessante, tanta atmosfera ma alla fine un po’ una fuffa inconcludente.
Ma, a prescindere da questa e altre sue pellicole non del tutto riuscite, Balagueró rimane un regista interessante, e per gli appassionati di film dell’orrore, un autore da seguire.
Uno dei pochi rimasti...
Resta invece l'amarezza per come si è ridotto il cinema di genere italiano, che pure a questi spagnoli ha insegnato praticamente tutto!
Se il futuro del thriller e dell'horror tricolore si chiama Infascelli e Manetti Bros. o, peggio ancora, Zampaglione, siam proprio messi male…
Onore a Jaume Balagueró!
"È proprio questo il mio problema, che io non posso essere felice. Non lo sono mai stato, credo di essere nato senza questa possibilità. E come chi nasce senza vista o senza udito, ma credo che per me sia peggio. Non potete nemmeno immaginare cosa significhi alzarsi ogni mattina senza una motivazione. Lo sforzo che devo fare per non mandare tutto a puttane. L'unica cosa che mi da sollievo è sapere che anche gli altri sono infelici. E vi assicuro che ci metto tutto il mio impegno perché lo siano."
César/Louis Tosar - Bed Time