Lo confessiamo, per noi l’attore più simpatico di tutti è lui, quel guascone di ROGER MOORE!
La sua immagine sprigionava buonumore, serenità, sicurezza, la sua faccia era quella dell’amico di buona famiglia, giusto un po’monello, il compagno di giochi, quello che ti fa ridere ma non è mai cattivo.
Aveva una classe innata, sembrava davvero un Lord (anche se in realtà era di origini normalissime), possedeva un aplomb totalmente e inequivocabilmente britannico, tanto che al solo vederlo non si poteva non pensare all’Inghilterra.
Ma veniva in mente l’Inghilterra spiritosa, autoironica, quella dell’ “humour” tagliente ma sempre sottile, non quella “polite”, seriosa, impalata, iperconformista.
Ed era un londinese DOC il nostro Roger Moore, gentleman del grande schermo capace di risultare impeccabile e raffinato anche quando interpretava ruoli di personaggi scavezzacollo, o alle prese con le situazioni più improbabili.
Al teatro più serio preferì sempre i guadagni facili (tanto è vero che fuggì da un musical teatrale nel quale era il protagonista).
Addestrato alla resistenza fisica e alla fatica dal duro training del servizio nell’esercito della regina, fu un incredibile James Bond immerso (anche nonostante l'età avanzata) in inseguimenti, guerre e intrighi.
Da tutti i suoi colleghi venne descritto come instancabile e capace di stare a cavallo per 24 ore di seguito.
Però, nonostante la sua tempra fisica, non amava farsi riprendere mentre correva, si sentiva goffo: tutte le scene che vedono James Bond correre, sono realizzate da una controfigura…
Il segreto del suo successo pare fosse proprio nella gran cura del suo corpo e in una naturale propensione verso gli agi e il lusso.
E pure verso qualche bicchiere di troppo: sembra che non abbia mai girato una sequenza di 007 completamente sobrio (sarà per questo che gli veniva così naturale quell’aria sorniona e mai troppo coinvolta, qualsiasi guaio si trovasse ad affrontare…).
Era in famiglia, in netto contrasto con l’immagine pubblica, , che veniva fuori il "militare" e il nostro sembra proprio fosse un uomo autoritario, che non accettava mai contestazioni; ma bisogna ricordare che è stato anche capace di impegnarsi parecchio per i bambini più bisognosi, mettendosi in prima linea in diverse iniziative benefiche.
I personaggi di Moore sono quelli che anche qualora dovessero cadere in un crepaccio, si rialzerebbero illesi apparendo come appena usciti da un aperitivo, senza un graffio, senza una grinza negli abiti…
Una razza a cui appartiene sicuramente il suo James Bond, di cui Roger Moore è l’interprete longevo.
Per carità, cari amici dei Mutzhi Mambo, non mettiamoci a fare paragoni, Sean Connery era un’altra cosa, sia come attore che come 007, ma la chiudiamo qui, ok?
L’agente segreto di Sua Maestà interpretato da Moore era semplicemente un personaggio diverso con lo stesso nome.
Moore è stato deriso, preso in giro, osteggiato, preso proprio come pietra di paragone negativa per un James Bond da dimenticare o addirittura rinnegare del tutto.
Il Bond di Connery, si sa, era un duro, macho, con quel pizzico di misoginia che faceva impazzire le donne.
Non un simpaticone insomma ma trooppo figo, virile, quello più simile al personaggio ideato da Ian Fleming.
E, dopo la brevissima parentesi Lazenby, arriva invece lui, Roger Moore: faccia da schiaffi, bello come il sole, fisico da modello, con alle spalle un’ottima educazione militare come Capitano dell’esercito britannico durante la II Guerra Mondiale.
Il suo Bond è quello allegro, scanzonato e che non sembra prendere niente sul serio.
Si dice che con lui l’agente segreto più famoso del mondo sia diventato una macchietta, più fumettistico e meno umano.
È vero… ma non è per forza un difetto.
Il suo Bond è pura, ironica, fantasia camp, volutamente iperbolica: Roger Moore è una persona ricca di ironia e non un comico suo malgrado, uno che fa ridere involontariamente.
Non è un caso che il Bond di Moore sia quello che piace di più ai bambini: è una spia che non si fa mai male, con mille gadget a disposizione e un parco di tope invidiabile, ma su cui non indulge mai troppo.
