Chi l'ha detto che essere un'icona estetica metta in discussione il talento artistico?
Oltre che essere una stratopa sovrumana, NICO è stata davvero una grandissima cantante, cari amici dei Mutzhi Mambo, una vera artista, il cui lascito è stato fondamentale per tutta la scena goth rock a venire e non solo!
Per molti è stata solo una leggendaria top model, la musa androgina di Andy Warhol, la bellona eterea e scostante per eccellenza, antesignana delle tante top-model semi-anoressiche che si credono "artiste; una molto fortunata (o scaltra) nello scegliersi i compagni di letto giusti (e quando si è così belle, lo scegliere diventa facile...) e nello sfruttare il suo enorme fascino e la sua naturale eleganza per giocarsela anche come cantante.
Ma la nostra Nico non ha certo segnato la cultura rock solo per le sue grazie; anzi ha avuto una personalità davvero forte, una delle più interessanti per quanto controverse del panorama rock'n'roll, e può vantare una carriera musicale fra le più originali e affascinanti.
Possedeva infatti un carisma incredibile, alieno, ed era dotata di una voce tenebrosa e assolutamente personale, di una capacità innata di non fare mai cose scontate: questa è stata davvero la bellissima Nico.
I suoi arrangiamenti scarni e ipnotici, per l'epoca inediti e coraggiosi, il suo accento crucco, scuro, quasi mascolino e inquietante, le sue suggestioni funeree, le atmosfere eteree, hanno rappresentato un preciso riferimento per tutti quei gruppi e solisti che hanno abbracciato lo stile e il sound gothic rock ma anche per coloro che hanno visto nella musica "world" non solo un mezzo di espressione "buonista" e inclusivo.
Nico, partendo dalle premesse "velvettiane", si inventò uno stile tutto suo che sempre meno aveva a che fare col rock, uno stile teatrale, in cui confluirono elementi della tragedia greca, del monologo shakespeariano, del "Faust", del teatro di Brecht, del lied romantico di Schubert, dei salmi, delle chanson noire, fino alle preghiere dei muezzin.
Le sue cantilene, agghiaccianti e oniriche insieme, non hanno eguali nella storia della musica per suggestione e straniamento.
E poi, va detto, era davvero un personaggione anticonformista, dalla vita bizzarra e incredibile!
Con un finale imprevedibile, molto ma molto Pulp!
Christa Päffgen (così all'anagrafe) nasce a Colonia, nell'allora Germania nazista, il 16 ottobre 1938 (altre fonti però parlano di Budapest, in Ungheria e di date che oscillano tra il 1941 e il 1943…).
Il padre muore in manicomio, dove viene ricoverato dopo aver subito danni cerebrali a causa di ferite riportate durante il servizio nella Wehrmacht.
Dopo la fine della guerra, Christa si trasferisce nella zona di Berlino occupata dagli statunitensi.
Comincia a lavorare come modella e, durante un soggiorno a Ibiza, le viene suggerito, dal fotografo Herbert Tobias, il nome d'arte "Nico", dal nome di un amico scomparso, Nico Papatakis.
Verso la fine degli anni '50, si trasferisce a Parigi, dove ha modo di accrescere la sua fama di modella, posando per riviste prestigiose come Vogue, Tempo, Vie Nuove, Mascotte Spettacolo, Camera, Elle e altre ancora.
Nel 1960, si trasferisce a New York per frequentare la scuola di recitazione "Lee Strasberg's Method School", con l'intenzione di intraprendere una carriera d'attrice (aveva già avuto una parte minore ne "La dolce vita" di Fellini).
Verso la fine del 1961 ha una relazione con l'attore francese Alain Delon, che porta alla nascita di Christian Aaron Boulogne (Ari, cui è dedicato il brano "Ari's Song" in "The Marble Index"), peraltro mai riconosciuto dallo stesso Delon. Viene invece cresciuto, a partire da quando ha circa 2 anni, dalla madre di Alain, Edith Boulogne che, visto il diniego del padre Alain a riconoscerlo, gli da il cognome del secondo marito Boulogne.
Nel 1964, a Londra, Nico ha una breve relazione con Brian Jones, il fondatore dei Rolling Stones e, per merito del chitarrista Jimmy Page, registra la sua interpretazione di "I'm Not Sayin' ", brano di Gordon Lightfoot.
A Parigi, conosce, invece, il cantautore Bob Dylan, che scrive per lei il brano "I'll Keep it With Mine", presente poi nel primo album da solista di Nico, "Chelsea Girl".
Dato il costante viaggiare per lavoro, Nico impara a parlare correttamente l'inglese, l'italiano, lo spagnolo e il francese.
Tramite Dylan, poi, incontra l'artista Andy Warhol, che la coinvolge come attrice in alcuni dei film sperimentali che sta girando in quel periodo.
Comincia così a frequentare la "Factory", collettivo di artisti che girava attorno al carisma di Warhol. Da lui viene incoraggiata a unirsi, nel 1967, ai Velvet Underground, rock band di cui l'artista aveva intenzione di produrre un album.
Insieme ai Velvet, Nico pubblica il primo capolavoro della band, intitolato appunto "The Velvet Underground & Nico", prodotto dallo stesso Warhol, che pure ne disegna la copertina.
La presenza di Nico all'interno della band è, però, piuttosto marginale, in quanto non è autrice di alcun brano, limitandosi solo a cantare testi scritti da Lou Reed, il cantante e chitarrista della band.
Ma se "All Tomorrow's Parties" può essere considerata come la pietra angolare su cui si è costruito poi tutto l'edificio del goth rock, il merito è proprio di quella voce oscura, teutonica, quasi maschile di Nico.
