Vendere l’anima al diavolo non è mai un buon affare, specie se in cambio si vuol suonare meglio…
Eh, sì, cari amici dei Mutzhi Mambo, Robert Johnson non è stato né l’unico né certamente il primo ad aver barattato l’anima per fare il blues.
Prima di lui c’era stato sicuramente il fenomenale TOMMY JOHNSON, uno dei musicisti più influenti del Delta Blues!
Sembra anzi che fare affari coi demoni ai crocicchi delle strade, nelle campagne del Delta del Mississippi, fosse una prassi piuttosto comune, un’usanza di origine antica, ancestrale.
In Africa tali demoni li chiamano “legba” e sono, appunto, divinità imbroglione, oscure, cattive, che promettono di concederti benefici terreni in cambio della lealtà eterna ma poi ti fregano sempre...
Come questo diavolaccio con cui hanno fatto affari i due Johnson, Tommy e il più celebre Robert…
Certo, nella vita li ha fregati, però almeno, per quanto riguarda il blues, è stato di parola: li ha resi davvero eterni!
Le poche registrazioni che ci ha lasciato Tommy Johnson lo hanno eletto come il più importante vocalist del Delta blues del suo periodo.
Era armato di una voce potente che poteva andare dal ringhio a una gamma di falsetto inquietante.
Il canto in falsetto è una delle più autorevoli eredità africane nei blues, che, lungi dall'apparire effeminato, è un marchio di estrema mascolinità nella musica tradizionale dell'Africa occidentale.
La voce naturale di Tommy era potente e tondeggiante e poteva ringhiare e rimbombare come un orso, quanto scivolare su un falsetto davvero sorprendente.
Era un chitarrista esperto ma non erano solo le leccate di chitarra che Tommy aveva ereditato da Charley Patton.
Da Patton aveva ripreso pure l’attitudine sul palco: suonava la chitarra tra le gambe come se stesse guidando un mulo, se la metteva dietro la testa e la lanciava in aria.
Inoltre girava intorno al palco come fosse davvero posseduto dal demonio!
In realtà, sulla storia del patto col diavolo, ci aveva fatto un po’ un business: raccontava alla gente che aveva venduto la sua anima al diavolo per suonare meglio, creando sempre maggiore interesse verso i suoi concerti.
Dopotutto, i juke joint, i localacci dove si smerciavano liquori dozzinali e dove si esibiva di solito, non erano certo delle chiese, e il pubblico che li frequentava non era certo composto da devoti chirichetti…
Accanto a Son House e Charley Patton, nessuno è stato fondamentale per lo sviluppo del blues pre-Robert Johnson come Tommy Johnson.
Anche se rimane il meno conosciuto di questa ideale “trimurti” del Delta Blues, soprattutto per via del fatto che le sue registrazioni ammontano a sole 14 tracce, non si può negare il suo enorme contributo allo sviluppo del country e del blues, come non si possono sottovalutare i suoi legami culturali con l'Africa, della cui eredità musicale è stato uno dei maggiori e più genuini “traghettatori” nel melange del Sud degli Stati Uniti.
Johnson era inoltre un valente compositore che mescolava frammenti di poesia popolare e vicende personali con originali accompagnamenti di chitarra, per creare brani blues sorprendenti come "Maggie Campbell".
Alcune delle canzoni di Tommy sono diventate negli anni dei veri e propri "standard" di Blues, tra cui "Big Road Blues" (di cui è più noto l’adattamento di Floyd Jones), "Canned Heat" (un resoconto agghiacciante della sua dipendenza dall'alcol che darà il nome all’omonimo noto gruppo rock-blues californiano), e "Cool Water Blues" (rielaborata da Howlin 'Wolf come "I Asked for Water, She Brought Me Gasoline”), ma la sua più grande eredità è stata quella voce strana e stridula che esprime una tale malinconia, passione e paura da far accapponare la pelle.
