Fischiano i calci oggi, cari amici dei Mutzhi Mambo, perché festeggiamo il compleanno di un autentico eroe del cinema action!
Se pensate che per menare a suon di Karate e Kung Fu bisogna avere gli occhi a mandorla, ebbene lo stolido JEAN-CLAUDE VAN DAMME è pronto a contraddire le vostre certezze!
Ottimo atleta ma attore mediocre, Jean-Claude Van Damme è uno degli esempi più fulgidi di come non serva essere usciti dall' Actor Studio per interpretare film avvincenti!
Anzi, a volte la totale inespressività giova proprio ad un certo tipo di narrazione...
Certo non si parla di roba ricercata, raffinata, fantasiosa, innovativa: l'impianto delle pellicole di Van Damme è sempre più o meno lo stesso.
L'eroe che da solo, a suon di pedate e cazzottoni, riesce a sconfiggere il cattivo di turno.
Ma in questo Vostro Almanacco, per dovere, piacere e vocazione, non andiamo troppo per il sottile e dunque celebriamo volentieri quest'icona del Pulp più tamarro e violento.
Dopo l'exploit del mitico Bruce Lee, le arti marziali hanno invaso a tutto campo il mondo del cinema hollywoodiano: sul grande schermo pare che ormai tutti, siano essi criminali, poliziotti o semplici cittadini vessati, sfoggino con nonchalance le più raffinate e stravaganti tecniche di difesa, degne dei migliori maestri orientali di discipline da combattimento.
Fra i tanti sportivi prestati alla recitazione che hanno approfittato dell'occasione di mostrare su pellicola le loro qualità marziali menando colpi a profusione, sicuramente un posto d'onore lo merita il grintoso Van Damme, ormai diventato il simbolo moderno (insieme a pochi altri come ad esempio Steven Seagal dei martial-movies occidentali.
Seguendo l'esempio dell'apripista del genere, il roccioso Chuck Norris, attori come Van Damme hanno adattato, per un pubblico americano ed europeo affamato di violenza e mosse spettacolari ma poco incline a sciropparsi la goffa e grottesca recitazione degli attori cinesi o giapponesi, il mondo del cinema action orientale alla sensibilità filmica occidentale.
Salvo poi produrre i frutti più divertenti ed interessanti riaffidandosi agli specialisti asiatici...
Anzi sarà proprio Jean-Claude a spalancare la porta di Hollywood ai registi di Hong Kong come John Woo, Tsui Hark e Ringo Lam, che con i loro ritmi iperadrenalinici e le loro inedite e fantasiose coreografie di combattimento, rivoluzioneranno il modo di girare i film action anche negli USA.
Si sa, come diceva Sciascia, a ciascuno il suo...
Jean-Claude Camille François Van Varenberg (così all’anagrafe) nasce a Sint-Agatha-Berchem, nella regione di Bruxelles, in Belgio, il 18 ottobre del 1960.
Suo padre, un contabile, ad undici anni lo segna ad un corso di karate.
Occhiali spessi, fisico rachitico, disturbi depressivo/bipolari, Jean-Claude non è proprio quello che si direbbe un ragazzino "portato" per lo sport ma la passione vince qualunque limite e lui inizia a darci dentro con gli allenamenti.
All'età di 12 anni, Van Damme entra nel Center National De Karate, sotto la guida del Maestro Claude Goetz a Ixelles, in Belgio.
Su consiglio dell'istruttore, si iscrive anche ad un corso di danza classica per migliorare l'elasticità muscolare.
Dopo 4 anni si guadagna un posto nella squadra nazionale belga di Karate.
Da adolescente vince il campionato dei pesi medi dell'associazione europea di karateki professionisti, e batte pure il secondo miglior combattente di karate al mondo.
L'ambizione è quella di diventare il numero uno, ma viene escluso dalla squadra quando lascia Bruxelles.
Nel corso dei 6 anni successivi, apre una palestra e gareggia sia in competizioni full che semi-contact.