Ecco perché piaceva assai, come Bud Spencer e Terence Hill, a un pubblico pre-adolescente: era un James Bond scacciapensieri e giocoso.
Non che Moore sia mai stato un grande attore o anche solo un discreto attore… lo sanno tutti. Lo sapeva anche lui!
Ma all’epoca non fregava a nessuno...
Il problema comunque sarà trovare un sostituto nei panni della spia con licenza di uccidere…come tutto quello che caratterizzava i famigerati anni ’80, Moore diventerà l’emblema di un periodo sostanzialmente idiota, patinato e superficiale e si voleva cambiare registro.
Ma rivedetevi ora i suoi i suoi Bond e confrontateli con i tristi successori: i suoi sono favolosi (specie il primo, un capolavoro!), divertentissimi, adorabilmente kitsch quanto gli altri sono deprimenti, noiosi e inutili.
No, Roger Moore non è Sean Connery, è vero!
Macchissenefrega!
Roger Moore era comunque una spia impossibile da non amare…
Roger George Moore nasce a Londra il 14 ottobre del 1927.
Figlio di un agente di polizia, trascorre un'infanzia normale, supportato dalla famiglia che lo ha sempre amato e protetto.
Negli anni quaranta viene arruolato nell'esercito britannico poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, prestando servizio per un certo periodo nella Germania Ovest e arrivando al grado di Comandante.
Portato in modo naturale alla recitazione, dopo gli studi alla Royal Academy of Drama, appare come comparsa in alcuni lavori teatrali nel West End, ma anche alla radio e televisione, sbarcando il lunario come modello e rappresentante.
La sua Inghilterra, professionalmente parlando, non offre granché, e quindi decide di partire per gli USA.
Mai scelta fu più fortunata.
Qui firma un contratto con la MGM, contratto che gli offre l'opportunità di comparire in diverse pellicole, come “L'ultima volta che vidi Parigi” (1954), di Richard Brooks, “Oltre il destino” (1955), di Curtis Bernhardt, “Il ladro del re” (1955), di Robert Z. Leonard, “Diana la cortigiana” (1956), di David Miller, “Vento di tempesta” (1959), di Irving Rapper.
Nonostante abbia come partner attrici del calibro di Elizabeth Taylor o Lana Turner, le pellicole non sono certo memorabili.
Molti di più lo ricordano in "Ivanhoe" (1958-1959), prima importante serie televisiva a cui partecipa, seguita dall'altrettanto celebre "Maverick" (1959-1961).
Ma il vero grande successo giunge con "Il Santo" (1962-1969), nel ruolo dell’irresistibile ladro e avventuriero gentiluomo Simon Templar, e con "Attenti a quei due!" (1971-1972), nei panni di Lord Brett Sinclair, a fianco di un Tony Curtis altrettanto memorabile.
Interpreta pure il thriller-fantastico “L'uomo che uccise se stesso” (1970), diretto da Basil Dearden.
Questi ruoli lo accreditano come il perfetto interprete di film di spionaggio e infatti, dopo l’abbandono di Sean Connery, pur avendo già 45 anni suonati, viene scelto per vestire i panni dell'Agente 007, James Bond (ruolo che, va ricordato, già aveva rifiutato prima che venisse scelto Connery, perche aveva un contratto con la televisione).
Esordisce col megacult “Vivi e lascia morire” (1973), di Guy Hamilton, dove si destreggia fra narcotrafficanti, coccodrilli e riti vudù: imperdibile (anche per “Live and Let Die”, la nota colonna sonora firmata Paul McCartney e i suoi Wings)!
Seguiranno “L'uomo dalla pistola d'oro” (1974), di Guy Hamilton, con nientemeno che Christopher Lee nei panni del malvagio Francisco Scaramanga, “La spia che mi amava” (1977), di Lewis Gilbert, debutto del mitologico Richard Kiel nei panni dell’indistruttibile Squalo, “Moonraker - Operazione spazio” (1979), di Lewis Gilbert, sicuramente il titolo più kitsch ed esagerato della serie, il dimenticabile “Solo per i tuoi occhi” (1981), di John Glen, “Octopussy - Operazione piovra” (1983), di John Glen, che si ricorda per la sfida a distanza col contemporaneo e temporaneo ritorno di Sean Connery nei panni di 007, in “Mai dire Mai” (sfida al botteghino tra l’altro vinta dal nostro Roger), e infine l’ottimo “Bersaglio mobile” (1985), di John Glen, in cui divide la scena con la grintosa Grace Jones e l’ambiguo Christopher Walken.