Questa tecnica potrebbe non essere stata inventata da Tommy, ma le influenze vocali che ha trasmesso ad artisti come Skip James, Robert Johnson e Robert Nighthawk, ma anche il cantante country Hank Williams, sono immense.
Anche in tempi recenti, l’australiano C. W. Stoneking riprenderà, in modo quasi filologico, proprio il suo modo di cantare.
Nonostante il suo formidabile talento, Tommy era però più interessato ai piaceri della “carne” come il whisky e le donne che a esigenze espressive: nella musica vedeva più che altro un mezzo per rimorchiare una ragazza e scroccare una bottiglia piuttosto che qualcosa che assomigliava a una carriera.
Era infatti un alcolizzato cronico che si barcamenava nel proibizionismo degli anni '20: quando non erano disponibili liquori “veri”, si accontentava di trangugiare dello Sterno, un alcol metilato usato come combustibile per il riscaldamento e noto come "Canned Heat".
Se non trovava manco quello, avrebbe bevuto pure il lucido da scarpe!
Tom Johnson nasce a Hinds County, nella piantagione di George Miller, vicino a Terry, nel Mississippi, in un non meglio precisato giorno del gennaio del 1896.
Si trasferisce nel 1910 a Crystal Springs, dove vivrà per la maggior parte della sua vita.
Impara a maneggiare la chitarra e, nel 1914, già arrotonda le sue magre entrate suonando in a feste locali con i suoi fratelli Major e LeDell.
Nel 1916 si sposa e si trasferisce nella piantagione di Webb Jennings vicino a Drew, nel Mississippi, nei pressi della Dockery Plantation.
Lì incontra altri musicisti, tra cui Charlie Patton e Willie Brown.
Nel 1920 Johnson è già un musicista itinerante alcolizzato peso, con base a Crystal Springs, che viaggia molto nel Sud, a volte accompagnato da talenti emergenti come Papa Charlie McCoy e Ishmon Bracey.
Il nostro trascorre la maggior parte degli anni '20 a bere, andare a puttane, giocare d'azzardo e suonare in compagnia di Rubin Lacy, Charley McCoy, Walter Vincent e Ishmon Bracey, fin quando i soldi finiscono.
Alla fine degli anni ’20 si sposta a Sud dove si trova anche il giovane Skip James: anche se non ci sono delle registrazioni che provano degli incontri fra i due, Skip, guarda caso, svilupperà proprio in questo periodo lo stile vocale in falsetto.
Nel 1928 realizza le sue prime registrazioni, con McCoy, per la Victor Records, tra cui "Canned Heat Blues", in cui canta di bere il metanolo del combustibile Sterno.
Il gruppo blues Canned Heat prenderà il nome da questa canzone e da un altro suo pezzo, "Big Road Blues”, troveranno l’ispirazione per la loro maggiore hit "On the Road Again".
Uno dei suoi primi successi è "Maggie Campbell Blues", che vende piuttosto bene.
Questa session avrà Howlin 'Wolf, Robert Nighthawk, Houston Stackhouse, Floyd Jones, Boogie Bill Webb, K.C. Douglas, Johnny "Geechie" Temple, e Otis Spann tra i suoi numerosi discepoli.
Johnson registra due ulteriori session, sempre per la Victor nell'agosto del 1928 e per la Paramount Records nel dicembre 1929, in gran parte grazie ai buoni uffici del suo compagno di bevute Charley Patton.
Poi la lenta discesa nell'alcolismo (più che gli eventuali patti demoniaci…) inizia a farsi sentire, le troppe notti di metilene e di donnine allegre, riducono ai minimi termini il suo talento, un tempo prodigioso e ora ridotto a brevi e sporadici guizzi di ex-genio.
Non registrerà di nuovo, credendo erroneamente di aver rinunciato al suo diritto di entrare in studio.
Di sicuro lo stile di vita caotico di Tommy non si presta proprio alla disciplina richiesta a un musicista che deve organizzare concerti e registrazioni puntuali…
Ma alcuni suggeriscono che sia stato intenzionalmente convinto di questo da quelli della Paramount Records.
