Ci sentiamo inadeguati, ci vergogniamo quasi, cari amici dei Mutzhi Mambo, a omaggiare un'icona come LOU REED.
Troppo importante la sua figura, sia per la musica, sia per i testi, sia per l'immagine stessa del rock, per osare anche solo citarla.
In questo vostro Almanacco comunque ce ne freghiamo e con faccia tosta tenteremo di celebrare quanto sia stato fondamentale il suo apporto al rock'n'roll, al di là degli snobismi intellettualoidi e della simpatia (poca) che può ispirare il suo personaggio.
Lou Reed è stato probabilmente il singolo autore più rivoluzionario della storia del rock.
Dai suoi Velvet Underground è nato il rock "adulto", quello cioè che non serve per far divertire o sballare, ma per far riflettere e mettere a disagio l'ascoltatore.
I grandi meriti di questo gruppo sono molteplici: l’aver unito il campo poetico-musicale del rock con un aggressivo realismo, l’anticipare di dieci anni quello che sarebbe stato il punk rock e l’aver influenzato profondamente altri movimenti come l'art-rock, il noise, la new wave, il lo-fi, l'indie, il cantautorato scuro, e comunque tutto il rock che può definirsi alternativo.
E anche da solista, pur con ispirazione alterna, Reed ha continuato a stare al passo coi tempi, se non a precorrerli: ad essere essenzialmente "contemporaneo", "avanti" a tutto e tutti...
E poi ha scritto dei pezzi bellissimi...
Lewis Allan Reed nasce a Brooklyn, New York, il 2 marzo del 1942. Crebbe a Freeport, Long Island in una famiglia di religione ebraica (Lou a proposito di questo, ha sempre ribadito che il suo unico Dio è "il rock'n'roll").
Appassionatosi alla musica ascoltando la radio, impara a suonare la chitarra e sviluppa un forte interesse per il rock'n'roll e il rhythm’n’blues e, durante gli anni delle scuole superiori, milita in vari gruppi studenteschi.
Il suo carattere fragile lo porta a soffrire di attacchi di panico e a sperimentare le prime droghe a 16 anni.
La sua prima incisione come cantante è nel gruppo doo-wop dei Jades.
Nel 1956, ancora adolescente, Reed viene sottoposto ad una terapia di elettroshock che avrebbe dovuto “curare” la bisessualità che si sta manifestando in lui! Esperienza disumana e traumatizzante che non riuscirà mai a superare del tutto.
Alla fine del 1960 Reed inizia a frequentare la Syracuse University (in cui si laurea nel 1964) studiando giornalismo, regia cinematografica e scrittura creativa.
Nel 1961 conduce un programma radiofonico notturno alla stazione radio WAER chiamato "Excursions On A Wobbly Rail." Il nome del programma deriva dal titolo di un brano musicale del pianista jazz Cecil Taylor.
Nel corso della trasmissione, Reed trasmette doo wop, rhythm’n’blues e jazz, in particolare brani free jazz. Molte delle tecniche chitarristiche di Reed, infatti derivano da sassofonisti jazz come Ornette Coleman.
Agli anni universitari risale l'incontro con una figura di spicco, lo scrittore e poeta Delmore Schwartz, già malato e alcolizzato, che prende in simpatia quel suo allievo "disorientato di New York", il quale, nel 1966 (anno della sua morte), gli dedicherà una composizione inclusa nell'album di debutto dei Velvet Underground. Nel 1964, Reed si trasferisce a New York City iniziando a lavorare come compositore su commissione per la piccola etichetta di musica commerciale Pickwick Records.
Lo stesso anno, Reed segna anche il suo primo successo minore grazie al singolo "The Ostrich", una parodia delle musiche ballabili dell'epoca da lui composta.
I suoi superiori notano che la canzone ha qualche possibilità di successo e assemblaono in tutta fretta una band di supporto a Reed per promuovere la composizione.
Il gruppo, chiamato "The Primitives", include il musicista gallese John Cale che da poco tempo si è trasferito a New York per studiare musica classica e suonare la viola nell'ensemble musicale d'avanguardia Theater of Eternal Music del compositore La Monte Young, e Tony Conrad.
