Uggia per questo plumbeo ottobre?
Inquietudine per la fredda nebbia mattutina?
Nostalgia per il caldo e la luce dei mesi estivi?
Noia per il dover stare chiusi in casa mentre fuori diluvia?
Allora, cari amici dei Mutzhi Mambo, mollate per un po' lo smartphone e il telecomando, perché non c'è niente di meglio di un frizzante romanzo Pulp di ELMORE LEONARD per scacciare il tedio autunnale!
Elmore Leonard è sempre stato considerato un maestro dell'azione e del dialogo: uno dei suoi tratti distintivi (insieme all’ironia e alla leggerezza che mantiene anche nei momenti più truci) è infatti quello di portare avanti la trama dei suoi libri non tanto attraverso passaggi descrittivi, quanto per mezzo delle conversazioni tra i personaggi.
Non a caso la quasi totalità dei suoi libri (fatta eccezione per qualche storia western degli esordi) è scritta in terza persona.
E non a caso è uno degli autori che più ci rimette nelle traduzioni, in quanto è praticamente impossibile rendere le sfumature, anche gergali, ricche di cinismo ed ironia, dei suoi divertentissimi battibecchi in un'altra lingua.
I suoi dialoghi danno però un ritmo unico alla narrazione e, per questo aspetto potenzialmente "cinematografico", numerosi sono i film tratti dalle sue "crime novels" (così lo stesso Leonard amava definire le proprie opere), anche se gran parte di tali pellicole non ha saputo riprodurre sullo schermo il vero spirito dei romanzi originali, fatte salve alcune eccezioni come lo straclassico western "Quel Treno per Yuma", di Delmer Daves, con Glenn Ford (e pure il suo dignitoso ma prolisso remake di James Mangold), il bellissimo "Jackie Brown" di Quentin Tarantino (tratto da "Rum Punch, con una meravigliosa Pam Grier) e il serrato "Out of Sight" di Steven Soderbergh (per quanto questo un po' troppo patinato...).
Leonard è stato uno dei più validi esploratori del sottobosco criminale americano, grazie ad una titanica opera composta da più di cinquanta romanzi tra western e noi, leggibili ognuno per conto proprio ma anche come un unicum colossale, grazie alla sottilissima eppure solida impalcatura di echi, rimandi, coincidenze, link nascosti che proiettano il lettore dentro ad altri libri...
Ad essmpio, il personaggio di un aneddoto raccontato in un romanzo può diventare il protagonista di un libro di dieci o vent'anni dopo; una storia può avere il proprio sequel - non dichiarato - dopo diversi romanzi di distanza; il cattivo di un suo libro del '91 è fratello del cattivo morto in un romanzo dell'80; un misterioso riciclatore di denaro residente alle Bahamas, viene nominato in diversi altri lavori consecutivi; e così via…
Ma al nostro non gliene fregava niente di fare lo sborone esplicitando questi giochini metaletterari e autoreferenziali.
Anzi, scelse proprio di lasciare questa galassia di auto-rimandi ai pochi appassionati che li potevano cogliere ma senza mai compromettere la leggibilità e la scorrevolezza della trama del singolo romanzo, sulla base del principio che se non il lettore non se ne accorge, male di niente, pazienza; se se ne accorge, si godrà di più il libro, e resterà in attesa del prossimo link.
Leonard si è dimostrato un maestro anche nell'osservazione della società che lo circonda e delle sue mutazioni mediatiche e antropologiche.
Fino alla fine, continuava a inserire nei suoi romanzi (praticamente in tempo reale) i cambiamenti dovuti all'arrivo delle nuove mafie, gli scandali politici, il gossip più aggiornato, la più recente ondata di revival culturale, i vecchi e nuovi luoghi comuni a stelle e strisce, la demenza dell'imperialismo, le pagine nere della storia patria, specie quelle relative alla politica estera...
Tutto ciò rende ogni suo libro sempre fresco, essenzialmente contemporaneo, mai datato, anche leggendolo a quindici o vent'anni dalla prima edizione: una qualità che davvero in pochi possono vantare!
Non è certo un autore estremo, il nostro Leonard, specie per chi dal Pulp esige "sangue e merda", ma quando si tratta di far girare una trama ad orologeria o di costruire dialoghi brillanti, ha veramente pochissimi rivali.
Elmore John Leonard Jr. nasce a New Orleans, l'11 ottobre del 1925.