Inutile stare qui a ricordare le Bond-girl che gli ronzano intorno in queste sette pellicole, tutte bellissime ed elegantissima...
Nel frattempo, il nostro Roger si è visto pure nella commedia “Toccarlo... porta fortuna” (1975), di Christopher Miles, nel poliziottesco “Gli esecutori” (1976), di Maurizio Lucidi, nei war-movie “Ci rivedremo all'inferno” (1976), di Peter R. Hunt, “I 4 dell'Oca selvaggia” (1978), di Andrew V. McLaglen, “Amici e nemici” (1979), di George Pan Cosmatos (1979), “Attacco: piattaforma Jennifer” (1980), di Andrew V. McLaglen, e “L'oca selvaggia colpisce ancora” (1980), di Andrew V. McLaglen (nonostante il titolo italiano non c’entra nulla con “I 4 dell’Oca Selvaggia”, del cui sequel ufficiale Moore non farà invece parte per via delle sue esose richieste economiche), nel demenziale “La corsa più pazza d'America” (1981), di Hal Needham, nel semiapocrifo (nel senso che è una bieca operazione per sfruttare immagini di repertorio dell’ormai defunto Clouseau/Peter Sellers) “Pantera Rosa - Il mistero Clouseau” (1983), di Blake Edwards (1983), nel crime "A faccia nuda" (1985), di Bryan Forbes, con Rod Steiger.
Della successiva carriera si salva francamente poco: ricordiamo giusto “La prova” (1996), di e con Jean-Claude Van Damme, e il tremendo “Spice Girls - Il film” (1997), di Bob Spiers (questo giusto per gli amanti del puro trash…)"
Dopo la commedia "Boat Trip" (2003) di Mort Nathan, deciderà di abbandonare le scene, ma ritornerà brevemente con “Incompatibles” (2013), di Paolo Cedolin Petrini, e “The Carer” (2016), di János Edelényi.
Dal 1946 al 1953 è stato sposato con Doorn van Steyn. Successivamente sposò la vocalist Dorothy Squires, che però lascia per l'attrice italiana Luisa Mattioli.
Moore e la Mattioli si sposano nel 1969, quando la Squires concede a Moore il divorzio.
Da Luisa Mattioli ha avuto tre figli: l'attrice Deborah Moore (nata il 27 ottobre 1963), l'attore Geoffrey Moore (nato il 28 luglio 1966) e il produttore Christian Moore.
La coppia ha poi divorziato nel 1993.
Dopo tre precedenti matrimoni alle spalle, nel 2002 sposa Kristina Tholstrup, multimilionaria di origini danesi e svedesi.
Dal 1991 è Ambasciatore Umanitario dell'Unicef.
Ormai anziano ma sempre attivissimo, nel 2003, l’attore inglese si trova in brutti guai con la salute, finendo in ospedale dopo un collasso mentre si esibisce a Broadway nel musical "The play what I wrote", scritto da Sean Foley e Hamish McColl e diretto da Kenneth Branagh.
Fortunatamente, dopo un grande spavento, le sue condizioni sono risultate stabili ed egli ha potuto riprendere la sua attività.
Roger Moore muore all'età di 89 anni, il 23 maggio 2017.
Si è spento a Crans-Montana, in Svizzera, dopo una breve ma coraggiosa battaglia contro il cancro.
Magari non sarà stato un grande attore.
Magari neppure discreto.
Ma è stato un gran signore, che ha vissuto con ironia e senso dell’umorismo gli alti e bassi della sua carriera.
E per noi è stato lo zio ganzo che tutti vorremmo aver avuto.
Lo zio a cui si vuol bene per forza!
Onore a Roger Moore!
“Forse ho giudicato male Stromberg. Chiunque beva Dom Pérignon del '52 non può essere tanto malvagio.”
James Bond/Roger Moore – La Spia che mi amava