Cale e Conrad sono entrambi sorpresi ed impressionati nello scoprire che per comporre "The Ostrich", Reed aveva volutamente accordato le corde della sua chitarra sulla stessa nota. Questo accorgimento crea una sorta di effetto simile a quello delle sperimentazioni del gruppo di Young.
Incuriosito, Cale chiede a Reed se abbia composto anche brani di genere diverso rispetto a quello e in tutta risposta Reed gli fa ascoltare una versione primitiva di "Heroin" che impressiona molto favorevolmente Cale. Poco dopo, nel 1966, mettono su i Velvet Underground, cambiando per sempre la musica popolare moderna.
Ai due si aggiungono il chitarrista e bassista Sterling Morrison e la batterista Maureen Tucker. Lou Reed, che è autore della maggior parte delle canzoni dei Velvet Underground, entra a far parte, insieme al gruppo, della “factory” di Andy Warhol, promotore e finanziatore del primo album della band (famoso per la sua copertina che ritrae una fallica banana disegnata dallo stesso Warhol e che poteva essere sbucciata).
L'album contiene dei classici talmente "classici" che non è neanche il caso di citarli e affronta argomenti all'epoca considerati assolutamente tabù (come ad esempio la droga e le perversioni sessuali).
Warhol incluse il gruppo nel suo spettacolo itinerante, chiamato Exploding Plastic Inevitable, affiancando alla band la cantante tedesca Nico.
Lo spettacolo gira gli USA e il Canada partendo da New York, suscitando l'attenzione della critica ovunque i Velvet Underground suonassero.
Nel 1967 Nico lascia la band e Warhol viene licenziato da Reed.
Questo non impedisce ai Velvet di continuare incidendo nello stesso anno un altro mitico, estremo LP, "White Light/White Heat", pubblicato il 30 gennaio 1968, che, oltre alla title-track, contiene quella che viene considerata la massima vetta raggiunta da Cale col gruppo, "Sister Ray", più di un quarto d'ora di percussioni funeste e cantato delirante.
Nel 1968 anche Cale viene licenziato dal livoroso Lou che poi con i soci superstiti incide un album intitolato semplicemente "The Velvet Underground". L'album, pur considerato non all'altezza dei predecessori, contiene in ogni caso alcuni pezzi degni d'interesse quali "Candy Says" (dedicata a Candy Darling noto transessuale del giro di Warhol), "Pale Blue Eyes", e "What Goes On" caratterizzata da un lungo e tipico assolo dissonante di chitarra.
Nel 1970 anche Reed abbandona il gruppo dopo aver inciso un album più commerciale del precedente, "Loaded", che però contiene capolavori quali "Rock 'n' Roll" e "Sweet Jane".
Gli anni settanta cominciano male per Reed che, reduce dalla rottura con i Velvet Underground, pubblica un LP d'esordio deludente quale "Lou Reed".
Ma David Bowie, che in quel momento è sotto la RCA, decide di aiutare uno dei suoi più grandi ispiratori producendogli il secondo album, il capolavorone "Transformer" che vende un sacco e contiene alcune canzoni destinate a divenire dei classici di Reed, come "Walk on the Wild Side", "Perfect Day" e "Vicious".
Per il suo terzo lavoro, Reed sente di dover far qualcosa più vicino al suo stile per liberarsi dell'ingombrante influenza di Bowie. Proprio mentre si sta separando da sua moglie, pubblica un concept album che analizza il fallimento di un matrimonio: il tristissimo "Berlin".
Per la produzione viene assunto Bob Ezrin, che poi lavorerà coi Pink Floyd. Il disco all'inizio è concepito come un doppio album, un vero e proprio film per le orecchie.
Ma la RCA non è disposta ad accettarlo così com'è e le canzoni vengono tagliate, perdendo anche molta della forza originaria.
Comunque, "Berlin" è divenuto negli anni un iperclassico della discografia Reediana e, nonostante la complessità dell'opera, viene apprezzato dalla critica anche all'epoca. Bello si, ma che depressione ragazzi!
Per poter controbilanciare le scarse vendite di "Berlin", Reed viene obbligato a pubblicare tre lavori potenzialmente commerciali al livello di "Transformer". Così, sul finire della prima metà degli anni settanta vengono pubblicati i mediocretti "Rock N Roll Animal", "Sally Can't Dance" e "Lou Reed Live".
Proprio in questo periodo Reed è sull'orlo dell'esaurimento nervoso sia per il coinvolgimento emotivo che gli causa suonare la sua musica, sia per le grandi quantità di droga, soprattutto metedrina, che consuma.
Queste nevrosi si ripercuotono pesantemente sulla sua cosiddetta "opera di rottura", ovvero l'inascoltabile "Metal Machine Music", un doppio album di inutile e gratuita violenza sonora che resiste tuttora ai vari tentativi di rivalutazione e vale solo come atto di coraggio.
Chapeau all'artista ma, diciamocelo: fa cacare!
Nel febbraio 1975 Lou Reed intraprende una disastrosa "tournée" italiana, sospesa dopo gravi disordini con la Polizia a Milano e Roma.
Solo al Palasport di Torino riesce a svolgere un regolare concerto.
Dopo il disco seguente di onesto rock and roll, ovvero "Coney Island Baby", Reed lascia la RCA per la Arista. Per essa pubblica l'inutile "Rock 'n' Roll Heart".
E siamo arrivati al 1978: gli spettacoli di Reed sono pieni di violenza, più verbale che fisica, e vengono pubblicati album intensissimi come "Street Hassle" e "Live: Take No Prisoners", un concerto nel quale Reed stravolge i testi delle sue canzoni e li rende ancora più aspri e punk, ribadendo, semmai c'è ne fosse bisogno, che il papà di tutti questi pischelli con le borchie attaccate ai giubbotti è proprio lui.
A chiudere il decennio, dischi più sperimentali ma forse meno riusciti come "The Bells" che vede la collaborazione di Nils Lofgren e di Don Cherry e Growing Up in Public.
All'inizio degli anni ottanta Lou Reed si trasferisce con la sua seconda moglie Sylvia Morales in una villa in campagna.
Un giorno invita a casa sua Robert Quine, chitarrista di culto dei Voidoids che lavorerà in seguito anche con Tom Waits: Quine è un sincero estimatore di Lou Reed (sue delle registrazioni pirata dei Velvet che rimangono le uniche testimonianze live della band) e tra i due l'idillio è immediato.
Cominciano a lavorare per "The Blue Mask" quell'estate e, quando l'LP esce, le recensioni sono entusiastiche. Memorabile l'assolo di Quine in "Waves of Fear", che assale l'ascoltatore nello stile velvettiano, con rimandi anche allo sgradevole sound di Metal Machine Music.
Dopo quest'album però Reed, notoriamente invidioso, vede sempre con più ostilità la presenza del chitarrista nel gruppo che nelle recensioni riceve più attenzioni di lui.
Già il successivo "Legendary Hearts" ne risente. Il missaggio di quest'ultimo infatti manca di volume a Quine, rendendo appena distinguibile il suono della sua chitarra.
Dopo "Legendary Hearts" Quine venne allontanato dal gruppo e Reed incide "New Sensations", che ha un discreto successo di vendite.
Quine quindi viene momentaneamente reintegrato per il New Sensation Tour per poi essere di nuovo riallontanato.
Da questo tour viene estratto l'album dal vivo "Live in Italy", registrato tra Verona e Roma, nel quale gli scambi chitarristici tra Quine e Reed la fanno da padrone, sostenuti da una ritmica essenziale e precisa.
Appena cacciato Quine, Reed incide quello che unanimemente viene considerato il disco più scarso della sua produzione: l'inqualificabile "Mistrial".
Avuta la notizia della morte di Andy Warhol, Lou si getta a capofitto nella scrittura per esorcizzare la tristezza di questa perdita e produsse un LP memorabile, un affresco della sua città: il meraviglioso "New York".
Al funerale dell'artista, Lou reincontra John Cale e i due cominciano ad elaborare un'opera musicale in memoria di Andy.
L'opera prende la forma di un semplice disco, intenso e denso di canzoni, con testi molto forti e poetici, ma un poco noioso. "Songs for Drella" esce nel 1990.
All'inizio degli anni novanta Reed perde altri due carissimi amici, Doc Pomus e Rita, e affronta tale momento pubblicando "Magic and Loss", il terzo tassello della cosiddetta trilogia del dolore iniziata con "New York".
Dopo una riunione con i Velvet Underground, un tour mondiale con il relativo live e il divorzio dalla sua seconda moglie, Reed intraprende una relazione sentimentale con la polistrumentista d'avanguardia Laurie Anderson e le dedica un album a metà degli anni novanta, ovvero "Set the Twilight Reeling".