Ciò provocherà una disputa legale con i Mississippi Sheiks, che avevano usato la melodia di "Big Road Blues" di Johnson nel loro successo "Stop and Listen".
Johnson avrebbe avuto diritto a parte dei copyright del pezzo, ma all'epoca era troppo ubriaco per capire cosa aveva firmato e alla fine rimane, come si suol dire, “cornuto e mazziato”.
Johnson resta un performer popolare nell'area di Jackson negli anni '30 e '40, fra cui un “medicine show”, uno di quei baracconi in cui si spacciano elisir “miracolosi” in una cornice di canzoni e balletti, insieme al sodale Ishmon Bracey, ma per lo più sembra essere un pilastro del circuito juke joint e di piccoli gruppi per il resto dei suoi giorni.
Diversi artisti della scena locale fanno la fila alla sua corte, soprattutto perché è sempre generoso ad insegnare il suo stile e il suo repertorio.
Johnson muore di infarto dopo aver suonato ad una festa nel 1956.
Probabilmente, il modo migliore per andarsene, secondo il suo “stile” di vita.
Vien sepolto nel cimitero metodista di Warm Springs, fuori da Crystal Springs, nel Mississippi.
Sia che alla storia dell'incontro con il Diavolo all'incrocio ci credesse veramente, o sia che sia stata solo una cosa che Johnson aveva detto per suscitare l’interesse del pubblico, sembra strano che lo abbiano sepolto in un cimitero consacrato.
Forse, verso la fine è tornato sui suoi passi, forse aveva paura di crepare e ha “ritrovato” Dio, chissà…
In suo onore, dal 2006, viene istituito il Tommy Johnson Blues Festival che si svolge ogni anno a Crystal Springs il terzo fine settimana di ottobre.
Ma il diavolo non si arrende facilmente…
Nel 2001 la sua famiglia commissiona una lapide in sua memoria attraverso il “Mount Zion Memorial Fund”, una società senza scopo di lucro del Mississippi; il monumento viene pagato dalla musicista Bonnie Raitt.
Ma tuttavia il grande memoriale in granito, inciso con il ritratto di Johnson, non viene messo sulla sua tomba per diversi anni, a causa di una disputa tra la famiglia di Johnson (guidata da sua nipote, Vera Johnson Collins), i proprietari delle proprietà agricole che circondano il cimitero, e il consiglio delle autorità di vigilanza della contea di Copiah, riguardo a una strada deteriorata che conduce al luogo di sepoltura.
La disputa viene risolta nell'ottobre 2012, quando viene annunciato che la pietra tombale sarebbe stata eretta il 26 ottobre.
Ma la notte di sabato 2 febbraio 2013 la lapide cade e rimane danneggiata.
Scoppia quindi un'altra querelle sul fatto che sia caduta perché non adeguatamente fissata o se sia stata fatta a pezzi deliberatamente.
Probabilmente, il maligno ci avrà messo lo zampino…
Onore a Tommy Johnson!
Nota a margine: nel film “Fratello dove sei?” (2000), dei fratelli Coen un personaggio di nome Tommy Johnson, interpretato da Chris Thomas King, racconta la vendita della sua anima al diavolo per suonare la chitarra. Il personaggio di Tommy Johnson nel film suona un certo numero di brani originariamente registrati da Skip James e accompagna i Soggy Bottom Boys, una band composta dai tre protagonisti principali del film, in "Man of Constant Sorrow".
“Crying, canned heat, canned heat, mama, crying, sure, Lord, killing me.
Crying, canned heat, mama, sure, Lord killing me.
Takes alcorub to take these canned heat blues.
Crying, mama, mama, mama, you know, canned heat killing me.
Crying, mama, mama, mama, crying, canned heat is killing me.
Canned heat don't kill me, crying, babe, I'll never die…”
Tommy Johnson – Canned Heat Blues