Non potete neanche immaginare, cari amici dei Mutzhi Mambo, la gioia e l'orgoglio che proviamo oggi nell'omaggiare il nostro più grande maestro, la nostra massima ed eterna fonte di ispirazione: LUX INTERIOR, signore e signori, l'immortale cantante dei Cramps!
Inutile sottolineare che senza di Lui, molto probabilmente i vostri Mutzhi Mambo non esisterebbero neppure o, comunque, avrebbero fatto cose diverse…
I Cramps sono un gruppo fondamentale nell'evoluzione del Pulp perché hanno inventato un genere (lo psychobilly) senza inventare assolutamente nulla!
Ravanando in polverose fiere del vinile, hanno riportato alla luce diverse gemme del più oscuro e assurdo rock'n'roll, quello più underground (quando ancora questa definizione non esisteva) e reietto, quello più sporco, violento, demenziale e dimenticato, dandone una cornice coerente, un senso complessivo.
Ridando senso al rock'n'roll, appunto!
Elvis, Bo Diddley, i Sonics, Link Way, il rockabilly, le ballate country, il garage più dissonante, i gruppi bubble-gum, la psichedelia più acida, il proto-punk, il surf: tutto viene frullato e riproposto in ottica delirante, sessuale, visionaria, devastante, per certi versi nostalgica ma incredibilmente omogenea e divertente.
Niente di originale nelle loro canzoni, nei loro riff, solo un riproporre dentro un contenitore stralunato, approssimativo, cattivo e drug-addicted, il peggio (ma anche il meglio) della musica passata; contestualmente, nel look e nell'iconografia, hanno ripreso e amplificato l'atteggiamento irriverente, nichilista e anticonformista del glam più lascivo e del nascente movimento punk, condito dall'ingenuo e grottesco immaginario horror dei fumetti di Zio Tibia.
E se questo non è il puro post-modernismo che sta alla base della filosofia Pulp contemporanea, quale altro?
I Cramps infatti con il loro aproccio al rock'n'roll, hanno anticipato l'operazione che faranno registi come Tarantino al cinema: ovvero un recupero quasi filologico del passato per rinfrescare il presente…
Ma bando ai sentimentalismi e alle elucubrazioni e passiamo a occuparci doverosamente di Lux Interior, il più grande performer della storia del rock!
E chi ha avuto la fortuna di vederlo dal vivo lo sa che stiamo parlando della più demoniaca bestia da palco che sia mai esistita!
Senza esagerazione!
Erick Lee Purkhiser (così all'anagrafe) nasce il 21 ottobre del 1946 a Akron, nell'Ohio, figlio di una famiglia operaia (suo padre lavora nella fabbrica di pneumatici della Goodyear).
Pur costretto in una rigida educazione cattolica, cresce ascoltando i più deliranti dischi di rock'n'roll che passano alla radio, leggendo i più proibiti fumetti horror della EC Comics e vedendo i più strampalati B-movie che proiettano ai drive-in.
Ha una giovinezza definita "normale", contraddistinta da insensati quanto gratuiti atti di teppismo, da feste liceali alcoliche e sfrenate e da un maniacale collezionismo di dischi.
Per sfuggire alla leva per il Vietnam si iscrive ad un college in California: naturalmente è assolutamente più interessato alle droghe e alla passera che agli studi.
Nel 1972 conosce la sua futura moglie, Kristy Wallace, meglio conosciuta come Poison Ivy, a.k.a. Ivy Rorschach (dal nome dello psichiatra che inventò le famose, inquietanti "macchie" usate per monitorare lo stato mentale dei pazienti) mentre fa l'autostop fuori dall'università.
A lei il bizzarro personaggio già piace (nell'ambiente del college è già noto col nome d'arte di VipVop: si spaccia per un guru psichedelico e si veste in modo assolutamente originale), al nostro invece rimangono impresse le mutandine rosse che fanno capolino dai jeans strappati dell'avvenente autostoppista.
