Orgogliosissimi di essere stati nominati in questo benemerito programma! Siamo infatti stati citati, col nostro nuovo album IL MALE È DENTRO, in WONDERLAND, un programma televisivo, in onda su Rai 4...

UN ALTRO GIORNO ALMENO, il primo video tratto dall'album "Il Male è Dentro" è su YouTube! È giusto ammazzare in nome di Dio (o come vi piaccia chiamarlo)? Una domanda quanto mai attuale, cari amici...

E' uscito ed è disponibile nei migliori negozi di dischi e su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco: Il male e' dentro il terzo album dei Mutzhi Mambo, band fiorentina fondata nel 1998,...

Un peso massimo, un maestro assoluto del fumetto horror!
Signore e Signori: sua magnificenza BERNIE WRIGHTSON!
Anche lui, purtroppo, ci ha lasciato l’anno scorso e non ce ne siamo accorti…
Non un post, un omaggio, niente…
Ce ne siamo accorti per caso, mentre cercavamo sue notizie per dedicargli un Almanacco.
Eppure è stato uno dei maggiori disegnatori di comics di tutti i tempi, capace di rinnovarne il linguaggio senza stravolgerne i cliché, grazie al suo segno vigoroso, oscuro, elegante, inquietante.
Non c’è niente da fare: i media, se non vai di moda, non ti cagano proprio…
In un mondo del fumetto ancora dominato dai supereroi, Bernie Wrightson aveva portato il terrore, il perturbante, l’insolito, sdoganando ai massimi livelli graficamente qualitativi l’immaginario Pulp underground di riviste come “Creepy” e di autori come Basil Wolverton o Randy Holmes.
Quello di Wrightson era un horror di atmosfere, lontano anni luce dallo splatter ma anche da un certo gusto sterilmente retrò, un orrore classicamente senza tempo, raffinato come un incisione di Gustave Dorè e vigoroso come una tavola di Frank Frazetta.
Una sintesi titanica di anatomia ipertrofiche e deformazioni lovectaftiane, di estremo dinamismo e pesantezza gotica, sia dell’uomo, sia del mostruoso insieme.
Ha creato un’icona del fumetto horror come Swamp Thing, per le sue abili mani sono passati supereroi come Batman, Hulk e l’Uomo Ragno, classici della letteratura come Frankenstein e i Racconti di Poe, adattamenti delle opere di Stephen King, fino all’irriverenza delle tavole per Heavy Metal.
Per il fumetto horror, soprattutto quello degli anni ‘70, la cosiddetta “Silver Age” (così chiamata per distinguerla dalla “Golden Age” dei comics, quella che va dagli anni '30 ai primissimi anni '50), Wrightson ha rappresentato un linguaggio e un’estetica assolutamente unici, esemplari di un’era ben precisa e fondamentale.
Momento in cui le abilità “artigianali” richieste dal fumetto “commerciale” hanno saputo trovare una sintesi con le istanze più “autoriali” ed espressive che contraddistinguono quello adulto ed underground, colmando il divario tra l'ottimismo vertiginoso del decennio precedente e l'esplosione di contenuti più sofisticati.
E Wrightson è stato proprio una tra le migliori, fantastiche sintesi fra autore “indipendente” e narratore “popolare”… 
Bernard Albert Wrightson nasce a Dundalk, nel Maryland, il 27 ottobre del 1948.
La sua formazione artistica la consegue guardando il programma didattico di disegno di Jon Gnagy alla televisione (Bernie è stato forse l’unico al mondo a riuscire a seguire con serietà un corso alla TV!), leggendo fumetti, in particolare quelli horror della EC, e attraverso un corso per corrispondenza della Famous Artists School.
Le sue prime (e durature) influenze artistiche sono rappresentate da Frank Frazetta e Graham Ingels. 
Il suo esordio sulla carta stampata è rappresentato da un disegno spedito alla mitica rivista “Creepy”, edita dalla Warren Publishing, e uscito sul numero 9, datato giugno 1966: la vignetta raffigura una lapide recante la scritta "Berni Wrightson, 15 dicembre 1965".
Non c’è che dire, come inizio è tutto un programma...
Nel 1966, Wrightson viene preso a lavorare per il quotidiano “The Baltimore Sun” come illustratore. 
L'anno seguente ha la sua folgorazione sulla via di Damasco: dopo aver incontrato il suo idolo Frank Frazetta in una convention di fumetti a New York, decide di produrre le sue storie.
Nel 1968 mostra i suoi lavori all'editor della DC Comics, Dick Giordano, e gli viene assegnato un incarico freelance. 
Wrightson inizialmente si firma "Berni", omettendo la “e” finale, per distinguersi dal campione olimpionico di tuffi Bernie Wrightson, allora molto popolare, ma in seguito ripristinerà la vocale finale al suo nome.
Nel 1968 disegna la sua prima storia di fumetti professionale, "The Man Who Murdered Himself ", apparso in “House of Mystery” No. 179 (marzo-aprile 1969). 
Continua a lavorare per diversi titoli (soprattutto mistery e antologici), sia per la DC che, pochi anni dopo, per la sua principale rivale, la Marvel Comics.
È proprio per le riviste “Marvel's Chamber of Darkness” e “Tower of Shadows” che verrà incoraggiato a semplificare leggermente il suo intricato disegno a penna e inchiostro, e dove la matura la sua celebre pennellata, che diverrà il tratto distintivo dei suoi inchiostri negli anni '70.
Insieme allo scrittore Len Wein, Wrightson crea il celebre mostro della palude “Swamp Thing” in “House of Secrets” No. 92 (luglio 1971), in una storia horror indipendente ambientata nell'era vittoriana. 
Nell'estate del 1972 pubblica “Badtime Stories”, un'antologia di fumetti horror / fantascientifici per cui cura sia le sceneggiature sua i disegni: capolavoro del macabro, ogni storia è realizzata con uno stile diverso (mezza tinta, disegni a matita, carta al fosforo, insieme a penna e inchiostro tradizionali e pennellate).
Con lo scrittore Marv Wolfman, crea il personaggio “Destiny” in “Weird Mystery Tales” No. 1 (luglio-agosto 1972), che in seguito verrà utilizzato da Neil Gaiman per il suo “Sandman”.
Nell'autunno del 1972 l’inquietante “Swamp Thing” ritorna con una serie tutta sua, ambientata stavolta nel mondo contemporaneo e inserita nella “continuity” dell’ universo DC. 