Di questo periodo è anche un lavoro semi-unplugged di Reed, "Perfect Night: Live in London".
Nel 1996 i Velvet Underground vengono introdotti nella Rock and Roll Hall of Fame. Alla cerimonia, Reed esegue un brano inedito intitolato "Last Night I Said Goodbye to My Friend" insieme agli ex compagni di gruppo John Cale e Maureen Tucker, come dedica al recentemente scomparso chitarrista Sterling Morrison, morto nell'agosto precedente.
Sempre nel 1996, Reed contribuisce con alcune canzoni al musical "Time Rocker", interpretazione teatrale d'avanguardia del romanzo di H.G. Wells "La macchina del tempo" diretto dal regista Robert Wilson.
Nel 2000 esce "Ecstasy", un album difficile e pieno di tensione.
"The Raven" è un doppio disco di Reed, uscito nel 2003 che rivisita in chiave rock non solo i racconti di Edgar Allan Poe, ma in generale la vita del poeta e le altre sue opere.
I musicisti scelti sono di prim'ordine, e gli ospiti illustrissimi, quali Ornette Coleman, David Bowie, Willem Dafoe.
Nell'aprile 2003, Reed inizia un nuovo tour mondiale con una nuova band comprendente la violoncellista Jane Scarpantoni e il cantante Antony Hegarty.
Durante questi concerti del tour, il gruppo viene spesso raggiunto sul palco dal maestro di T'ai Chi personale di Reed, Ren Guangyi, che esegue movimenti di tale disciplina mentre la band si esibisce: il kitsch impera!
Successivamente da queste esibizioni viene ricavato un ennesimo live atipico, "Animal Serenade", che riprende tante vecchie canzoni dei Velvet sotto una chiave moderna e a tratti quasi allucinante.
Nell'aprile 2008 si sposa, con una cerimonia privata in Colorado, con la Anderson.
E dello stesso anno è anche la nascita del Metal Machine Trio, un gruppo di musica d'avanguardia formato da Reed, Ulrich Krieger e Sarth Calhoun. Il gruppo, che si è esibisce in maniera sporadica, suona prevalentemente musica improvvisata anticommerciale, spaziando tra vari generi come il free rock, il free jazz, la musica minimale, la noise music, l'elettronica, e l'ambient.
Dalle esibizioni del trio è stato ricavato un altro album dal vivo, "The Creation of the Universe".
Il 31 ottobre 2011 viene pubblicato “Lulu”, album nato dalla collaborazione fra Reed e quei tamarroni dei Metallica.
Il cantautore e il gruppo, che avevano già suonato insieme nell'ottobre 2009 in occasione del venticinquesimo anniversario della Rock and Roll Hall of Fame, dichiarano di aver concluso le registrazioni nell'agosto 2011 in sole due settimane.
Il disco, effertivamente non pienamente riuscito, è considerato dai più un'occasione sprecata ed è stato accolto con reazioni contrastanti da critica e pubblico: per tanti è una cacata, per alcuni un esperimento comunque interessante.
Francamente, a risentirlo a palle ferme, bisogna ammettere che c'è di peggio…
Il 30 giugno 2013, stando a quanto riferito dal New York Post, Lou Reed viene ricoverato d'urgenza in un ospedale di Long Island, a New York, il Southampton Hospital, per una acuta forma di disidratazione. Nel maggio precedente, Reed si era sottoposto ad un trapianto di fegato. Dopo la delicata operazione, il cantante si era detto pieno di speranze per il futuro, di voglia di fare roba nuova e di tornare ad esibirsi sul palco.
Il 27 ottobre 2013 viene invece annunciata la notizia della sua morte, avvenuta all'età di 71 anni.
L'uomo che aveva traghettato il rock'n'roll nella poesia, l'eroe di mille coraggiose sperimentazioni delle nuove frontiere della musica, ha perso alla fine la sua ultima battaglia…
Onore, onore a Lou!
"...But, one fine morning, she hears a New York station
She couldn't believe what she heard at all, hey, not at all
She started dancing to that fine, fine music
You know, her life was saved by rock'n'roll
Yes, rock'n'roll..."
The Velvet Underground - Rock'n'Roll