Ci sono eroi in ogni ambito: gli eroi della patria, gli eroi di guerra, quelli civili, quelli della scienza, gli eroi della porta accanto e quelli del lavoro…
E poi ci sono gli eroi del Pulp!
Come TED V.MIKELS, cari amici dei Mutzhi Mambo, un vero eroe del Pulp!
Per Ted V. Mikels , la prima e più difficile parte del cinema stava nel racimolare i soldi; la seconda cosa più difficile era recuperare i soldi spesi; la terza cosa, la più semplice, era la realizzazione effettiva del film!
Mikels era della stessa pasta dei vari Roger Corman, Ed Wood, Ben I. Gordon: aveva una visione pragmatica del cinema, era certamente interessato a fare soldi, ma credeva veramente nel processo creativo.
Purtroppo la sua visione del “processo creativo” era quantomeno distorta…
Alla fine, anche se non rientrava delle spese, era contento lo stesso, soddisfatto di aver realizzato la pellicola: in fondo (son parole sue) “Puoi sempre divertirti e invitare gli amici mostrando il tuo film a casa tua a tarda notte”!
Se il motto francese “l’Art pour l’Art”, “l’Arte per l’Arte”, ha un suo senso, ebbene lo trova in Ted V. Mikels!
Solo che il nostro non faceva certo roba artistica (almeno non nel senso estetico del termine)!
La sua produzione si situa più che altro nei più bassi gradini del più infimo trash grindhouse, roba che ci vuole stomaco per vederla (e che non si capisce come possa aver trovato una distribuzione…).
Intendiamoci, non perché sia particolarmente estrema o ributtante: le opere di Mikels sono semplicemente delle cagate pazzesche ma basterebbero i loro titoli per ripagare il prezzo del biglietto!
“Astro Zombies”, “The Corpse Grinders”, “Ten Violent Women”, “Blood Orgy of The She Devils”: questi non sono titoli, sono poesie!
Titoli che chiaramente promettevano ben più di quanto offrissero in realtà…
Ma Mikels era pure un gran personaggione: il volto sempre incorniciato da grandi baffi all’insù (in epoca non sospetta di hipsteraggio) e un gigantesco dente al collo, il cineasta viveva in "The Castle", una villa di Las Vegas decorata come fosse una dimora vichinga, circondato da una nutrita corte di donne.
Un patriarca di altri tempi!
Theodore Mikacevich (così all’anagrafe) nasce a St. Paul, in Minnesota, il 29 aprile del 1929.
Suo padre è un macellaio di origini croate e sua madre un’erborista rumena.
Da giovane, Mikels si diletta nella fotografia e nella recitazione, oltre a eseguire magie, acrobazie e numeri di mangiafuoco.
Come fotografo amatoriale usa la vasca da bagno di casa per sviluppare le pellicole.
Scopre il cinema quando inizia a girare le sue esibizioni.
Ancora adolescente, Mikels appare come attore in teatro e presto si interessa alla produzione cinematografica.
Si trasferisce a Bend, nell'Oregon negli anni '50, dove produce documentari educativi, brevi lungometraggi e assiste a produzioni hollywoodiane girate in loco.
Sul set di “The Indian Fighter”, Mikels supervisiona la squadra di effetti speciali dello studio insegnando loro una tecnica per rendere più realistiche le frecce infuocate.
Nel 1959, Mikels lascia l'Oregon per Hollywood dove, nei primi anni '60, è proprietario di una piccola casa discografica, dove registra spot pubblicitari radiofonici e produce dischi in vinile per oscuri cantanti locali.
Intanto si dà da fare per commercializzare il suo primo lungometraggio “Strike Me Deadly” del 1963 (originariamente intitolato “Crosshair”), che aveva girato in Oregon.
Durante i primi anni '60, Mikels sforna film explotation come “Dr. Sex” (1964), “The Undertaker And His Pals” (1965) e “The Black Klansman” (1966).
Quest’ultimo, ambientato sullo sfondo del movimento per i diritti civili, è il titolo più interessante che racconta la storia di un uomo di colore che, travestito da uomo bianco, si infiltra nel Ku Klux Klan per placare la sua sete di vendetta.
Nel 1968, Mikels realizza due dei suoi film più noti: “Girl In Gold Boots”, che lancia la moda popolare delle go-go dancers, e il mega-cult “The Astro-Zombies”, delirante rivisitazione del tema Frankenstein (gli zombi sono praticamente solo nel titolo), costato una miseria, con l’iconico John Carradine e la mitica Tura Satana.
Negli anni ’70 sforna “capolavori” come “The Corpse Grinders” (1971), su dei gatti affamati di carne umana, “Blood Orgy of the She-Devils” (1973), storia di streghe condita da violenze e sadismi vari (perfino bambini frustati...), “The Doll Squad” (1973), ovvero “Squadra speciale con licenza di sterminio”, una sorta di anticipazione delle “Charlie’s Angels” ma moolto più trucide (tanto che il solito Tarantino le citerà a piene mani nel suo “Kill Bill”) capitanate dalla prosperosa Tura Satana, e “Alex Joseph and His Wives” (1977), basato sulla vera storia di un ex poliziotto dedito alla poligamia e allo spaccio di stupefacenti.
Il decennio successivo vede una battuta di arresto della sua vulcanica attività, ma ci regala comunque il women-in-prison movie “Ten Violent Women” (1982), e il rape-and-revenge “Angel of Venegance” (1987).
Meglio gli anni ’90 e 2000: “Mission: Killfast” (1991), 1997: Apartheid Slave-Women's Justice (1997), “Dimensions in Fear” (1998), “The Corpse Grinders 2” (2002), “Cauldron: Baptism of Blood” (2004), “Mark of the Astro-Zombies” (2004), primo sequel del suo “capolavoro”, “Heart of a Boy” (2006), “Demon Haunt” (2008).
Le sue ultime uscite sono altri due seguiti di “Astro-Zombies”, “M3: Cloned” (2010), e “M4: Invaders from Cyberspace” (2014), e “Paranormal Extremes: Text Messages from the Dead” (2015).
L'unico film che Mikels non sarà mai in grado di realizzare è il suo progetto dei sogni: un adattamento cinematografico della leggenda nordica “Beowulf” con il poderoso Arnold Schwarzenegger.
Chissà cosa ne sarebbe venuto fuori!
Al momento della sua morte, Mikels sta ancora lavorando a un sequel del suo film del 1982, “10 Violent Women”, che uscirà postumo nel 2017.
Il Maestro del Pulp ci lascia il 16 ottobre del 2016 per un cancro alla prostata.
"Ha vissuto una bella vita", ha detto la figlia di Mikel, Cherisse Gomez, "Diceva sempre alla gente che avrebbe vissuto fino a 104 anni”.
Beh, così tanto non ce l’ha fatta…
Ma i suoi film, e soprattutto, il suo esempio, state sicuri, dureranno in eterno!
Onore a Ted V. Mikels!
Per concludere, niente di meglio di un pezzo dei Misfits, dal titolo ispirato proprio al nostro Mikels:
“With just a touch of my burning hand
I send my astro zombies to rape the land
Prime directive, exterminate
The whole human race
And your face drops in a pile of flesh
And then your heart, heart pounds
Till it pumps in death
Prime directive, exterminate
Whatever stands left
All I wanted to say
And all I gotta do
Who'd I do this for
Hey, me or you
And all I wanted to say
And all I gotta do
Who'd I do this for
Hey, me or you…”
Misfits – Astro Zombies