Vivrà nella città natale solo in tenera età e, nel 1934, dopo aver abitato in moltissime località come Dallas, Oklahoma City e Memphis (il padre lavora per la General Motors, cercando località idonee all'apertura di nuove concessionarie di auto), la sua famiglia si trasferisce a Detroit, città in cui saranno ambientati moltissimi suoi romanzi, e nei cui sobborghi Leonard cresce .
Di educazione cattolica (e singolari tematiche religiose sarebbero state da lui affrontate in alcuni romanzi come "Imbroglio" e "Il tocco"), nel 1943 si arruola in Marina e combatte nel Pacifico contro i giapponesi.
Tornato in patria alla fine della guerra, approfitta delle agevolazioni universitarie per gli ex combattenti (il cosiddetto "GI Bill"), e nel 1950 si laurea in lettere e filosofia all'Università di Detroit.
Viene influenzato da scrittori poco noti in Italia, come Richard Bissell e George V. Higgins, un sostituto procuratore distrettuale di Boston dalla notevole attività di romanziere (suo è il celebrato "Gli amici di Eddie Coyle", un caposaldo della narrativa poliziesca che lo stesso Leonard cita come la sua più grande ispirazione e del quale scrive la prefazione alla ristampa dell'edizione americana).
Leonard lavora per molti anni in un'agenzia pubblicitaria, alzandosi alle cinque di mattina per scrivere i propri racconti e romanzi prima di recarsi in ufficio.
Esordisce nel 1951 con un racconto western e, dal 1951 al 1961, riesce a piazzarne ben ventinove su una decina di riviste diverse.
Il suo primo romanzo, sempre western, è "The Bounty Hunters", pubblicato nel 1953.
Solo nel 1967 Leonard si decide a lasciare il suo lavoro (dal 1961 si era messo in proprio, aprendo un'agenzia pubblicitaria e fornendo testi per brevi film di carattere promozionale e didattico, anche per l'Enciclopedia Britannica) e a diventare scrittore a tempo pieno.
Nel 1969, con l'inaridirsi del mercato editoriale in campo western, ritiene arrivato il momento di dedicarsi alle crime novel scrivendo "Il grande salto", romanzo che riuscirà a pubblicare con estrema difficoltà, dopo averlo visto rifiutare da oltre ottanta case editrici.
Il grande successo di pubblico giunge solo nel 1985 con il romanzo "Casino", anche grazie a una calorosa recensione di Stephen King.
Saltuariamente, però, Leonard torna alla narrativa "di frontiera" pubblicando qualche racconto sparso e un romanzo western, "Gunsights"; debutta pure nel romanzo storico vero e proprio con "Cuba Libre", ambientato a Cuba tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento.
Fra i suoi titoli, a parte quelli già citati, possiamo segnalare i noir "Sfida a Detroit", "Freaky Deaky", "Killshot", "Hot Kid", "Mr Paradise" e "Raylan" (col personaggio dello sceriffo col cappello da cowboy ispiratore della serie TV "Justified").
Ammirato da autori come King, Saul Bellow, Martin Amis, ricercatore meticoloso delle ambientazioni e delle atmosfere dei suoi romanzi (per i cui dettagli si avvale per molti anni del lavoro del "researcher" Greg Sutter), Leonard è irresistibilmente attratto dalle modificazioni della cultura popolare e dei linguaggi: questo, unito a uno stile spesso ellittico e poco lineare, e a un magistrale uso dei diversi punti di vista, lo renderà uno degli autori più difficili da tradurre efficacemente in altre lingue.
Leonard si sposa tre volte (l'ultima nell'agosto 1993), e vive per lungo tempo a Bloomfield Hills, una cittadina della Oakland County, nel Michigan.
Alla fine di luglio del 2013 lo scrittore viene colpito da un ictus che lo porta poi alla morte, avvenuta il 20 agosto dello stesso anno all'età di 87 anni.
Ora non resta che aprire un suo romanzo e aspettare che fuori smetta di piovere…
Sempre che si riesca a smettere di leggere quando poi fa bello!
Onore a Elmore Leonard!
"Troppo spesso rinunciamo ai piccoli piaceri della vita.
Quando qualcuno ti rompe le palle, ricordati:
servono 42 muscoli per una smorfia di fastidio,
e solo 4 per allungare il braccio e colpire lo stronzo."
Elmore Leonard - Mr Paradise