Wrightson disegnerà i primi dieci numeri della serie, ormai considerati un classico; le avventure del mostro vegetale daranno successivamente spunto al quel geniaccio di Alan Moore (che prendera le redini della serie negli anni '80) per una vera rivoluzione nel mondo dei fumetti, rivoluzione che porterà questo media a delle vette di maturita letteraria inedite, e che contribuirà indirettamente alla nascita della Vertigo, la benemerita linea editoriale della DC Comics dedicata ad un pubblico adulto.
Il nostro Bernie viene originariamente incaricato dalla DC per gestire la parte grafica della rinascita di “The Shadow”, un personaggio piuttosto dark della “Golden Age”, ma lascia il progetto subito, quando si rende conto che non riesce a produrre il numero minimo di pagine nei tempi richiesti dalla pubblicazione seriale, anche perché impegnato su “Swamp Thing”. 
Sarà infine l’ottimo Michael Kaluta ad illustrare magnificamente la serie, ma Wrightson contribuisce molto al terzo numero con matite e inchiostri, oltre all'inchiostrazione della pagina iniziale del numero quattro.
Nel gennaio 1974, ormai stanco del lavoro seriale che impone ritmi (per lui) forsennati, lascia la DC per lavorare alla Warren Publishing, per le cui riviste horror in bianco e nero produce una serie di opere originali e adattamenti per racconti. 
Come in “BadTime Stories”, Bernie sperimenta diversi stili in questi racconti in bianco e nero: "The Black Cat" di Edgar Allan Poe presenta un intricato lavoro a penna e inchiostro che contrasta direttamente con le sue tavole di “Swamp Thing”, dominate dai pennelli; "Jenifer", sceneggiato da Bruce Jones, viene reso con pennarelli grigi; "The Pepper Lake Monster" è una sintesi di pennello e penna e inchiostro, mentre "Cool Air" di H.P. Lovecraft è un'incursione nella mezza tinta; "Nightfall" è un esercizio di inchiostro slavato e una sottile satira di "Little Nemo in Slumberland" di Windsor McKay; "The Muck Monster" un precursore dell'arte del Frankenstein illustrato dal nostro, con lo stile penna-e-inchiostro ispirato a Franklin Booth in evidenza; "Clarice" viene disegnato a penna, pennello e inchiostro, e con inchiostro lavato.
Nel 1975, Wrightson si unisce agli amici Jeff Jones, Michael Kaluta e Barry Windsor-Smith per formare The Studio, un loft condiviso a Manhattan dove il gruppo intraprende creazioni fuori dai limiti del fumetto commerciale.
Sebbene continui a produrre comics, Bernie inizia a produrre vere e proprie opere d'arte per numerosi poster, stampe, calendari e persino un libro da colorare molto dettagliato.
Disegna anche sporadiche storie a fumetti e singole illustrazioni per la rivista satirica “National Lampoon” dal 1973 al 1983. 
Ma la sua impresa “della vita” sono le circa 50 illustrazioni a penna e inchiostro per accompagnare un'edizione del romanzo di Mary Shelley, “Frankenstein”; lavoro per il quale si impegna per ben 7 anni…e si vede!
Queste immagini sono un po’ la summa artistica del nostro, una irripetibile miscellanea di raffinato tratteggio a china che ricorda le preziose incisioni di Dorè, anatomie ipertrofiche molto superoistiche alla Neal Adams e deformazioni psichedeliche da fumetto underground alla Basil Wolverton.
Un capolavoro!
L’episodio "Captain Sternn" del leggendario film d’animazione “Heavy Metal”, si basa su un personaggio creato da Wrightson apparso per la prima volta nel numero di giugno 1980 della omonima versione americana della nota rivista francese “Metal Hurlant”.
La graphic novel “Freakshow”, scritta da Bruce Jones e disegnata da Bernie, viene pubblicata in Spagna nel 1982 e serializzata su “Heavy Metal” nei primi anni '80.
Nel 1983 illustra l'adattamento del fumetto del film horror “Creepshow”, di George Romero, scritto da Stephen King.
Ciò lo porterà a diverse altre collaborazioni col “Re dell’Orrore”, tra cui le illustrazioni per il romanzo "Ciclo del lupo mannaro", l'edizione restaurata dell'epopea dell'orrore apocalittico del Re, “The Stand”, e “Wolves of the Calla”, la quinta puntata della serie “La Torre Nera”.
Insieme a Jim Starlin, produce “Heroes for Hope, un one-shot del 1985 progettato per raccogliere fondi per il soccorso durante una drammatica carestia in Africa.
Pubblicato in forma di "melange" fumettistico, il libro presenta una schiera di artisti noti anche al di fuori dell'industria dei comics, come Stephen King, George RR Martin, Harlan Ellison ed Edward. Bryant.
Nel 1986, Wrightson e la scrittrice Susan K. Putney, collaborano per realizzare la graphic novel di Spider-Man “Hooky”.
Lo stesso anno, Wrightson e Starlin fanno uscire un secondo fumetto di beneficenza, “Heroes Against Hunger”, con Superman e Batman, pubblicato in concomitanza dalla DC e dalla Marvel, in cui sono presenti diversi autori. 
Starlin e Wrightson continuano la loro collaborazione per due miniserie nel 1988, “The Weird” e “Batman: The Cult”, e alla Graphic Novel con Hulk e La Cosa per la Marvel.
Illustra poi le carte per il gioco di carte collezionabili di “Last Unicorn Games Heresy: Kingdom Come”, e realizza le copertine di album per un certo numero di band, tra cui Meat Loaf.
Cura la scenografia per i personaggi dei Reavers nel film “Serenity” del 2005.
Nel 2012, Wrightson torna al mostro di Frankenstein, collaborando con lo sceneggiatore Steve Niles su “Frankenstein, Alive!”, pubblicato da IDW Publishing, con il quale vince il premio della National Cartoonists Society.
La moglie di Wrightson, Michele Wrightson, è anche lei coinvolta nei comix underground, contribuendo con storie a pubblicazioni come “It Is not Me”, “Babe”, “Wimmen's Comix”, e “Arcade”.
Michele muore nel 2015 e l’anno successivo Wrightson si risposa con Liz Wrightson.
Si ritira dalla professione nel gennaio 2017, a causa di problemi di salute a seguito di un intervento chirurgico al cervello.
Ma alla fine il cancro avrà (come quasi sempre) la meglio: il grandissimo Maestro muore il 28 marzo dello stesso anno ad Austin, in Texas.
Per fortuna le sue splendide tavole rimarranno con noi per sempre.
Perché Wrightson è un disegnatore fuori dal tempo e dallo spazio…
Eterno…
Onore a Bernie Wrightson!

Visto che siamo in tema, niente di meglio che una bella citazione dal capolavoro gotico di Mary Shelley:

“Niente è più doloroso per la mente umana della calma mortale dell'inattività e del disincanto che fa seguito alle emozioni provocate da una rapida successione di eventi, cancellando dall'anima ogni speranza e anche ogni paura.”
Mary Shelley – Frankenstein

Almanacco Pulp dei Mutzhi Mambo

  • Peace & Topa

    Informazioni
    30 Ottobre
    Poche cose sono più agli antipodi del Pulp, cari amici dei Mutzhi Mambo, quanto la cultura hippie: "Peace e love", "Good vibrations" eccetera, all'occhio cinico e disincantato di chi ama "Sangue e... Peace & Topa
  • Ed Lauter

    Informazioni
    30 Ottobre
    “Sarò anche riconoscibile ma la gente spesso non sa neanche il mio nome”. In questa sua frase c’è racchiusa l’essenza stessa della sua carriera (e di quella di tanti altri bravi caratteristi). Stiamo parlando,... Ed Lauter
  • Fredrick Brown

    Informazioni
    29 Ottobre
    Torniamo a parlare di libri, e di libri belli Pulp, cari amici dei Mutzhi Mambo, che fa sempre bene, visto che di autori così non si parla mai abbastanza… Oggi però vogliamo andare su un Pulp... Fredrick Brown
  • L'Inventore del Punk

    Informazioni
    29 Ottobre
    Vi piace gustarvi un bel film in Blue-Ray? Ma, vi domanderete, questo che minchia c’entra con il Vostro Almanacco? Eh, cari amici dei Mutzhi Mambo, c’entra, centra, se parliamo del grande JAMES... L'Inventore del Punk