Almanacco speciale per segaioli impenitenti quello odierno, grazie ai sensuali disegni del bravissimo LEONE FROLLO! Occhio, cari amici dei Mutzhi Mambo, che oggi la tentazione di "allungare"la mano sarà forte. Chi non si ricorda quei giornaletti nascosti dietro il letto del fratello maggiore? Chi non gettava lo sguardo, in edicola, su quei fumetti posti nello scaffale più alto? Anzi, spesso, vista la sua capacità di unire erotismo e immaginario favolistico, infantile, se il giornalaio non era molto attento, i lavori di Frollo li trovavi mischiati in mezzo agli altri, quelli per bambini o per ragazzi. E allora era una gioia, una libidine, tentare di imbrogliare i genitori, facendo scivolare la copia di "Biancaneve" (naturalmente la versione zozza di Frollo...), fra quelle di "Alan Ford" e di "Zagor" mentre il babbo era distratto dai titoli della "Gazzetta". Infatti, se non ci facevi caso, i fumetti dell'autore veneto passavano quasi come "normali" ma bastava un'occhiata in più per capire dove andavano a parare le sue storie... Le fanciulle che si affacciavano dalle sue copertine erano le più belle e arrapanti di tutte: sembravano uscire dalle favole, ma favole proibite, maliziose, intriganti. I loro sguardi, le loro forme morbide, tornite, generose, ti promettevano il paradiso dei sensi... e mantevano sempre ciò che promettevano! Leone Frollo è nato a Venezia, il 9 aprile del 1931. Debutta nel 1948, a soli 17 anni con una storia a fumetti western dal titolo "Sui grandi laghi" nella testata "Il Risveglio". Nel 1953 inizia a collaborare con un altro giornale scolastico, il "Corriere dello Scolaro", grazie al disegnatore Giorgio Bellavitis, a cui subentra nelle illustrazioni del racconto "La strada senza fine". Nel 1958 si laurea in architettura. Dal 1958 al 1968, tramite lo studio di Rinaldo D'Ami, lavora con la casa editrice inglese Fleetway per cui realizza numerose storie a fumetti sentimentali e belliche, fra cui "Battler Britton". Nel 1963, Frollo pubblica sul "Corriere dei Piccoli" la storia "Guerra agli invisibili". Nel 1966, realizza "Melody John" per la S.E.P.I.M. e nel 1969-1970 il western "La Vedova Nera" e altre storie per le testate italo-francesi "Wampus" e "Bob Lance". Negli stessi anni contribuisce alla testata tedesca "Perry Rhodan". Con l'epopea del fumetto erotico tascabile, dalla seconda metà degli anni sessanta e per tutti i settanta, scopre il suo fortunato filone creando eroine leggendarie quali "Lucifera", "Biancaneve", "Yra", "Naga", e il ricercato "Casino", ambientato in una casa di tolleranza ai primi del secolo scorso. Allo stesso tempo lavora saltuariamente per collane senza personaggio fisso come "Terror", "Macabro", "Aldilà", dimostrando la sua abilità anche nell'illustrare storie horror con scene di castelli, battaglie e violenza ambientate spesso nel cupo medioevo. Le testate erotico-pornografiche di Frollo sono serie divenute ormai leggendarie, tra le più ricercate dagli appassionati e dai collezionisti a conferma della qualità superiore dei suoi disegni rispetto alla standard medio di queste pubblicazioni. Specialmente "Biancaneve" (coi testi di Rubino Ventura) è semplicemente il miglior esempio di fiaba erotica che sia mai stato realizzato! Quando uscì nelle edicole italiane, era il 1972 e, naturalmente, si trattava per l’epoca di un fumetto molto spinto: non solo era un fumetto erotico, ma il sesso veniva adattato a una delle fiabe per bambini più famose del mondo. L’opera di Frollo, naturalmente, è ispirata all'opera dei fratelli Grimm ma presto se ne distacca per rivelarsi quasi un prodotto di "controcultura": una sottile e implicita accusa nei confronti del sistema bigottone, mentalmente chiuso che, all’inizio degli anni ’70, ammorbava la cultura nel Bel Paese. E soprattutto è un’opera piena zeppa di personaggi e situazioni piccanti e divertenti. In oltre duecento pagine (che raccolgono le prime avventure) facciamo la conoscenza della Regina cattiva, dotata di una sensuale e conturbante perfidia, dei sette nani dai nomi sfacciatamente allusori: Anulo, Montolo, Brutolo, Chiappolo, Segolo, Occhiolo e Masoccolo; e poi ancora mostri, orchi, príncipi e centauri che fanno di questo fumetto un’opera che, per qualità e fantasia, si distacca nettamente da tutto il fumetto erotico prodotto in quel periodo, che, negli anni ’80 approderà a produzioni pornografiche piuttosto sciatte e al limite dell’assurdo. Biancaneve invece, a quarant’anni di distanza, non ha perso nulla della sua freschezza e originalità artistica e narrativa. La bella principessa di Frollo e Ventura è un personaggio ingenuo e malizioso, capace di amare belli e brutti, con ironia e dolcezza, senza l’ombra di nessun pregiudizio o amore proibito, una vera paladina del sesso libero e felice. Ma non di solo erotismo vive il nostro Frollo: per la Edifumetto di Renzo Barbieri (editore benemerito delle migliori serie spinte), il nostro Leone crea anche il fantascientifico per "Fan", per un pubblico di ragazzi. Negli anni ottanta, ormai maestro riconosciuto, collabora anche ai settimanali Lanciostory e Skorpio con storie non esplicite. Poi abbandona il fumetto popolare e dà vita a "Mona Street" (e, per chi conosce il dialetto veneto, sa cosa si intende per "Mona"...) per il raffinato editore Glamour International. Contemporaneamente realizza illustrazioni e brevi storie per "Glamour Magazine" e "Diva". Ah, quanti ragazzi hanno perso letteralmente la vista sulle pagine disegnate di Frollo! E non solo perché le sfogliavano al buio per non farsi beccare dai genitori...non solo....
Onore al Maestro!
"Da quando ho provato l'uccello dell'Uomo Uccello, anch'io lo desidero sempre! In questo momento mi sento tutta bagnata!"
Leone Frollo, Rubino Ventura - Biancaneve