Dopo averla immediatamente caricata in auto, durante il tragitto, i due decidono di frequentare insieme il corso accademico di "Arte e Sciamanesimo" (ebbene si, cari amici, a quell'epoca, al college di Sacramento, c'erano pure corsi del genere...) e da allora sboccia l'amore, uno dei più intensi e longevi della storia del rock!
passano due settimane infatti e già abitano insieme; e la cosa durerà quasi quarant'anni!
Certo, hanno in comune la passione per la musica (e per il sesso le droghe): entrambi sono collezionisti di rarità discografiche (ma quelle più oscure e assurde però) e Ivy suona pure la chitarra.
Ispirati, da una parte dai più estremi performers dell'epoca (David Johansen dei New York Dolls, Alice Cooper e, naturalmente, Iggy Pop degli gli Stooges) e, dall'altra, dai gruppi più dimenticati e bizzarri di DooWoop, Rockabilly, Surf e Garage, la coppia decide di metter su una band.
Successivamente il nostro Erik adotta il nome di battaglia di Lux Interior (ma l'illuminazione interiore data dalla meditazione non c'entra nulla: il nome deriva da una pubblicità per interni di auto...).
Stufi degli hippies della West Coast, Erik e Kristy si trasferiscono ad Akron, la citta natale di Lux, dove continuano ad accumulare compulsivamente vecchi vinili che si pagano lavorando in fabbrica.
Nel '75 partono per New York in cerca di fortuna, ma trovano solo tossici e barboni in una città al collasso.
Si adattano a vivere in una topaia e a fare vari lavoretti: Lux viene assunto come commesso in un negozio di dischi e Ivy trova impiego prima come cameriera e poi come "mistress" in un negozio fetish - bondage.
L'incontro con l'inquietante Gregory Beckerleg, che in seguito prende il nome di Brian Gregory, è la svolta decisiva: pur non sapendo assolutamente suonare, è il personaggio giusto che serve alla band.
Iniziano a provare in un lurido scantinato con Brian che progressivamente si impratichisce della sei corde (da cui ricava soprattutto rumore) e sua sorella Pam "Bellam" Gregory che tenta di picchiare a tempo i tamburi della batteria.
Presto hanno la possibilità di esordire nel mitico CBGB'S, la Mecca del nascente movimento punk: sostituita la fragile Pam con la più tosta Miriam Linna alle percussioni, nel novembre del 1976 fanno il loro infame debutto di spalla ai Dead Boys di Stiv Bators.
Pur non essendo piaciuti per niente al manager del CBGB, (sono ancora veramente rozzi e, a parte Ivy, tecnicamente incapaci), piacciono al padrone di un altro locale di tendenza, il Max's Garage, e soprattutto ai Ramones, che li vogliono come spalla per diverse date.
Ben presto acquisiscono (oltre che una maggiore dimestichezza e coesione con gli strumenti) anche una fama di culto, pur non essendo assutamente compresi dai critici snob del periodo, che non sanno come inquadrare la loro attitudine in apparenza "passatista".
Nei volantini dei loro concerti, coniano, per definirsi, il termine "psychobilly", etichetta che poi gli è rimasta appiccicata addosso, pur avendo poco a che spartire col movimento che successivamente riprende questo nome per indicare un rockabilly suonato con attitudine punk a velocità supersonica.
Secondo Lux, la percezione dello psychobilly è cambiata dopo di loro (che suonano in realtà una commistione malata di beat, surf e rockabilly), finendo per indicare qualcos'altro, così come il termine "punk" passò dal definire le furiose garage bands anni sessanta (Sonics in primis), ad indicare quelle più nichiliste e rumorose dei settanta (tipo Ramones o Sex Pistols).
Ben presto anche Miriam lascia il gruppo e al suo posto viene ingaggiato il taciturno Nicholas George Stephanoff, a.k.a. Nick Knox, un vero pestatamburi che già aveva fatto parte dei leggendari Electric Eels, storica band proto-punk di Cleveland.
Conoscono poi il mitico Alex Chilton che gli propone di andare a registrare a Memphis, la patria del rock'n'roll! Mettono su nastro diversi brani in quell'occasione, fra cui la mitica "Human Fly".
Nel 1978 i Cramps mettono su una propria etichetta, la Venegance, e pubblicano il loro singolo d'esordio "Surfin'Bird/The Way I Walk", versioni stravolte e allucinate dei pezzi di Trashmen e Jack Scott.
