Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

E' uscito ed è disponibile nei migliori negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Il male e' dentro il terzo album dei Mutzhi Mambo, band fiorentina fondata nel 1998,...

È il momento di farsi piccini picciò, cari amici dei Mutzhi Mambo, perché oggi si festeggia un gigante!
Anzi “il” gigante per eccellenza, il grandissimo (in tutti i sensi) BUD SPENCER, l’eroe più amato di tutti!
Ancora non ci crediamo che lui non sia più fra noi, eppure è così, sembra impossibile, irreale ma bisogna farsene una ragione.
Bud non c’è più, non ci saranno più i suoi sganassoni, le sue abbuffate, il suo umorismo caustico, il suo fare sornione, la sua stazza imponente, il suo sguardo penetrante, il suo dire tutto con poche parole, coi suoi silenzi carichi di tensione.
È stato un eroe vero, un super eroe in carne ed ossa, un gigante buono che non risolveva mai le cose con le buone.
Ha insegnato a tutti che, nella vita, è sempre meglio farsi i cazzi propri, specie con quelli più grossi ma se proprio serve, allora qualche cazzotto dato bene vale più di mille discorsi…
E lui i cazzotti li dava bene davvero, era il re dei cazzotti!
Le sue botte sono leggenda, sono le botte di un orso inferocito, inarrestabile, invulnerabile!
Bud Spencer era il più forte di tutti!
Bud Spencer era invincibile!
E noi bambini, al cinemino di terza visione la domenica pomeriggio, a guardare e riguardare i suoi film.
Come fossero porno.
Perché, come i porno, la trama contava il giusto, noi si voleva il momento clou, noi si volevano vedere i cazzotti!

