Abbiamo un menù moooolto particolare oggi, cari amici dei Mutzhi Mambo, fatto di fruste, umiliazioni, tette e dittature!
Oggi infatti è il compleanno della giunonica, prosperosissima ma spietata DYANNE THORNE, meglio conosciuta come la star suprema del nazisplotation, il genere piu fetente e morboso della storia del cinema.
Ed è un genere nato proprio nella nostra Italietta, partendo da esempi illustri come "Il Portiere di Notte" (1974) di Liliana Cavani, "Salò o le 120 giornate di Sodoma" (1975) di Pier Paolo Pasolini e "Salon Kitty" (1976) di Tinto Brass.
Ma la denuncia delle condizioni disumane nei lager nazisti, per gli autori dell'explotation del genere, diviene il pretesto per confezionare film morbosi, sadici, con cui mostrare, con occhio complice e compiaciuto, le più vili torture, le più mostruose umiliazioni sessuali e morali.
I più "quotati" registi di nazisplotation sono Paolo Solvay ("La Bestia in Calore"), Cesare Canevari ("L'ultima orgia del III Reich"), e Alain Payet ("Special Train for Hitler").
Il capostipite di questo genere infame è proprio "Ilsa, La Belva delle SS", diretto da Don Edmonds, con la nostra Dyanne Thorne.
E la Thorne è stata davvero una scelta azzeccata: una bomba sexy con due bocce enormi, è vero, ma dal volto altero, spigoloso, con un'aria da dominatrice che incute naturalmente timore...
Dyanne Thorne nasce a Greenwich, il 14 ottobre del 1943.
Esordisce nel cinema con lo pseudonimo di "Lahna Monroe", nel sexploitation "Sin in the Suburbs" (1964) del regista di gindhouse Joseph W. Sarno.
La Thorne continua ad apparire in flilm exploitation, sia horror come "Punto di terrore" (1972), di Alex Nicol, e "Blood Sabbath" (1973), di Brianne Murphy, sia commedie sexy come "Love Me Like I Do" (1970), "Le avventure erotiche di Pinocchio" (1971), "Wam-Bam, Thank You, Spaceman" (1973), il mitologico, trashissimo "Incontri erotici del quarto tipo" (1975) e "Raptus erotico" (1975), prima di interpretare Ilsa, la crudele dominatrice Nazi, nel 1975.
L'aguzzina protagonista, più che dal capostipite pasoliniano "Salò", sembra sia ispirata dalle avventure kinkies della Olga di Joseph Mawra ("White Slaves of Chinatown", 1964; "Olga's Girls", 1964; "Olga's House of Shame", 1964).
“Ilsa”, in cui si succedono stupri, torture e umiliazioni varie, diviene un insperato successo, tanto da generare ben due sequel e una numerosa schiera di imitatori.
Nonostante il fatto che Ilsa alla fine del primo film muore, viene "resuscitata" per i due capitoli successivi: "Ilsa, la belva del deserto" (in cui il plot si ripete sostanzialmente immutato, stavolta in mezzo a crudeli e lascivi sceicchi), cui segue "La tigre del sesso" (idem ma ora l'ambientazione è nei crudeli gulag stalinisti).
"Greta, la donna bestia", diretto da Jesús Franco nel 1976, in realtà non è il terzo capitolo della saga di Ilsa (anche se nel mercato anglosassone lo spacciano come tale con il titolo "Ilsa the Wicked Warden") ma un women-in-prison movie (sottogenere anch'esso assai morboso, con molti punti di contatto col nazisplotation), in cui la nostra interpreta una crudele carceriera in una non meglio identificata repubblica delle banane sudamericana.
Per quello che riguarda la sua vita privata, la Thorne sposa Howard Maurer (suo partner in diversi film) nel 1974 e si è pure presa un dottorato in Religioni Comparate (?).
Il suo ultimo ruolo cinematografico prima di un lungo ritiro, è quello del padre transessuale di James Belushi in "Real Men - Noi uomini duri" (1987).
Lo stesso anno, lei e suo marito appaiono nel segmento "Liebestod" del film "Aria".
Nel 2013 rientra in scena con l'horror indipendente "House of Forbidden Secrets", una specie di omaggio alle atmosfere di Lucio Fulci diretto da Todd Sheets mentre l'anno successivo è nel cast di "House of the Witchdoctor" (2013), di Devon Mikolas, ennesimo slasher "Home visit" sulla scia de "L'ultima casa a sinistra" e simili.
Si rivedrà ultimamente, nel ruolo di sé stessa, in una piccola parte nel morboso thriller ambientato nel mondo dei film a basso costo "Exploitation" (2018), di Bill Zebub, a quanto sembra un remake dell'omonima pellicola girata nel 2012 da Edwin Brienen, che narra le sventure si un'aspirante attrice plagiata e umiliata da un oscuro regista.
Dal 2014, ordinata insieme al marito ministro di culto, la Thorne organizza e celebra matrimoni scenografici en plein air a Las Vegas.
Le croci avranno definitivamente preso il posto di frustini e strumenti di tortura vari?
Chissà cosa fa più male davvero…
Tanti auguri, Dyanne!
Nota a margine: Com'era prevedibile, nel 1980 è stata realizzata una versione a luci rosse di "Ilsa", che vede protagonista la star John Holmes e la biondissima Seka nei panni della Nazi aguzzina. Il titolo della pellicola hard è "Prisoner of Paradise".
A questo punto la citazione la prendiamo direttamente dal capolavoro postumo, ispirato a De Sade, di Pier Paolo Pasolini (chissà cosa avrebbe detto vedendo che popò di "prole" aveva inconsapevolmente generato...):
"Imbecille! Come potevi pensare che ti avremmo ucciso? Non lo sai che noi vorremmo ucciderti mille volte, fino ai limiti dell'eternità, se l'eternità potesse avere dei limiti?"
Vescovo/Giorgio Cataldo - Salò o le 120 giornate di Sodoma