Diventano il gruppo di punta del CBGB's e partono per una delirante tournée nella West coast, compresa la famosissima esibizione nell'ospedale psichiatrico di Napa, il 16 giugno, uno dei concerti più incredibili della storia del rock: approfittando dell'ondata progressista che all'epoca cercava di favorire al massimo la comunicazione degli istituti di igiene mentale col mondo esterno, i nostri riescono a suonare davanti ai pazienti che reagiscono in modo veramente allucinato alla loro musica straniante.
Esiste il video di tanto delirio: vederlo è un obbligo!
Il giorno di Halloween, pubblicano il loro secondo singolo, "Human Fly/Domino", composto dalla loro prima composizione originale (?) più un pezzo di Roy Orbison.
L'anno successivo intraprendono il loro primo tour inglese e pubblicano l'EP "Gravest Hits", comprendente i singoli registrati con Alex Chilton. Nonostante la sua conclamata fama di portasfiga, i nostri lo rivogliono per il loro disco d'esordio.
Registrato ai mitici Phillips Recording Studios di Memphis e pubblicato il 1° aprile del 1980, "Songs The Lord Taught Us" rinsalda i legami con la tradizione pur ponendosi squisitamente al di fuori di essa.
La scelta dello studio, in primo luogo, non è casuale: le stanze "sacre" della Sun Records sono l’ambiente ideale per catturare l’essenza "simil-vintage" del sound che il gruppo ha in mente.
Chilton è ovviamente un maestro nel gestire un suono live grondante sudore e secrezioni uditive, anche se durante la gestazione dell’album non manca di uscirsene con stranezze tutte sue, tipo la richiesta, a disco finito, di riregistrare il tutto a sue spese…
I parallelismi con punk e new wave si riducono alla riscoperta della forza d’urto del garage primigenio, non trascurando però il tribalismo roboante dei Velvet Underground.
Il resto è puro Cramps-sound, amalgama di rockabilly sudista e rock’n’roll bianco, imbevuto di rimandi letterari e cinematografici che sconfinano nel plagio dei fumetti EC Comics e di horror movie da rigattiere.
Da una parte il suono abrasivo ma scintillante di Ivy, dall’altra l’amplificazione demoniaca, tutta frequenze basse e coltri di feedback, che Brian Gregory scaglia con impeto omicida.
Gran parte del fascino dei pezzi risiede proprio nello scontro dialettico fra i due chitarristi e nei loro stili così peculiari, dal loro scambio elementare, spesso giocato su striminziti intarsi ritmici che sono la polpa (marcia) di questo frutto proibito, la struttura portante, scandita dalle percussioni minimali di Nick Knox, sulla quale il licantropo Lux Interior può seminare il terrore, scimmiottando i vocalizzi sornioni del "Re del Rock".
"Tv Set" apre il disco nel migliore dei modi: da lì è come salire su un treno impazzito, mentre scorrono una dopo l’altra la zoppicante "What’s Behind The Mask", il boogie irresistibile di "Mad Daddy", il "no fun" stoogesiano di "Mistery Plane", il primitivismo al fulmicotone di "Zombie Dance" e una "Fever" spettrale che Peggy Lee si sarebbe vergognata di interpretare.
Della carriera successiva dei Cramps ci occupiamo nell'Almanacco dedicato all'altra "metà del cielo", la nostra amata Poison Ivy, e in quello dedicato al sinistro Brian Gregory...
Per ora chiudiamo ricordando l'infausta data in cui il nostro maestro ci ha lasciato: a causa di un infarto, Lux muore il 4 febbraio del 2009 a soli 62 anni, a Glendale, in California.
Il mondo del rock'n'roll ha perso per sempre la sua "luce" e tutti noi, da allora, siamo un po' più tristi…
Onore eterno al magnifico Lux Interior!
"...I got 96 tears and 96 eyes
I got a garbage brain
That's drivin' me insane
And I don't like the ride
So push that pest aside
And baby I won't care
'Cuz baby I don't scare
'Cuz I'm a reborn maggot using germ warfare
Rock!..."
The Cramps - Human Fly