Carlo Pedersoli (così all’anagrafe) nasce a Napoli il 31 ottobre 1929.
La famiglia è discretamente benestante ma il padre, un uomo d'affari, malgrado i numerosi tentativi, non riesce ad acquisire una vera ricchezza a causa soprattutto delle due guerre mondiali.
Nel 1935 frequenta le scuole elementari nella sua città, con buoni risultati, poi, appassionato di sport, solo pochi anni dopo diventa membro di un club locale di nuoto, vincendo fin da subito alcuni premi.
Nel 1940 la famiglia Pedersoli lascia Napoli per affari e si sposta a Roma: il padre è costretto un’altra volta a ricominciare da zero.
Carlo inizia le scuole superiori ed entra contemporaneamente in un club di nuoto romano.
Completa gli studi con il massimo dei voti.
Non ancora diciassettenne passa un difficile esame all'Università di Roma e comincia a studiare Chimica.
Nel 1947, però, per ragioni di lavoro, la famiglia si sposta in Sud America e Carlo è costretto a lasciare l'Università.
A Rio de Janeiro lavora ad una catena di montaggio, a Buenos Aires come bibliotecario, e infine lo prendono come segretario all'ambasciata italiana in Uruguay.
Ma un club di nuoto italiano lo reclama a gran voce e il nostro torna in Italia, diventando campione italiano di nuoto a rana.
In quegli anni (tra la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50) vince il campionato nei cento metri stile libero, ed è il primo italiano ad abbattere la soglia del minuto.
Deterrà il record fino alla fine della carriera.
Carlo non dimentica però gli studi e si iscrive nuovamente all'Università, questa volta in Giurisprudenza; contemporaneamente ha fortunosamente la possibilità di entrare a far parte del magico mondo del cinema, grazie al suo fisico possente.
Il suo battesimo è tenuto niente meno che da Dino Risi che lo inserisce nel cast di “Vacanze col gangster” (1951), set in cui incrocerà un altro ragazzo che, anni più tardi, si legherà in maniera indissolubile alla sua personalità artistica: stiamo parlando naturalmente di Mario Girotti, a.k.a. Terence Hill..
Ha pure modo di recitare per la prima volta in un film di produzione hollywoodiana, il celebre "Quo Vadis" (nel ruolo di una Guardia Imperiale).
Intanto, nel 1952 partecipa anche alle Olimpiadi di Helsinki come membro del team italiano (anche nella squadra di pallanuoto), e diviene poi campione europeo.
Dopo le Olimpiadi, con altri promettenti atleti viene invitato alla Yale University.
Passa alcuni mesi negli Stati Uniti e poi, quattro anni dopo, rieccolo alle Olimpiadi di Melbourne dove raggiunge un rispettabile undicesimo posto.
Malgrado tutti questi numerosi impegni riesce a laurearsi finalmente in Legge ma da un giorno all'altro decide di cambiare vita: quella routine fatta di massacranti allenamenti quotidiani gli sta stretta.
Ritorna quindi il Sud America, dove lavora per nove mesi per una impresa americana intenta in quel periodo a costruire la strada che legherà Panama a Buenos Aires, la famosa "Panamericana".
Dopo questa esperienza trova un altro lavoro per una ditta automobilistica a Caracas, fino al 1960.
Agli inizi degli anni '60 ritorna a Roma.
Qui sposa Maria Amato, di sei anni più giovane, conosciuta quindici anni prima.
Nonostante il padre della sposa sia uno dei più affermati produttori cinematografici italiani, Carlo inizialmente non è granché interessato al cinema.
Firma invece un contratto con la casa musicale RCA, e compone canzoni popolari per cantanti italiani.
Scrive anche qualche colonna sonora.
L'anno dopo nasce Giuseppe, il primo figlio, mentre nel 1962 arriva la figlia Christiana.
Due anni più tardi scade il contratto con la RCA e muore il suocero.
Carlo viene spinto a buttarsi negli affari, producendo documentari per la RAI italiana.
Nel 1967 Giuseppe Colizzi, un vecchio amico, gli offre un ruolo in un film.
Dopo qualche esitazione, accetta. Il suo partner di lavoro sul set è uno sconosciuto Mario Girotti, in procinto di diventare per il mondo il ben noto Terence Hill, scelto per sostituire Peter Martell (Pietro Martellanza) vittima di un incidente a cavallo durante alcune riprese.
Il film è il mitico "Dio perdona... io no!", la prima pellicola di quella che diverrà la coppia più spassosa e divertente dello spaghetti western.
Le due star, però, nelle presentazioni in locandina cambiano i nomi, considerati troppo italiani per la provinciale Italia di allora.
Per fare colpo, per rendere più credibili film e personaggi ci vuole un nome straniero ed ecco allora che Carlo Pedersoli e Mario Girotti diventano Bud Spencer e Terence Hill.
Il cognome è scelto dallo stesso Carlo, che da sempre è un fan sfegatato di Spencer Tracy.
"Bud", invece, che in inglese significa "bocciolo", è scelto per puro gusto goliardico (è anche una nota marca di birra) ma si intona perfettamente alla sua possente stazza.
A questo film, sempre per la regia di Colizzi, seguiranno altri due capisaldi del western all’italiana, ovvero “I quattro dell'Ave Maria” (1968) e “La collina degli stivali” (1969), e il meno riuscito “Più forte, ragazzi!” (1972), di cui Spencer firma anche le musiche.
Nel 1970 la coppia gira l’irresistibile "Lo chiamavano Trinità", con la regia di E.B. Clucher (Enzo Barboni), un vero e proprio "cult" che non solo avrà un enorme un successo in tutta Italia, ma che tutt'ora viene annualmente replicato sulle televisioni nazionali, sempre con ottimi indici di ascolto.
In realtà il film doveva essere uno spaghetti-western “serio” ma il regista, subito dopo le prime proiezioni, si accorge che il pubblico se la ride a crepapelle.
Per molti questa pellicola segna la fine del glorioso genere che aveva fatto grande la nostra Patria: dopo “Trinità” sarà impossibile prendere sul serio il Far West e in seguito sarà un fiorire di parodie più o meno riuscite (a parte qualche colpo di coda).
L'anno successivo la consacrazione assoluta arriva anche con il sequel del film; "...Continuavano a chiamarlo Trinità", sempre con la regia di E.B. Clucher: pellicola che calca ancora più la mano sul versante comico e che sbanca i botteghini del cinema europeo.
Ormai Bud Spencer a Terence Hill sono delle vere e proprie star internazionali.
Bud sperimenta anche altri generi cinematografici: il thriller, lasciandosi dirigere da Dario Argento in “4 mosche di velluto grigio” (1971), e il dramma poliziesco con “Torino nera” (1972) di Carlo Lizzani, ma ovviamente il successo è sicuramente minore rispetto a quelli con Hill.
Ottimo anche “Una ragione per vivere e una per morire” (1972), di Tonino Valerii, con James Coburn.
Finita l'ondata western però c'è il pericolo che la coppia non sfondi in altri generi cinematografici, ma presto questa ipotesi viene smentita e, col nuovo filone avventuroso per ragazzi, di nuovo si piazzano ai primi posti dei film visti nelle sale cinematografiche italiane.
Nel 1972 nasce Diamante, la seconda figlia di Bud.
L'anno dopo gira "Piedone lo sbirro", il primo film della serie incentrata sul commissario Rizzo, creata a partire da una sua stessa idea (Bud Spencer collaborerà alla stesura di tutti gli episodi seguenti).
Il burbero e manesco poliziotto partenopeo ritornerà in “Piedone l'africano” (1978), “Piedone a Hong Kong” (1975) e “Piedone d'Egitto” (1979), tutti diretti da Steno.
Oltre a Colizzi e Steno, Bud Spencer lavorerà con Marcello Fondato nel fondamentale “...Altrimenti ci arrabbiamo” (1974), con Franco Rossi in “Porgi l'altra guancia” (1974), con Pasquale Festa Campanile ne “Il soldato di ventura” (1975), e con Michele Lupo in "Bulldozer"(1978), mentre farà coppia perfino con Giuliano Gemma in “Anche gli angeli mangiano fagioli” (1973), di Enzo Barboni.
Dalla sua filmografia sono però da ricordare assolutamente: “I due superpiedi quasi piatti” (1977), sempre di Barboni, “Pari e dispari” (1978), di Sergio Corbucci, “Uno sceriffo extraterrestre... poco extra e molto terrestre” (1979), di Michele Lupo (1979), e l'indimenticabile “Io sto con gli ippopotami” (1977), di Italo Zingarelli, per il quale scrive alcune canzoni (una di queste viene cantata da lui stesso).
Infatti, fra le varie passioni dell'attore c'è il volo (nel 1975 ottiene una licenza di pilota per l'Italia, la Svizzera e gli Stati Uniti), ma anche il mai dimenticato amore per la musica e la canzone.
Negli anni Ottanta, torna al western con “Occhio alla penna” (1981) di Michele Lupo, ma il successo non è quello sperato, così Bud si rifugia sempre più nel piccolo schermo dove diretto da Steno e da Enzo G. Castellari apparirà rispettivamente nelle serie: “Big Man” (1988-89) ed “Extralarge” (1990-93).
Dopo tanti progetti andati a vuoto per riunirlo a Hill, Bud si ritroverà diretto dallo stesso collega nel western “Botte di Natale” (1994) che però sarà un flop.
Negli ultimi anni (dopo un triste cameo nel film di Pieraccioni “Fuochi d'artificio”) dimostra le sue qualità di attore drammatico, dedicandosi anche a film impegnati come l'intenso “Cantando dietro i paraventi" (2003), del maestro Ermanno Olmi.
Appare poi in "Pane e olio", per la regia di Giampaolo Sodano nel 2008 e "Tesoro, sono un killer", per la regia di Sebastian Niemann, nel 2009.
Nel 2010 pubblica la sua biografia ufficiale, intitolata "Altrimenti mi arrabbio: la mia vita", scritta assieme allo sceneggiatore Lorenzo De Luca.
Nel 2014 esce il suo terzo libro, intitolato "Mangio ergo sum", in cui Bud mescola filosofia e gastronomia: scritto a quattro mani ancora con De Luca, contiene anche una prefazione del suo amico Luciano De Crescenzo.
Bud Spencer muore all'età di 86 anni il 27 giugno 2016, a causa di complicazioni derivate da una caduta in casa.
Sbaglia chi lo definisce un attore di serie B: Bud Spencer è stato il più grande eroe italiano dopo Garibaldi!
Ora, chi ci difenderà dai cattivacci?
Onore a Bud Spencer!

“Kid: Ce la giochiamo a carte?
Ben: No! Facciamo a braccio di ferro.
Kid: No! Perché non ce la giochiamo a birra e salsicce?
Ben: Dove?”
Kid/Terence Hill; Ben/Bud Spencer - …altrimenti ci arrabbiamo!










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