Con John Cale, polistrumentista della band, stringe, comunque, un buon legame, coinvolgendolo nella produzione dei suoi album da solista.
Già nel 1968, prima della pubblicazione del secondo album "White Light/White Heat", Nico è uscita dalla band, più che altro per la malcelata invidia di Lou Reed che mal sopporta il fatto che la modella tedesca rubasse continuamente la ribalta agli altri (e in effetti fra lei e la Tucker, i fotografi sceglievano lei...).
Immediatamente dopo, Nico inizia a suonare regolarmente al The Dom di New York City. Durante questi concerti, viene accompagnata da diversi chitarristi, tra cui membri dei Velvet Underground, Tim Hardin, Tim Buckley, Ramblin' Jack Elliott e Jackson Browne.
Nel 1967 ha una relazione (mai confermata) con Jim Morrison che la incoraggia a cimentarsi nella scrittura di musica propria.
A questo punto, Nico decide di continuare la carriera musicale come solista, registrando diversi album.
Il primo disco pubblicato è "Chelsea Girl" del 1967, colonna sonora per un omonimo film di Warhol, contenente, in realtà, brani scritti da Lou Reed, John Cale e Jackson Browne. Dell'album, caratterizzato da un folk - pop leggerino, Nico rimane molto delusa perché la produzione le impone degli arrangiamenti che lei non approva.
Il primo album scritto interamente da lei è "The Marble Index", prodotto e arrangiato da John Cale, album che propone un'originale commistione di elementi folk, musica classica, psichedelia e testi drammatici, che una pletora di gruppi, come i Siouxsie and the Banshees, i Bauhaus, e i Sisters of Mercy, cita come influenza fondamentale e che tante di queste bands neofolk pagane, come i Death in June, i Sol Invictus o i Current 93, hanno sentito e risentito per benino...
Frattanto, nel 1969, conosce il regista Philippe Garrel, per cui recita in diversi film, (oltre a partecipare alla scrittura della sceneggiatura de "La cicatrice Intérieure"), e con cui stringe una relazione amorosa durata una decina d'anni, periodo in cui inizia a farsi le pere.
Nel 1970, esce "Desertshore", sempre in collaborazione con Cale, ampiamente considerato dalla critica come il capolavoro dell'artista, nonché il precursore che fissa definitivamente i parametri del genere goth rock.
Del 1974 è invece "The End", l'ultimo capitolo della trilogia ideale realizzata insieme a Cale, contenente, tra gli altri, una scurissima reinterpretazione dell'omonimo brano dei The Doors.
In questa fase, Nico inizia a collaborare col musicista berlinese Lutz Ulbrich (detto Lüül), chitarrista del gruppo krautrock Ash Ra Tempel.
Ulbrich accompagna Nico in molti dei concerti del decennio successivo, in cui la cantante decide anche di tornare al suo colore dei capelli castano naturale e a vestire sempre di nero.
Nico e la sua etichetta, la Island Records, hanno varie dispute in questo periodo e nel 1975 la label decide di recidere il contratto con la nostra.
Gli anni ottanta sono un periodo piuttosto difficile per Nico, anche per problemi di tossicodipendenza.
Infatti per 15 anni rimane una eroinomane e solo poco prima della morte si riesce a disintossicare, pur essendo ancora in cura con il metadone. E, da brava crucca, si professa pure filonazista essendo convinta di essere una "Nordic Aryan" di razza superiore…
Però, a dispetto di ciò (o forse anche per questo…), è proprio in questa decade che le viene riconosciuto definitivamente il suo ruolo di musa per gran parte della generazione post-punk e new wave e i suoi dischi iniziano ad avere fama di culto.
Dopo sette anni di inattività, nel 1981 esce "Drama of Exile", prodotto da Philippe Quilichini. Mahamad Hadi aka Mad Sheer Khan ci suona sopra una chitarra rock arabeggiante e il disco, con i suoi arrangiamenti mediorientali al limite del kitsch, si discosta molto dalle sonorità dei lavori di Nico con Cale.
Nel 1985 pubblica il suo ultimo album, "Camera Obscura", di nuovo prodotto da John Cale, che segna un ritorno a sonorità più new wave.
Il 17 luglio del 1988, mentre si trova in vacanza a Ibiza, dice a sua figlia che usciva per andare a comprare un po' d'erba.
Dopo una caduta di bicicletta venne ricoverata al Cannes Nisto Hospital dove viene dapprima erroneamente curata per una insolazione, mentre si tratta invece di emorragia cerebrale.
Muore la sera del giorno seguente.
Pensa quanto è strano il destino: per una diva come Nico ci si aspettava una fine gloriosa e magnifica o quantomeno una vecchiaia saggia e signorile... certo, morire cascando di bici mentre andava dallo spaccino, non è stato proprio il massimo!
Cara Nico, non preoccuparti, per noi sarai sempre la "Signora delle Tenebre"!
Onore a Nico!
Nota a margine: Al festival del cinema di Venezia del 2017 è stato presentato l’interessante biopic “Nico 1988”, di Susanna Nicchiarelli, con la brava Trine Dylhorm nel ruolo della nostra diva, incentrato sulle sue ultime tournée. Un periodo un po’oscuro di Nico che il film ricostruisce egregiamente.
"And what costume shall the poor girl wear
To all tomorrow's parties
A hand-me-down dress from who knows where
To all tomorrow's parties
And where will she go and what shall she do
When midnight comes around
She'll turn once more to Sunday's clown
And cry behind the door…"
The Velvet Underground - All Tomorrow's Parties