Nel 1979, Jean-Claude viaggia negli Stati Uniti, a Tampa, in Florida.
Nella suo primo e unico match contro un avversario americano, affronta "Sherman" Big Train "Bergman", un kick-boxer di Miami.
Per la prima e unica volta nella sua carriera, Jean-Claude cade al tappeto dopo aver rimediato un potente gancio sinistro dall'avversario.
Tuttavia si riprende e, con un calcio perfettamente assestato, elimina Bergman in soli 56 secondi dall'inizio del primo round.
Sempre nello stesso anno diventa membro della squadra belga: la sua vittoria finale permetterà al suo team di vincere il campionato europeo di Karate nella versione full contact, eliminando l'inglese Micheal Heming in 46 secondi.
Nel 1980, in due incontri di kick-boxing, Van Damme sconfigge i francesi Georges Verlugels e Patrick Teugels, uno in 2 round, l'altro spaccandogli il naso.
Jean-Claude si ritirerà definitivamemte dai combattimenti di arti marziali nel 1982 con un bel palmares: 18 incontri di Kickboxing vinti (tutti per ko) contro 1 perso, e 41 di Semi-Contact vinti contro 4 persi.
Dopo aver visitato per la prima volta Hong Kong all'età di 19 anni decide che vuol campare facendo film d'azione.
Nel 1981 vende la palestra e si trasferisce a Los Angeles col suo amico e compagno di allenamenti Michel Qissi, un marocchino naturalizzato belga (che a sua volta avrà una piccola carriera cinematografica e soprattutto fonderà una scuola specializzata per chi vuol far carriera nei film di arti marziali); il nostro prende lezioni di inglese mentre per sbarcare il lunario lavora come posatore di moquette, fattorino per le pizze, e autista di limousine.
Conosce Chuck Norris e grazie a lui viene assunto come buttafuori in un club.
Norris fa ottenere a Van Damme un piccolo ruolo nel film "Rombo di tuono" (1984), di Joseph Zito, ma non se lo fila nessuno.
Lo stesso anno ottiene la parte di un lottatore russo cattivo di nome Ivan nel film a basso budget "Vendetta personale" (1986), di Corey Yuen, che lo fa notare da Arnold Schwarzenegger.
Il culturista lo chiama per la "parte" dell'alieno Predator nel film che sta per girare ma il pesantissimo e doloroso trucco, il caldo infernale della giungla e il fatto di dover girare coi trampoli fanno desistere il nostro.
Se ne va quindi dal set, venendo sostituito dal gigantesco Kevin Peter Hall che, almeno dei trampoli, non ha bisogno...
Poi un giorno, mentre si trova in un ristorante, Jean-Claude si mette a scherzare col suo amico Qissi, improvvisando qualche mossa; il caso vuole che sia presente un produttore della Cannon Pictures che apprezza le abilità del nostro e gli offre un ruolo in "Senza esclusione di colpi", di Newt Arnold.
Ma il film, girato a Hong Kong, esce fuori così brutto che viene accantonato per quasi due anni.
Sarebbe rimasto nel dimenticatoio se lo stesso Van Damme non avesse finanziato il rimontaggio del film e non avesse implorato i produttori di farlo uscire comunque.
Finalmente il film arriva nelle sale, prima in Malesia e in Francia e poi negli Stati Uniti: girato con un misero budget di 1,5 milioni di dollari, con una trama agghiacciante, una recitazione elementare, una sceneggiatura rozza ma ricca di violenza, diventa un successo al botteghino USA nella primavera del 1988, guadagnando circa 30 milioni in tutto il mondo.
Jean-Claude diventa subito il nuovo beniamino del pubblico appassionato di ottusi film di "botte".
Deluso dalla Cannon, nonostante le richieste dopo l'iinsperato successo del film, cambia casa di produzione e gira "Aquila nera" (1988), di Marshall R. Teague, dove recita al fianco di un altro famoso artista marziale, Sho Kosugi, e dove ha la possibilità di coreografare i combattimenti.
