Un vero caposaldo del Pulp è il regista che oggi andiamo ad omaggiare, nell'anniversario della nascita: Signore e Signori, nientemeno che DON SIEGEL, cari amici dei Mutzhi Mambo, il papà dei “baccelloni” e “Dirty Harry”!
Chiaramente per “baccelloni” si intendono gli incubatori alieni de “L’Invasione degli Ultracorpi”, classico immortale della fantascienza più paranoica, e per “Dirty Harry”, si intende il mitico “Ispettore Callaghan”; chi lo ignorava è pregato di cambiare rubrica…
Ignorato, come al solito, da una certa critica snob, ma paradossalmente anche dalla critica più Pulp (che, a ben vedere, spesso è pure più snob di quella snob): Siegel era troppo “concreto” e “reazionario” per gli snob e troppo “bravo” e “mainstream” per gli amanti dei B movie!
Ma Don Siegel è stato veramente un regista eccezionale che ha fatto dell’efficacia e del ritmo, dei marchi di fabbrica assolutamente unici.
Il cinema era per lui pura suspence, sintesi, azione.
Deformazione professionale data dalla sua lunga esperienza come montatore, da cui derivano il ritmo e la concisione eccezionali che caratterizzano i suoi lavori.
I suoi film sono dei piccoli classici che invecchiano bene, come il vino migliore, e hanno saputo inaugurare generi, aprendo la strada a migliaia di imitatori, non sempre (anzi, quasi mai) all’altezza.
Perché bravi come Siegel non ce n'è!
Donald Siegel nasce a Chicago, nell'Illinois, il 26 ottobre del 1912 da una famiglia ebraica.
Entra nel mondo del cinema come assistente al montaggio, quindi come montatore.
Tra i molti film che cura, c’è anche il montaggio di classici come "Casablanca" e "Agguato ai tropici".
Lavora inoltre come regista di seconda unità per una quarantina di pellicole, fino al 1945, quando gira un cortometraggio intitolato "Star in the night", moderna parabola sulla nascita di Cristo (lui, che era ateo convinto...).
Lo stesso anno dirige un altro corto, "Hitler lives?". Con questi due lavori si aggiudica due Oscar nel 1945, come miglior corto e miglior documentario!
L'anno seguente firma il suo primo lungometraggio, "La morte viene da Scotland Yard", un discreto poliziesco con Peter Lorre, seguito dal noir, "Night Unto Night" (1947), col famigerato Ronald Reagan, l'ironico "Il Tesoro di Vera Cruz" (1949), il primo film girato da Robert Mitchum dopo l'arresto, avvenuto nel 1948, per detenzione di marijuana, "Le ore sono contate"(1953), e "Dollari che scottano" (1954).
Lo stesso anno gira un classico dei prison movie come "Rivolta al blocco 11", a cui collabora Sam Peckinpah, che diviene suo amico (quando, alcolizzato peso, non lo vuole più nessuno, Don è l'unico a farlo lavorare) e rimane fortemente influenzato dal modo in Don realizza i film.
Nel 1956, in pieno clima di "caccia alle streghe" anticomunista, Siegel direge quello che è considerato un classico della fantascienza: "L'invasione degli ultracorpi", basato sul romanzo di Jack Finney.
Film low-budget che ha però un inaspettato successo, narra di una silenziosa invasione aliena, in cui cloni impersonali nati dai famosissimi "baccelloni", si vanno man mano sostituendo all'umanità.
Angosciante e claustrofobico, nella versione originale presenta un finale che non suggerisce possibilità di salvezza per il genere umano, ma la produzione impone al regista una conclusione più ottimistica.
È stato letto come metafora della Guerra Fredda, sia in chiave anticomunista che in chiave antimaccartista ma, a sentire Don, è solo una critica all'atteggiamento abulico del consumatore americano medio (un po’ lo stesso obiettivo della metafora zombistica di Romero, insomma).
Lo stesso anno dirige "Delitto nella strada", un must sulla delinquenza giovanile anni 50, con James Whitmore, Sal Mineo e John Cassavetes.
In seguito si specializza in film crime e thriller con titoli come "Faccia d'angelo", col mitico Mickey Rooney, "Crimine silenzioso", con Eli Wallach, il fondamentale "Contratto per uccidere", con lo spietato Lee Marvin (il primo film che mostra dei killer che vivono il loro "mestiere" come fosse un lavoro qualsiasi), "Squadra omicidi, sparate a vista!", con Henry Fonda, "Il caso Drabble", con Michael Caine e "Telefon" con Charles Bronson.
Dirige anche il nostro eroe, il grandissimo Steve McQueen, nell'ottimo War movie "L'inferno è degli eroi" e l'icona gay John Wayne nel suo ultimo western, il crepuscolare "Il Pistolero".
Caso a parte è il sodalizio fra lui e il "duro dei duri", il mistico Clint Eastwood.
Il regista lo dirige in cinque indimenticabili film che ne hanno ridefinito l'immagine che rischiava di rimanere intrappolata nel pistolero taciturno della "Trilogia del Dollaro" di Leone.
Il western di ambientazione moderna, "L'Uomo dalla Cravatta di Cuoio", il più tradizionale "Gli avvoltoi hanno fame", il southern-gothic "La notte brava del soldato Jonathan", e due capolavori come "Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo" (il debutto di "Dirti Harry" che ha ridefinito i canoni del poliziesco con una bella dose di trucido realismo, piglio reazionario e cruda violenza), e "Fuga da Alcatraz", film carcerario considerato uno dei migliori del genere.
Il suo ultimo film, durante le cui travagliate riprese il nostro si ammala gravemente, è la commedia "Un giocatore troppo fortunato" (1982).
Don muore di cancro il 20 aprile del 1991 a Nipomo, in California.
Nel 1993 viene pubblicata, postuma, la sua autobiografia "A Siegel Film".
L'umanità, intanto, senza di lui è sempre più “baccellona”…
Onore a Don Siegel!
"Io so quello che pensi. Ti stai chiedendo se ho sparato sei colpi o solo cinque. Ti dirò che in mezzo a tutta quella baraonda ho perso il conto io stesso. Ma dato che questa è una 44 Magnum, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Di', ne vale la pena?"
Ispettore Callaghan/Clint Eastwood - Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo