Ancora musica, cari amici dei Mutzhi Mambo, ancora chitarre, ancora rock’n’roll!
Oggi festeggiamo una vera icona del rockabilly, anzi, proprio colui che ha definito il “sound” rockabilly!
Stiamo parlando, signore e signori, del fantastico CLIFF GALLUP, il chitarrista dei Blue Caps!
Cliff Gallup è stato uno dei chitarristi elettrici più abili, versatili e influenti della sua generazione, quella dell’esplosione del rock’n’roll.
Gene Vincent e i suoi Blue Caps hanno incarnato l'immagine del rockabilly per eccellenza, con le loro giacche di pelle, le pettinature a banana e le personalità esuberanti.
Vincent e Gallup sono stati l’accoppiata perfetta che, con pezzi come “Be Bop a Lula”, ha stabilito una volta per tutte qual è la sonorità, l’atmosfera stessa del rock anni’50, influenzando almeno due generazioni di musicisti (senza considerare i revivalisti…).
La loro musica è infatti l'archetipo del rock’n’roll, di quel decennio favoloso, che si allontanava dai prototipi “neri” del jump blues e del boogie woogie per imbastardirsi con il country, abbandonando progressivamente gli strumenti a fiato, che la facevano da padrone nel rhythm’n’blues, per eleggere la chitarra come strumento caratterizzante.
Gallup ha combinato un veloce fraseggio cromatico che ricorda Les Paul e uno stile ibrido di picking ispirato a Chet Atkins, ma i risultati spontanei e fantasiosi erano interamente tutta farina del suo sacco.
Il breve periodo di Gallup nei Blue Caps costituisce una vera e propria palestra di sei corde rockabilly.
Anche quando non stava suonando i soli, le sue parti di chitarra mostravano una comprensione avanzata della composizione, e lui ordinariamente affrontava passaggi veloci e complicati apparentemente senza sforzo.
Eppure è a malapena un nome di nicchia, noto solo a un ristretto gruppo di appassionati fissati con le sonorità vintage.
In effetti, la maggior parte del pubblico non l'ha mai sentito nominare (compresi molti chitarristi), e il suo incarico nei Blue Caps è stato estremamente breve, nemmeno per un anno.
Ma non sottovalutatelo per questo!
Gallup è senza dubbio uno dei più grandi eroi della sei corde della storia del rock e chitarristi del calibro di Jeff Beck, Brian Setzer, Jimmy Page, Eric Clapton, Albert Lee si levano il cappello quando sentono il suo nome.
Clifton E. Gallup nasce il 17 giugno del 1930, a Norfolk, in Virginia.
Di lui non si hanno dati biografici certi fino al febbraio 1956, quando il DJ locale Tex Davis (alias William Douchette, che della città è pure lo sceriffo) ascolta Gene Vincent esibirsi in un talent show a Norfolk e ne rimane folgorato, tanto da diventarne il manager.
Riunisce una banda di musicisti locali per supportarlo, i Blue Caps. Il gruppo include Paul Peek alla chitarra ritmica (poi affiancato da Willie Williams), Jack Neal al contrabbasso, Dickie Harrell alla batteria, e il nostro Gallup (che in precedenza aveva suonato in una band locale, i Virginian), alla solista.
Per stare in una “boy-band” (perché il rock’n’roll è la musica nuova per i gggiovani!) Cliff è però un po’troppo “stagionato”: ha “già” 26 anni (per l’epoca, un matusa!), è più vecchio di Vincent e degli altri membri della band, e tiene pure famiglia.
Ma come suona lui non suona nessuno....
Nel maggio del 1956, quando la breve ma vulcanica mania rockabilly ha raggiunto il suo picco e il “pelvis” di Elvis fa impazzire le ragazzine di tutta l’America, Vincent viene invitato a registrare a Nashville sotto la guida del veterano Ken Nelson.
Il produttore tiene in caldo i session-men, immaginando che i Blue Caps (“dei bifolchi della Virginia!”) non siano all'altezza, ma non appena Gallup attacca gli assoli in "Race with the Devil", capisce subito che i musicisti di studio non saranno necessari…
Gallup suonerà su 35 brani insieme a Vincent, tra cui il suo più grande successo, "Be-Bop-A-Lula", facendosi una reputazione come uno dei chitarristi tecnicamente più bravi e seminali del rock’n’roll .
Pur essendo il suo apporto relativamente breve, con questa session ha definito il classico suono rockabilly della chitarra, grazie al suo tono brillante e pulito, aumentato da una buona dose di delay slapback.
Essendo sposato e non più “ggiovane”, Gallup è però riluttante a fare un tour con Vincent (i maligni dicono invece che sia la produzione a giudicarlo troppo “maturo” per farsi vedere in pubblico. ..), e lascia la band alla fine del 1956, tornando solo per alcune sessioni in studio lo stesso anno, per il secondo LP di Vincent e i Blue Caps.
Per fortuna ci rimangono le sue formidabili incisioni: a parte quelle citate, si possono ricordare “Bluejean Bop”, "Who Slapped John?", "Cruisin", "Cat Man", "B-I-Bickey-Bi, Bo-Bo Go," "Five Feet of Lovin", "e" You Better Believe ", tutti grandi brani in cui Gallup, Vincent e la band fanno faville con esuberanza rockabilly.
Eppure, questi sarebbero gli ultimi brani di Vincent su cui suonerà Gallup.
Come conseguenza dell'assenza di Gallup, lo stile di Gene stesso virerà verso un sound più morbido e meno eccitante, dopo il 1956.
Oltre alla sua abilità come musicista, Gallup è anche all'avanguardia con la tecnologia degli anni '50.
Suona la sua chitarra Gretsch con un amplificatore Fender Tweed, producendo il riverbero che è stato associato al rockabilly classico usando le unità di eco che ha costruito usando parti di vecchi registratori.
Risulta ancora sorprendente che un chitarrista delle abilità fenomenali di Gallup non avesse registrato prima del 1956!
E ancora più sorprendente (e triste), il fatto che Cliff scivoli così rapidamente nell’ombra dopo il 1956; sicuramente il talento e l’inventiva per diventare un session-man di lusso ce l’aveva tutta.
Gallup dichiarerà che dopo aver lasciato i Blue Caps, Ken Nelson gli aveva in effetti offerto un buon contratto, ma Cliff l'ha rifiutato.
Realizzerà un album solista per l'etichetta locale Pussy Cat a Norfolk, “Straight Down the Middle”, a metà degli anni '60, in uno stile strumentale più dolce, simile a quello di Chet Atkins e Les Paul.
Gallup occasionalmente continuerà a suonare con gruppi locali, mentre lavora come manutentore scolastico.
E continuerà a suonare la chitarra fino al giorno della sua morte.
L'ultima volta imbraccerà la sua mitica sei corde a Norfolk con un gruppo chiamato H-Lo's, 48 ore prima di subire l’infarto fatale.
Al momento del decesso, il 9 ottobre 1988, è il direttore della manutenzione e dei trasporti per il Chesapeake, Virginia, per il sistema scolastico cittadino, dove ha lavorato per quasi 30 anni.
Su richiesta della sua vedova, i necrologi sui giornali locali non menzionano i suoi trascorsi con Gene Vincent e i suoi Blue Caps…
Cliff è l’esempio, semmai ce ne fosse bisogno, che dimostra quanto il rock’n’roll non è stato fatto solo da personaggioni!
Ma la modestia, si sa, non paga granché…
Onore a Cliff Gallup!
“…Well she's the girl in the red blue jeans
She's the queen of all the teens
She's the one that I know
She's the woman that loves me so
Say be-bop-a-Lula she's my baby
Be-bop-a-Lula I don't mean maybe
Be-bop-a-Lula she's my baby doll
My baby doll, my baby doll
Let's rock!...”
Gene Vincent and His Blue Caps – Be Bop a Lula