Le indubbie abilità nelle arti marziali, soprattutto evidenziate dalla sua estrema scioltezza che gli offre la capacità di mollare i celeberrimi calcioni alla testa con salti a 360° gradi, e il suo aspetto nerboruto e belloccio lo portano a recitare ruoli in film con budget più alti come "Cyborg" (1989), di Albert Pyun, girato usando i set preparati per il sequel di "Masters of the Universe", mai realizzato a causa dell'insuccesso del trashissimo capostipite; "Kickboxer - Il nuovo guerriero" (1989), di Mark DiSalle e David Worth, che lo consacra definitivamente stella del genere; "Colpi proibiti" (1990), di Deran Sarafian; "Lionheart - Scommessa vincente" (1990), e "Double Impact - La vendetta finale" (1991), entrambi di Sheldon Lettich; "I nuovi eroi" (1992), di Roland Emmerich.
Nel 1993 gira "Accerchiato", di Robert Harmon, e soprattutto "Senza tregua", primo film USA diretto dal genio innovatore del cinema action John Woo, che nonostante i limiti di sceneggiatura e di recitazione del nostro, sarà la miglior pellicola di Van Damme a tutt'oggi.
Ma la vita non è tutta un set.
Il nostro eroe è celebre nell'ambiente anche per essere un instancabile "tombeur de femme".
Non è uno che frequenta party, si espone poco, ma vanta sempre una quantità invidiabile di relazioni con stratope.
Nel 1984 è stato sposato per breve tempo con Maria Rodriguez e, due anni dopo, con Cynthia Derderian; lasciata quest'ultima, si sposa con la culturista Gladys Portugues, dalla quale divorzia nel 1993 per sposare l'anno successivo Darcy LaPier dalla quale ha un figlio.
I matrimoni in casa van Damme sembrano durare davvero poco...
Nel 1994, piazza il suo più grande successo (100 milioni di dollari incassati in tutto il mondo) "Timecop - Indagine dal futuro", di Peter Hyams, e l'inutile adattamento del videogioco "Street Fighter", di Steven E. de Souza, in cui l'inarrestabile tossicodipendenza da cocaina del nostro, arriva a mettere a repentaglio la realizzazione stessa della pellicola.
Infatti nel frattempo, la sua vita personale sta andando in pezzi.
Quando la moglie Darcy lo denuncia per abusi sessuali e uso di sostanze stupefacenti, la sua popolarità subisce un durissimo calo.
Dopo aver girato "A rischio della vita" (1995), di Peter Hyams, nel 1996 Jean-Claude entra in una clinica di disintossicazione.
Dopo questa battuta d'arresto fortunatamente torna a essere diretto da ottimi registi di Hong Kong come Ringo Lam con "Maximum risk" (1996), girato in Francia, e Tsui Hark con "Double Team" (1997), nonché debutta alla regia col discreto "La Prova" (1996).
Ma il declino del vecchio leone pare inarrestabile: questi tre film incassano complessivamente meno di 50 milioni di dollari.
Seguono "Hong Kong colpo su colpo" (1998), di nuovo diretto da Tsui Hark; "The Legionary - Fuga all'inferno" (1998), di Peter MacDonald; e "Universal Soldier: The Return" (1999), di Mic Rodgers, l'ultimo suo film ad andare nelle sale.
I seguenti usciranno direttamente in DVD.
Nel 1999, ormai quasi "ripulito", si risposa con l'ex moglie Gladys Portugues e riprende in mano la carriera.
Con l'aiuto della sua famiglia supera i suoi problemi e gira film come "The Replicant" (2001), di Ringo Lam; "The Order" (2001), di Sheldon Lettich; "Derailed - Punto d'impatto" (2002), di Bob Misiorowski; "Hell - Esplode la furia" (2003), nuovamente di Ringo Lam; "Wake of Death - Scia di morte" (2004), di Philippe Martinez; The Commander (Second in Command), regia di Simon Fellows (2006) "The Hard Corps" (2006), di Sheldon Lettich; "Until Death" (2007), di Simon Fellows; "The Shepherd - Pattuglia di confine" (2008), di Isaac Florentine.
Gli incassi non sono più esorbitanti ma almeno ci prova a dare il meglio.
La sua recitazione, per quanto possibile, migliora, facendosi più emotiva, e in ogni film tenta almeno di offrire una storia meno banale del solito.
Nel 2008 gira il sorpendemte "JCVD - Nessuna giustizia", per la regia di Mabrouk El Mechri, una sorta di thriller/mockumentary in cui il nostro recita la parte di sé stesso, ostaggio di tre rapitori, e si mette a nudo.
Per una volta acclamato dalla critica, risulta una prova d'attore sincera e insospettabile da parte di Jean-Claude.
L'anno successivo, dopo aver rifiutato una parte nel film di Sylvester Stallone "I mercenari - The Expendables", presenta il trailer di "The Eagle Path", interamente scritto, girato, prodotto e interpretato dallo stesso Van Damme: il film però troverà una sua distribuzione statunitense solo nel 2017 con un ritardo di ben 9 anni dal termine delle riprese, per problemi di post-produzione e con il titolo cambiato in "Full Love".
Van Damme torna pure a combattere nel mese di ottobre 2010, in un incontro con il pugile Somluck Kamsing, già medaglia d'oro olimpica, a Macao.
Di fronte alla prospettiva di essere il primo uomo di età superiore ai 50 anni a combattere in ambito professionistico, Jean-Claude Van Damme dichiara che "potrebbe essere pericoloso, ma la vita è breve".
Comunque continua a lavorare senza tregua: "Universal Soldier: Regeneration" (2010), di John Hyams; "Assassination Games" (2011), di Ernie Barbarash; "Gli occhi del dragone" (2012), di John Hyams; "6 Bullets" (2012), di Ernie Barbarash. "Reckoning" (2012), di John Hyams; "U.F.O." (2012), di Dominic Burns.
Accetta finalmente di fare la parte del cattivone nel sequel "I mercenari 2" (2012), di Simon West, il progetto voluto da Stallone che riunisce tutte le vecchie glorie anni '80 e '90 dei film action più tamarri.
Si continua poi con "Universal Soldier - Il giorno del giudizio" (2013), di John Hayms; "Benvenuti nella giungla" (2013), di Rob Meltzer; "Enemies Closer" (2013), di Peter Hyams; "Vendetta e redenzione" (2014), di Keith Parmer; "Pound of Flesh" (2015), di Ernie Barbarash; "Kickboxer - La vendetta del guerriero" (2016), di John Stockwell, reboot del celebre film che rese celebre il nostro è in cui Van Damme stavolta fa la parte del maestro; "Kill 'em All - Uccidili tutti" (2017), di Peter Malota; "Kickboxer: Retaliation" (2018), di Dimitri Logothetis; "Black Water" (2018), di Pasha Patriki; "The Bouncer" (2018), di Julien Leclercq.
Per carità, tutta robetta per bocche buone ma almeno da Jean-Claude sai cosa aspettarti: botte, psicologia e morale da parrocchia e di nuovo botte!
In tal senso Van Damme rimane un professionista onesto, coerente e stakanovista...
Indomabile, nel 2018 si allena come sparring partner con il lottatore di arti marziali miste statunitense Cody Garbrandt, ex campione pesi gallo UFC, ma durante una sessione di allenamento, involontariamente lo colpisce al volto con una tallonata, causandogli la perdita di un dente; l'attore, mortificato dall'accaduto, si scusa subito con l'atleta che non l'ha presa comunque benissimo...
Speriamo che con l'età si dia un po' una calmata e soprattutto che gli capiti un regista decente che sappia valorizzarlo e celebrarlo degnamente, almeno per il suo carisma iconico.
Dopotutto, volenti o nolenti, Van Damme è davvero una leggenda!
Tanti auguri Jean-Claude!
"I am the Fred Astaire of karate".
Jean-Claude Van Damme